Tempi di Maria
46,2K

Offerta per i sacerdoti | Dalle rivelazioni di Gesù a Maria Valtorta

In questi tempi le figure dei sacerdoti, a partire dall'alta gerarchia della Chiesa, troppo spesso sembrano non affondare più le loro anime e la loro testimonianza privilegiata nella dottrina, nella rivelazione e nella tradizione bimillenaria, né ricercare più quella vita di santità e di perfezione dei loro predecessori. Quella vita virtuosa nella Grazia che è l'unica via di ascesi, ed é anche l'unico strumento per confermare i fedeli nella fede, strumento vero e “proprio” dato alla Grazia santificante per essere autentci testimoni e strumento nelle mani di Maria Ssma, per cooperare alle conversioni e alla salvezza delle anime e alla loro perseveranza. In questi tempi difficili e liquidi infatti, il mondo devastato da relativismo, modernismo e materialismo rovescia di continuo su tutti, anche i fedeli, un magma di fango e confusione, che non garantisce neppure ai fedeli più integri una sicurezza quotidiana e immediata di poter mantenere la loro fede intatta.

Gesù alla Valtorta (nel brano di cui sotto si riporta) non solo chiede tramite la mistica medesima che i fedeli offrano sacrifici e preghiere per la conversione delle anime, collaborando all'economia della redenzione come già anticipato in altre visioni dove viene raccomandata l'offerta di sé per questo santo fine, ma dà un messaggio molto esplicito e mirato, un appello urgente relativo alle necessità dei sacerdoti della Chiesa Cattolica. La richiesta è specifica ed è dettata da necessità di offrirsi per i sacerdoti proprio perchè loro sono i primi a dover trasmettere la testimonianza della fede, i primi apostoli, e quindi se il sale diventa insipido con cosa lo si potrà salare? Non sia mai che ne resti infne solo un grano...

Il rischio di “perdere sapore” è evidentemente di tanti sacerdoti già dallo scorso secolo. “Inutile chiudersi occhi e orecchie per non vedere e non udire: la verità grida anche col silenzio” dice Gesù alla Valtorta. Non basta un'intenzione ogni tanto, né una preghiera per un sacerdote che lo abbia chiesto, ma è necessario pregare e offrire intenzioni di sofferenza tutti i giorni per i sacerdoti di Gesù. “Non stancarti mai di pregare per loro che sono i maggiori responsabili della vita spirituale dei cattolici” sollecita il Signore richiamando i suoi ministri alla custodia delle virtù: purezza, carità, generosità e distacco dalle cose del mondo. E rimprovera altresì che troppi vadano all'altare a celebrare il Sacrificio tanto coinvolti dagli affari e dalle sollecitudini della terra.

Da questi punti esplicitati nella rivelazione alla Valtorta, si deducono ragionevolmente alcune conseguenze: poichè il clero è il primo responsabile della vita spirituale della Chiesa, ne deriva che se le vite dei sacerdoti degenerano nella mollezza, nel rilassamento, allontanandosi dalla virtù e - peggio - dell'integrità dottrinale (non voglia Dio che arrivi mai all'apostasia), questo ricade come una sciagura sulla vita intera del Corpo Misitico, quindi sulla vita spirituale dei fedeli cattolici, poiché ne sono i maggiori responsabili. In questa rivelazione la Valtorta sembra anticipare il desolato panorama odierno che rischia di profilarsi in modo sempre più pericoloso per la vita della Chiesa Cattolica; quindi, come allora ancora più oggi si rende necessario applicare le sollecitazioni dettate: l'intenzione della sofferenza per il clero è necessaria tutti i giorni, perciò viene chiesto ai laici di offrirsi per i sacerdoti, instancabilmente, nella preghiera e nei sacrifici.

Ancora sui suoi sacerdoti il Signore Gesù dice alla Valtorta che dovrebbero essere fiamme invece sono fumo, e neppure all'altare bruciano come olocausti vivi uniti al Sacrificio. “Dovrebbero ardere di amore nell'unione divina”. Invece si rimprovera loro la celebrazione della santa azione litugica, la più sublime che possa compiere un essere umano e ministro di Dio, con il cuore non pieno Dio ma di mondane distrazioni, con la mente altrove e addirittura senza che neppure la Comunione accenda più oramai quella carità che dovrebbe esser viva in tutti ed in loro vivissima. La carità di cui parla il Signore Gesù non è quella materiale, umana, orizzontale, ma è la carità della preghiera che sgorga per primissima cosa dal Santissimo Sacramento, dall'umiltà e dal rinnovato stupore amorevolissimo di vedere nelle proprie mani farsi presente, vivo e reale Gesù, sotto i veli del pane. La carità dell'offerta del Sacrificio divino per le necessità della Chiesa, il bene delle anime, la conversione dei peccatori, per impetrare Grazie da riversare sul mistico Corpo, con tutto l'amore ardente e il fervore che soltanto l'unione divina può instillare nel cuore di una creatura, in quel sacerdote ministro di Dio deve farsi fiamma e deve bruciare sull'altare come incenso per rendere l'onore del sacrificio a Dio che soltanto questo merita, per le mani della sua Ssma Madre Maria.

Nel passaggio di confronto coi preti e diaconi dei tempi catacombali si coglie fortemente come quelli, di fronte a una società intera che li perseguitava anche a livello istituzionale fino alla morte, espletavano il ministero eroicamente, fedelmente, amorevolmente e castissimamente. “Hanno cementato col loro sangue e il loro amore la chiesa nascente e del loro cuore hanno fatto un altare”: intrepidi confessori, anime pure che si vedevano riversato addosso un oceano di melma eppure rimanevano “scogli incrollabili”. Che esempi, che conferme di fede, che promesse di Grazia realizzate nei nostri predecessori, fratelli nella fede, detersi nel sangue di Cristo e nel proprio versato per “carità veemente”, autentici sacerdoti nell'animo, anche se privi di segni esterni! Saranno anche loro precursori dei martiri degli ultimi (o forse attuali) tempi?

Oggi la veste è presente “ma il cuore dei sacerdoti non è più mio” dice il Signore che afferma di trattenere ancora i suoi fulmini poiché sa che molto di quello che siamo, poveri fedeli come greggi senza pastore, è perchè non siamo sorretti. “Troppo pochi veri sacerdoti spezzano se stessi” e sollecita alla preghiera e al sacrificio perchè il padrone della messe mandi nuovi veri operai, autentici operai che lavorino instancabilmente, benedetti dall'occhio del Signore.

Ancora una raccomandazione poiché occorre pertanto pregare e offrire per i sacerdoti secolari e religiosi, poiché se il mondo restasse senza sarebbe la desolazione, l'abominio, un inferno portato sulla terra (Certo il Signore non lo consentirebbe, ma che non resti un solo granello di sale per tutto il mondo!).

La chiusura del brano fa riferimenti molto attuali, nell'ottica soprannaturale ed epifanica di questi tempi, alla Chiesa militante, non solo gerarchica, ma soprattutto quella silente, nascosta, e fortemente legata da fedeltà alla tradizione, alla dottrina integra, a tutto quello che i ministri di Dio in oltre 2000 anni hanno trasmesso, dai padri della chiesa, ai papi e ai santi, esempi da seguire, e a cui affidarsi: la promessa del Signore Gesù è che la Chiesa militante resterà fedele e otterrà da Dio che il Sacrificio si possa perpetrare, che la Santa Messa si celebri, la Santa Eucaristia richiami il Signore in terra, in ogni altare di ogni Chiesa, oltre che dei nostri cuori, perchè il mondo nella celebrazione incessante delle sante messe divenga esso stesso (il mondo) un altare. La Chiesa militante in ogni tempo è raccomandata di pregare per i sacerdoti poichè “quanti più saranno i sacerdoti quando i tempi si saranno compiuti tanto più breve sarà il tempo dell'anticristo, nelle ultime convulsioni della razza umana”.

Ed i giusti di cui Egli parla per i sempre più vicini tempi della fine del mondo “sono i veri sacerdoti”. E chi sono? Lo rivela alla Valtorta: i veri sacerdoti in quanto tali, i religiosi sparsi nei vari conventi, santi servitori di Dio, ma anche le anime vittime, la schiera dei martiri che solo il Suo occhio conosce e il mondo non vede, coloro che agiscono con vera purezza di fede, che sono a loro insaputa pur'essi consacrati a vittime.

L'attualità di questo messaggio è innegabil e sconfinata, di una preveggenza ficcante, se si pensa che è di quasi un secolo fa, tanto calzante in questo stesso presente dove sempre più si ha la percezione e la sensazione non tanto di essere i “giusti” in quanto perfetti, sulle più elevate cime della santità o in corsa lungo la via d'ascesi e di perfezione, né nella dottrina o per una santificazione personale veloce, rapida ed efficace. No. Anzi questo proprio oggi è ancora molto difficile, faticoso, e le conferme e le occasioni sempre più rare, vanno ricercate e implorate con perseverante pazienza e fede. Tra gemiti e offerte di cui il Signore terrà conto. Nell'umiltà di poveri bisognosi che siamo, perchè il Signore resiste alla superbia ma si commuove e si piega verso l'umile.

L'essere tra i giusti oggi significa piuttosto fare una scelta di autenticità e coerenza, di purezza di cuore e corpo e intenzioni, di fedeltà, di continuità viva e autentica, senza compromessi, ragionevolissima e santa, senza mezze verità che lasciano l'altra metà nel dubbio o nella fumosa interpretazione umana o antropologica. Giusti perchè si sceglie di continuare a seguire la Verità consacrata da millenni; queste anime nascoste, ignote, sparse, ad oggi altresì presenti anche se delocalizzate e perseguitate, spesso obbligate nel nascondimento, se trattasi di sacerdoti portano avanti la dottrina e richiamano la Chiesa gerarchica ai precetti dottrinali della Rivelazione tutta intera, alla Verità; come laici implorano instancabilmente la Chiesa e dalla Chiesa di non inventare nulla, di fermare la predicazione che sollecita una cambiamento della Chiesa perchè credono come ogni cattolico di ogni tempo che la Chiesa non si debba piegare al mondo, ai tempi che cambiano e alle nuove interpretazioni, ma che piuttosto la Chiesa abbia da predicare e confermare un cambiamento delle anime, delle vere conversioni, anime che si piegano all'amore di Dio. Perchè questo è ancora il solo l'unico messaggio, che porta alla salvezza. Con la garanzia, promette il Signore, che chi resta nella purezza della fede è a sua volta consacrato a vittima perchè questa resta la prima esigenza di Dio.

I sacerdoti, per cui preghiamo, mantengano la giustizia dell'essere le prime vittime della pura fede, distaccati e in opposizione al mondo e alle sue inutili e dannose istanze; siano supportati dai consacrati, soprattutto all'Immacolata, che sono strumenti nelle sue mani sante per divenire calcagno che schiaccerà – umiliato e disprezzato – la testa al serpente. La preghiera sia reciproca perchè questo Corpo Mistico sempre più dilaniato e dilacerato dall'interno a livello gerarchico e istituzionale abbia ancora cellule vive, e organi inzuppati di preghiera, e un sistema ben funzionante di circolazione di Grazia che lo mantenga nella vita soprannaturale, per la Vita eterna, una Vita santa e santificata dal Signore Dio, per Maria, unica fonte, unica sorgente, mediatrice di tutte le grazie, corredentrice insieme al suo Figlio Diletto, nostro Signore Gesù Cristo. Amen

(Un'anima orante)

* * *

14/06/194 Quaderni Cev

Sui Sacerdoti

«Prega, offri e soffri molto per i miei sacerdoti. Molto sale è divenuto insipido e le anime ne soffrono perdendo il sapore di Me e della mia Dottrina.

È qualche tempo che ti dico questo, ma tu non vuoi sentire questo. E non vuoi scrivere questo. Te ne ritrai. Capisco il perché. Ma altri prima di te ne hanno parlato, per mia ispirazione, ed erano dei santi. È inutile volersi chiudere occhi e orecchi per non vedere e non udire. La verità grida anche col silenzio. Grida coi fatti che sono la più forte delle parole.

Perché non ripeti più la preghiera di M. Maddalena de’ Pazzi? Un tempo la dicevi sempre. Perché non offri parte delle tue sofferenze quotidiane per tutto il Sacerdozio? Preghi e soffri per il mio Vicario. Va bene. Preghi e soffri per qualche consacrato o consacrata che ti si raccomandano o per i quali hai speciali doveri di riconoscenza. Va bene. Ma non basta. E per gli altri che fai? Hai messo una intenzione di sofferenza per il clero al mercoledì. Non basta. Occorre che tutti i giorni tu preghi per i miei sacerdoti e che tu offra parte delle tue sofferenze per questo. Non stancarti mai di pregare per loro che sono i maggiori responsabili della vita spirituale dei cattolici.
Se un laico basta faccia per dieci per non scandalizzare, i miei sacerdoti devono fare per cento, per mille. Dovrebbero essere simili al loro Maestro in purezza, carità, distacco dalle cose del mondo, umiltà, generosità. Invece lo stesso rilassamento di vita cristiana che è nei laici, è nei miei sacerdoti e in genere in tutte le persone consacrate da voti speciali. Ma di queste ne parlerò poi.

Ora parlo dei sacerdoti, di coloro che hanno l’onore sublime di perpetuare dall’altare il mio Sacrificio, di toccare Me, di ripetere il mio Vangelo.
Dovrebbero essere fiamme. Invece sono fumo. Fanno stancamente quello che devono fare. Non si amano tra di loro e non amano voi come pastori che devono essere pronti a dare tutti se stessi, anche sino al sacrificio della vita, per le loro pecorelle. Vengono al mio altare con il cuore colmo di sollecitudini della terra.

Mi consacrano con la mente altrove e neanche la mia Comunione accende nel loro spirito quella carità che deve essere viva in tutti ma che nei miei sacerdoti deve essere vivissima.

Quando Io penso ai diaconi, ai preti della Chiesa catacombale, e li paragono a questi di ora, sento un’infinita pietà per voi, turbe che rimanete senza o con troppo scarso cibo della mia Parola.

Quei diaconi, quei preti avevano contro tutta una società malevola, avevano contro il potere costituito. Quei diaconi, quei preti dovevano espletare il loro ministero tra mille difficoltà; il più incauto movimento li poteva far cadere in mano ai tiranni e condurre a morti di strazio. Eppure, quanta fedeltà, quanto amore, quanta castità, quanto eroismo in loro! Hanno cementato col loro sangue e il loro amore la Chiesa nascente e di ogni loro cuore hanno fatto un altare.

Ora splendono nella celeste Gerusalemme come altrettanti eterni altari sui quali Io, l’Agnello, mi riposo beandomi di loro, i miei intrepidi confessori, i puri che hanno saputo lavare le sozzure del paganesimo che li aveva saturati di sé per anni e anni prima della loro conversione alla Fede, e che spruzzava il suo fango su loro anche dopo la loro conversione, come un oceano di melma contro scogli incrollabili.

Nel mio Sangue si erano detersi ed erano venuti a Me con bianche stole su cui era per ornamento il loro sangue generoso e la loro carità veemente. Non avevano vesti esterne, né segni materiali della loro milizia sacerdotale. Ma erano Sacerdoti nell’animo.

Ora c’è l’esterno della veste, ma il loro cuore non è più mio.
Ho pietà di voi, greggi senza pastori. Per questo trattengo ancora i miei fulmini: perché ho pietà. So che molto di quello che siete proviene perché non siete sorretti.

Troppo pochi i veri sacerdoti che spezzano se stessi per prodigarsi ai loro figli! Mai come adesso è necessario pregare il Padrone della messe, perché mandi veri operai alla sua messe che cade sciupata perché non è sufficiente il numero dei veri instancabili operai, sui quali il mio occhio sì posa con benedizioni ed amore infiniti e grati.

Avessi potuto dire a tutti i miei Sacerdoti: “Venite, servi buoni e fedeli, entrate nel gaudio del vostro Signore!”. Prega per il clero secolare e per quello conventuale. Quel giorno che nel mondo non vi fossero più sacerdoti realmente sacerdotali, il mondo finirebbe in un orrore che parola non può descrivere. Sarebbe giunto il momento dell’”abbominio della desolazione”. Ma giunto con una violenza così spaventosa, da essere un inferno portato sulla terra.

Prega e di’ di pregare perché tutto il sale non divenga insipido in tutti meno che in Uno, nell’ultimo Martire che ci sarà per l’ultima Messa, perché sino all’estremo giorno la mia Chiesa militante sarà e il Sacrificio verrà compiuto.

Quanti più veri sacerdoti saranno nel mondo quando i tempi saranno compiuti e meno lungo e crudele sarà il tempo dell’Anticristo e le ultime convulsioni della razza umana. Perché “i giusti” di cui parlo quando predìco la fine del mondo, sono i veri sacerdoti, i veri consacrati nei conventi sparsi sulla terra, le anime vittime ignota schiera di martiri che solo il mio occhio conosce mentre il mondo non li vede, e coloro che agiscono con vera purezza di fede. Ma questi ultimi sono, anche a loro stessa insaputa, consacrati a vittime.»


* * *

GIUDIZIO DELLA CHIESA E ATTENDIBILITA' DELL'OPERA DI MARIA VALTORTA

LA POSIZIONE DELLA CHIESA SULL'OPERA DI MARIA VALTORTA

QUALE É IL GRADO DI ATTENDIBILITÀ DI MARIA VALTORTA ?

DOCUMENTI DELLA CHIESA SULL'OPERA DI MARIA VALTORTA

Domande fondamentali su Maria Valtorta

Valtorta, la scienza conferma la fede


La Cattedrale di Maria Valtorta: Quale valore per le rivelazioni private?
muntcarimell
Grazie veramente "anima orante". Ci unisce l'amore per l'Amore.
Fredrick69
"Dio ha costituito il sacerdozio che è lo strumento privilegiato di ogni azione!"
Avola, venerdì 24 Giugno 2011 – 21° anniversario dell’apparizione di Mammanelli
Messaggio privato di San Giovanni Evangelista

San Giovanni Evangelista.
Fratello mio! Ascoltami, perché Dio ha costituito il sacerdozio che è lo strumento privilegiato di ogni azione! Il sacerdozio trae origine e forza dal sacerdozio …Altro
"Dio ha costituito il sacerdozio che è lo strumento privilegiato di ogni azione!"
Avola, venerdì 24 Giugno 2011 – 21° anniversario dell’apparizione di Mammanelli
Messaggio privato di San Giovanni Evangelista

San Giovanni Evangelista.
Fratello mio! Ascoltami, perché Dio ha costituito il sacerdozio che è lo strumento privilegiato di ogni azione! Il sacerdozio trae origine e forza dal sacerdozio di Gesù Cristo, Sommo Sacerdote dell’universo.
Solo attraverso il sacerdozio di Gesù Cristo, unico mediatore tra Dio e gli uomini, l’umanità può tornare al Padre e nello Spirito Santo diviene il popolo di Dio, il popolo regale e sacerdotale.
Chi è il sacerdote sulla terra?
Il sacerdote, ministro che opera sulla terra, è il canale privilegiato attraverso il quale, il popolo di Dio viene costantemente riportato a Gesù Cristo e immerso nel Sacrificio Eucaristico! Il sacerdozio ministeriale, è il canale attraverso il quale, tutto il popolo entra nel sacerdozio di Cristo, fino ai tempi nuovi ed all'instaurazione definitiva del Regno, con la venuta gloriosa di Gesù.
Gesù ha portato il Regno di Dio sulla terra con la Sua prima venuta, ma esso non è ancora una realtà definitiva, Gesù verrà di nuovo con la Sua gloria.
Nella Sua seconda venuta e come già avvenne per la prima, sarà sulla terra a favore di tutto l'universo.
Allora il Regno di Dio si stabilirà definitivamente, poiché satana sarà cacciato fuori.
Il ministro di Dio ha il compito di introdurre il popolo nella Chiesa e nel sacerdozio di Cristo, così si forma il popolo sacerdotale. In questa prospettiva, la persona del sacerdote non è solo uno strumento ma diventa essa stessa, una realtà escatologica.
Egli è colui che entra pienamente nel sacerdozio di Cristo. Questa è la meta che tutto il popolo di Dio deve conoscere.
Il sacerdote deve sottomettersi pienamente a Cristo, così come Gesù si sottomise pienamente al Padre.
Il sacerdote è il ministro che conduce il popolo all'unico Pastore, se a Lui si sottomette, egli stesso sarà il sommo sacerdote di Gesù Cristo, a consegnare il popolo al Padre, sottomettendosi a sua volta. Allora sarà la nuova creazione, dopo la fine degli ultimi tempi.
Benedicendoti a nome di Gesù Cristo, sono San Giovanni Apostolo"

FONTE:Madonnadelpino.altervista.org
solosole
Tesoro inestimabile questi meravigliosi messaggi, grazie per il lavoro che svolge.
Fredrick69
"I vostri sacerdoti hanno bisogno di molte preghiere"
"Saranno dispersi proprio come i Miei apostoli"
"Ma in tutto questo tempo, dovrete rimanere fedeli a Me"

Avola, giovedì 28 Aprile 2011 - Messaggio privato del Signore Gesù
Giuseppe Auricchia: “28 Aprile 2011, giorno del mio compleanno. Sono in chiesa per la Santa Messa, dopo la Comunione vedo una luce meravigliosa, è Gesù e così mi dice:” …Altro
"I vostri sacerdoti hanno bisogno di molte preghiere"
"Saranno dispersi proprio come i Miei apostoli"
"Ma in tutto questo tempo, dovrete rimanere fedeli a Me"

Avola, giovedì 28 Aprile 2011 - Messaggio privato del Signore Gesù

Giuseppe Auricchia: “28 Aprile 2011, giorno del mio compleanno. Sono in chiesa per la Santa Messa, dopo la Comunione vedo una luce meravigliosa, è Gesù e così mi dice:”

“Figlio, oggi e sempre, i vostri sacerdoti hanno bisogno di molte preghiere e incoraggiamenti,
poiché in questo tempo satana li sta attaccando da ogni parte.

MOLTI SACERDOTI sono caduti in disgrazia a causa delle tentazioni di satana.

I sacerdoti, da parte loro, devono stare vicino a Me nella preghiera per continuare il loro ministero originario.
Ti dico che sta per arrivare, un tempo malvagio, dove i Miei figli sacerdoti saranno dispersi proprio come i Miei apostoli, che erano nel caos per la Mia crocifissione.

ALCUNI saranno perseguitati e dovranno ritirarsi in solitudine per salvare la fede, MA no NON TEMETE, FIGLI MIEI SACERDOTI, IO SONO LA FORZA e sarò con voi.

DOVETE CHIEDERE il Mio aiuto in questi tempi futuri, PERCHÉ IL VOSTRO CORPO e la VOSTRA ANIMA da soli non sopravvivranno.

Vi darò grazie per combattere questa battaglia spirituale, ma in tutto questo tempo, dovrete rimanere fedeli a Me e avere fiducia che, in breve, Io sconfiggerò satana, il vostro nemico. Benedicendoti, sono Gesù Cristo”.

fonte:Madonnadelpino.altervista.org