Visione profetica sulla Chiesa, della Serva di Dio Luisa Piccarreta

UNA VISIONE PROFETICA SULLA CHIESA DELLA SERVA DI DIO LUISA PICCARRETA

Trovandomi nel solito mio stato, mi son trovata fuori di me stessa, dentro di una chiesa dove c’era un sacerdote che celebrava il divin Sacrificio, e mentre ciò faceva piangeva amaramente e diceva: “La colonna della mia Chiesa non ha dove poggiarsi!” Nell’atto che ciò diceva ho visto una colonna, la cui cima toccava il cielo, e al disotto di questa colonna stavano sacerdoti, vescovi, cardinali e tutte le altre dignità che sostenevano la detta colonna; ma, con mia sorpresa, ho fatto per guardare e ho visto che di queste persone, chi era molto debole, chi mezzo marcito, chi infermo, chi pieno di fango; scarsissimo era il numero di quelli che si trovavano in stato di sostenerla, sicché questa povera colonna, per le tante scosse che riceveva al disotto, tentennava senza potere stare ferma.

Al disopra di detta colonna c’era il Santo Padre, che con catene d’oro e coi raggi che mandava da tutta la sua persona, faceva quanto più poteva per sostenerla, per incatenare ed illuminare le persone che dimoravano al disotto, benché qualcuna sfuggisse per avere più agio a marcire e ad infangarsi, e non solo, ma per legare ed illuminare tutto il mondo. Mentre ciò vedevo, quel sacerdote che celebrava la Messa (sto in dubbio se fosse un sacerdote oppure Nostro Signore, ma dal parlare era Gesù; non so dire di certo), mi ha chiamata vicino a sé e mi ha detto:


“Figlia mia, vedi in che stato lacrimevole si trova la mia Chiesa: quelle stesse persone che dovevano sostenerla, vengono meno e con le loro opere l’abbattono, la percuotono e giungono a denigrarla. L’unico rimedio è che faccia versare tanto sangue, da formare un bagno per poter lavare quel marcioso fango e sanare le loro piaghe profonde, affinché sanate, rafforzate, abbellite in quel sangue, possano essere strumenti abili a mantenerla stabile e ferma”.

Poi ha soggiunto: “Io ti ho chiamato per dirti: vuoi tu essere vittima e così essere come un puntello per sostenere questa colonna in tempi così incorreggibili?” Io in principio mi son sentita correre un brivido per timore di non avere la forza, ma poi subito mi sono offerta ed ho pronunziato il “Fiat”. (…) Dopo ciò, ho visto la sanguinosa strage che si faceva di quelle persone che stavano al disotto della colonna. Che orribile catastrofe! Scarsissimo era il numero che non rimaneva vittima! Giungevano a tale ardimento, che tentavano d’uccidere il Santo Padre. Ma poi pareva che quel sangue sparso, quelle sanguinose vittime straziate erano mezzi per rendere forti quelli che rimanevano, in modo da sostenere la colonna, senza farla più tentennare.

Oh, che felici giorni! Dopo ciò spuntavano giorni di trionfo e di pace; la faccia della terra pareva rinnovata, la detta colonna acquistava il suo primitivo lustro e splendore. O giorni felici, da lungi io vi saluto, che tanta gloria darete alla mia Chiesa e tanto onore a quel Dio che ne è il Capo!


(Vol. 3°, 01.11.1899)

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Vale la pena notare, come conferma, che questo capitolo risulta identico nella sostanza e in molte frasi a un altro della Serva di Dio Teresa Musco (stigmatizzata di Caserta, figlia spirituale di San Pio da Pietrelcina, morta il 19 Agosto 1976 all’età di 33 anni, della quale è in corso la Causa di Beatificazione). Sorprendente è la coincidenza, non solo del contenuto e persino di molte frasi, ma anche di date: Luisa Piccarreta scrisse il 1° Novembre 1899 e Teresa Musco il 1° Novembre 1952, cioè, 53 anni esatti dopo. È impensabile, logicamente, che Teresa, una bambina ignorante di 8 anni, abbia potuto conoscere gli scritti di Luisa Piccarreta, dei quali quel poco che il suo Confessore aveva pubblicato nel 1930 (“Alba che sorge”) era stato ritirato e vietato dall’Autorità della Chiesa nel 1938. Questo è il testo, tratto dalla biografia scritta dal P. Antonio Gallo: “La Chiesa è la grande colonna che tocca il Cielo, ma continuamente scossa dalle tempeste”.

“Trovandomi in chiesa mi sento trasportata fuori di me stessa e mi trovo davanti un sacerdote che stava celebrando il Divino Sacrificio. E mentre celebrava ripeteva queste parole: ‘la mia colonna della Chiesa non ha dove appoggiarsi’. Mentre ripeteva le parole, ho visto la colonna la cui cima toccava il cielo, ma tanti erano gli scontri che riceveva, che questa colonna non riusciva a star ferma, barcollava di qua e di là. Sulla cima della colonna vi era il Santo Padre, che con catena d’oro era sorretto, perché barcollava. Il sacerdote ha aggiunto: ‘Io ti ho chiamata per dirti: vuoi tu essere la vittima per essere un piccolissimo sostegno per questa colonna in tempi così incorreggibili?’ Dapprima molti brividi lungo il corpo, ma poi subito ho detto: ‘Sia fatta la tua volontà’, ripetendo il Fiat. Angeli e santi con anime purganti mi hanno circondata, tormentandomi con flagelli e tanti altri strumenti, e da prima il grande timore, ma poi, quanto più soffrivo, più veniva il desiderio di soffrire. Gustavo il soffrire come un dolcissimo nettare”

[pag. 54] [1° Novembre 1952, “Diario”, pag. 1175-1176] [Cfr. Il libro del P. Roschini, “Teresa Musco”, pag. 82].

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Si veda il corpus completo di profezie di Luisa Piccarreta sulla Chiesa qui:

La Passione della Chiesa negli scritti di Luisa Piccarreta – 35 visioni profetiche
Niko Sanpatrizio
Qui ci sta qualcuno che si atteggia di conoscere la teologia cattolica e si permette di dubitare di una Luisa Piccarreta che Gesù lo conosceva direttamente e realmente. Siamo al delirio completo!