"Nuova visione" – Benedetto XVI svaluta Cristo e la Chiesa
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La lettera era indirizzata al rabbino di Vienna, Arie Folger. È stata scritta nel contesto di una disputa accademica con Folger.
Benedetto non professa Cristo come Dio, invece comincia con Mosè, che definisce la "forma decisiva di speranza", perché Mosè ha parlato con Dio faccia a faccia, come un amico.
Paragonando Cristo a Mosè, Benedetto scrive che il Figlio di Dio "appare a noi Cristiani" come la "figura centrale di speranza", spiegando questo con il fatto che Cristo "si dà del tu con Dio".
Benedetto definisce queste strane teorie "una nuova visione" e da queste conclude che il tempo della Chiesa "non è più" la redenzione definita del mondo, ma riguarda solo "noi Cristiani" - in opposizione agli Ebrei - e sono i Cristiani quello che i "quarant'anni nel deserto" sono stati per Israele [come se la Chiesa non fosse anche Israele].
Benedetto riconosce anche il Sionismo, un movimento controverso di nazionalismo ebraico secolare. Definisce Israele uno Stato che ha "fondamenta religiose" totalmente legittime e afferma perfino che nella formazione di questo Stato [da parte di atei] si possa riconoscere in "modo misterioso" la "fedeltà di Dio a Israele" - una teoria contraddetta da una parte consistente di Ebrei religiosi.
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