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I documenti declassificati USA: il golpe di Washington e della massoneria che fece eleggere Giovanni XXIII
I documenti declassificati USA: il golpe di Washington e della massoneria che fece eleggere Giovanni XXIII - La Cruna dell'Ago - di Cesare Sacchetti
31/07/2024
di Cesare Sacchetti
Si addensavano nubi molto nere sul conclave del 1958. Era un’epoca estremamente tormentata nella Chiesa, una epoca dove stavano da tempo fermentando dei cambiamenti che avrebbero poi sconvolto la millenaria tradizione di questa istituzione.
Si era spento da poco Pio XII, uno dei più grandi pontefici della storia, sebbene già negli anni successivi della sua morte alcuni storici liberali assieme alla stampa dello stesso orientamento allestirono una infame campagna di diffamazione ai suoi danni.
Costoro si adoperarono per far passare papa Pacelli per un collaborazionista della Germania Nazista, quando i documenti sono lì a smentire tale falsità.
Se c’è stato un uomo che aveva da subito riconosciuto in …More
In parole semplici, ma pensando di dire la verità, direi che la condanna a morte morale del Papa appena morto (Pio XII, Papa dal 1939, alla vigilia della catastrofe) E DELLA CHIESA (che aveva utilizzato al meglio il proprio ruolo pubblico e internazionalmente riconosciuto, da quando era nato lo SCV: STATO della Città del Vaticano, con territorio non italiano, e una Diplomazia considerata la più antica e la più illustre del mondo) era in gestazione alla fine degli anni '50 ed esplose all'inizio degli anni '60.
L'obiettivo principale era ROMA: la Roma che era divenuta Nuova Gerusalemme nel modo tragico che conosciamo (partenza dei Santi Pietro e Paolo per Roma, sotto le persecuzioni, e loro Martirio a Roma).
Roma che per la Chiesa -e in parte per il mondo- era palesemente l'URBE del mondo raggiunto dal Vangelo.
Roma (e non Parigi, non Londra, non New York con la sua Statua ultramassonica costruita a Parigi dal garibaldino Bartholdi) madre di civiltà e Patria Spirituale dei Cattolici, non contraria ma anzi fortemente favorevole alle molteplici Patrie storiche.
Tutto questo andava raso al suolo con sprezzo. Essenzialmente perché doveva sorgere il dominio dell'antica Gerusalemme, rimessa in piedi come se nulla fosse avvenuto, sul MONDO INTERO.
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I Papi di allora ne furono complici?
Senza disquisire adesso sulla possibile minaccia nucleare ebraica sul Vaticano, di cui apprendo dall'articolo, mi sembra chiaro che Giovanni XXIII fu tutto travolto dall'entusiasmo per il Nuovo Mondo -basato sui Diritti senza Doveri e sulla Fraternità dei Campi Elisi senza Padre-, che andava a identificarsi con un regime mondiale delle Nazioni Unite. Paolo VI fu assai più onesto e profondo, ma violentemente illuso sulla rettezza delle intenzioni dei moltissimi Consacrati (Vescovi, Sacerdoti, Religiosi) con cui aveva a che fare. Salvo essere piantato in asso, come "improponibile conservatore medievale", il giorno stesso della chiusura del Concilio, e poi definitivamente nel 1968 ( Credo del Popolo di Dio Credo del Popolo di Dio - Solenne Professione di fede (30 giugno 1968) | Paolo VI e Humanae Vitae), a soli cinque anni dalla Sua elezione.
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Infine, un tema che mi sembra fondamentale:
da secoli -e in particolare dall'infausto Ottocento- un'impostazione dell'Europa sull'asse Occidentale/Atlantico/Oceanico (Parigi, Londra, Americhe, Oceani come via per raggiungere il mondo intero) si contrappone (in modo vincente) a un'impostazione dell'Europa sull'asse Continentale/Orientale (Roma, Germania -non Berlino che è una sorta di corpo estraneo alla Germania- Balcani, Austria/Ungheria, Russia).
Papa Pio XII era stato Nunzio Apostolico in Baviera, e poi nell'intera Germania, dal 1917 al 1929.
Da Wikipedia: "Durante i dodici anni in Germania (1917-1929) l'arcivescovo Pacelli si avvicinò molto al mondo tedesco e conobbe bene la realtà politica della Repubblica di Weimar. Il 19 aprile 1919, nel corso della rivolta spartachista, di ispirazione comunista, la nunziatura di Monaco di Baviera fu accerchiata da un gruppo di rivoluzionari, che intendevano farvi irruzione. Il leader del gruppo, Siedl, estrasse una pistola e la puntò al petto di Pacelli, il quale si era personalmente posto a difesa dell'entrata della nunziatura. Sebbene scosso, il nunzio non intendeva cedere, difeso dalla coraggiosa suora tedesca Pascalina Lehnert, che si interpose tra i rivoluzionari e il medesimo.
Siedl non se la sentì di andare avanti e ordinò agli spartachisti di ritirarsi. Pacelli scriverà al riguardo: «Sono dei veri e propri russi bolscevichi».
Nel 1920 fu il primo a essere nominato nunzio per l'intera Germania e si trasferì a Berlino."
Amava la Germania, la rispettava, sicuramente ne ammirava la cultura, per molti aspetti.
Non era disposto a benedire il suo annientamento materiale e morale.
Colpa imperdonabile: l'asse Occidentale non gliela perdonò, come non gli perdonò di avere posto obiezioni all'adesione dell'Italia alla nascente NATO.
Papa Paolo VI invece era "l'unico Italiano a parlare francese senza accento italiano" (parole di un ecclesiastico francese, non ricordo chi).
Si illudeva che esistesse una cultura francese non-gallicana, non-antiromana. Cosa in parte vera, ma solo in piccola parte