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Burke: l'affermazione di Francesco che Cristo è nei fiumi e nei gli alberi è "semplicemente non vera"

La Querida Amazonia (QA) di Francesco è "problematica" e ambiziosa, ma "esistono molti interpreti Che ci dicono esattamente cosa si intende", ha detto il cardinale Raymond Burke a NCRegister.com (7 marzo).

Per Burke, le reazioni positive al documento, come quella del cardinale Müller, sono mal riposte, perché la QA contiene passaggi "che contraddicono gravemente le verità teologiche".

Un esempio: Francesco scrive "che Cristo è nel fiume e negli alberi e così via". Burke lo chiama "animismo classico" e "semplicemente non vero".

La QA parla di una Chiesa laica e questo per Burke rappresenta "una specie di idea Protestante" che mette in discussione il sacerdozio come sacramento.

Burke sa da un vescovo che ha visto una versione precedente della QA che questa conteneva un paragrafo sull'abolizione del celibato: "A me sembrerebbe che dovesse essere incluso". Burke è convinto che Francesco abbia fatto marcia indietro per quanto Ratzinger/Sarah hanno scritto nel loro libro.

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Lode a Dio
La frase è in questo paragrafo ma:
74. Allo stesso modo, il rapporto con Cristo, vero Dio e vero uomo, liberatore e redentore, non è nemico di questa visione del mondo marcatamente cosmica che caratterizza questi popoli, perché Egli è anche il Risorto che penetra tutte le cose.[105] Per l’esperienza cristiana, «tutte le creature dell’universo materiale trovano il loro vero senso nel Verbo
incarnato …Altro
La frase è in questo paragrafo ma:

74. Allo stesso modo, il rapporto con Cristo, vero Dio e vero uomo, liberatore e redentore, non è nemico di questa visione del mondo marcatamente cosmica che caratterizza questi popoli, perché Egli è anche il Risorto che penetra tutte le cose.[105] Per l’esperienza cristiana, «tutte le creature dell’universo materiale trovano il loro vero senso nel Verbo
incarnato, perché il Figlio di Dio ha incorporato nella sua persona parte dell’universo materiale, dove ha introdotto un germe di trasformazione definitiva».[106] Egli è gloriosamente e misteriosamente presente nel fiume, negli alberi, nei pesci, nel vento, in quanto è il Signore che regna sul creato senza perdere le sue ferite trasfigurate, e nell’Eucaristia assume gli elementi del mondo conferendo a ciascuno il senso del dono pasquale. (Querida Amazonia, 74)

Nota:
[105] San Tommaso d’Aquino lo spiega così: «Il triplice modo in cui Dio è nelle cose: una è comune, per essenza, presenza e potenza; un’altra, per la grazia, nei santi; la terza, singolare, in Cristo, per unione» (Ad Colossenses, II, 2).

Dalla Summa:
(Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I, q. 8, a. 3) :
Dimostrazione: In due modi si dice che Dio è in qualcosa. Primo, come causa efficiente: e in questo modo è in tutte le cose da lui create. Secondo, come l‘oggetto dell‘attività si trova nell‘agente, e ciò propriamente avviene nelle attività dell‘anima, in cui l‘oggetto conosciuto è nel conoscente e quello desiderato nel desiderante. Quindi in questa seconda maniera Dio si trova particolarmente nella creatura razionale, che lo conosce e lo ama attualmente per una disposizione abituale. E siccome la creatura razionale deve ciò alla grazia, come si vedrà più innanzi [I-II, q. 109, aa. 1, 3], si dice che Dio è in questo modo nei santi per grazia.

(ivi):
Per concludere, Dio è in tutte le cose con la sua potenza perché tutte sono
soggette alla sua potestà; vi è con la sua presenza perché tutto è scoperto e come nudo davanti ai suoi occhi; vi è con la sua essenza perché egli è presente a tutte le cose quale causa universale dell‘essere, come si è detto [a. 1].

(Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I, q. 8, a. 1) :
Fintanto dunque che una cosa ha l‘essere è necessario che Dio le sia presente in proporzione di come essa possiede l‘essere. L‘essere poi è ciò che nelle cose vi è di più intimo e di più profondamente radicato, poiché, come si è detto [q. 4, a. 1, ad 3], è l‘elemento formale rispetto a tutti i princìpi e i componenti che si trovano in una data realtà. Quindi necessariamente Dio è in tutte le cose, e in maniera intima.

(ivi, ad 1):
Dio è sopra tutte le cose per l‘eccellenza della sua natura, ma è di necessità anche dentro di esse, in quanto causa l‘essere di ogni cosa, come si è appena detto.
(ivi, ad 2):
Mentre si dice che le realtà corporee sono in altre come il contenuto nel
contenente, quelle spirituali invece contengono le cose in cui si trovano:
come l‘anima contiene il corpo. Quindi anche Dio è nelle cose come contenente le cose. Tuttavia, per una certa analogia con le realtà corpore, si dice che tutte le cose sono in Dio, dato che Dio le contiene.

(Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I, q. 8, a. 2) :
Essendo il luogo una certa realtà, che qualcosa sia in un luogo
può essere inteso in due maniere: o nel modo generico in cui una cosa
potrebbe trovarsi comunque in qualsiasi altra realtà, come quando, p. es.,
diciamo che le qualità del luogo sono nel luogo; oppure nel modo proprio del luogo, come gli esseri localizzati sono in un luogo. Ora, in tutti e due i modi, in un certo senso, Dio è in ogni luogo, ossia dappertutto. Primariamente, come è in tutte le cose in quanto dà loro l‘essere, la potenza attiva e l‘operazione, così è in ogni luogo in quanto dà ad esso l‘essere e la capacità locativa. Parimenti, gli enti localizzati sono nel luogo in quanto lo riempiono: e Dio riempie ogni luogo. Non però come lo riempie un corpo, poiché di un corpo si dice che riempie un luogo in quanto esclude [la presenza di] un altro corpo; invece per il fatto che Dio è in un luogo non si esclude che vi si trovino pure altre cose: anzi, egli riempie tutti i luoghi in quanto dà l‘essere a tutte le realtà localizzabili che li riempiono.

(Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I, q. 8, a. 4) :
E in questo senso ciò è proprio di Dio poiché, per quanti altri luoghi si
ammettano oltre a quelli esistenti, anche in numero infinito, bisognerebbe
che Dio fosse in tutti, poiché nulla può esistere se non per opera sua. Così
dunque essere dappertutto primariamente e di per sé appartiene a Dio in
modo esclusivo, dato che per quanti luoghi si ammettano è necessario che
Dio sia in ciascuno di essi non parzialmente, ma secondo tutto se stesso.