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Vescovo Schneider costretto a correggere il cardinale Müller

Che Dio voglia religoni diverse è "l'affermazione più erronea e pericolosa" del documento di Abu Dhabi.

Il vescovo Athanasius Schneider scrive ciò nel suo saggio: "Non esiste una Fede comune in Dio né un'adorazione comune di Dio condivisa tra Cattolici e Musulmani" (LifeSiteNews.com, 8 giugno).

Questa sembra essere una risposta al cardinale Müller, che ha qualificato il documento come "vincolante" e "non relativistico".

Schneider ribatte che non esiste un "credo comune in Dio" (documento di Abu Dhabi) tra Cristiani e Musulmani, perché i Musulmani hanno una interpretazione diversa di Dio e non credono alla Trinità. Quindi possono [forse] adorare solo "Dio" come atto di culto naturale.

I Musulmani hanno una visione di Dio "difettosa" e distante, priva di alcuna interrelazione personale. La loro interpretazione di Cristo contraddice il Cristianesimo, perché il Corano afferma che "Dio non può avere un Figlio."

Il vescovo Schneider è nato un una zona a maggioranza Musulmana e ora vive in Kazakhstan, un paese a maggioranza Musulmana.

#newsSmqrixiqwg

Teresa Zattarin
I musulmani, oltre ciò che ha citato il vescovo Schneider sulla diversità del nostro credo...
affermano che Gesù Cristo è un profeta come tanti altri...ma che Maometto è superiore
a Lui. Poi se si parla male di Maometto...si salvi chi può...Se si bestemmia il nostro Dio...
nessuno o quasi apre bocca per impedire che ciò avvenga....
studer
Questo articoletto tratta questa domanda complessa come se fosse un giochetto dove prendere partito per una parte o l'altra con qualche battutella.
Nò è invece una domanda che pone molti interrogativi filosofici e distinzioni. Cosa significa la frase "non esiste una fede comune in Dio"? Se per fede si considera l'insieme delle verità rivelate o il loro nucleo più profondo e specifico è ovvio che …Altro
Questo articoletto tratta questa domanda complessa come se fosse un giochetto dove prendere partito per una parte o l'altra con qualche battutella.
Nò è invece una domanda che pone molti interrogativi filosofici e distinzioni. Cosa significa la frase "non esiste una fede comune in Dio"? Se per fede si considera l'insieme delle verità rivelate o il loro nucleo più profondo e specifico è ovvio che una fede comune in Dio non esiste. Se invece si parta dalla teologia naturale ossia dalla convinzione comune di un principio supremo che è stregua trascendente di tutte le nostre facoltà dell'anima e quindi principio ordinante di tutto il creato, vi è ovviamente una base comune di approccio intellettuale. Se io da cattolico parlo con un mussulmano sull'essenza caratterestica locuzione della preghiera per esesempio in Aristotele ci porta ad una nozione filosofica in cui abbiamo una base comune.
La consapevolezza di questa base comune nel discorso intellettuale e filosofico permette poi a discutere del senso delle differenze specifiche delle vari credo religiosi su cui ci si avvicina con buoni argomenti se la controparte sta al discorso. Ovviamente su tale sentiero la religione del verbo incarnato vince sempre. Siamo la fede intellettualmente più limpida possibile.
Ovviamente ci troviamo in una marea di devoti e prelati pigri di avanzare quotidianamente nell'arrenga delle dispute filosofiche e quindi sono divenuti intellettualmente flosci, sclerotici ed isterici - ossia divengono pragmatici qualunquisti oppure irrigiditi ed incapaci di lipida argomentazione e quindi dediti a battutine acide ma fasulle nell'impatto concreto.
Possiamo quindi soltanto proseguire sulla base del pensiero filosofico che apre molte basi di fede comune con tutti in confratelli umani dotati di sale mentale per poter accompagnarli alla pienezza della sapeinza della nostra fede cristiana nella quale risplende la gloria divina in maniera insuperabile. I preti come condottieri del popolo del logos incarnato con le loro piccole o grandi prebende devono prendersi sempre moltissimo ozio per addestrasi nella ginnastia mentale e schiudere con cuore illomunato i portoni della sapienza divina.
Pietro da Cafarnao
S. Paolo aveva già vissuto quest'errore e si potrebbe parafrasare con questo discorso:
"Potete voi dire di essere di Maometto, di Mosè, di Budda? No assolutamente, perché solo in Gesù Cristo c'è salvezza e non in profeti le cui divinità a parte quella ebrea non sono state rivelate, ma sono costruzione di uomini. Eppure il popolo ebreo sta ancora aspettando il Messia da duemila anni e non ha …Altro
S. Paolo aveva già vissuto quest'errore e si potrebbe parafrasare con questo discorso:
"Potete voi dire di essere di Maometto, di Mosè, di Budda? No assolutamente, perché solo in Gesù Cristo c'è salvezza e non in profeti le cui divinità a parte quella ebrea non sono state rivelate, ma sono costruzione di uomini. Eppure il popolo ebreo sta ancora aspettando il Messia da duemila anni e non ha creduto alle profezie svelate da me e da Cristo, che avrebbero preannunciato come doveva Egli patire già dall'Antico Testamento, per salvare gli uomini dal peccato. Eppure il mio compito non è di annunciare me stesso con un discorso sapiente, per oscurare la grandezza di Cristo e la sua venuta, ma per annunciare e spiegare alle genti la Parola del Vangelo, la lieta novella della salvezza per mezzo di Cristo e dei sacramenti, che Egli ha istituito".

S.Paolo 1Corinzi 1,12-17
"Ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!». Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? Ringrazio Dio di non aver battezzato nessuno di voi, se non Crispo e Gaio, perché nessuno possa dire che siete stati battezzati nel mio nome. Ho battezzato, è vero, anche la famiglia di Stefana, ma degli altri non so se abbia battezzato alcuno. Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo".
N.S.dellaGuardia
Bene!
Dana22
stopgenderconvention.org/sk/
Od: International coalition in defense of family <kontakt@stopgenderconvention.org>
Subject: Stop nebezpečnému dohovoru
Ďakujem, že spolu bránime rodinu a naše deti pred deštruktívnymi dôsledkami nebezpečného dohovoru
Vážené dámy, vážení páni
chcel by som sa Vám srdečne poďakovať za podpis pod petíciou pre predsedkyňu Európskej komisie Ursulu von der Leyen vo …Altro
stopgenderconvention.org/sk/

Od: International coalition in defense of family <kontakt@stopgenderconvention.org>
Subject: Stop nebezpečnému dohovoru

Ďakujem, že spolu bránime rodinu a naše deti pred deštruktívnymi dôsledkami nebezpečného dohovoru

Vážené dámy, vážení páni

chcel by som sa Vám srdečne poďakovať za podpis pod petíciou pre predsedkyňu Európskej komisie Ursulu von der Leyen vo veci prijatia veľmi nebezpečného istanbulského dohovoru zo strany Európskej únie.

Iba spoločne kladený odpor
môže zastaviť kontroverzné plány zástupcov Európskej komisie. Práve preto bola naša petícia preložená do 17 jazykov: anglický, poľský, taliansky, nemecký, bulharský, chorvátsky, maďarský, ukrajinský, slovenský, litovský, lotyšský ako, estónsky, rumunčina, čeština, srbčina, španielsky a holandský jazyk.

Chrániť rodinu je jeden z hlavných cieľov Inštitútu Ordo Iuris – profesionálneho poľského think tanku, sústreďujúceho právnikov zaoberajúcich sa ochranou základných hodnôt: života, manželstva, rodiny, slobody svedomia, slobody prejavu a hospodárskej slobody v krajine ako aj v zahraničí. Vypracovali sme o. i. medzinárodnú alternatívu voči ideologickému istanbulskému dohovoru - Dohovor o právach rodiny, ktorý rodinu chráni a posilňuje.

International coalition in defense of family

PS: Ešte raz Vám ďakujeme za spoločný boj! Žiadam Vás, aby ste informáciu zo stránky stopgenderconvention.org šírili aj ďalej, aby sa na proteste proti prijatiu dohovoru Európskou úniou mohlo zúčastniť čo najviac osôb.