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Leone XIV elogia di nuovo un sacerdote omosessuale ed eretico

In un discorso dell'11 ottobre ai fedeli delle diocesi toscane, Papa Leone XIV ha reso omaggio al controverso sacerdote Don Lorenzo Milani (1923-1967).

Leone XIV ha detto: "Don Milani è stato un profeta della Chiesa toscana e italiana. Papa Francesco lo ha descritto come un testimone e un interprete della trasformazione sociale ed economica. Il suo motto era 'I care', che significa 'sono interessato', 'sono preoccupato', 'mi interessa profondamente'".

Già in un discorso al clero romano del 12 giugno, Leone XIV aveva sostenuto che "negli ultimi tempi, abbiamo avuto santi sacerdoti che hanno saputo coniugare la passione per la storia con l'annuncio del Vangelo, come [...] Don Milani, profeta di pace e di giustizia".

Leone XIV cammina di nuovo sulle orme di Francesco. Francesco ha iniziato la riabilitazione di Don Milani visitando la sua tomba nel 2017 e lodandolo in diverse occasioni.

Omosessuale ed eretico

Don Lorenzo Milani era un sacerdote fiorentino ordinato nel 1947. Era anche un insegnante e un attivista sociale.

Nel 1954, fu inviato a Barbiana, una frazione remota (100 anime) in Toscana, di fatto come esule.

Uno dei principali critici di Don Milani è Cristina Siccardi. In Corrispondenza Romana, ha offerto una visione critica di Don Milani, correggendo la tendenza a ritrarlo semplicemente come un "credente ferito dalla Chiesa e un educatore appassionato".

Secondo la ricerca di Siccardi, Don Milani era omosessuale ed eretico e sublimava la sua deviazione attraverso l'attività educativa.

Suggerisce che il suo modello scolastico, la sua pedagogia e la sua difesa sociale riflettono un cambiamento ideologico 'rivoluzionario' o secolare. Questo ha contribuito a inaugurare una "cultura caotica e deleteria della diseducazione", che mancava di rispetto per l'autorità gerarchica e la disciplina.

Citazioni di Don Milani che rivelano una deviazione psicologica e morale

Nel 1954, scrisse a sua madre: "È evidente a tutti che sono stato mandato qui [a Barbiana] come il prete demagogo omosessuale ed eretico, che forse ha anche confessato la sua colpa perché non si è difeso".

Una lettera a Giorgio Pecorini, da Barbiana, datata 15 novembre 1959, è particolarmente rivelatrice. In essa, Don Milani scriveva a proposito dei suoi allievi maschi: "Se c'è un pericolo per la mia anima, non è certo quello di aver amato troppo poco, ma di aver amato troppo, cioè fino al punto di portarli a letto! E poi, chi potrà mai amare i ragazzi fino all'osso senza, alla fine, metterglielo nel didietro, se non un insegnante che, insieme a loro, ama anche Dio, teme l'inferno e desidera il paradiso?".

Come ricorda il suo biografo Michele Gesualdi, Don Milani disse agli alunni 1965 che avrebbe voluto prenderli in braccio ma "non deve, perché sono uomini". Anche il difensore Gesualdi ha ammesso che Don Milani aveva fantasie pedofile.

L'opera principale di Don Milani è Esperienze pastorali. Nel 1958, La Civiltà Cattolica scrisse che era "piena di ossessioni e contraddizioni". Nel libro, Milani scrive di sé: "Ho portato via la pace al mio popolo. Ho seminato solo discordia, discussioni e approcci contraddittori. Ho sempre trattato le anime e le situazioni con la durezza che si addice al maestro. Non avevo buone maniere, né considerazione, né tatto".

Traduzione AI
41,1 mila
lamprotes

Il fatto che sia stato gay è una caratteristica che lo pone in altissima considerazione per molto clero contemporaneo.

Suor Clotilde condivide questo
1109

Sara presto santo-per-direttissima, cioè senza miracoli (superflui ormai, siam moderni suvvia...)

Tanto per cambiare, ormai, la sua falsità, è ben evidente