La renziana Bonetti apre all'utero in affitto: bisogna andare «al di là del nucleo familiare» - Secolo d'Italia
![](https://seedus2043.gloriatv.net/storage1/gfsj31r2p0x3hp1wwns7jcr1d0x66mkrkcopf1l.webp?scale=on&secure=PFIeP0tN4oCnYzy9ucbVnw&expires=1721008044)
Bonetti e il family Act
Durante l’intervista si parla di Family Act e il giornalista del quotidiano torinese le chiede a quale famiglia si rivolge l’assegno unico. Se a quella tradizionale come sostiene la Lega oppure a tutte le famiglie, comprese quelle Lgbt. La Bonetti è chiara: «Il Family Act si rivolge alle nuove generazioni e riconosce tutti i bambini come valore, al di là del contesto familiare. Questa visione è già stata votata per la parte dell’assegno da tutto l’arco parlamentare ed è partendo da questa unità che dobbiamo continuare a lavorare». Il punto sta tutto nella sottolineatura “al di là del contesto familiare” che in molti hanno interpretato come un’equiparazione tra la famiglia, così come è riconosciuta dalla Costituzione, e le coppie di fatto.
Pro Vita: «Va ostacolato l’utero in affitto»
Il primo a scendere in campo è stato Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus. «Siamo d’accordo con il ministro delle Pari Opportunità e della Famiglia, tutti i bambini meritano attenzione. Per questo, per noi, la pratica dei bambini comprati all’estero tramite l’utero in affitto va combattuta e vietata. Un bambino nasce per natura da un uomo e una donna e, sull’assegno attribuito anche ai bambini che abbiano il padre o la madre impegnati in una relazione gay, il problema non è a valle ma monte. Va ostacolato l’utero in affitto, è questo il primo diritto che spetta ai nascituri».
secoloditalia.it