Francesco I
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Altri non detti e altre verità da completare sul ‘caso Viganò’. Ovvero: l’articolo che altrove sperano che non leggiate

di Miguel
Su Radio Spada, pur col distacco dovuto alle questioni riguardanti il clero modernista, abbiamo seguito il “caso Viganò” fin dal suo sorgere, in quanto emblematico del cortocircuito conciliare.
Due articoli in particolare hanno offerto ai lettori il nostro sguardo sulla vicenda:
1) Mons. Viganò, il complotto e San Francesco Bergoglio

2)Quello che non si dice sulle dichiarazioni-bomba di Mons. Viganò e sulle ‘dimissioni di Bergoglio’

In questi testi, fra le altre cose, facevamo notare – con tanto di lista cui abbiamo aggiunto di nostro pugno gli autori delle nomine episcopali e cardinalizie – come Viganò rada moralmente al suolo – citando nomi, cognomi, luoghi e date – non solo la “chiesa bergogliana” ma l’intera “chiesa (post)conciliare”. Basta leggere – a vario titolo – i nomi degli “accusati”, “coinvolti” (“non potevano non sapere”), manchevoli – per diverse ragioni – di “credibilità”, orchestratori di cariche episcopali filogay, ecc. per capire che i problemi stanno al vertice e non da ieri.
Ora pare opportuno fare nuove integrazioni su alcuni “non detti”, cui si sommano altre “verità da completare”. Divideremo il tutto in tre categorie:
Non detti e verità da completare – silenzio quasi totale
Non detti e verità da completare – silenzio modernista-conservatore
Non detti e verità da completare – silenzio modernista-progressista

Procediamo dunque:
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Non detti e verità da completare – silenzio quasi totale
In realtà il primo a lasciare intendere qualcosa è lo stesso Viganò nei suoi incontri con Aldo Maria Valli, rivelati dallo stesso giornalista:

“La risposta del monsignore ci gela il sangue: “Perché quelle fessure di cui parlava Paolo VI, dalle quali il fumo di Satana si sarebbe infilato nella casa di Dio, sono diventate voragini. Il diavolo sta lavorando alla grande. E non ammetterlo, o girare la faccia dall’altra parte, sarebbe il nostro più grande peccato””.
Lo dicevamo nel primo articolo: le fessure sono vecchie, ampiamente pre-bergogliane. Sono riconducibili a tre parole “Concilio”, “Vaticano”, “II”.
America, la rivista dei gesuiti americani, pur dando luogo ad improbabili arrampicate sugli specchi in cui si cerca di evitare la correlazione tra il tracollo morale del clero e le riforme conciliari, deve riconoscere che “the number of alleged abuses increased in the 1960’s, peaked in the 70’s” (crescita negli anni gloriosi del Concilio e del Novus Ordo e picco in quelli del post-Concilio montiniano). Ovviamente la causa di questo andamento (precedente alla necessaria repressione) era dovuto al clima meteorologico, non al clima ecclesiale del “vietato vietare”.
Bergoglio era in seminario a qualche migliaio di chilometri di distanza: complesso attribuirgli responsabilità. Discorso diverso per i vescovi del tempo, coerenti con lo Zeitgeist.
Del resto erano gli anni dell’ambiguo “fumo di Satana” che Paolo VI combatteva a modo suo: rivoluzionando la Chiesa nella dottrina e nella liturgia. Lex orandi, lex credendi. O, se preferite il francese, tout se tient: tutto si tiene, difficile “tenere” sulla morale se si cede sulla Fede che la informa.
Sì, erano gli anni “trionfali” in cui lo stesso Montini metteva a capo della popolosissima diocesi di Brooklyn quel tal “vescovo Mugavero” (Francis John Mugavero) noto per aver diffuso nel 1976 la lettera pastorale “Sexuality – God’s Gift” con le sue “posizioni sensibili” verso l’omosessualità. Ci si può accanire con il “neocardinale pro-gay” Cupich ma quando quest’ultimo non era nemmeno sacerdote, Mugavero reggeva una diocesi strategica da 7 anni. E con che frutti. E non solo lui, ovviamente.

Ma non c’è bisogno di scomodare gli USA, già nell’ex cattolicissima Italia del “compromesso storico” la gerarchia ecclesistica aveva imparato ad accomodarsi con una DC che sui cosiddetti “valori” era ondivaga, nella migliore delle ipotesi. Immaginatevi il resto del mondo.
In ogni caso, ripetiamo: leggete la lista degli “accusati” da Viganò, è quasi tutta gente che ha fatto carriera ben prima che il 90% dei cattolici anche solo sospettasse dell’esistenza di Bergoglio.
Ci sarebbe da aggiungere molto altro e lo faremo in un libro di prossima uscita.
Basterebbe far l’elenco delle nomine episcopali e di certi altri atti specifici di Paolo VI e vedere il numero di “casi allarmanti” che hanno sollevato, negli USA e altrove (ad esempio il 6 febbraio 1965 la disastrosa congregazione messicana di Marcial Maciel Degollado, dopo essere stata attenzionata e sospettata sotto Pio XII, ottenne il decreto di lode e, quindi, il riconoscimento di istituzione di diritto pontificio, raggiungendo l’apice della sua potenza sotto Giovanni Paolo II il quale dimostrò il suo sostegno a questo gruppo per larga parte del suo regno).

Questo blocco di “Non detti e verità da completare” reca nel titolo “silenzio quasi totale” perché a nessuno che oggi abbia qualche potere o qualche interessenza effettiva con chi ha o ha avuto un qualche potere, conviene, salvo rarissime eccezioni, scoperchiare la verità tutta intera. Crollerebbe l’intera impalcatura mitica del Concilio, la mitopoiesi montiniana, quella della “Chiesa in uscita” amplificata da Bergoglio, l’ecclesia-assemblea-aperta-al-mondo, progredita. Insomma si svelerebbe tutta la macro-bufala, causando un’implosione che si porterebbe dietro la qualunque, ma ancor più delle persone, le idee. Da Montini a Ratzinger. Non conviene tirarsi appresso “tutto il cucuzzaro”. E allora si glissa sulle contraddizioni, si gioca sui non detti, si mette sul tavolo qualche verità ma si tace il contesto che le completa.

Uscirà sul tema, lo abbiamo accennato, un libro per i nostri tipi, speriamo vi piaccia. E se non vi piacerà tanto meglio, perché siamo qui per dirvi quello che non volete sentire.
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Non detti e verità da completare – silenzio modernista-conservatore
Blase Cupich – neocardinale arcivescovo gay-friendly di Chicago accusato di essere stato scelto a seguito delle macchinazione dell’ex cardinale “predatore” McCarrick – ha fatto notare, dopo la deflagrazione della polemica, alcuni elementi non del tutto trascurabili. Citiamo dal sito della sua arcidiocesi:
“I consider these remarks astonishing. The only substantial conversation I have ever had about my appointment to Chicago with the former nuncio was on September 11, 2014, when he called to inform me of the appointment. The former nuncio started the conversation by saying: “I call with news of great joy. The Holy Father has appointed you the archbishop of Chicago.” He then congratulated me upon hearing of my acceptance. That is the extent of any conversation I have ever had about this matter with the former nuncio.
“Moreover, the former nuncio personally participated in my installation ceremony in Chicago in November 2014 and personally presided at the imposition of the pallium the following summer, and on both occasions offered only supportive remarks and congratulations.

Viganò che si complimenta con Cupich e che presiede l’imposizione del pallio, esprimendo negli incontri solo supporto e congratulazioni.

Voi direte: atti dovuti. Sì, vero. Però che questi conservatori (e sia chiaro, vale anche per i Burke e i Caffarra, i quali non battono ciglio su ecumenismo, collegialità e messa montiniana) si accorgano sempre dell’ovvio a scoppio ritardato, pare ormai un dato ineludibile.

Viganò nel 2014 non fiutava l’aria del bergoglismo? Non percepiva nel 1992, quando fu nominato arcivescovo, che il “Il fumo di Satana nella casa del Signore” annebbiava l’aria già dai tempi di Paolo VI, ovvero decenni prima? Le sue parole riportate da Valli – “È preoccupato per la Chiesa, teme che ai suoi vertici ci siano persone che non lavorano per portare il Vangelo di Gesù agli uomini e alle donne del nostro tempo, ma per portare confusione e cedere alle logiche del mondo” – valevano anche quando, se stiamo alle dichiarazioni del gay-friendly Cupich, si congratulava per la sua investitura. Badate: non è questione di buona fede, che nessuno mette in dubbio, ma di ordine (o di confusione) mentale.
Scoprire nel 2018 – dopo le varie Assisi, Amoris Laetitia, catechismi deliranti, messe ballate, vescovi filogay da 40 anni, “chi sono io per giudicare?” e via devastando – che c’è un “fumo di Satana” nell’aria (peraltro vecchio come la tiara-missile-abrogata di Paolo VI) e che si sta cedendo alle “logiche del mondo“, è un atto piuttosto strampalato. Se non strabico.
E come detto, vale per tutti i “tradizionalisti” a targhe alterne che hanno vissuto la loro vita all’ombra del giovan-paolismo, lo stesso giovan-paolismo in cui sono cresciuti quelli che oggi stanno nella lista degli accusati, dall’altra parte della barricata. Che poi più che barricate sono curve dello stesso stadio modernista.

Attendiamo Viganò fuori dallo stadio. Non ci faccia aspettare troppo, perché se ha i tempi dei dubia burkiani diventiamo canuti.
Non solo: si deve fare attenzione ai termini e alle modalità. Chiedere in spirito “collegiale”, come ha fatto Viganò, le dimissioni di un Papa attraverso onde (e risacche) di consenso (e di dissenso) mediatico non è molto “tradizionale”. Prima sedes a nemine iudicatur, non c’è un’autorità preposta a vagliare l’opportunità della permanenza del Pontefice sul soglio, meno che mai da parte di un tribunale “democratico” dei media e del web. Se il Papato, oltre il carisma dell’infallibilità (a certe condizioni), implicasse anche quello di un’impeccabilità condita di perfetta presentabilità pubblica, ai tempi del “secolo oscuro” si sarebbe dovuta dichiarere una prolungata sede vacante. E lo stesso sarebbe accaduto in molte altre epoche. L’errore della collegialità conciliare, del resto, è suggerito dallo stesso Viganò nel testo:
“La mia coscienza mi impone poi di rivelare fatti che ho vissuto in prima persona, riguardanti papa Francesco, che hanno una valenza drammatica, che come vescovo, condividendo la responsabilità collegiale di tutti i vescovi verso la Chiesa universale, non mi permettono di tacere, e che qui affermo…”
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Non detti e verità da completare – silenzio modernista-progressista
Qui più che non detti, sono divagazioni o silenzi assordanti. I modernisti-progressiti non entrano nel merito, insultano e buttano in caciara. In questo hanno più timore dei modernisti-conservatori. I capolavori cui abbiamo assistito sono diversi ma uno merita menzione.
Si tratta della sbroccata suprema di Melloni su Repubblica, citata dal nostro Giuliano Zoroddu nel suo articolo. Le dichiarazioni del bolognese se non fossero inquietanti sarebbero da pop-corn. Spara a raffica su uomini della gerachia: “alcuni si sono rivelati omuncoli disponibili a giochetti come questo di Viganò che per la sua puntualità sordida e mafiosa è impossibile credere che non sia stato pianificato…” e via ciarlando.
In tutto questo una domanda: mafiosi, sordidi, omuncoli… ma veritieri o falsi? Perché se fossero falsità, quelle di Viganò sarebbero tante e tutte da smentire. Circostanziando bene, non con due mezze colonnette su Repubblica.
Vale la pena dunque riaffermare le presunte falsità per facilitare i progressisti alla bolognese nell’individuazione degli errori, e noi tutti per inquadrare meglio il merito della faccenda.
Citiamo testualmente alcuni punti caldi:
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Per dissipare sospetti insinuati in alcuni articoli recenti, dirò subito che i Nunzi Apostolici negli Stati Uniti, Gabriel Montalvo e Pietro Sambi, ambedue deceduti prematuramente, non mancarono di informare immediatamente la Santa Sede non appena ebbero notizia dei comportamenti gravemente immorali con seminaristi e sacerdoti dell’arcivescovo McCarrick. Anzi, la lettera del P. Boniface Ramsey, O.P. del 22 novembre 2000, secondo quanto scrisse il Nunzio Pietro Sambi, fu da lui scritta a richiesta del compianto Nunzio Montalvo. In essa P. Ramsey, che era stato professore nel Seminario diocesano diNewark dalla fine degli anni ’80 fino al 1996, afferma che era voce ricorrente in seminario che l’arcivescovo “shared his bed with seminarians”, invitandone cinque alla volta a passare il fine settimana con lui nella sua casa al mare. Ed aggiungeva di conoscere un certo numero di seminaristi, di cui alcuni furono poi ordinati sacerdoti per l’arcidiocesi di Newark, che erano stati invitati a detta casa al mare ed avevano condiviso il letto con l’arcivescovo. L’ufficio che allora ricoprivo non fu portato a conoscenza di alcun provvedimento preso dalla Santa Sede dopo quella denuncia del Nunzio Montalvo alla fine del 2000, quando Segretario di Stato era il Card. Angelo Sodano.
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Nel redigere l’Appunto su questi documenti che come Delegato per le RR.PP. mi furono affidati il 6 dicembre 2006, scrissi per i miei superiori, il Card. Tarcisio Bertone e il Sostituto Leonardo Sandri, che i fatti attribuiti a McCarrick dal Littleton erano di tale gravità e nefandezza da provocare nel lettore sconcerto, senso di disgusto, profonda pena e amarezza e che essi configuravano i crimini di adescamento, sollecitazione ad atti turpi di seminaristi e sacerdoti, ripetuti e simultaneamente con più persone, dileggio di un giovane seminarista che cercava di resistere alle seduzioni dell’arcivescovo alla presenza di altri due sacerdoti, assoluzione del complice in atti turpi, celebrazione sacrilega dell’Eucaristia con i medesimi sacerdoti dopo aver commesso tali atti.
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Ritengo che ciò [il ritardo nel provvedimento contro McCarrick] fosse dovuto all’allora primo collaboratore del papa, Card. Tarcisio Bertone, notoriamente favorevole a promuovere omosessuali in posti di responsabilità, solito a gestire le informazioni che riteneva opportuno far pervenire al papa.
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In ogni caso, quello che è certo è che papa Benedetto inflisse a McCarrick le suddette sanzioni canoniche e che esse gli furono comunicate dal Nunzio Apostolico negli Stati Uniti Pietro Sambi. Mons. Jean-François Lantheaume, allora primo Consigliere della Nunziatura a Washington e Chargé d’Affaires a.i. dopo la morte inaspettata del Nunzio Sambi a Baltimora, mi riferì quando giunsi a Washington – ed egli è pronto a darne testimonianza – di un colloquio burrascoso, di oltre un’ora, del Nunzio Sambi con il Card. McCarrick convocato in Nunziatura: “la voce del Nunzio – mi disse Mons. Lantheaume – si sentiva fin nel corridoio.” [nota di RS: conferma in effetti avvenuta recentemente]
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È noto che Sodano cercò di coprire fino all’ultimo lo scandalo del P. Maciel, rimosse persino il Nunzio a Città del Messico Justo Mullor che si rifiutava di essere complice delle sue manovre di copertura di Maciel ed al suo posto nominò Sandri, allora Nunzio in Venezuela, ben disposto invece a collaborare. Sodano giunse anche a far fare un comunicato alla sala stampa vaticana in cui si affermava il falso, che cioè Papa Benedetto aveva deciso che il caso Maciel doveva ormai considerarsi chiuso. Benedetto reagì, nonostante la strenua difesa da parte di Sodano, e Maciel, fu giudicato colpevole e irrevocabilmente condannato.
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McCarrick andava con molta frequenza a Roma e si era fatto amici dappertutto, a tutti i livelli della Curia. Se Sodano aveva protetto Maciel, come appare sicuro – non si vede perché non lo avrebbe fatto per McCarrick, che a detta di molti aveva i mezzi anche finanziari per influenzare le decisioni. Alla sua nomina a Washington si era invece opposto l’allora Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Card. Giovanni Battista Re. Alla Nunziatura di Washington c’è un biglietto, scritto di suo pugno, in cui il Card. Re si dissocia da detta nomina e afferma che McCarrick era il 14mo nella lista per la provvista di Washington.
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Al Card. Tarcisio Bertone, come Segretario di Stato, fu indirizzato il rapporto del Nunzio Sambi, con tutti gli allegati, e a lui furono presumibilmente consegnati dal Sostituto i miei due sopra citati Appunti del 6 dicembre 2006 e del 25 maggio 2008. Come già accennato, il cardinale non aveva difficoltà apresentare insistentemente per l’episcopato candidati notoriamente omosessuali attivi – cito solo il noto caso di Vincenzo di Mauro, nominato Arcivescovo-Vescovo di Vigevano, poi rimosso perché insidiava i suoi seminaristi – e a filtrare e manipolare le informazioni che faceva pervenire a papa Benedetto.
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Il Card. Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato, si è reso anch’egli complice di aver coperto i misfatti di McCarrick
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Lo stesso si dica per il Card. William Levada, già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e per i Cardinali Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, e Lorenzo Baldisseri, già Segretario della medesima Congregazione per i Vescovi, e l’Arcivescovo Ilson de Jesus Montanari, attuale Segretario della medesima Congregazione. Essi in ragione del loro ufficio erano al corrente delle sanzioni imposte da papa Benedetto a McCarrick.
I Cardinali Leonardo Sandri, Fernado Filoni e Angelo Becciu, come Sostituti della Segreteria di Stato, hanno saputo in tutti i particolari la situazione del Card. McCarrick.
Così pure non potevano non sapere i Cardinali Giovanni Lajolo e Dominique Mamberti, che come Segretari per i Rapporti con gli Stati, partecipavano più volte alla settimana a riunioni collegiali con il Segretario di Stato.

Per quanto riguarda la Curia Romana per ora mi fermo qui, anche se sono ben noti i nomi di altri prelati in Vaticano, anche molto vicini a papa Francesco, come il Card. Francesco Coccopalmerio el’Arcivescovo Vincenzo Paglia, che appartengono alla corrente filo omossessuale favorevole a sovvertire la dottrina cattolica a riguardo dell’omosessualità, corrente già denunciata fin dal 1986 dal Card. Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nella Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali. Alla medesima corrente, seppur con una ideologia diversa, appartengono anche i Cardinali Edwin Frederick O’Brien e Renato Raffaele Martino. Altri poi, appartenenti a detta corrente, risiedono persino alla Domus Sanctae Marthae.

Gli affreschi sodomitici dell'attuale presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia [VIDEO]

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Il Card. Wuerl inoltre, ben sapendo dei continui abusi commessi dal Card. McCarrick e delle sanzioni impostegli da papa Benedetto, trasgredendo l’ordine del papa, gli permise di risiedere in un seminario in Washington D.C. Mise così a rischio altri seminaristi.
Il Vescovo Paul Bootkoski, emerito di Metuchen, e l’Arcivescovo John Myers, emerito di Newark, coprirono gli abusi commessi da McCarrick nelle loro rispettive diocesi e risarcirono due delle sue vittime. Non possono negarlo e devono essere interrogati perché rivelino ogni circostanza e responsabilità al riguardo.
Il Card. Kevin Farrell, intervistato recentemente dai media, ha anch’egli affermato di non avere avuto il minimo sentore degli abusi commessi da McCarrick. Tenuto conto del suo curriculum a Washington, a Dallas e ora a Roma, credo che nessuno possa onestamente credergli. Non so se gli sia mai stato chiesto se sapeva dei crimini di Maciel. Se dovesse negarlo, qualcuno forse gli crederebbe atteso che egli ha occupato compiti di responsabilità come membro dei Legionari di Cristo?
Del Card. Sean O’Malley mi limito a dire che le sue ultime dichiarazioni sul caso McCarrick sono sconcertanti, anzi hanno oscurato totalmente la sua trasparenza e credibilità.
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ebbe luogo l’Udienza con papa Francesco. Dopo il discorso, in parte letto e in partepronunciato a braccio, il papa volle salutare uno ad uno tutti i Nunzi. In fila indiana, ricordo che io rimasi fra gli ultimi. Quando fu il mio turno, ebbi appena il tempo di dirgli “sono il Nunzio negli Stati Uniti”, che senza alcun preambolo mi investì con tono di rimprovero con queste parole: “I Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati! Devono essere dei pastori!” Naturalmente non ero in condizione dichiedere spiegazioni sul significato delle sue parole e per il modo aggressivo con cui mi aveva apostrofato.
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Ed il papa, con un tono ben diverso, amichevole, quasi affettuoso, mi disse:
“Sì, i Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati, non devono essere di destra come l’arcivescovo di Filadelfia, (il papa non mi fece il nome dell’arcivescovo) devono essere dei pastori; e non devono essere di sinistra – ed aggiunse, alzando tutte e due le braccia – e quando dico di sinistra intendo dire omosessuali”. Naturalmente mi sfuggì la logica della correlazione fra essere di sinistra e essere omosessuali, ma non aggiunsi altro.
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Non contento della trappola che mi ha aveva teso in 23 giugno 2013 chiedendomi di McCarrick, solo qualche mese dopo, nell’udienza che mi concesse il 10 ottobre 2013, papa Francesco me ne pose una seconda, questa volta a riguardo di un suo secondo protetto, il Card. Donald Wuerl. Mi chiese: “Il Card.Wuerl com’è, buono o cattivo?” “Santo Padre – gli risposi – non le dirò se è buono o cattivo, ma le riferirò due fatti”. Sono quelli a cui ho già sopra accennato, che riguardano la noncuranza pastorale di Wuerl per le deviazioni aberranti alla Georgetown University e l’invito da parte dell’arcidiocesi di Washington a giovani aspiranti al sacerdozio ad un incontro con McCarrick! Anche questa seconda volta il papa non manifestò alcuna reazione.
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Era poi evidente che a partire dalla elezione di papa Francesco McCarrick, ormai sciolto da ogni costrizione, si era sentito libero di viaggiare continuamente, di dare conferenze e interviste. In un gioco di squadra con il Card. Rodriguez Maradiaga era diventato il kingmaker per le nomine in Curia e negli Stati Uniti ed il consigliere più ascoltato in Vaticano per i rapporti con l’amministrazione Obama. Così si spiega che come membri della Congregazione per i Vescovi il papa sostituì il Card. Burke con Wuerl e vi nominò immediatamente Cupich fatto subito cardinale. Con tali nomine la Nunziatura a Washington era ormai fuori gioco per la nomina dei vescovi.
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Le nomine di Blase Cupich a Chicago e di William Tobin a Newark sono state orchestrate daMcCarrick, Maradiaga e Wuerl, uniti da un patto scellerato di abusi del primo e quantomeno di coperture di abusi da parte degli altri due. I loro nominativi non figuravano fra quelli presentati dalla Nunziatura per Chicago e per Newark.
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Di Cupich non può certo sfuggire l’ostentata arroganza e sfrontatezza nel negare l’evidenza ormai palese a tutti: che cioè l’80% degli abusi riscontrati è stato nei confronti di giovani adulti da parte di omosessuali in rapporto di autorità verso le loro vittime.
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Anche nella triste vicenda di McCarrick, il comportamento di papa Francesco non è stato diverso. Sapeva perlomeno dal 23 giugno 2013 che McCarrick era un predatore seriale. Pur sapendo che era un corrotto, lo ha coperto ad oltranza, anzi ha fatto suoi i suoi consigli non certo ispirati da sane intenzioni e da amore per la Chiesa. Solo quando vi è stato costretto dalla denuncia di un abuso di un minore, sempre in funzione del plauso dei media, ha preso provvedimenti nei suoi confronti per salvare la sua immagine mediatica.
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Francesco sta abdicando al mandato che Cristo diede a Pietro di confermare i fratelli. Anzi con la sua azione li ha divisi, li induce in errore, incoraggia i lupi nel continuare a dilaniare le pecore del gregge di Cristo.
In questo momento estremamente drammatico per la Chiesa universale riconosca i suoi errori e in coerenza con il conclamato principio di tolleranza zero, papa Francesco sia il primo a dare il buon esempio a Cardinali e Vescovi che hanno coperto gli abusi di McCarrick e si dimetta insieme a tutti loro.
Seppur nello sconcerto e nella tristezza per l’enormità di quanto sta accadendo, non perdiamo la speranza! Ben sappiamo che la grande maggioranza dei nostri pastori vivono con fedeltà e dedizione la loro vocazione sacerdotale.
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*** Nota finale di RS: ben chiarendo che tutti sono innocenti fino alla prova del contrario e che il miglior tribunale terreno è nulla rispetto a quello celeste in quanto a verità ed efficacia. ***

radiospada.org
Francesco I
Acchiappaladri
@Francesco I Certo, è un dato storico di fatto che il C.V.II, e più ancora la demolizione fatta col pretesto dello "spirito" del C.V.II, evidenzia, nella manifestazione esteriore, una discontinuità sulfurea (perché, come ben capito da subito dai massoni che pubblicamente plaudivano, ha favorito il drammatico e progressivo calo della pratica religiosa delle masse ormai solo nominalmente cattoliche …Altro
@Francesco I Certo, è un dato storico di fatto che il C.V.II, e più ancora la demolizione fatta col pretesto dello "spirito" del C.V.II, evidenzia, nella manifestazione esteriore, una discontinuità sulfurea (perché, come ben capito da subito dai massoni che pubblicamente plaudivano, ha favorito il drammatico e progressivo calo della pratica religiosa delle masse ormai solo nominalmente cattoliche e le dissacrazioni negli atti liturgici, confuso le idee al popolo sul bene e sul male, ecc.) nella vita della Chiesa militante.
Del resto più di quaranta anni fa fu proprio il papa più favorevole alla rivoluzione umanistico-modernista prima e poi il meno attivo nel porre rimedio ai disastri che appunto confessò pubblicamente che Satana era ben penetrato nella Chiesa.
Quello che da "orecchiante" della storia recente della Chiesa mi sembra però evidente (e non evidenziato abbastanza da chi scrive da esperto sull'argomento) è che il "fumo di Satana" era già ben dentro la Chiesa, e ai piani alti anche se non ancora nel superattico ;-) , PRIMA del C.V.II

Se non ci fossero stati nelle gerarchie medie ed alte parecchi e potenti servitori del Nemico e "utili idioti" storditi dal fumo sulfureo, che forse non era immediatamente visibile ma che evidentemente c'era, GIà PRIMA del C.V.II, non sarebbe potuto accadere quello che è accaduto DURANTE e sopratutto DOPO il C.V.II.

Evidentemente non sono stati solamente Benedetto XVI e San Giovanni Paolo II ad essere vergognosamente traditi da molti e potenti alti papaveri della gerarchia ma lo fu anche Pio XII, almeno nella parte finale del suo regno.
Francesco I
@Acchiappaladri Sta di fatto che Il fumo di Satana è entrato nella casa del Signore proprio dopo il CVII e sotto il pontificato del massone Montini !
Acchiappaladri
Abbastanza scontato l'articolo di questo Miguel considerato il suo confessato radicale rigetto del C.V. II e di tutto quello avvenuto nella Chiesa dopo di esso.
Trovo più interessante il breve parere sulla denuncia pubblica dell'arcivescovo Viganò scritta dal prof. mons. Livi che dà un alto esempio di razionale onestà ricordando che chi commenta, in un sendo o nell'altro, con certezza assoluta …Altro
Abbastanza scontato l'articolo di questo Miguel considerato il suo confessato radicale rigetto del C.V. II e di tutto quello avvenuto nella Chiesa dopo di esso.

Trovo più interessante il breve parere sulla denuncia pubblica dell'arcivescovo Viganò scritta dal prof. mons. Livi che dà un alto esempio di razionale onestà ricordando che chi commenta, in un sendo o nell'altro, con certezza assoluta sbaglia non disponendo di prove assolutamente certe e che quindi ha più senso per chi commenta valutare la credibilità delle accuse.

Ecco il parere di mons. Livi www.fidesetratio.it/28-08-2018-vice… :

" Roma 28/08/2018
Ecco il mio parere sul caso Viganò:

L'accusa è ben documentata da fatti che l'accusatore conosce direttamente per gli incarichi che ha svolto per la Santa Sede. Io non posso certamente avere una certezza assoluta di tutto ciò, perché i processi riguardanti azioni di governo ecclesiastico sono costituiti di prove testimoniali la cui credibilità è molto relativa.


Ma di una cosa sono certo: che la lobby omosessuale, della cui esistenza ai vertici del potere ecclesiastico ho personalmente molte prove, è all'origine di quel fenomeno doloroso che io ho sempre denunciato, parlando di "eresia al potere".

Che la pastorale della Chiesa in questi ultimi anni sia inficiata di presupposti dottrinali falsi e antievangelici non è una supposizione infondata ma risulta dall'analisi dei testi, i cui contenuti sono oggettivamente tali da meritare la censura teologica di "eresia".

Ciò mi ha reso consapevole di potere e di dovere alzare un grido di allarme, pubblicando testi come

Disorientamento pastorale, Teologia e magistero, oggi

Vera e falsa teologia
(quarta edizione: 2018).

Queste analisi dottrinali non sono estranee al problema morale denunciato da Viganò: in effetti, la cattiva pastorale - che tende ad abolire i precetti morali già definitivamente fissati dalla Chiesa e a legalizzare il concubinato, l'unione omosessuale, la contraccezione eccetera - appare come un tentativo di autogiustificazione della cattiva condotta di chi promuove queste cattive dottrine.

Professor Monsignor Antonio Livi. "
Carlo Maria
Più volte Jorge Mario Bergoglio ha dimostrato di essere eretico in quanto ha approvato totalmente le eresie degli eretici non volendo che gli eretici si facessero cattolici! In particolare, Jorge Mario Bergoglio ha difeso esplicitamente e ripetutamente qualsiasi posizione di coscienza e qualsiasi atto conseguente come fossero tutti ugualmente buoni, comprese le posizioni di coscienza e gli atti …Altro
Più volte Jorge Mario Bergoglio ha dimostrato di essere eretico in quanto ha approvato totalmente le eresie degli eretici non volendo che gli eretici si facessero cattolici! In particolare, Jorge Mario Bergoglio ha difeso esplicitamente e ripetutamente qualsiasi posizione di coscienza e qualsiasi atto conseguente come fossero tutti ugualmente buoni, comprese le posizioni di coscienza e gli atti dei satanisti e dei genocidi e ovviamente anche dei pedofili!
Incredibile e assordante è stato il silenzio quasi completo su tutto ciò da parte dell'attuale gerarchia cattolica: la stragrande maggioranza di tale gerarchia sembra complice delle tremende malefatte di Jorge Mario Bergoglio.
Non sono quindi sorprendenti le accuse da parte dell'Arcivescovo Carlo Maria Viganò verso Jorge Mario Bergoglio, il quale in realtà mai è stato Papa.
Infatti il vero Papa è ancora Benedetto XVI in quanto non si è dimesso l'11 febbraio 2013 (dopo tale data era rimasto Papa a tutti gli effetti) e poi il 28 febbraio 2013 non ha fatto alcunché che lo potesse far passare da essere Papa a essere ex-Papa.
Di conseguenza Jorge Mario Bergoglio è ancora soltanto un Cardinale. Inoltre già da tempo si poteva facilmente inferire che il Cardinale Jorge Mario Bergoglio era caduto in eresia manifesta e molteplice.
Potete trovare maggiori dettagli in quest'opera:
Pace C. M., "Il vero Papa è ancora Benedetto XVI", Youcanprint 2017:
books.google.com/…/Il_vero_Papa_è_…
oppure:
www.youcanprint.it/…/il-vero-papa-an…