La reinvenzione di Fatima e dei suoi contenuti escatologici
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Sarebbe difficile per chiunque stravolgere il messaggio portato a Fatima cent’anni fa, eliminando un secolo di storia e di ripetizioni. Per chiunque, abbiamo detto, non però per Bergoglio, il quale ha nuovamente dato spettacolo distruggendo il messaggio più escatologico degli ultimi secoli.
Basta leggere i primi due o tre messaggi dati dalla Bella Signora ai tre pastorelli, due dei quali “canonizzati” ieri (le virgolette valgono non tanto per la certa santità di Francesco e Giacinta Marto, quanto per le canonizzazioni post conciliari), per comprendere facilmente come Bergoglio sia andato a Fatima per altri motivi, evidentemente non collegati al vero significato della Cova da Iria.
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“Bergoglio è andato a Fatima a ribaltare tutto – dice Socci – ha sostenuto che si commette una “grande ingiustizia contro Dio e la sua grazia, quando si afferma in primo luogo che i peccati sono puniti dal suo giudizio” perché bisogna “anteporre che sono perdonati dalla sua misericordia”. Ripete: “dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio”.
Con chi ce l’ha? È evidente che il bersaglio è il Messaggio di Fatima, riferito da suor Lucia. Ma la veggente ha semplicemente riportato la parole della Vergine.
Quindi i casi sono tre: o Dio – a parere di Bergoglio – non è abbastanza misericordioso e sbaglia a condannare tante anime al supplizio eterno; o Bergoglio non crede alle apparizioni (e quindi se la sta prendendo con suor Lucia) oppure sta accusando direttamente la Madonna di aver commesso una “grande ingiustizia contro Dio”.
In effetti è parso proprio che Bergoglio si sia trovato in crescente imbarazzo davanti alle tremende rivelazioni scaturite dal Portogallo. Ma, piuttosto che evitare il viaggio con qualche scusa, ha preferito recarsi a Fatima per parlare di qualcosa che nulla ha a che fare con essa, prendendosi la briga di stravolgere tutto, di reinventarsi i messaggi e di cancellare come damnatio memoriæ ciò che non corrisponde ad una sua personale ed irenica visione di fede.
A Fatima sarebbe stata tutta Misericordia: nessun ammonimento. Scomparsa la visione dell’Inferno, scomparsi i milioni di anime che la Vergine Maria ha dichiarato essere vicine alla perdizione eterna. Scomparso il peccato della carne, fonte maggiore della dannazione.
E, quel che è peggio, scomparsi i tre fondamentali moniti dati dalla Madonna a tutto il genere umano attraverso i tre piccoli pastorelli: conversione, preghiera, penitenza. Per i peccatori e per i peccati che offendono Dio, cosa di cui tutti siamo in qualche modo parte attiva.
Bergoglio, come solito, ha voluto contrapporre la misericordia al giudizio, fino ad alludere che i comportamenti dell’uomo poco incideranno sulla sua sorte eterna, visto che Cristo – come diceva Lutero – ha già risolto ed assolto tutto. Questo infatti è stato pronunciato venerdì sera.
Secondo il “vescovo vestito di bianco” – così si è autodefinito – il Salvatore “non negò il peccato, ma ha pagato per noi sulla Croce. E così, nella fede che ci unisce alla Croce di Cristo, siamo liberi dai nostri peccati; mettiamo da parte ogni forma di paura e timore, perché non si addice a chi è amato”.
Basta credere alla Croce e si è salvi. Svuotato l’Inferno, terribilmente visto con gli occhi dai tre bambini di Fatima, e riempito il Paradiso senza nemmeno passare dal Purgatorio.
Nessuno infatti ha sentito parlare di Inferno in questa visita di Bergoglio, che eppure è il cuore ed il centro dell’escatologia fatimiana.
Scardinate queste verità oggettive e storiche verrebbe da chiedersi: ma Bergoglio alle apparizioni di Fatima, riconosciute solennemente dalla Chiesa, crede o non crede?
Non solo. Se la Madonna ha messo in guardia dalle guerre causate dal peccato, dall’ateismo dilagato con il comunismo – simpatico ai sostenitori di Leoncavallo &Co. – e da tutto ciò che offendendo Dio ha messo in grave pericolo l’umanità intera e, ancor peggio, la salvezza delle anime, Bergoglio si mette un gradino più sopra depauperando il messaggio della Madonna e rimuovendo uno dei Sette Doni dello Spirito Santo: il Timore di Dio.
Bisogna liberarsi dal Timor di Dio, che intrappola e ricorda di come il peccato porta alla morte dello spirito: “Mettiamo da parte ogni forma di paura e timore – incalza Bergoglio – perché non si addice a chi è amato”.
Un altro gradino per distruggere la portata dannosa del peccato è stato superato, nel luogo in cui più gli ammonimenti avrebbero dovuto far riflettere un’umanità corrosa dal vizio e dalla corruzione di chi ha rinnegato Dio per innalzare l’uomo.
È una “neo-chiesa” di caos e di perdizione, in cui tutto può essere grigio. Un giorno Lutero, un giorno Fatima, e il giorno dopo ancora la “veglia” pro LGBT – almeno parliamo pane al pane fra di noi chiamando le cose col proprio nome.
La Santa Madre Chiesa, invece, pur tormentata in questa tremenda tempesta, ci ricorda che presto lo Spirito Santo rivelerà una volta per tutte il fine della venuta di Cristo, che morendo ci ha redenti. E come la Terza Persona della Santissima Trinità ci mostra questo? Ricordando il peccato del mondo, che ha rinnegato Gesù non credendolo Figlio di Dio.
In effetti, per concludere, potremmo dire che il Vangelo di oggi, dove Gesù parla del Paraclito, dice tutto quanto a Fatima è stato veramente proclamato dalla voce di Colei che presto farà trionfare il Suo Cuore Immacolato:
“(…) Et eum vénerit ille, árguet mundum de peccáto, et de iustitia, et de iudicio. De peccáto quidem, quia non credidérunt in me: de iustitia vero, quia ad Patrem vado, et iam non vidébitis me: de iudicio autem, quia princeps huius mundi iam iudicátus est”.
www.radiospada.org/…/la-reinvenzione…
NOTA
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Bergoglio è un ammiratore di Lutero tant'è che, addirittura, ha previsto l'emissione di un francobollo del Vaticano per celebrare i 500 anni dell'eresia. Ed anche la sua frase "Gesù si è fatto diavolo" è mutuata proprio dal suo maestro Martin Lutero :
" Gott konnte nicht Gott sein, wäre er nicht zurück zum Teufel geworden".