…SULLA CRISI DELLA CHIESA(stralci da articoli)…L’ATEISMO FLUIDO e PRATICO…

…Il post-Concilio ha mostrato chiaramente che non si tratta di "scartare le contraddizioni erronee e superflue", come ha detto Benedetto XVI, ma di far sì che, di fatto, le contraddizioni tra la Chiesa e il mondo siano considerate erronee e superflue. Così tutto ciò che era preconciliare veniva respinto come anticonciliare. La tradizione bimillenaria è stata messa da parte da una liturgia conciliare, da un catechismo conciliare, da un diritto canonico conciliare… "Conciliare" è diventato, in pratica, sinonimo di "conciliare" con il mondo.Il presule guineano dichiara: "Cari fratelli vescovi, a volte ci dicono che non abbiamo compreso lo spirito del Concilio Vaticano II che imporrebbe un nuovo approccio all’oggettività della fede. Alcuni ci dicono che il Vaticano II, senza cambiare la fede stessa, avrebbe cambiato il rapporto con la fede. Ci dicono che d’ora in poi ciò che è più importante per un vescovo è l’accoglienza degli individui nella loro soggettività piuttosto che l’annuncio del contenuto del messaggio rivelato.".
"Tutto dovrebbe essere relazione e dialogo e dovremmo relegare in secondo piano la proclamazione del “kérygma” e l’annuncio della fede, come se queste realtà fossero contrarie al bene delle persone. […] Credo che chiarire definitivamente questa questione sarà un compito importante degli anni a venire, e sicuramente di un futuro pontificato."In verità noi conosciamo già la risposta. Ma il Magistero dovrà insegnarla con una solennità definitiva. C’è dietro tale questione una sorta di paura psicologica che si è diffusa in Occidente: la paura di essere in contraddizione con il mondo. Come diceva Benedetto XVI: “Nel nostro tempo, la Chiesa resta un ’segno di contraddizione’” (Lc 2,34). […]…Nessun compromesso con la menzogna dell’"ateismo fluido e pratico”…
Dopo questo passaggio sul Concilio, il cardinale Sarah denuncia opportunamente un "
ateismo fluido e pratico": "Ma numerosi prelati occidentali sono paralizzati dall’idea di opporsi al mondo. Dal mondo sognano di essere amati. Hanno perso la volontà di essere segno di contraddizione. Forse una eccessiva ricchezza materiale porta a scendere a compromessi con gli affari del mondo".
"
La povertà è una garanzia di essere liberi per Dio. Credo che la Chiesa del nostro tempo viva la tentazione dell’ateismo. Non l’ateismo intellettuale, ma questa condizione di spirito sottile e pericolosa: l’ateismo fluido e pratico. Quest’ultima è una malattia pericolosa anche se i suoi primi sintomi sembrano benigni. […]"Dobbiamo prenderne coscienza: questo ateismo fluido scorre nelle vene della cultura contemporanea. Non dice mai il suo nome ma si infiltra ovunque, anche nei discorsi ecclesiastici. Il suo primo effetto è una forma di sonnolenza della fede…
"Che cosa dobbiamo fare? Forse vi si dirà che così è fatto il mondo e non vi si può sfuggire. Forse vi si dirà che la Chiesa deve adattarsi o morire. Forse vi si dirà che poiché l’essenziale è al sicuro bisogna essere flessibili sui dettagli. Forse vi si dirà che la verità è teorica ma che i casi particolari le sfuggono. Tante massime che confermano la grave malattia che ci attanaglia tutti!”…"Io vorrei invitarvi piuttosto a ragionare diversamente.
Non dobbiamo cedere alla menzogna! L’essenza dell’ateismo fluido è la promessa di un accomodamento tra la verità e la menzogna. È la tentazione più grande del nostro tempo! Siamo tutti colpevoli di accomodamenti, di complicità con questa grande menzogna che è l’ateismo fluido!”…"È come la tela di un ragno, più vi agitate contro di essa, e più si chiude attorno a voi. L’ateismo fluido è l’ultima trappola del Tentatore, di Satana. Egli vi attira sul suo stesso terreno. Se lo seguite, sarete portati a utilizzare le sue armi: la menzogna, la dissimulazione e il compromesso.”…Questo appello alla conversione personale deve essere integrato da quanto scriveva mons. Marcel Lefebvre al cardinale Alfredo Ottaviani, il 20 dicembre 1966, sulla crisi post-conciliare: "Il Successore di Pietro e lui solo può salvare la Chiesa. Il Santo Padre si circondi di vigorosi difensori della fede, li designi in importanti diocesi. Si degni attraverso documenti importanti di proclamare la verità, di perseguire l'errore, senza timore di contraddizioni, senza timore di scismi, senza timore di mettere in discussione le disposizioni pastorali del Concilio".
Con l’esperienza di sessant’anni di riforme conciliari, potremmo aggiungere: senza timore di mettere in discussione le disposizioni ufficialmente pastorali del Concilio, che in realtà sono dottrinali.Necessità di un magistero che non sia "liquido", di fronte all’"ateismo fluido"
Il presule africano chiede: "Con tutto il mio cuore di pastore, voglio invitarvi oggi a prendere questa decisione. Non dobbiamo creare partiti nella Chiesa. Non dobbiamo proclamarci i salvatori di questa o quella istituzione. Tutto ciò contribuirebbe al gioco dell’avversario. Ma ciascuno di noi può oggi decidere: la menzogna dell’ateismo non troverà più spazio in me" (Estratti da “ci sarà resistenza africana al sinodo dell’ ottobre 2024? (2)” Articolo dal blog della Fraternità Sacerdotale San Pio X)

…Riferendosi a Giovanni Paolo II sulle forme che può assumere l’ateismo pratico, Sarah ha detto: “Lo vediamo nella Chiesa quando la sociologia o l'”esperienza vissuta” diventano il principio guida che dà forma al giudizio morale. Non è un vero e proprio rifiuto di Dio, ma mette Dio in secondo piano. Quante volte sentiamo dire da teologi, sacerdoti, religiosi e persino da alcuni vescovi o conferenze episcopali che dobbiamo adattare la nostra teologia morale a considerazioni esclusivamente umane?.

C’è un tentativo di ignorare, se non di rifiutare, l’approccio tradizionale alla teologia morale, così ben definito dalla Veritatis Splendor e dal Catechismo della Chiesa Cattolica. Se lo facciamo, tutto diventa condizionato e soggettivo. Accogliere tutti significa ignorare la scrittura, la tradizione e il magistero.

Nessuno dei sostenitori di questo cambiamento di paradigma all’interno della Chiesa rifiuta completamente Dio, ma considera la Rivelazione come secondaria, o almeno alla pari con l’esperienza e la scienza moderna. È così che funziona l’ateismo pratico. Non nega Dio, ma funziona come se Dio non fosse centrale. ..

…Ha detto: “Vediamo questo approccio non solo nella teologia morale, ma anche nella liturgia. Le tradizioni sacre che hanno servito bene la Chiesa per centinaia di anni sono ora dipinte come pericolose. Un’attenzione così forte all’orizzontale spinge fuori la verticale, come se Dio fosse un’esperienza piuttosto che una realtà ontologica”.Criticando la mentalità di pensare alla tradizione come limitante piuttosto che liberante o perfezionante, Sarah ha radicato l’abbandono della tradizione nell’attenzione al momento presente insita nell’ateismo pratico.

“C’è una comprensione implicita da parte dei sostenitori dell’
ateismo pratico che la fede in qualche modo limiti la persona… Gli atei pratici vedono Dio e il suo ordine morale come un fattore limitante”, ha detto. “La nostra felicità, secondo questo modo di pensare, si trova nell’essere chi vogliamo essere, piuttosto che nel conformarci a Dio e al suo ordine”

Perseguire la realizzazione abbassando lo sguardo alle nostre esperienze, emozioni o desideri significa rifiutare ciò che siamo in quanto creature di Dio, dotate di una dignità sublime e create in ultima istanza per Lui.

Il cardinale ha inoltre lamentato una sorta di “paganesimo” che, a suo dire, è entrato nella Chiesa e nei ranghi della gerarchia, avvertendo che “la vera crisi è la mancanza di fede all’interno della Chiesa…( da Una sorta di “paganesimo” è entrato nella Chiesa e nei ranghi della gerarchia; “la vera crisi è la mancanza di fede all’interno della Chiesa” blog di Sabino Paciolla)

…Il mio discorso – “La risposta duratura della Chiesa cattolica all’ateismo pratico della nostra epoca” – riflette bene la vostra missione: preparare i leader a portare verità, fede e valore nel mondo moderno attraverso la liturgia, la formazione e la comunità…L’identità culturale, economica, politica e, in misura minore, religiosa dell’America ricalca a grandi linee quella europea. Pur essendo il frutto della fede e dell’illuminismo europeo, l’America è tuttavia unica per molti aspetti significativi…Dagli anni ’60 i cattolici hanno perso sempre più la loro identità unica. Non sono più una minoranza riconoscibile perché si sono completamente assimilati alla cultura americana. I cattolici qui sono spesso prima americani e poi cattolici.Le conseguenze sono evidenti. Molti cattolici hanno le stesse convinzioni della popolazione generale. Avete un presidente cattolico autodefinitosi che è un esempio di quello che il cardinale Gregory ha recentemente descritto come un “cattolico da bar”. Molti dei vostri funzionari pubblici cattolici appartengono alla stessa categoria.Molti dei vostri ospedali e università cattolici sono cattolici solo di nome…Ho visitato gli Stati Uniti abbastanza per sapere che, mentre l’unicità della comunità cattolica è andata perduta a livello macroscopico, c’è molto da celebrare su aspetti specifici della comunità cattolica qui. La Chiesa cattolica degli Stati Uniti è molto diversa da quella europea. La fede in Europa sta morendo, e in alcuni luoghi è morta. L’interazione tra governi severamente laici e la Chiesa non ha giovato alla fede…Detto questo, la vostra cultura in generale è diventata ostile alla fede. C’è un ateismo pratico che si è impadronito del vostro Paese e minaccia il bene comune. È su questo che vorrei riflettere con voi oggi: sull’ateismo pratico che sta infettando l’Occidente e si sta insinuando in modo evidente nella Chiesa stessa…

…Come ho osservato in un recente discorso ai vescovi del Camerun:

molti prelati occidentali sono paralizzati dall’idea di opporsi al mondo. Sognano di essere amati dal mondo. Hanno perso la preoccupazione di essere un segno di contraddizione. Forse la troppa ricchezza materiale porta al compromesso con gli affari del mondo. La povertà è una garanzia di libertà per Dio. Credo che la Chiesa del nostro tempo stia vivendo la tentazione dell’ateismo. Non un ateismo intellettuale. Ma questo sottile e pericoloso stato mentale: l’ateismo fluido e pratico. Quest’ultimo è una malattia pericolosa anche se i suoi primi sintomi sembrano lievi”.Per ateismo pratico intendo la perdita del senso del Vangelo e della centralità di Gesù Cristo. Le Scritture diventano uno strumento per uno scopo secolare piuttosto che una chiamata alla conversione. Non credo che questo fenomeno sia diffuso tra i vostri vescovi e sacerdoti qui negli Stati Uniti, grazie a Dio, ma sta diventando più comune in altre regioni dell’Occidente. Troppi non prendono sul serio la fede e la trattano come un ostacolo al dialogo.San Paolo ci ha avvertito di questo: “Verrà infatti il tempo in cui gli uomini non tollereranno la sana dottrina, ma, seguendo i propri desideri e la propria insaziabile curiosità, accumuleranno maestri e smetteranno di ascoltare la verità e saranno sviati verso i miti” (2Tim 4,3-4)( da “La crisi non è tanto il mondo secolare e i suoi mali, ma la mancanza di fede all’interno della Chiesa” blog di Sabino Paciolla)

…pertanto si può immaginare che un nemico subdolo e astuto, agendo con cautela e perfidia, possa procedere a una serie di piccoli cambiamenti, uno oggi, un altro domani, pazientemente, tenacemente, per un certo lasso di tempo, facendo sempre in modo che ogni cambiamento, anche se in se stesso non spettacolare, implichi comunque una situazione di non ritorno, così da imprimere una direzione irreversibile al nuovo corso che vuole introdurre; e che, se saprà agire con sufficiente abilità e perseveranza, alla fine, dopo alcuni decenni, i piccoli cambiamenti avranno determinato un cambiamento complessivo addirittura radicale. Oggi gli esperti chiamano questa tecnica la “finestra di Overton”, ma il concetto è semplicissimo e intuitivo e tutti lo abbiamo sempre saputo: se ci si muove un centimetro alla volta, si può dar quasi l’impressione, specie se si è osservati da una certa distanza, di essere sempre fermi, mentre si stava avanzando. È come se una, due, tre generazioni di architetti decidessero, una dopo l’altra, in base a un piano originario, di approntare dei cambiamenti sulla facciata di una cattedrale: uno oggi, uno domani; dapprima restando nello stesso stile della situazione originale, poi, un po’ alla volta, spingendosi verso soluzioni formali sempre più audaci e sempre più lontane dal modello originario. Alla fine, giungerà il momento in cui quella facciata sarà irriconoscibile, non serberà neppure la facciata di una chiesa ma sembrerà quella di un palazzetto dello sport, di una banca commerciale o magari un cinema, o di una discoteca… (estratti dal blog “San Michele Arcangelo”)

…Così come di fronte all’emergenza educativa è nata la risposta della scuola parentale, e di fronte allo stravolgimento della visione della medicina intesa come prendersi cura e alla crisi del sistema sanitario la risposta è un’assistenza medica a sua volta parentale, ecco che di fronte alla crisi della Chiesa arriva la risposta di una “Chiesa parentale”, fatta di piccole comunità, con luoghi di preghiera e di culto alternativi a quelli delle strutture ufficiali…
(da Mil blog messa in latino)