QUEI «VOLI» DINANZI AL TABERNACOLO

Padre Pio è stato un vero innamorato di Gesù Sacramentato. Trascorreva molte ore alla sua presenza e cercava di trasmettere ai suoi figli spirituali il suo stesso spirito di adorazione, insegnando loro a "volare" con il cuore dinanzi al Tabernacolo quando non potevano recarvisi fisicamente.

Padre Pio è stato definito il "sacerdote estatico dell'Eucaristia". La sua vita, il suo pensiero, il suo cuore avevano un solo centro: il Prigioniero d'amore del Tabernacolo. E dall'Eucaristia egli ha attinto la forza per portare, per un'intera vita di oltre ottant'anni, il peso immane della sua missione di Cireneo, pronto a caricarsi della croce per salire il Calvario con Gesù. Per tutta la sua vita è vissuto ai piedi del Tabernacolo in continua adorazione: da fanciullo e da giovane, da studente e da sacerdote, a Pietrelcina, sotto lo sguardo della Madonna della Libera, la «Madunnella nostra», come amava chiamarla, e a San Giovanni Rotondo, sotto lo sguardo dolce e materno della Madonna delle Grazie. Sappiamo che, ancora bambino, si faceva chiudere in chiesa per adorare Gesù Sacramentato e spesso alla presenza di Gesù nel Tabernacolo si faceva prendere da tale commozione che non riusciva a trattenere il pianto; anche i suoi compagni vedevano le lacrime che inondavano il banco e il pavimento mentre egli stava in adorazione. Da frate poi, come la gente di Pietrelcina testimonia, sostava ogni giorno per lunghissime ore, e a volte anche per intere notti, dinanzi a Gesù Sacramentato, e quando qualcuno si raccomandava alle sue preghiere era solito dire: «Lo dirò a Gesù Sacramentato quando sarò vicino al suo Tabernacolo». Non si stancava mai di stare ai piedi del Tabernacolo in adorazione, quasi a rendere amore e tenerezza in risposta alle tenerezze di Cristo che, per amore dell'uomo ingrato, si è fatto prigioniero nel Divin Sacramento. Basti pensare che a San Giovanni Rotondo trascorreva le ore notturne in coro; chi ha vissuto con lui lo ricorda ancora proiettato verso il Tabernacolo, immancabilmente, ogni giorno dalle 9 alle 12 e al pomeriggio dopo le confessioni fino al tempo della Benedizione Eucaristica, in un continuo sgranare di Rosari.
Se Padre Pio non era all'altare, i suoi occhi erano in continuazione rivolti al Tabernacolo, anche durante il tempo delle confessioni. E che dire poi del tempo in cui gli fu ridotta l'attività pastorale? Durante questo lungo e penoso periodo, Padre Pio o stava per ore ed ore sull'altare della cappellina del convento a celebrare oppure stava in coro dinanzi a Gesù Sacramentato senza risparmio di tempo. Racconta padre Tarcisio da Cervinara che Padre Pio durante i funerali di padre Agostino, essendo stato lunghissime ore sul matroneo, era emaciato, abbattuto e stanchissimo, perciò, avvicinatosi, gli disse: «Padre spirituale, andiamo in cella ora, così riposa un tantino». E il Padre, fissando con gli occhi il Tabernacolo, gli rispose: «Dove voglio andare, figlio mio! Il mio posto è qua!».
L'anima eletta di Luigina Sinapi, figlia spirituale di Padre Pio - riferisce sempre padre Tarcisio da Cervinara - un giorno, stando in chiesa a San Giovanni Rotondo, vide un faro di fuoco uscire dal cuore di Padre Pio, che era sul matroneo, e proiettarsi sul Tabernacolo. Ella chiese al Signore cosa significasse quella visione e l'Angelo Custode le disse: «È l'amore di Padre Pio per Gesù Sacramentato».
Per oltre mezzo secolo, proprio durante la Visita al Santissimo Sacramento, da cui non separava mai la visita alla Santissima Vergine, i fedeli hanno potuto misurare l'intima unione di amore tenerissimo, dolcissimo di Padre Pio con Gesù Sacramentato. Essa si rivelava soprattutto dal tono della voce e dalla commozione con cui si rivolgeva a Gesù nel Santissimo Sacramento. Tutto si imprimeva nel cuore e nei ricordi dei fedeli. Ma ancor più indimenticabile era la Benedizione Eucaristica durante la quale il suo sguardo estatico era fisso sull'Eucaristia. Quante volte, alzando gli occhi verso Gesù Ostia, il suo sguardo avrà incontrato quello dolcissimo della Madonna delle Grazie che, dal bellissimo quadro, nella chiesetta antica, o dal maestoso mosaico, nella chiesa nuova, sovrasta tutto e tutti e sembra tutti voler abbracciare e portare al suo diletto Figlio!
Questo spirito di adorazione, da praticare ovunque ed in qualsiasi momento con i voli del cuore dinanzi al Tabernacolo, Padre Pio lo insegnava anche ai suoi figli spirituali. Così scriveva ad Assunta Di Tomaso: «Vola con lo spirito dinanzi al tabernacolo, quando non ci puoi andare col corpo, e là sfoga le ardenti brame e parla e prega ed abbraccia il Diletto delle anime meglio che se ti fosse dato di riceverlo sacramentalmente» (Epistolario III, p. 448). L'incitamento a "volare" con frequenza dinanzi al Tabernacolo, per amare e riparare, è frutto di un preciso lamento fatto dal Signore a Padre Pio, di cui il Santo parla in una lettera del 12 marzo 1913 indirizzata a padre Agostino. Gesù, apparendogli, gli aveva detto: «Con quanta ingratitudine viene ripagato il mio amore dagli uomini Mi rimangono solo di notte, solo di giorno nelle chiese. Non si curano più del sacramento dell'altare; non si parla mai di questo sacramento di amore e anche quelli che ne parlano ahimè! con che indifferenza, con che freddezza. Il mio cuore è dimenticato; nessuno più si cura del mio amore; io son sempre contristato. La mia casa è divenuta per molti un teatro di divertimenti» (Epistolario 7,"p"742). .Padre Pio soffriva immensamente nel vedere l'ingratitudine degli uomini verso Gesù e chiamava tutti i suoi figli alla riparazione delle offese fatte a Gesù Sacramentato, almeno con la preghiera: «Vedete - scriveva - quanti dispregi e quanti sacrilegi si commettono dai figli degli uomini verso l'umanità sacrosanta del suo Figlio nel sacramento dell'Amore? A noi tocca […] difendere l’onore di questo mansuetissimo Agnello, sempre sollecito quando si tratta di patrocinare la causa delle anime, sempre muto allorché trattasi della propria causa».
Si tratta di un invito, dettato da un amore appassionato a Gesù, che ancora oggi Padre Pio fa echeggiare nei cuori di coloro che vogliono vivere secondo i suoi insegnamenti.

Giacinta Cova
Francesco I