Padre A. Apollonio, Francescano dell'Immacolata, tuona contro Tonino Bello: "ha profanato la Madonna"!

Nel recentissimo numero di Civiltà Cattolica, 3 ott. 2009, anno 160, n. 3823, pp. 91-92 si recensiscono ben 4 volumi che presentano la figura di mons. Tonino Bello (1935-1993), Vescovo di Molfetta: due di questi libri parlano di lui, e negli altri due è lui che parla, essendone l’autore. Nella benevola seppur rapida recensione, s’accenna alla sua Mariologia e al fatto che nel 2007 è stato avviato il suo processo di beatificazione. Ora, senza voler entrare in merito alla sua personale santità, vorrei mettere in luce il carattere fuorviante, certamente non esemplare, della sua Mariologia.

La cosa appare contraddittoria: è mai possibile che un Vescovo possa essere ad un tempo Santo e non perfettamente ortodosso? Rispondo: ciò sarebbe eccezionalmente possibile solo laddove l’eterodossia s’annidi in una coscienza oscurata da ignoranza soggettivamente invincibile. E questo non è contraddittorio, benché sembri impossibile.

A ben guardare, però, non è nemmeno assolutamente impossibile: nulla è impossibile a Dio, nel bene e, nel male morale, nulla è impossibile all’insipienza umana. E di questa insipienza, nel periodo post conciliare ce n’è stata talmente tanta, da rimanere facilmente coinvolti in una sorta di tragico errore comune, definito da Benedetto XVI “ermeneutica della discontinuità”.

Di questa ermeneutica sbagliata sarebbe rimasto vittima inconsapevole, lo supponiamo, mons. T. Bello, la cui Mariologia potrebbe tutta riassumersi in questo principio di rottura: prima del concilio la Madonna era vista vicina a Cristo, nella luce della santità divina, ora invece la guardiamo alla luce di questo mondo segnato dal peccato.

Diamo un’occhiata solo ad alcune sue idee mariologiche. Da Maria donna dei nostri giorni(supplemento di Jesus, ed. San Paolo, maggio 1993), leggiamo le seguenti affermazioni, che mons. T. Bello era solito ripetere ai giovani, con il suo pathos travolgente:

«Anche Maria ha sperimentato quella stagione splendida dell’esistenza, fatta di stupori e di lacrime, di trasalimenti e di dubbi, di tenerezza e di trepidazione, in cui, come in una coppa di cristallo, sembrano distillarsi tutti i profumi dell’universo. Ha sperimentato pure lei la gioia degli incontri, l’attesa delle feste, gli slanci dell’amicizia, l’ebbrezza della danza, le innocenti lusinghe per un complimento, la felicità per un abito nuovo» (p. 21).

«Una sera, un ragazzo di nome Giuseppe prese il coraggio a due mani e le dichiarò: “Maria, ti amo”. E lei rispose veloce come un brivido: “Anch’io”… Le compagne… non riuscivano a spiegarsi come facesse a comporre i suoi rapimenti in Dio e la sua passione per una creatura… Poi la sera rimanevano stupite quando, raccontandosi a vicenda le loro pene d’amore sotto il plenilunio, la sentivano parlare del suo fidanzato con le cadenze del Cantico dei Cantici…» (p. 22).

«Santa Maria, donna innamorata.., facci capire che l’amore è sempre santo, perché le sue vampe partono dall’unico incendio di Dio» (p. 23).

Commento. L’errore di fondo è quello della svolta antropologica in Mariologia, che per mons. T. Bello significa pensare all’adolescenza di Maria secondo il cliché dell’innamoramento giovanile, così come avviene di fatto nella maggior parte dei ragazzi, senza la minima considerazione del deleterio apporto derivante dalla concupiscenza, che tutto intorbidisce in noi, ma che era del tutto assente in Lei. Quali dubbi di fede poteva mai avere «Colei che non dubitò, ma credette» (SANT’AMBROGIO, Comm. a Lc, 1; cf. SAN Pio X, Ad diem illum)? Quali trasalimenti, quale ebbrezza della danza, quali lusinghe, quali passioni poteva avere la Tuttasanta (Padri), “l’umile serva del Signore” (cf. Lc 1), che «non conosceva uomo» (cf. Lc 1), perché non voleva conoscerlo, per il suo voto di perpetua verginità ispiratole da Dio sin dalla giovinezza (Duns Scoto, San Tommaso, Giovanni Paolo II)? Quale esperienza poteva avere l’Immacolata di tutte queste cose macchiate dalla concupiscenza, in noi, e che non potevano trovarsi in Lei, immune da ogni disordine derivante dal peccato originale? Sembra che mons.

T. Bello non distingua abbastanza – contro tutta la tradizione patristica e contro il costante magistero della Chiesa – l’amore verginale e santo dell’Immacolata verso san Giuseppe, dall’amore concupiscente delle creature macchiate dalle conseguenze del peccato originale. Dire, poi, soprattutto in questo contesto d’innamoramenti giovanili, che «l’amore è sempre santo», suona proprio un’eresia, perché anche l’impurità è un amore, «l’amor di sé fino al disprezzo di Dio» (sant’Agostino). Proporre ai giovani una spiritualità del genere, significa divinizzare i loro turbamenti giovanili e spianare la strada per lo sfrenamento della loro lussuria, che è anche un genere di amore. L’Autore usa costantemente un linguaggio ambiguo. Parla di esperienze affettive e sentimentali, che normalmente nei giovani sono – a dir poco – il preludio della passione, impura, attribuendole alla Madonna che è la purissima sempre vergine. E la mistica della sensualità giovanile, di cui la Madonna viene ad essere, più che il modello, la “modella”. Roba da telenovela, una profanazione!

Continua ancora su questa falsa riga il Vescovo di Molfetta:

«Maria, comunque, doveva essere bellissima. Non parlo solo della sua anima… Parlo, anche, del suo corpo di donna» (p. 108). «Vogliamo immaginarla adolescente, mentre nei meriggi d’estate risale dalla spiaggia, in bermuda, bruna di sole e di bellezza» (p. 116).

Proporre la Madonna in questi termini, sopratutto ai giovani, significa ignorare che sono già sazi e nauseati di estetica, di corpi, di bermuda, di spiagge, di abbronzature… Hanno sete di Dio, non di queste cose, che gli escono ormai dagli occhi e dagli orecchi. Il mondo li bombarda continuamente con questa “spazzatura” (san Paolo). Non occorre che ci si metta pure un Vescovo. Proporre la Madonna in questi termini sembra l’istigazione ad un’ immaginazione pervertita, che tutto comprende sub specie libidinis, anche ciò che di più puro e più santo vi è in assoluto. Chi mai si consacrerebbe a Dio, nella totale verginità di corpo e spirito, se anche Maria, il paradigma della santità, trascinasse verbo le vanità di questo mondo?

Bisognerebbe dire ancora molte cose, ma non è questo il luogo né il momento adatto. Bastino queste “chicche” per comprendere la gravità della situazione. Se la dottrina di un Vescovo dovrebbe esser per sé ineccepibile, essendo “maestro della fede”, la dottrina di un Vescovo canonizzato dovrebbe esserlo doppiamente, visto che la Chiesa lo addita universalmente come modello esemplare da seguire. Proprio quest’ortodossia esemplare manca, a nostro avviso, al Nostro. Da qui la domanda: ammesso che don Tonino (così si faceva chiamare anche da Vescovo) sia davvero già nella gloria dei Santi in Paradiso, a che giova inserirlo anche nella gloria del Bernini sulla terra?

Padre Alessandro Apollonio, FI


Testo tratto da: Immaculata Mediatrix, IX (3 – 2009), pp. 296-298.
signummagnum
@Gandalfhewhite
Il pensiero di don Tonino Bello e l’incapacità di capire che la più grande povertà è non conoscere e amare Cristo; Del resto a me basta leggere della "Madonna in bermuda" (Dio mi perrdoni se oso ripetere queste cose...) per riconoscere senza remore la sua problematicità e per tenere le anime lontane da simili figure contoverse! Ricordi: "Bonum ex integra causa malum ex quocumque …Altro
@Gandalfhewhite

Il pensiero di don Tonino Bello e l’incapacità di capire che la più grande povertà è non conoscere e amare Cristo; Del resto a me basta leggere della "Madonna in bermuda" (Dio mi perrdoni se oso ripetere queste cose...) per riconoscere senza remore la sua problematicità e per tenere le anime lontane da simili figure contoverse! Ricordi: "Bonum ex integra causa malum ex quocumque defectu" (San Tommaso d'Aquino).
Gandalfhewhite
@signummagnum ma ci sei o ci fai? la confusione la stai gettando tu scretitando un Vescovo, un Successore degli Apostoli, la cui reputazione conta ben più di un fratuncolo semisconosciuto che si erge con tanta superficialità a novello Savonarola. STO ANCORA ASPETTANDO che mi si dica IN CHE COSA Mons Bello "difetta in modo grave" sul piano dottrinale. Mi basta un suo testo contrario alla SANA DOTTRINA …Altro
@signummagnum ma ci sei o ci fai? la confusione la stai gettando tu scretitando un Vescovo, un Successore degli Apostoli, la cui reputazione conta ben più di un fratuncolo semisconosciuto che si erge con tanta superficialità a novello Savonarola. STO ANCORA ASPETTANDO che mi si dica IN CHE COSA Mons Bello "difetta in modo grave" sul piano dottrinale. Mi basta un suo testo contrario alla SANA DOTTRINA e sono pronto a ricredermi. Ma evidentemente questo testo non esiste. Io ti ho mostrato la debolezza della mariologia di Apollonio con argomenti che ognuno può approfondire e verificare (anzi, ora non più perché hai vigliaccamente cancellato il mio commento...), non con accuse generiche. Tu, invece, continui ad accusare di eresia un Vescovo che a mio modesto parere è stato un vero profeta della Chiesa cattolica, sempre in perfetta sintonia con il Magistero ecclesiale, ma capace di richiamare alcuni valori evangelici oggi assai trascurati nelle Chiese occidentali. Visto che porti un nickname che evoca una stupenda esortazione del beato Paolo VI, faresti meglio ad andare a leggerti la Popolorum progressio, una profezia sublime e inascoltata, che anticipa gran parte dei temi cari a Mons. Bello... ATTENTO! ATTENTO a screditare e disprezzare un profeta di Dio, perché chi disprezza un profeta DIPREZZA DIO STESSO!
signummagnum
@Gandalfhewhite Si l'ho cancellato io. Assolutamente niente di personale, ma per quanto riguarda lo spazio a mia disposizione, ritengo in coscienza di dover evitare ogni cosa che possa ingenerare negli altri perplessità, dubbi, equivoci e quant'altro. A volte la discussione è fruttusa, altre volte ritengo che convenga semplicemente tagliare corto: lei ha difeso una personalità gravemente ambigua …Altro
@Gandalfhewhite Si l'ho cancellato io. Assolutamente niente di personale, ma per quanto riguarda lo spazio a mia disposizione, ritengo in coscienza di dover evitare ogni cosa che possa ingenerare negli altri perplessità, dubbi, equivoci e quant'altro. A volte la discussione è fruttusa, altre volte ritengo che convenga semplicemente tagliare corto: lei ha difeso una personalità gravemente ambigua e tacciato di eresia una colonna della difesa della Fede cattolica e della devozione mariana di questi tempi, un Dottore in Mariologia del calibro del padre Alessandro Apollonio; non le sembra che ci sia già troppa confusione in giro e già troppi cattivi maestri per infoltirne la lista portando confusione tra le anime semplici che hanno il diritto di ricevere la sana dottrina e l'esempio di vita santa? Mons. Bello difetta in modo grave sulla prima qualità per cui commenti in difesa di un simile destrutturatore della formazione clericale (nei seminari italaini guai a toccarlo...) non li accolgo volentieri... Non me ne voglia ma certe misure di protezione le ritengo necessarie. Buona serata
Gandalfhewhite
signummagnum hai cancellato tu il mio post in difesa di mons. Bello e contro le accuse di fra Apollonio? non hai il coraggio di entrare in merito alle questioni che ho sollevato? E ora posti un testo che è esattamente la conferma di quanto dicevo io sulla differenza tra il "dubbio della fede", che in Maria era assente, e il "dubbio interrogativo" che era presente, come risulta chiaramente dai …Altro
signummagnum hai cancellato tu il mio post in difesa di mons. Bello e contro le accuse di fra Apollonio? non hai il coraggio di entrare in merito alle questioni che ho sollevato? E ora posti un testo che è esattamente la conferma di quanto dicevo io sulla differenza tra il "dubbio della fede", che in Maria era assente, e il "dubbio interrogativo" che era presente, come risulta chiaramente dai vangeli... Che tristezza che mi fanno taluni che vogliono farsi passare per paladini della verità e della tradizione e che poi non sanno fare altro che censurare gli avversari... Ora cancella anche questo, visto che è più facile piuttosto che rispondere con argomenti validi... che tristezza... Spero cancellerai l'intero post. Dio abbia misericordia di te
signummagnum
Sin dal momento dell’Annunciazione da parte di Gabriele, la risposta di Maria ha rappresentato l’apice dell’assenso cristiano dell’intelletto e della volontà nell’obbedienza di fede: "Eccomi, sono la serva del Signore; avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1, 38). Tale è l’importanza del testamento di fede di Maria che Sant’Agostino afferma: "Maria è più benedetta per il suo modo di accogliere …Altro
Sin dal momento dell’Annunciazione da parte di Gabriele, la risposta di Maria ha rappresentato l’apice dell’assenso cristiano dell’intelletto e della volontà nell’obbedienza di fede: "Eccomi, sono la serva del Signore; avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1, 38). Tale è l’importanza del testamento di fede di Maria che Sant’Agostino afferma: "Maria è più benedetta per il suo modo di accogliere la fede di Cristo che per averne concepito la carne" (Sermo 72/A.7). Nella sua qualità di nuova Eva, Maria capovolge l’insolenza di Eva (e di Adamo). Sant’Ireneo di Lione scrive: "Il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione con l’obbedienza di Maria; ciò che la vergine Eva legò con la sua incredulità, la Vergine Maria sciolse con la fede" (Adversus Haereses, 3.22.4; cf. Lumen gentium 56). È in Maria che noi, "poveri figli esiliati di Eva", troviamo il modello della fede in Cristo; è da Maria che imploriamo intercessione e protezione dalla negazione e dal dubbio nella fede, affinché "siamo fatti degni delle promesse del Cristo". A Cana di Galilea Ella non si ferma a verificare dopo aver parlato a Gesù del problema ("non hannp più vino"). Al contrario, si rivolge direttamente ai servi e dice loro: "Fate quello che vi dirà" (Gv 2, 1-11; cf. LG 58). In altre parole, la sua fede assoluta non conosce esitazioni: una volta espressa la richiesta, la beneficienza del Figlio è assicurata per i loro ospiti di Cana. Questa è la fede della Chiesa che ci gloriamo di professare! Così i veri figli di Maria la onorano e onorano la sua fede senza cedimenti!
signummagnum
@ricgiu Bellissime riflessioni. Grazie
ricgiu
✍️ La versione "don Tonino" della Madonna , come si rileva dai brani letti è un tentativo di avvicinare i giovani alla sacralità della Mariologia tradizionale. Non accettabile da un esponente del Magistero della Chiesa.
Dapprima ho quasi avvertito un tenero compiacimento nella descrizione dell’intimo sentire di una ragazzina alle soglie della stagione dell’amore, del timido approccio di Giuseppe …Altro
✍️ La versione "don Tonino" della Madonna , come si rileva dai brani letti è un tentativo di avvicinare i giovani alla sacralità della Mariologia tradizionale. Non accettabile da un esponente del Magistero della Chiesa.
Dapprima ho quasi avvertito un tenero compiacimento nella descrizione dell’intimo sentire di una ragazzina alle soglie della stagione dell’amore, del timido approccio di Giuseppe, della valutazione dell’amore terreno come originato dall’ “unico incendio di Dio”. Ma poi mi sono dovuto ricredere e dar ragione al giudizio di padre Apollonio per il quale l’interpretazione di don Tonino sarebbe “possibile solo laddove l’eterodossia s’annidi in una coscienza oscurata da ignoranza soggettivamente invincibile”.
Infatti tale distorta visione, non è accettabile da un Vescovo che deraglia pericolosamente dall’impostazione del Magistero e a cui è assegnato il controllo della Fede. Infatti don Tonino mostra di non avere alcuna idea del Mistero Cristiano e dell’insegnamento del Magistero sulla concupiscenza, realtà terrena.
A questo punto ricordo di avere letto un articolo, che accennava agli atteggiamenti mondani dei veggenti di Medjugorie e che riportava una considerazione di Bernadette. Costei, interrogata sull’impegnativa scelta di entrare in convento affermava in sostanza che, dopo l’esperienza del Trascendente, nessuna altra esperienza umana mai avrebbe occupato i sogni dell’ essere umano. La considerazione di Bernadette ancora adesso mi emoziona profondamente e avvicina il mio cuore a solo immaginare quale possa essere l’avventura che ci attende e a cui siamo chiamati alla fine della nostra esperienza terrena se solo crediamo ed ubbidiamo alla Parola.
Giosuè
Niente di tutto quanto è scritto nel Vangelo concorda con quanto scrisse don Tonino su Maria. La tutta pura, l'Immacolata e Santa. Lei che all'angelo disse di Giuseppe: "non conosco uomo". Con la scusa della poesia si è data un'immagine fuorviante su Maria.