Esclusivo: Motu Proprio "Habebamus Papam"

All'inizio del lunedì di Pasqua, fonti vaticane hanno fatto trapelare a Gloria.tv il testo finale di un Motu proprio che Papa Francesco pubblicherà durante la settimana di Pasqua.

Si tratta del suo 30° motu proprio e si intitola "Habebamus Papam". Poiché è già in fase di traduzione, il testo inviato a Gloria.tv non subirà ulteriori modifiche.

"Habebamus Papam" introduce delle modifiche nel modo in cui ci si rivolgerà al Sommo Pontefice in futuro.

Si riferisce a Papa Giovanni Paolo II, che ha parlato della necessità che il papato sia più aperto agli sforzi ecumenici nella sua enciclica "Ut Unum Sint" (Che siano una cosa sola), pubblicata il 25 maggio 1995.

In quel documento, il defunto Papa invitava i leader e i teologi di altre tradizioni cristiane a impegnarsi nel dialogo su come l'ufficio papale, nel suo ruolo di servizio all'unità, potesse essere esercitato in modo da riflettere meglio la realtà del pluralismo cristiano.

Francesco insiste sul fatto che, dopo quasi 30 anni, è tempo che le parole di questo Papa canonizzato siano seguite dai fatti.

Sottolinea che durante il suo pontificato è già stato fatto un importante lavoro di aggiornamento dei titoli papali (in italiano nel Motu proprio: "aggiornamento").

Già nell'anno 2020, scrive Francesco, ha abbandonato alcuni titoli pontificali nell'Annuario Pontificio, come "Vicario di Gesù Cristo", "Successore del Principe degli Apostoli" e "Servo dei Servi di Dio", per citarne solo alcuni. Lo stesso Annuario Pontificio lo presenta semplicemente come "Jorge Mario Bergoglio".

Allo stesso modo, il motu proprio "Habebamus Papam" decreta che dal 29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo, anche il titolo di "Papa" sarà abbandonato.

Le ragioni di questa decisione sono molteplici. Innanzitutto, il titolo di "Papa" non è biblico e non compare nel Nuovo Testamento. In secondo luogo, San Pietro, che fu il primo "Papa", non ha mai usato questo titolo. In terzo luogo, in una Chiesa sinodale, dove i vescovi non sono solo uguali tra loro, ma anche uguali ai fedeli, il titolo di "Papa" e le sue connotazioni di assolutismo sono superate. In quarto luogo, è necessario che la Chiesa adotti una struttura di leadership che sia accessibile agli uomini e alle donne moderni. Infine, molti leader delle Chiese cristiane in tutto il mondo utilizzano il titolo di "Presidente".

Di conseguenza, in futuro, il titolo di "Papa" sarà sostituito da "Presidente", perché "Presidente" è un titolo universalmente riconosciuto per una funzione che qualcuno può assumere o cedere dopo un periodo di tempo, come ha fatto Benedetto XVI.

L'adozione del titolo di "Presidente" è anche in linea con la struttura delle Conferenze episcopali, il cui leader è chiamato "Presidente".

Il Motu proprio decreta anche che la pratica di cambiare il nome di un cardinale dopo che è stato eletto Papa sarà interrotta. Questa misura ripristinerà la dignità del nome di battesimo, che non deve essere sostituito da un altro nome, perché questo dà l'impressione che diventare Papa sia più che essere battezzati. Ma una tale concezione contribuisce a una malsana clericalizzazione e gerarchizzazione della Chiesa.

Di conseguenza, qualsiasi futuro Papa manterrà il suo nome di battesimo, e Francesco tornerà ad essere "Jorge Mario" quando il motu proprio entrerà in vigore. Poiché nell'uso normale del titolo "Presidente" viene utilizzato con il cognome, non con il nome, la denominazione ufficiale di un Papa in futuro sarà "Presidente [cognome]", nel caso di Papa Francesco: Presidente Bergoglio. Questo è in linea con la prassi del clero secolare e dei Gesuiti, che utilizzano il loro cognome piuttosto che il loro nome.

Il nuovo motu proprio esorta tutti i credenti di buona volontà a lasciarsi alle spalle la nostalgia e il desiderio del passato, spiegando che questo cambiamento rientra nella logica di Ecclesia semper reformanda ("la Chiesa deve essere sempre riformata").

Immagine: © Mazur/catholicnews.org.uk, CC BY-NC-ND, Traduzione AI

Maria Luisa Perez Gherlone condivide questo
456
silvioabcd
Pesce d'aprile. Vero o falso? Falso vero.
Wenanty Wenanty
Il testo è ottimo. È una conseguenza logica delle azioni di Sua Santità. Riflette un modo di pensare totalmente bergogliano.
Francesco I
Non so se vi siete accorti che oggi è il primo d'aprile.
Non solo il testo inizia con le parole: "abebamus papam" cioè "avevamo un papa" !
il vandea
Infatti non e' 'papa', e' solo il presidente (dittatore) dello stato laico vaticano.
lamprotes
Naturalmente è uno scherzo di pessimo gusto, vero?
Valeva
..vero? 😬