Anima orante: "Accadono cose eclatanti, nessuno se lo sarebbe mai aspettato"
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Negli ultimi tempi accadono cose eclatanti, volute dalla Chiesa, che nessun cattolico si sarebbe aspettato, né avrebbe auspicato o desiderato. Mai.
Parlo chiaramente delle ormai arcinote pachamame e relative prostrazioni nei cortili vaticani, sopra i resti mortali di martiri della fede; del falso ecumenismo addirittura formalizzato, sottoscritto e condiviso ad Abu Dahbi; dei patti per l'ambiente e quant'altro stretti con i maggiori esponenti delle aziende radicate nella massoneria mondiale e mondialista; degli accordi con la Cina atea dove i cristiani autentici devono coltivare la fede di nascosto, a rischio della propria vita; degli scandali sessuali di cui il dossier Mc Carrick racconta dettagli che schiacciano i più bassi romanzi di deriva erotica, e dell'inerzia antica della Chiesa che gli ha concesso di perpetrare comportamenti criminali per anni; della persecuzione contro quegli ordini e quei sacerdoti che fanno appello al senso di fede del popolo di Dio, che invocano la vera dottrina, la preghiera, il sacrificio, i santi, l'austerità, che ancora sono pastori di anime che vogliono Gesù Redentore delle loro vite e Maria Santissima madre e corredentrice dell'umanità. In tutto questo che è sconvolgente, che è un'ondata quasi quotidiana di novità ogni volta inattese, ogni volte più violente contro la Chiesa di Dio e la Rivelazione, si aggiungono le bordate legate alla gestione sociale del coronavirus, che ha oggettivamente portato a una riduzione delle presenze nelle chiese e alle sante messe.
In questo panorama surreale, contestualmente la dialettica gerarchica chiede di trasformarsi in una chiesa in uscita, in una chiesa aperta, in una chiesa che avvicina. Non si affida ai santi e a Maria, ma alla “fratellanza universale” di stampo massonico e invoca la madre terra. Ma... invoca anche il Padre Nostro, e in un modo nuovo che non rende il massimo onore a Iddio e confonde le anime. Questa mia osservazione nasce proprio da uno sguardo più personale sul “piccolo”, sul mondo dei piccoli fedeli, dei credenti assidui nella pratica e nella devozione, che con sottile infamia il demonio sta cercando di scalfire, e staccare dalla Verità.
Perché nell'invocare il Padre Nostro con quella modifica “non ci abbandonare alla tentazione” molti stanno fuggendo. Li vedo coi miei occhi. Cioè chi è di Dio, vuole il normale, bimillenario “ ne nos inducas”. Ma nella messa in rito nuovo, non lo trova più. Spiazzato forse da “fratelli e sorelle”, un po' confuso sul momento della risposta dei “beati gli invitati alla cena dell'Agnello”, al Padre Nostro non regge. E scappa, o va in crisi. Conosco un giovane che ha deciso di andare esclusivamente alle messe in rito antico, e se non ve ne saranno raggiungibili ha deciso di santificare la festa con l'adorazione e la Comunione fuori della Messa. Conosco una devota che quando si è resa conto che in una chiesa il sacerdote molto integro e legato alla tradizione ha “dovuto” adeguarsi alla nuova formula, a metà messa se n'è uscita.
Con questa mia io vi chiedo di restare. Maria Ssma ci ha insegnato questo ai piedi della croce, ma anche prima durante tutta la sua vita, di restare. Di non agitarsi, di non lasciare Gesù che soffre. Di lasciar fare a Lui. In questa messa “nuovissima” Gesù si offre ancora, la Messa è ancora il sacrificio, e se noi ce ne andiamo o vi rinunciamo lo lasciamo lì solo. Ora Gesù soffre ancora, e con Lui la Madre, per le offese, per i sacrilegi: certo se questa traduzione del Padre Nostro non è Buona, sarà un contributo ai dolori della Passione.
In questo Getsemani vogliamo andarcene anche noi? No, vi prego, noi dobbiamo restare e pregare con Lui, dobbiamo vegliare, essere pronti, implorare al Padre che ci venga dato un messale con la Vera Santa Messa, con le preghiere non deturpate, con l'amore per la linea della tradizione, dobbiamo implorare prostrati che ci venga restituita la Comunione sulla lingua. Ma intanto dobbiamo restare. Non possiamo lasciare le chiese vuote, né dare ai nostri fratelli testimonianze così dure che scandalizzano. Dobbiamo far brillare la luce di Dio nella nostra preghiera, nell'atteggiamento, nella devozione, nella compunzione. Al Sacrificio. Lo dobbiamo fare anche per dar forza ai nostri sacerdoti. Lo dobbiamo fare perché la Santa Messa è l'atto umano più divino, è l'apertura del Paradiso in terra.
So con la Comunione in mano di persone che l'hanno messa in tasca perché volevano prima confessarsi, bambini che ingenuamente l'hanno spezzata, fedeli cui è scivolata di mano. Noi dobbiamo restare per implorare misericordia, per implorare che ci venga ridata. Per chiedere che i meriti e le virtù del Sacramento giungano al cuore di questi fedeli tutti. Chiedere perdono per l'offesa della diffusione di questa pratica.
Io credo che ognuno possa pregare il Padre Nostro usando le tradizionali parole, o quelle in latino, sommessamente. E trovare un sacerdote che possa dare la Comunione come Dio comanda magari in forma privata. Ma non smettiamo di andare alla Santa Messa. Immoliamoci anche per questi motivi sull'altare con Gesù. Perché se ce ne andiamo non solo lasciamo Lui solo, in queste offese, ma perdiamo la messa! Io credo che anche questa sia una sottile forma di prova, il crogiuolo per i fedeli, non lasciamoci fare il lavaggio del cervello da dottrine varie e peregrine, ma la Santa Messa non è dell'uomo, è Dio che si fa vivo e vero e presente in mezzo a noi. Non è il Padre Nostro, e andandocene non risolviamo nulla. Restiamo digiuni di tutte le grazie e i meriti, restiamo digiuni di Corpo Mistico, perché dove due o tre sono uniti nel mio nome...
E non abbiamo neppure l'occasione di pregare perché il Signore perdoni l'offesa di aver traviato le Sue parole, e il suo modo di darsi a noi nel Sacramento Eucaristico.
