Vescovo di Curia: "I peccati accertati del clero devono essere resi pubblici".

Dopo il Concilio Vaticano II, c'è stato disordine nella disciplina, nei seminari e nelle università pontificie, ha dichiarato al Corriere.it il Vescovo Sergio Pagano, 75 anni, che è andato recentemente in pensione come prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano:

"C'è una crisi dottrinale sempre più profonda" e "una confusione evidente".

Il Vescovo Pagano vede "un disorientamento dei fedeli e una certa [!] decadenza del pensiero teologico".

"La stessa cura pastorale si riduce alla carità per amore della carità, senza l'ispirazione verticale della Fede".

Il Vescovo Pagano è stato rimproverato per la pubblicazione di documenti sensibili da coloro "che credono che i vizi e i difetti degli uomini di Chiesa debbano essere taciuti".

Ma: "I peccati non devono essere commessi, ma una volta verificati e documentati, devono essere resi pubblici, contestualizzandoli nella storia".

Immagine: Sergio Pagano © wikicommons CC BY-SA, Traduzione AI

Francesco I
@Diodoro
Ha ragione, ma occorre una precisazione: questo è valido solo per coloro che si pentono per i quali interviene pure il segreto confessionale.
Per i pubblici peccatori impenitenti, specie se appartenenti al clero, è cosa buona e giusta che siano esposti al pubblico ludibrio!
Diodoro
Si dice il peccato (se è necessario dirlo) - Non il peccatore