Padre Gabriele Amorth telefonò a mons. Grillo: "Una Madonnina piangerà a Civitavecchia e non sarà di buon auspicio per l'Italia"...

Le lacrimazioni di sangue della Madonnina di Civitavecchia avvenute nel 1995 sono un evento che ha colpito milioni di italiani. Le indagini della magistratura hanno concluso che in quel pianto della statua non c’era alcun imbroglio umano, né alcuna spiegazione naturale. È ragionevole dunque pensare a cause soprannaturali[1]. Andrea Tornielli rivelò che lo stesso Giovanni Paolo II, il 9 giugno 1995, aveva voluto pregare davanti alla statuetta - proveniente da Medjugorje - facendosela portare in Vaticano: la incoronò, le mise fra le mani il rosario che ha tuttora e il 20 ottobre 2000 inviò al vescovo di Civitavecchia la testimonianza firmata di questo suo gesto che in qualche modo «impegna» la Chiesa[2].

Ma che segno può essere una Madonnina che piange sangue alle porte di Roma? «Maria piange sulla sorte del mondo» spiega Vittorio Messori «come Gesù pianse al tempo della sua vita terrena sulla sorte di Gerusalemme.» Ricorda l’appello del profeta Giona alla città di Ninive: «Ancora 40 giorni e Ninive sarà distrutta». Quella città si convertì e si salvò. E la nostra «città»? Quando una madre non è ascoltata dai suoi figli in pericolo, piange: lacrime umane come ha fatto a Siracusa (un miracolo riconosciuto nel 1953) e infine, di fronte alla perdurante sordità, lacrime di sangue (il sangue del Figlio) a Civitavecchia. Piange per ciascuno dei suoi figli perduti, per ognuno dei quali Gesù ha versato il suo sangue.

Una santa del XIX secolo legata a Civitavecchia, Maria de Mattias, amava ripetere a ciascuno: «Tu vali il Sangue di Cristo!». Probabilmente quelle lacrime sono un messaggio legato alle sorti della Chiesa e del papato stesso, su cui incombono minacce e pressioni drammatiche; non dimentichiamo infatti che l’attuale pontefice - nell’omelia del suo insediamento, il 24 aprile 2005 - pronunciò una frase inaudita: «Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi».

Ma forse le lacrime di Civitavecchia sono state, fra le altre cose, anche un avvertimento materno che riguardava il nostro Paese.
Nei frammenti di Diario del vescovo - pubblicati nel volume del decennale delle lacrimazioni, a cura della Diocesi - si trova infatti un episodio strano su cui ho indagato scoprendo un retroscena clamoroso. Le lacrimazioni di sangue erano iniziate il 2 febbraio 1995, alle 16,30, nel giardino della famiglia Gregori. Si sono poi ripetute, nei giorni successivi, per altre dodici volte, davanti a un totale di quaranta persone, diverse in ogni episodio, che «hanno visto le lacrime formarsi e scendere». Le analisi hanno accertato che si tratta di sangue appartenente a un unico individuo e che la statuetta di gesso pieno non ha cavità al suo interno, né marchingegni o trucchi.

Tutti ricordano il forte scetticismo iniziale del vescovo, monsignor Grillo. Il quale, nelle pagine di Diario che ha pubblicato, riferisce che il giorno 13 marzo ricevette una telefonata dal famoso esorcista della diocesi di Roma, padre Gabriele Amorth (una vera autorità, che fu peraltro amico di padre Pio). Padre Amorth pregò il vescovo di aver fede, «perché egli era venuto a conoscenza fin dalla scorsa estate, da un’anima da lui diretta spiritualmente, che una Madonnina avrebbe pianto a Civitavecchia e che questo segno sarebbe stato di non buon auspicio per l’Italia, ragion per cui sarebbe stato opportuno far penitenza e pregare molto».

Il vescovo annota di non avergli creduto e di averne parlato poi con la sorella, Grazia, con accenti ironici. La sorella però restò turbata e il 15 marzo 1995, alle 8,15 del mattino, dopo la messa, ricordando le parole di padre Amorth, manifestò il desiderio di pregare davanti alla statuetta che era custodita da giorni in un armadio del vescovado. Monsignor Grillo acconsentì e insieme ad altri iniziarono a recitare il «Salve Regina»: al versetto «rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi» la statuetta iniziò a piangere ancora sangue, per la quattordicesima volta, ma ora fra le mani del vescovo scettico. Per il prelato fu un duro choc, tanto che dovette essere soccorso urgentemente dal cardiologo. Dopo quell’evento sconvolgente ovviamente si convinse.

Ma cosa gli aveva detto padre Amorth poche ore prima? Perché lo aveva invitato a credere che lì c’era davvero il dito di Dio? E a quali eventi tragici per l’Italia alludeva? L’ho chiesto allo stesso padre Amorth. L’anziano sacerdote è il più famoso esorcista incaricato dalla Chiesa, quindi si occupa di liberare nel nome di Cristo persone che sono vessate o possedute da entità diaboliche: ogni settimana, in una chiesa del centro di Roma, svolge questo compito drammatico e lì si assiste a scene sconvolgenti, analoghe a quelle narrate nei Vangeli (mi dice che quelle «entità» urlano e inveiscono molto, per esempio, quando lui invoca l’intercessione di Giovanni Paolo II).

Ma, per il suo profondo discernimento, padre Amorth fa anche da guida spirituale a persone che hanno carismi soprannaturali. Si deve sapere infatti che ci sono nella Chiesa persone che vivono, con umiltà, nel nascondimento e nella preghiera, dei doni particolari (come locuzioni interiori o apparizioni e altro ancora). Una di queste, da lui guidata, una signora che lavorava in un ospedale, aveva saputo proprio per vie «soprannaturali», nell’estate del 1994, che una statuetta della Madonna avrebbe pianto alle porte di Roma, a Civitavecchia, perché eventi tragici potevano verificarsi in Italia se non si fosse pregato molto e fatto penitenza: sconvolgimenti sociali, guerra civile, tanto sangue e pure l’uccisione da parte delle Brigate rosse di «un certo Prodi, eletto al governo».

Va detto che nell’estate del 1994 nessuno parlava di Prodi (non faceva politica) e nessuno più parlava di Br (che solo negli anni successivi sono tornate a colpire). Di quella donna sono riuscito a sapere solo questo: che «si offrì come vittima» per risparmiare al suo Paese questa tragedia e che di lì a poco in effetti si è ammalata di una patologia strana e grave. Dopo la lacrimazione del 15 marzo anche il vescovo di Civitavecchia chiese a tutti i monasteri di clausura d’Italia di pregare ardentemente per il nostro Paese.

La chiesina di Pantano che custodisce la Madonnina è meta di pellegrinaggi e luogo di conversioni: molte preghiere e sacrifìci certamente sono saliti al cielo da lì e molte grazie (anche miracoli) sono state lì elargite. Le tragedie previste non si sono verificate in Italia per la misteriosa offerta di sé fatta da quella signora? Per l’offerta di tanti altri sacrifìci e preghiere? La Chiesa afferma che queste sono veramente forze immense a noi sconosciute.

Pio XI, nell’enciclica Miserentissimus Redemptor, aveva scritto: «Quanto poi sia urgente, specialmente nel nostro secolo, la necessità di espiazione o riparazione, non può ignorare chi, sia con gli occhi che con la mente, considera questo mondo tutto sottomesso al maligno (1 Gv 5,19)».

Pio XII afferma nella Mystici Corporis che questa realtà è un «mistero certamente tremendo, né mai sufficientemente meditato: che cioè la salvezza di molti dipenda dalle preghiere e dalle volontarie mortificazioni, a questo scopo intraprese dalle membra del mistico Corpo di Gesù Cristo».

E Giovanni Paolo II nella Salvifici doloris, scritta dopo l’attentato, durante giorni di sofferenza, spiega: «Coloro che partecipano alle sofferenze di Cristo conservano nelle proprie sofferenze una specialissima particella dell’infinito tesoro della redenzione del mondo, e possono condividere questo tesoro con gli altri (...) La Chiesa sente il bisogno di ricorrere al valore delle sofferenze umane per la salvezza del mondo».

Note:

[1] La statuetta viene da Medjugorje. Il parroco di Pantano che poi la regalò ai signori Gregori, nel settembre 1994, la comprò infatti in un negozietto di questo villaggio dell’Erzegovina dove era andato in pellegrinaggio perché lì, dal 1981, si ritiene che appaia quotidianamente la Madonna a sei bambini (oggi diventati adulti). Proprio in un appassionato messaggio della Madonna di Medjugorje (il 24 maggio 1984) si parla di lacrime di sangue. «Cari figli, in ogni istante, quando avete delle difficoltà, non abbiate paura, perché io vi amo anche quando siete lontani da me e da mio Figlio. Vi prego, non permettete che il mio cuore pianga lacrime di sangue per le anime che si perdono nel peccato». Marija Pavlovic, una delle veggenti, in una lunga intervista con padre Livio Fanzaga che le ricordava questo messaggio, a proposito della statuetta ha dichiarato: «Per me (la vicenda di Civitavecchia, nda) ha un significato molto grande, non tanto perché la Madonna ha pianto, in quanto l’ho vista anch’io piangere, ma perché ha pianto lacrime di sangue e ha pianto vicino a Roma. Tutto l’insieme dice molto». L’intervistatore ha provato a saperne di più, ma la ragazza si è fermata cosicché si è intuito che forse si stava sfiorando uno dei dieci misteriosi segreti sul mondo che la Madonna ha affidato loro. Giovanni Paolo II per l’anniversario delle apparizioni a La Salette disse: «Maria, madre piena d’amore, con le sue lacrime ha mostrato la tristezza per il male morale dell’umanità. Con le sue lacrime ci aiuta meglio a comprendere la dolorosa gravità del peccato, del rifiuto di Dio, ma anche la fedeltà appassionata che suo Figlio nutre verso i fratelli: Lui, il Redentore, il cui amore è ferito dalla dimenticanza e dal rifiuto (...) Ella ha compassione delle difficoltà dei suoi figli e soffre nel vederli allontanarsi dalla Chiesa di Cristo».

[2] A. Tornielli, «Il Papa venerò in Vaticano la Madonna dei Miracoli», «Il Giornale», 25 gennaio 2005. Il vescovo di Civitavecchia, monsignor Grillo, (attualmente vescovo emerito) si trovava alla riunione della Cei nel maggio 2005 e lì ha incontrato papa Raztinger. All’inizio il Santo Padre gli ha chiesto come va a Civitavecchia, hanno parlato affabilmente e alla fine il pontefice gli ha detto queste testuali parole: «La Madonna farà cose grandi». Parole che certo non sono un ufficiale riconoscimento del miracolo, ma che - dopo qualche infelice intervento televisivo di un prelato assai liquidatorio con quelle misteriose lacrime — rappresentano un autorevolissimo segno di apertura della Chiesa, tanto che il vescovo di Civitavecchia le fece stampare sulla copertina del giornale del santuario.

Fonte:

Antonio Socci, Il Segreto di Padre Pio, Rizzoli, Milano 2008, pp. 231-236.
Tempi di Maria
@Diodoro Troppo lungo... è più che sufficiente il suo gradito commento. 🤗
Diodoro
Mi sembra, carissimo, che il titolo esatto sarebbe: "Vista l'ostilità del Vescovo alla Lacrimazione, padre Amorth gli telefonò il mese successivo, invitandolo a credere perché lui sapeva da tempo da un'anima privilegiata che una Madonna avrebbe pianto a Civitavecchia"
Tempi di Maria
Tempi di Maria
Socci:
Probabilmente quelle lacrime sono un messaggio legato alle sorti della Chiesa e del papato stesso, su cui incombono minacce e pressioni drammatiche; non dimentichiamo infatti che l’attuale pontefice (ndr. nel 2008 quando Socci scriveva il Pontefice regnante era Benedetto XVI)- nell’omelia del suo insediamento, il 24 aprile 2005 - pronunciò una frase inaudita: «Pregate per me, perché io …Altro
Socci:
Probabilmente quelle lacrime sono un messaggio legato alle sorti della Chiesa e del papato stesso, su cui incombono minacce e pressioni drammatiche; non dimentichiamo infatti che l’attuale pontefice (ndr. nel 2008 quando Socci scriveva il Pontefice regnante era Benedetto XVI)- nell’omelia del suo insediamento, il 24 aprile 2005 - pronunciò una frase inaudita: «Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi».