I martiri cristiani in Italia: elenco dei preti uccisi dai partigiani

Don Umberto Pessina (Correggio, 1902 – Correggio, 18 giugno 1946)

In Italia esiste la storia di un massacro dimenticato, ed esiste un giornalista coraggioso di nome Roberto Beretta. Sono stati 130 i sacerdoti assassinati dai partigiani in questo paese tra il 1944 ed il 1951. Molti degli assassini sono ancora vivi, molti dei preti sono ancora insepolti. Ripeto per meglio chiarire: vi sono ancora dei corpi massacrati e lasciati marcire nelle campagne. Neanche si sono meritati una sepoltura cristiana. Solo perché erano preti.
Questo giornalista ha scavato negli archivi diocesani di quasi mezza Italia scontrandosi molte volte contro l'omertà che ancora regna quando si chiedono informazioni su queste stragi.
Molti, dicevo, sono ancora vivi... ma quasi tutti gli assassini morti hanno lasciato dei parenti che conoscono bene le storie e che non vogliono parlare. Coperti dal partito e dalla paura dei vivi. Il giornalista ben sa che in Italia, forse giustamente, la legge tutela l'onorabilità loro e dei discendenti, meglio dunque tacerli anche se nei paesi dove questi fatti sono accaduti corrono di bocca in bocca.
Andando a spulciare nei dati storici si evince che "né i partigiani democristiani (80.000 in Italia). né i repubblicani, né i socialisti, né i liberali hanno continuato a sparare dopo la guerra. Solo i comunisti, non tutti per fortuna, hanno abbondantemente e impunemente ucciso anche nel dopoguerra e fino al 1951". (Don Mini Martelli in "Diario di un prete romagnolo assassinato").
la domanda che il giornalista, e molti storici si pongono, è questa: esisteva un piano dei comunisti in Italia, nell'immediato dopoguerra, per giungere al potere con le armi? Una specie di rivoluzione popolare come in Russia? Sembrerebbe di sì! Vi sono anche molti storici di sinistra che propendono per questa idea. Infatti prendevano di mira i preti perché erano dalla parte del popolo... e qualche volta erano essi stessi partigiani! Era tale il livore contro di essi che i partigiani uccidevano i loro stessi compagni! E come li uccidevano?

Dovreste leggere questo libro per comprenderlo.... massacrati, evirati, denudati, violentati, stuprati, tagliati a pezzi... a qualcuno gli misero del vetro in bocca perché non voleva bestemmiare Dio prima di morire. Poveri uomini... ma non i preti. Poveri assassini che avranno già ricevuto la giusta ricompensa dal Padre!

facendo un calcolo dei morti in guerra e dei morti in parrocchia viene fuori un dato pazzesco: i cappellani militari morti furono 148, i parroci italiani uccisi furono 238 (più 41 viceparroci e 129 tra seminaristi, novizi e religiosi laici). In pratica era più pericoloso stare sotto il campanile del proprio paese che stare sotto le bombe del fronte.
Poveri preti: messi in mezzo sempre... se aiutavano i rossi, allora erano sotto le mira dei neri. Se aiutavano i neri, allora venivano i rossi. In fondo motivi per farli fuori ce ne erano sempre... e se non venivano trovati si utilizzava la vecchia tattica della calunnia: aveva l'amante ed il marito l'ha ucciso! Così si mettevano a tacere tutte le voci e le ricerche dei vari assassini... i quali solitamente se la svignavano all'est coperti dal partito.
Questa è sicuramente una pagina della storia italiana che ancora gronda sangue, per il semplice motivo che questi sono tutti morti dimenticati e di cui nessuno vuole parlare. Io credo che se un paese vuole dichiararsi maturo dovrebbe iniziare a fare luce su questi casi... perché dopo 60 anni questi morti hanno il diritto di riposare con una targa che ricordi il loro sacrificio di amore.

Rolando Rivi assassinato dai
partigiani perché indossava la talare


ELENCO DEI PRETI ASSASSINATI DAI PARTIGIANI

Val d’Aosta

Padre Fernando Ferrarotti – Champorcher giugno 1944
Don Luigi Border – Hòne 5 marzo 1946

Piemonte
TORINO
Don Edmondo De Amicis – Torino 27 aprile 1945
Padre Angelico (Cesare) Romiti – Boschetto Montanaro 7 maggio 1945
Padre Eugenio Squizzato – Corio Canadese 15-16 aprile 1944
Don Giuseppe Amatesi – Coassolo Torinese 16 marzo 1944
ALESSANDRIA
Don Virginio Icardi – Squaneto 4 dicembre 1944
Don Francesco Pellizzari – Tagliolo Monferrato 10 maggio 1945
Don Enrico Percivalle – Variana 13 (15) marzo 1944
ASTI
Don Sebastiano Caviglia – Asti 27 aprile 1945
Don Luigi Solaro – Buttigliera d’Asti 3 aprile 1945
CUNEO
Don Antonio Francesco Zali – Morra San Costanzo 8 giugno 1944
BIELLA
Don Leandro Sangiorgio – Sordevolo 30 aprile 1945

Liguria
GENOVA
Don Attilio Pavese – Alpe Gorreto 6 dicembre 1944
Don Colombo Fasce – Cesino 19 maggio 1945
SAVONA
Don Guido salvi – Castelvecchio di Rocca Barbena marzo 1945
IMPERIA
Don Antonio Padoan – Castelvittorio 8 maggio 1944
Don Andrea Testa – Diano Borello 16 luglio 1944

Lombardia
Don Tullio Calcagno – Milano 29 aprile 1945
Don Pietro Treccani – Provaglio d’Iseo (BS) 5 dicembre 1944
Serafino Lavezzari – San Pietro Casasco (PV) 26 febbraio 1945

Veneto
Don Luigi Bovo – Bertipaglia di Maserà (PD) 25 dicembre 1944
Don Vittorio Barel – Vittorio Veneto (TV) 26 ottobre 1944
Fratel Josef Dorfmann – Posina (VI) 27 aprile 1945

Friuli Venezia Giulia, Istria e Dalmazia
Don Giuseppe gabbana – Trieste 3 marzo 1944
Don Francesco Bonifacio – Villa Gardossi (TS) 11 settembre 1946
Don Angelo Tarticchio – Villa di Rovigno (Istria) 19 settembre 1943
Don Miroslav Bulesic – Mompaderno (Istria) 24 agosto 1947
Don Filip Tercelj – Sturie delle Fusine (Go) 7 gennaio 1946
Don Ludvik Sluga – Circhina (Go) 3 febbraio 1944
Don Lado Piscanc – Circhina (Go) 3 febbraio 1944
Fra Alessandro Sanguanini – Ranziano (Go) 12 ottobre 1944
Don Izidor Zavadlav – Goregna di Salona d’Isonzo (Go) 15 settembre 1946
Don Placido Sancin – San Dorligo della Valle (Ts) 14 settembre 1943
Don Antonio Satej – San Daniele del Carso (Go) 26 settembre 1943
Don Luigi Obit – Poggio San Valentino (Go) 5 gennaio 1944
Don Anton Pisk – Canale d’Isonzo (Go) 28 ottobre 1944
Don Viktor Perkan – Elsane (Istria) 9 maggio 1945
Don Ernest Bandelj – Bria di Gorizia 30 aprile 1945
Don Valentin Pirec – Idria della Baccia (Go) 23 dicembre 1946
Padre Ivan Tul – Corte d’Isola (Istria) giugno 1945
Padre Joze Bric – Montespino (Go) 21 novembre 1945
Don Alojzij Kristan – Mune (Istria) 14 agosto 1947
Don Giovanni Dorbolò – Sgonico (Ts) 1° maggio 1945
Don Giovanni Tul – Trieste 1945
Fratel Pietro Bonsembiante – Trieste 1° maggio 1945
Don Nicola Fantela – Ragusa 25 ottobre 1944
Don Rocco Rogosic – Bencovaz (Dalmazia) 17 maggio 1942
Don Giovanni Manzoni – Rava (Dalmazia) 18 ottobre 1944
Don Antonio Greskovic (Grskovic) – Lussino 3 maggio 1945
Don Casimiro Paich – S.Giovanni di Sterna d’Istria (Go) 29 aprile 1945
Don Domenico Benussi – Albona di Pola 4 maggio 1945
Fra Mariano Blazic – Ragusa 25 ottobre 1944
Padre Pietro Perich – Ragusa 25 ottobre 1944
Don Francesco Grabegna – Losizze (Go) 26 settembre 1943
Rodolfo Trcek – Montenero d’Idria (Go) 1° settembre 1944
Erminio Pavinci – Chersano (Fianona) gennaio 1945
Vladimir Vivoda – Pinguente (Istria) settembre 1944
Bruno Fiotto – Cuscevie maggio 1945
Alojzij Kete – Planina di Aidussina (Go) 19 febbraio 1944
Emil Kete – Sambasso (Go) 12-13 novembre 1944
Gino Vosilla – Fiume 1945
Giovanni Massalin – Fiume 1945
Don Raffaele Busi Dogali – Briboj (Croazia) 15 giugno 1942
Don Giovanni Pettenghi – Gerovo (Croazia) 2 agosto 1942
Padre Agostino Curcio – Dugaresa 7 agosto 1941
Don Aurelio Diaz – Belgrado gennaio 1945
Don Giacomo Lora – 8 settembre 1943
Padre Simone Nardin – Abbazia di Fiume (Istria) aprile 1945
Don Giacomo (Guido) Minghetti – Borovnica giugno 1947
Don Hubert Leiler – Golnik 21 marzo 1942
Don Lambert Ehrlich – Lubiana 26 maggio 1942
Don Franc Kanduc – Logatec (Slovenia) 26 dicembre 1942
Don Ludvik Novak – Cave Auremiane (Ts) 17 novembre 1943

Emilia Romagna
BOLOGNA
Don Domenico Gianni – San Vitale di Reno 24 aprile 1945
Don Achille Filippi – Maiola 25 luglio 1945
Don Alfonso Reggiani – Amola di Piano 5 dicembre 1945
Don Giuseppe Rasori – San Martino in Casola 2 luglio 1946
Don Teobaldo Daporto – Casalfiumanese 10 settembre 1945
Don Giuseppe Galassi – S.Lorenzo in Selva 31 maggio 1945
Don Tiso Galletti – Spazzate Passatelli 9 maggio 1945
Don Corrado Bortolini – Lorenzatico 13 maggio 1945
FERRARA
Don Raffaele Bortolini – Dosso 20 giugno 1945
MODENA
Don Ernesto Talè – Castelluccio di Guiglia 11 dicembre 1944
Don Giuseppe Preci – Montalto di Contese 24 maggio 1945
Don Giovanni Guicciardi – Lama Mocogno 10 giugno 1945
Don Giuseppe Lendini – Crocette di Pavullo 21 luglio 1945
Don Francesco Venturelli – Fossoli 15 gennaio 1946
Don Giuseppe Tarozzi – Riolo di Castelfranco 26 maggio 1945
PARMA
Don Giuseppe Violi – S.Lucia di Medesano 31 marzo 1945
RAVENNA
Don Giovanni Ferruzzi – S.Maria in Fabriago 3 aprile 1945
REGGIO EMILIA
Don Carlo Terenziani – Ventoso di Scandiano 29 aprile 1945
Don Luigi Manfredi – Budrio di Correggio 14 dicembre 1944
Don Aldemiro Corsi – Grassano 21-22 settembre 1944
Don Luigi Ilariucci – Garfagnolo 19 agosto 1944
Don Giuseppe Jemmi – Felina 19 aprile 1945
Don Dante Mattioli – Cogruzzo 11 aprile 1945
Rolando Rivi – Castellarano 13 aprile 1945
Don Umberto Pessina – Correggio 18 giugno 1946
Don Sperindio Bolognesi – Nismozza 25 ottobre 1944
RIMINI
Don Federico Semprini – Rimini 27 dicembre 1943

Toscana
FIRENZE
Don Adolfo Nannini – Sant’Andrea a Cercìna 30 maggio 1944
AREZZO
Don Emidio Spinelli – Campogialli 6 maggio 1944
Don Giuseppe Rocco – S.Sofia in Parecchia 4 maggio 1944
LUCCA
Giuseppe Pierami – Piazza al Serchio 2 novembre 1944
MASSA CARRARA
Don Giuseppe Lorenzelli – Corvarola di Bagnone 27 febbraio 1945
Don Sante Fontana – Comano 16 gennaio 1945
Don Luigi Grandetti – Pieve di Offiano 31 gennaio 1947
Don Pietro Maraglia – Cerignano 26 febbraio 1948
Don Carlo Beghè – Novegigola 2 marzo 1945
PISA
Don Dolfo Dolfi – Volterra 8 settembre 1945
Don Aladino Petri – Caprona 27 giugno 1944
Don Ugo Bardotti – Cevoli 4 febbraio 1951
SIENA
Padre Crisostomo Ceraioli – Montefollonico 19 maggio 1944
Don Duilio Bastreghi – Celiano e Capannone 3 luglio 1944

Umbria
Don Ferdinando Merli – Foligno (PG) 21 febbraio 1944
Don Angelo Merlini – Fiamenga (PG) 21 febbraio 1944

Marche
ANCONA
Don Gildo Vian – Bastia di Fabriano 16 luglio 1944
Don Nazzareno Pettinelli – Santa Lucia a Ostra 11 luglio 1944
MACERATA
Padre Sigismondo Damiani – San Liberato 9 maggio 1944
Don Nicola Polidori – Sefro 9 giugno 1944
PESARO
Don Augusto Galli – Pereto 31 maggio 1946

Abruzzo
Don Vincenzo d’Ovidio – Poggio Umbricchio (TE) 19 maggio 1944
Don Gregorio Ferretti – Collevecchio (TE) 24 maggio 1944

Lazio
Padre Armando Messuri – Marino (Rm) 8 giugno 1944

Calabria
Don Gennaro Amato – Paulonia (RC) 8 marzo 1945
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Francesco Federico
@Acchiappaladri
La ringrazio per avermi segnalato il libro L'EMILIA AMMAZZA I PRETI di don Giovanni Bedeschi. Ho iniziato a leggerlo.Altro
@Acchiappaladri

La ringrazio per avermi segnalato il libro L'EMILIA AMMAZZA I PRETI di don Giovanni Bedeschi. Ho iniziato a leggerlo.
alda luisa corsini
@Acchiappaladri L'idea che mi sono fatta dai racconti dei vecchi è che le azioni dei partigiani slavi erano particolarmente efferate.
alda luisa corsini
@Acchiappaladri Mi riferivo alla Brigata di stanza nei boschi di Vernasca, Piacenza e dintorni.
Acchiappaladri
@alda luisa corsini
Quelle parti sono gran belle parti: chissà che in un non troppo lontano futuro lei non possa aiutarmi a conoscere meglio quel pezzo per me semisconosciuto dell'Emilia.
Per il resto .... :-D (oppure LOL all'anglosassone)
MI CONSENTA UNA CORREZIONE FRATERNA ... anzi diciamo un paio ;-) ;-)
I capi delle criminali bande comuniste di "partigiani" che imperversarono tragicamente nel …Altro
@alda luisa corsini

Quelle parti sono gran belle parti: chissà che in un non troppo lontano futuro lei non possa aiutarmi a conoscere meglio quel pezzo per me semisconosciuto dell'Emilia.

Per il resto .... :-D (oppure LOL all'anglosassone)
MI CONSENTA UNA CORREZIONE FRATERNA ... anzi diciamo un paio ;-) ;-)

I capi delle criminali bande comuniste di "partigiani" che imperversarono tragicamente nel Triangolo della Morte e dintorni per qualche anno erano tutti ... diciamo al 95% perché non ho mai fatto esaustivi studi al riguardo... italiani locali (emiliani e romagnoli): gente della zona, sia ragazzotti fanatici e crudeli che persone più in là con gli anni spesso con antichi odi ed invidie personali da vendicare.

Può darsi che il fenomeno della malvagità "partigiana" sotto guida di slavi sia stato importante in Friuli-Venezia Giulia: conosco poco i dettagli dei massacri post-Liberazione in quella zona.

E riguardo agli "slavi" in generale nemici della Chiesa ... 'mbé ... San Giovanni Paolo II (grande nell'amore per Gesù e Maria e grande anche in qualche suo "infortunio") era slavo (per la verità slavo al 50%: aveva poderosi mitocondri lituani ).
Senza andare tanto indietro, solo rimanendo nei decenni del Comunismo Sovietico in molti popoli slavi ci sono state eroiche testimonianze di amore per la Chiesa (Cattolica dove era presente, più spesso Ortodossa che per ciò che riguarda Cristo mi sembra che lo conosca e lo ami come dovremmo fare nella Chiesa Cattolica).
Molti dei capi sovietici che promossero ed eseguirono le sanguinose persecuzioni contro la Chiesa nelle terre slave non erano etnicamente dei puri slavi: Stalin era georgiano, tanti erano di discendenza ebraica, ecc.
alda luisa corsini
@Acchiappaladri... e si sa che gli slavi non sono mai stati teneri con la Chiesa e i suoi rappresentanti.
alda luisa corsini
@Acchiappaladri Era per dirLe che la mia famiglia paterna è oriunda di quelle parti e che ci passo del tempo perchè ho delle proprietà nei castelli. Comunque ho letto qualcosa sul fenomeno del partigianato da quelle parti ed è interessante notare come i capi siano sempre degli slavi.
Acchiappaladri
@alda luisa corsini
:-D Non esattamente: ecclesialmente è sì diocesi di Bologna ma dai tempi del Duce quella parrocchietta venne a trovarsi in provincia di Modena.
Purtroppo conosco quei due castelli solo di nome: sono passato qualche volta nella pianura ai piedi di quelle colline ma non ho mai risalito le valli a Sud di Fiorenzuola.
In generale sono molto più esperto delle guerre di confine fra …Altro
@alda luisa corsini

:-D Non esattamente: ecclesialmente è sì diocesi di Bologna ma dai tempi del Duce quella parrocchietta venne a trovarsi in provincia di Modena.

Purtroppo conosco quei due castelli solo di nome: sono passato qualche volta nella pianura ai piedi di quelle colline ma non ho mai risalito le valli a Sud di Fiorenzuola.
In generale sono molto più esperto delle guerre di confine fra Bologna e Modena che di quelle fra Piacenza e Parma :-)
alda luisa corsini
@Acchiappaladri Appunto, quindi in provincia di Bologna. Conosce il borgo di Vigoleno di Vernasca e quello di Castell'Arquato in prov. di Piacenza?
Acchiappaladri
@alda luisa corsini
:-) l'ho scritto: sto a mezzoretta a piedi dalla parrocchia di campagna del martire don Tarozzi.Altro
@alda luisa corsini

:-) l'ho scritto: sto a mezzoretta a piedi dalla parrocchia di campagna del martire don Tarozzi.
alda luisa corsini
@Acchiappaladri Mi perdoni, Lei vive in Emilia?
Acchiappaladri
@Francesco Federico
Provvidenziale questo suo intervento per riportare oggi alla memoria almeno dei lettori di Gloria TV il martirio di centinaia di sacerdoti nell'Italia Centro-Settentrionale dopo la fine della IIGM da parte della componente più feroce e criminale dei partigiani comunisti, coperti dall'omertà peggio che nelle terre infestate dalla mafia (dico peggio perché all'omertà causata dal …Altro
@Francesco Federico

Provvidenziale questo suo intervento per riportare oggi alla memoria almeno dei lettori di Gloria TV il martirio di centinaia di sacerdoti nell'Italia Centro-Settentrionale dopo la fine della IIGM da parte della componente più feroce e criminale dei partigiani comunisti, coperti dall'omertà peggio che nelle terre infestate dalla mafia (dico peggio perché all'omertà causata dal terrore qui si aggiungeva in una bella fetta di popolazione quella di una certa accondiscendenza ideologica verso i criminali compagni di partito).

"...
«Se dopo la Liberazione, ogni compagno avesse ucciso il proprio parroco e ogni contadino il padrone, a quest’ora avremmo già risolto il problema» affermava in una conversazione d'osteria un comunista di San Giovanni in Persiceto [Bologna]. Così il problema è rimasto insoluto, ma un tentativo di risolverlo a quella maniera spiccia, lo si fece, purtroppo.
..."
(citazione dal libro L'EMILIA AMMAZZA I PRETI di don Giovanni Bedeschi, di 65 anni fa, oggi leggibile online qui: www.bibliotecapersicetana.it/node/169 )

Un mese dopo la Liberazione a 2-3 km da casa mia fu vigliaccamente rapito e assassinato in una parrocchietta di campagna il parroco don Giuseppe Tarozzi da otto criminali (ladri prima che assassini) di una banda comunista capitanata da due ventenni, sadici e stalinisti, della zona. Uno dei due capi, omonimo del Peppone di Guareschi: non so se lo scrittore ne fu ispirato per scegliere il cognome del suo personaggio, era un ex-seminarista che era persino stato beneficato dal parroco assassinato.
Il cadavere di don Tarozzi è uno dei tanti fatti sparire dagli assassini.

La voce che anch'io ho sempre sentito è che il martire fu bruciato vivo in un forno da pane (altra voce era stato buttato in un pozzo nero). E' probabile che però almeno queste torture finali gli siano state risparmiate: le voci potevano servire a non far ritrovare il cadavere (che per decenni e forse ancora oggi sarebbe "imbarazzante" per il partito che generazione dopo generazione con i diversi nomi è rimasto sempre al potere localmente) sepolto in campagna dove molti sanno ma nessuno ha mai ufficialmente svelato.

Prima del recente coraggioso libro di Paolo Pansa sulle stragi dopo la Liberazione fatte da alcuni dei partigiani comunisti, furono scritti tanti articoli e libri su alcuni degli episodi criminali ma lasciarono poche tracce nella cultura popolare italiana degli ultimi 40-50 anni.

Preghiamo i santi sacerdoti martiri dei criminali stalinisti italiani di intercedere perché nuove simili sanguinose persecuzioni siano evitate in Italia (che forse nemmeno più servono al Nemico: oggi vediamo che molti sacerdoti in Italia sono "uccisi" da Satana in altro modo incruento).