L’Inferno: pena del senso e pena del danno dei dannati – Meditazione di Padre Stefano M. Manelli

Rev. p. Stefano M. Manelli, Fondatore dei Francescani dell'Immacolata (FI).

MEDITAZIONE PER IL 19 NOVEMBRE

La tremenda sofferenza nell’Inferno, in che cosa consiste? Consiste nel doppio patimento eterno:
1. il patimento eterno disperato della privazione di Dio;
2. il patimento eterno del fuoco con ogni altro male senza alcun bene.


E per chi fu fatto l’inferno? L’inferno fu fatto:
a) per gli angeli ribellatisi a Dio per superbia;
b) per i peccatori impenitenti.


La descrizione delle terribili pene dell’Inferno venne fatta dal demonio stesso durante un grande esorcismo. Alla domanda del sacerdote esorcista di rivelare quali pene si soffrono all’Inferno il demonio rispose così:
«Quali pene?... Noi siamo tormentati da un fuoco che non si estingue mai. Noi siamo oppressi da una maledizione eterna. Quel che più ci consuma dentro è una rabbia furibonda, e siamo in una disperazione indicibile perché non possiamo vedere Colui che ci ha creati e che per colpa nostra abbiamo perduto. Ah, se gli uomini sapessero che cosa perdono quando perdono la grazia di Dio!».

Per la migliore conoscenza della realtà spaventosa dell’Inferno eterno abbiamo avuto anche le testimonianze di molti santi e sante che hanno fatto l’esperienza viva dell’esistenza e della realtà tremenda dell’Inferno eterno con le sue sofferenze realmente micidiali e imparagonabili. Sappiamo, ad esempio, delle esperienze di santa Teresa d’Avila e di santa Veronica Giuliani, di san Paolo della Croce e di san Giovanni Bosco, insieme a molti altri santi e sante.

Vogliamo riportare qui una testimonianza più vicina a noi, quella della Santa polacca, santa Faustina Kowalska, che ci ha lasciato una vera e propria descrizione, sia pure rapida, della sua esperienza dell’Inferno, dove fu portata e accompagnata dal suo Angelo Custode.

1. Santa Faustina Kowalska
«Oggi, sotto la guida di un Angelo, sono stata negli abissi dell’Inferno. È un luogo
di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande. Queste le varie pene che ho viste:
- la prima pena, quella che costituisce l’Inferno, è la perdita di Dio;
- la seconda, i continui rimorsi di coscienza;
- la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai;
- la quarta pena è il fuoco che penetra l’anima, ma non l’annienta: è una pena
terribile: è un fuoco puramente spirituale acceso dall’ira di Dio;
- la quinta pena è l’oscurità continua, un orribile soffocante fetore e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio;
- la sesta pena è la compagnia continua di satana;
- la settima pena è la tremenda disperazione, l’odio di Dio, le imprecazioni, le
maledizioni, le bestemmie.

Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei
tormenti. Ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi. Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda e indescrivibile.
Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall’altro. Sarei morta alla vista di quelle orribili torture se non mi avesse sostenuta
’Onnipotenza di Dio. Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l’eternità.
Scrivo questo per ordine di Dio, affinché nessun’anima si giustifichi dicendo che
l’Inferno non c’è, oppure che nessuno c’è mai stato e nessuno sa come sia. Io, suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell’Inferno allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l’Inferno c’è. Ora non posso parlare di questo. Ho l’ordine da Dio di lasciarlo per iscritto. I demoni hanno dimostrato un grande odio contro di me, ma per ordine di Dio hanno dovuto ubbidirmi. Quello che ho scritto è una debole ombra delle cose che ho visto.
Una cosa ho notato, e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l’Inferno. Quando ritornai in me, non riuscivo a riprendermi per lo spavento, al pensiero che delle anime là soffrono così tremendamente, per questo prego con maggior fervore per la conversione dei peccatori, ed invoco incessantemente la Misericordia di Dio per loro. O mio Gesù, preferisco agonizzare fino alla fine del mondo nelle più grandi torture, piuttosto che offenderti col più piccolo peccato».


A riguardo della pena più tremenda dell’Inferno, ossia la pena della perdita di Dio per l’eternità, può esserci utile l’esperienza fatta dal Servo di Dio, padre Surin, il quale, per liberare un’anima dalla possessione diabolica, si offrì come vittima a Dio e fu esaudito, soffrendo per molti anni, indicibilmente, proprio la pena della “perdita di Dio” dei demoni, della quale poi, alla fine della prova, scrisse tutto quel che poteva ricordare.

«Mi pareva - scrive il padre Surin - che tutto me stesso, che tutte le potenze dell’anima mia e del mio corpo si slanciassero con veemenza verso il Signore mio Dio, che vedevo essere il mio bene supremo, l’infinito mio bene, l’unico oggetto della mia esistenza; e contemporaneamente sentivo una forza irresistibile che mi cacciava da Lui e da Lui mi teneva lontano. Così che, fatto per vivere, mi sentivo tolto da Lui che è la vita; fatto per la verità e la luce, dalla verità e dalla luce mi vedevo assolutamente respinto; fatto per amare, mi trovavo senza amore e cacciato dall’amore; fatto per il bene, mi trovavo nel profondo abisso del male. Non saprei paragonare la tristezza e la disperazione di sì inesprimibile angoscia che allo stato di una freccia fortemente vibrata verso una meta da cui sia continuamente respinta da una forza invincibile; irresistibilmente sospinta avanti, venga sempre ed invincibilmente respinta indietro».

Questo è lo stato più tremendo delle anime all’Inferno: uno stato di eterna ripulsa da Dio Amore che esse hanno rinnegato volendo morire nel peccato mortale, in opposizione a Lui. L’ e t e r n i t à di questa condizione tremenda è davvero agghiacciante al punto tale che all’Inferno non bisognerebbe mandare neppure le pietre o i sassi...

2. San Pio da Pietrelcina...
Per questo, un grande santo stigmatizzato come san Pio da Pietrelcina, parlando con un confratello del problema della salvezza eterna, confidava che a lui, personalmente, era davvero impossibile riuscire a meditare sulla verità di fede dell’Inferno.

3. San Pio X...
E un papa come san Pio X affermava con paterna preoccupazione che «se santo e salutare pensiero è quello di pregare per i defunti che sono giunti al porto della salvezza, non è meno degna di raccomandazione la preghiera di implorare l’aiuto del Cielo sugli infelici che si trovano nell’estremo cimento della morte, da cui dipende tutta l’eternità».

4. Santa Caterina da Siena...
Per questo, grandissima era la carità eroica di molti santi e sante che chiedevano a Dio di poter restare esse a bloccare la porta dell’Inferno per non farvi entrare più nessuno. Così, ad esempio scrisse l’ardente santa Caterina da Siena: «Ho vivissimo desiderio di mettermi alla porta dell’Inferno per impedire alle anime di entrarvi».


5. Santa Teresa di Gesù Bambino
L’eroica santa Teresa di Gesù Bambino, alcuni giorni prima di morire volle scrivere al suo padre spirituale, che era diventato zelante missionario in Indocina, informandolo che lei era molto vicina alla morte e raccomandandogli che, appena saputa la notizia della sua morte, non interrompesse affatto la preghiera che faceva per salvare le anime che stanno rischiando di cadere nell’Inferno: «Non preghi per me – raccomandava la Santa – e neppure celebri una Santa Messa per farmi uscire dal Purgatorio, ma preghi e celebri la Messa soltanto per le anime che potrebbero precipitare nell’Inferno: quanto a me, io posso restare tranquillamente nel Purgatorio fino alla fine del mondo». Questo è l’eroismo puro della carità!
alda luisa corsini
@Tempi di Maria Vedi altre testate da cui è stato escluso tra cui costanzamiriano.com/…/precipitare-a-p…
(Controllare i commenti e la decisione dell'admin a non più accettare i suoi compulsivi commenti); lascuredielia.blogspot.ro/…/doglie-del-part…
:
alda luisa corsini
@Tempi di Maria Si comporta come un troll.
Tempi di Maria
@duxcunctator la vostra mancanza di rispetto mi disturba profondamente. Mi spiace dover riconoscere che il vostro comportamento contro tutte le norme della virtù cristiana VI BOLLA COME FALSI PROFETI!!