Fatima.
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Lettera a don Camillo sulla riforma della liturgia

Reverendo, spero che questa mia raggiunga il remoto esilio montano nel quale l'ha confinata quella Sua irruenza che non diminuisce davvero col crescere degli anni. Conosco la storia che è incominciata …Altro
Reverendo, spero che questa mia raggiunga il remoto esilio montano nel quale l'ha confinata quella Sua irruenza che non diminuisce davvero col crescere degli anni.
Conosco la storia che è incominciata quando il compagno sindaco Peppone ha preso a salutarla in pubblico: «Buon giorno, compagno Presidente!».
Poi è venuto a farLe visita in canonica assieme allo Smilzo, al Bigio e al Brusco, per dirLe che, siccome intendeva abbellire la Casa del Popolo con un bel balcone per i discorsi, avrebbe volentieri acquistato le colonnine di marmo della balaustra dell'altar maggiore, nonché i due angeli allogati ai lati del Tabernacolo.
Questi, Le disse (se il mio informatore è veritiero), avrebbe voluto sistemarli sopra l'arco del portone d'ingresso, per adornare la targa con l'emblema del PCI.
Don Camillo: Lei staccò dal muro la doppietta e la spalancò davanti a Peppone e soci facendo loro ritrovare rapidamente la via della porta.
Ma, creda, non fu una risposta spiritosa, da buon giocatore.
Quando …Altro