Giosuè
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COMBATTERE IL NEMICO – AI SACERDOTI – 1° parte

«Ai miei sacerdoti è affidato il compito di combattere contro le forze oscure dell’Inferno. Ma chi si cura di farlo? di cacciare i Demoni? Per far questo bisogna tendere alla santità; così pure per guarire gli infermi occorrono preghiere e mortificazione. Figlio mio, i miei sacerdoti li voglio santi perché debbono santificare. Non debbono fare affidamento, per il loro ministero, sui mezzi umani come da molti si fa. Non devono confidare nelle creature, ma nel mio Cuore Misericordioso e nel Cuore Immacolato di mia Madre». (Maggio 1975)… «Ora, figlio, con maggior cura dovrebbero fare altrettanto coloro che, nella mia Chiesa e nelle mie chiese, hanno il dovere preciso ed inderogabile di preparare lo sterminato esercito dei miei soldati (tutti i cresimati sono miei soldati) alla difesa dagli attacchi dei loro nemici spirituali: il demonio, il mondo e le passioni. E prepararli non solo alla difesa ma anche all’offesa! La battaglia che i miei soldati debbono combattere è la più importante, la più necessaria, la più urgente di tutte le guerre che si combattono nel mondo. La più necessaria, perché dall’esito di questa battaglia dipende la vita o la morte eterna, la più urgente, perché le forze ben organizzate e ben dirette del Male vogliono il sopravvento sulle forze del Bene e il prevalere di questo sarebbe determinante per il futuro della Chiesa e del mondo, la più importante, se non vogliono soccombere nel tempo e nella eternità… Figlio mio, non mancano attività e iniziative, studi e incontri; fin troppi ve ne sono. Ma ti ho detto che urge porre la scure alle radici, il che vuol dire di avere il coraggio di ricercare le cause vere di questa sconfitta del mondo cristiano di oggi… Comincino i miei sacerdoti ad esaminarsi sulla loro vita interiore; quanto troveranno da dover rifare! Rifare se stessi per rifare gli altri, santificare se stessi per santificare gli altri; meno letture inutili e nocive, meno televisione, meno spettacoli; più meditazioni e preghiere, più devozione alla Madre mia e Madre vostra, più vita eucaristica… Se i miei sacerdoti avranno il coraggio di por mano all’aratro per dare inizio a questa bonifica interiore, Io sarò con loro, Io li aiuterò, li assisterò, li consolerò, affinché non vengano meno ai loro santi propositi, e grande sarà l’aiuto, l’assistenza della Madre mia». (23 settembre 1975) ….«Anche Lucifero tende a trasformare l’uomo in demonio di superbia, odio e ribellione. Frutti preziosi dell’Amore di Dio sono la fede, la speranza e la carità. Da esse derivano: il rispetto della libertà personale e sociale, il rispetto per la giustizia che unisce ed affratella gli uomini e che rende il pellegrinaggio terreno più sereno e più desiderabile. Dalla superbia, dall’odio e dalla divisione, nascono le ingiustizie personali e sociali, lo schiavismo, lo sfruttamento, l’oppressione che esasperano gli animi dei singoli e dei popoli fino alla disperazione» (Settembre 1975). «Sono pochi quelli che hanno compreso che tra Me e loro deve esserci uno scambio reciproco di forze e di energie. Io mi dono interamente a loro, ed essi dovrebbero donarsi esclusivamente a Me. Se viene a mancare questo interscambio assolutamente essenziale e insostituibile, si ha la morte spirituale dei miei ministri; e morte vuol dire putredine che contagia e perde le anime. Molti non sembrano rendersi conto delle conseguenze che ne derivano. Interrotta la linfa vitale, il mio ministro, da amico mio e corredentore diventa alleato di Satana, diventa come un demonio e dei demoni compie le gesta. L’insensibilità di molti miei ministri dinnanzi allo scandalo del rifiuto di Dio, dinnanzi allo scandalo della apostasia universalizzata, la passività con cui essi assistono alla perdizione di tante anime, sono veramente una lacerante ferita al mio Cuore Misericordioso. Tu mi dirai che molti si muovono. Si agitano, ma non si muovono nella direzione giusta! Almeno sentissero il bisogno di chiedermi la loro conversione, che non nego a nessuno di coloro che la chiedono con sentimento di fede viva e di sincera umiltà. Non mi amano, ben vero che non mancano santi sacerdoti, ma sono pochi. Mancano bravi confessori e direttori spirituali»(26 Agosto 1975)…
«Se oggi il Nemico è più che mai prepotente e spadroneggia sui singoli e nelle famiglie, nei popoli e nei governi, ovunque, è naturale! Ha campo libero e quasi incontrastato. Certo per combattere Satana bisogna voler essere santi; per batterlo efficacemente occorrono penitenze, mortificazioni, preghiere. Ma non è forse questo il precetto mio per tutti, in particolare per i miei consacrati? Che fare per difendersi?
• Credere all’esistenza del Nemico. Se molti militanti, e con loro non pochi sacerdoti, non vi
credono, non possono combatterlo.
• Conoscere la potenza e la forza del Nemico e conoscere la propria forza e la propria potenza.
• Conoscere i suoi metodi di lotta, le sue astuzie, le sue seduzioni. Nello stesso tempo essere
coscienti dei propri mezzi di lotta e volerli usare.
• Chiaro che se uno ignora l’agguato che il nemico gli ha teso, non può guardarsene e da esso non può difendersi. Al contrario se uno ne è a conoscenza, prudentemente prende le sue precauzioni e non solo si prepara alla difesa, ma si predispone a colpire». (Ottobre 1975)
«Non di rado si è arrivati ad essere complici dei nemici di Dio e della Chiesa. Debolezza, morboso amore al prestigio, mancanza di unità, anarchia vera e propria. È stata sfigurata la fisionomia dei figli di Dio e dei ministri di Dio.
tempo di svegliarsi! È tempo di porre la scure alle radici. Voglio dire che è tempo di rispondere al mio insistente invito ad una vera conversione, prima che sia troppo tardi.
tempo che i vari stati maggiori delle mie chiese cessino di perdere tempo in cose o iniziative inutili. Hanno il torto di non andare alla radice dei mali.
La gravità della situazione impone un piano valido per tutti, da attuarsi da tutti, al vertice e alla base, con un impegnativo esame di coscienza
che porti alle seguenti conclusioni:
Siamo convinti della necessità di rivedere seriamente la concezione su cui è impostata la nostra
vita?
È vita integralmente cristiana? o in parte pagana? o in tutto pagana?
Siamo disposti ad elaborare un nuovo piano di vita interiore? un nuovo modo di vivere la
nostra fede, la speranza e la carità, la vita di grazia?

Siamo disposti a fare ciò che fanno tanti uomini con laborioso impegno, ad addestrarci alla
lotta contro le forze del Male con una vera crociata di preghiera e di penitenza?

Siamo disposti a far tacere i frastuoni che si alzano attorno a noi (e sono tanti) per ascoltare
nel silenzio e nel raccoglimento gli inviti che ci vengono dall’Alto
per aiutarci a scongiurare i pericoli che ci sovrastano?
Siamo disposti a ritornare ad una devozione viva, sincera, alla Madre di Gesù e Madre nostra? Ad accogliere il suo appello alla mortificazione, alla penitenza?
Siamo disposti a un ritorno sincero e vivo a Gesù Eucaristia? ….
Vita di Grazia, unità e obbedienza, fine della anarchia, lotta al demonio e al male senza scendere a compromessi,
sono i grandi temi veramente da approfondire, ai vertici e alla base. Che si aspetta ancora a farlo?
Paura, vergogna, rispetto umano, attaccamento ad una vita comoda... Convertitevi, convertitevi! Non vi faccia paura, né vi scandalizzi questo invito. Io e la Madre mia, che tanto vi amiamo, saremo al vostro fianco. Si tratta della salvezza della vostra anima e di quelle che vi sono state affidate. Figlio, ti benedico; voglimi bene» (29 Settembre 1975)


DON OTTAVIO MICHELINI, Confidenze di Mons Ottavio Michelini – BREVE ESTRATTO