Il titolo di questa notizia è confuso o addirittura dannoso. Chi è Wanderer? Qualche nuovo profeta? Stai arrivando visioni o forse allucinazioni?
Se Escrivá fosse vissuto, avrebbe fatto la stessa cosa che ha fatto negli ultimi anni della sua vita: soffrirebbe l'indicibile, pregherebbe e farebbe pregare la gente per l'apostasia quasi generalizzata nella vera Chiesa di Gesù Cristo. Ha passato due anni di seguito a piangere. Un ecclesiastico della curia romana gli aveva detto che era meglio fingere di essere morto. È la stessa cosa che sta facendo l'attuale Prelato, Mons. Ocáriz.
Riguardo alla Santa Messa, D. Ávaro ha chiesto al Vescovo Bugnini, l'autore della riforma liturgica, se avrebbe permesso a Escrivá di dire la Messa prima del cambiamento e ha detto che non ci sono problemi. Fino ad ora, in tutti i centri dell'Opus Dei la messa viene celebrata in latino e il sacerdote guarda Cristo. La comunione si riceve sulle ginocchia e in bocca. Nelle Chiese pubbliche che hanno sacerdoti della Prelatura, di solito ci sono stazioni di comunione in tutte, che sono normalmente utilizzate. E in queste chiese dove non c'era un altare costoso per il popolo, il corrispondente vescovo diocesano ha costretto a metterlo in alto.
Nelle sue tre lettere profetiche, due nel 1973 e una nel 1974, metteva in guardia su ciò che stava accadendo allora nella Chiesa, che è ciò che ogni cattolico ben informato ora vede, e indicava ciò che doveva essere fatto: prima di tutto, lottare per cercare Cristo in qualunque ambiente ci si trovi. Razar molto per i vescovi e soprattutto per gli Oapa, chiunque fosse. "Cristo. Maria. Il Papa. Non abbiamo semplicemente indicato, in tre parole, gli amori che compongono l'intera fede cattolica?"
Avrebbe potuto fare quello che ha fatto il vescovo Lefebvre, che sarebbe stato un disastro molto più grande per la Chiesa. Nel 1970 intraprende numerosi pellegrinaggi penitenti ai santuari mariani. Poiché i vescovi erano come cani muti, decise di fare catechesi della buona dottrina in Spagna e Portogallo. Nel 1974 fece lo stesso in Brasile, Argentina, Cile, Ecuador e Perù dove soffrì di polmonite. Nel 1975 in Venezuela e Guatemala. Morì esausto offrendo la sua vita per la Chiesa e per il Papa. Ha subito un vero martirio senza spargimento di sangue.
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