•LA FEDELTÀ PREMIATA•

Particolarmente notevole era la delicatezza di nostro padre nel santificare la domenica. Il giorno del Signore era per lui sacro, al punto che i suoi amici pensavano che talvolta esagerava la pratica del riposo domenicale. Insistevano perché aprisse la sua oreficeria, magari con una porta segreta, facendogli considerare che egli perdeva buone occasioni di guadagno, perché essa si trovava proprio davanti a un grande negozio di oggetti di moda, dove affluivano gli acquirenti, soprattutto nei giorni festivi. La maggior parte di questi erano contadini venuti ad Alençon a fare le loro compere, in vista di nozze, battesimi, strenne, ecc. Fatica sprecata! Là dove per ogni altro la tentazione sarebbe stata insormontabile, egli non vi cedeva.

Per la stessa ragione, non comprava nulla la domenica. Così che, avendo visto una volta in mostra sopra un banco ambulante, una pietra per affilare che desiderava acquistare, chiese che si riservasse per lui il giorno dopo.
Noi pure seguivamo questo principio; così, in quel giorno, noi avevamo del pane raffermo di cui ci eravamo provvisti alla vigilia ed era raro il caso che ci permettessimo un viaggio che richiedeva il lavoro di terzi.

In una lettera diretta a sua cognata, la signora Guérin, nostra madre il 29 settembre 1875, dichiarava: "Molto spesso ammiro lo scrupolo di Luigi e mi dico: Ecco un uomo che non ha mai tentato di fare fortuna"; quando si sistemò, il suo confessore gli diceva di aprire la sua oreficeria di domenica fino a mezzodí. Egli non volle accettare il permesso, preferendo perdere delle belle vendite. E, malgrado tutto, eccolo ricco. Non posso attribuire l'agiatezza di cui gode ad altra cosa che a una benedizione speciale, frutto della sua fedele osservanza della domenica!

(Tratto dal testo "Incomparabili genitori" ricordo filiale della sorella di Santa Teresa di Gesù Bambino)