Storia della musica sacra - 1) La musica protocristiana del Nuovo Testamento. 2) I primi secoli …

lasacramusica.blogspot.com/…/storia-della-mu… 1) Abraham Zevi Idelsohn l Nuovo Testamento ha pochi riferimenti diretti alle forme musicali del cristianesimo primitivo; ma è ricco di citazione dai …Altro
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1)
Abraham Zevi Idelsohn
l Nuovo Testamento ha pochi riferimenti diretti alle forme musicali del cristianesimo primitivo; ma è ricco di citazione dai salmi e contiene numerosi inni, dossologie, cantici, i cui testi seguono gli stilemi della poesia ebraica (e abbiamo visto in un altro articolo come la poesia religiosa ebraica fosse sempre cantata o cantillata).
Certamente anche i cristiani delle origini intonavano lo loro preghiere cantando. San Paolo stesso esortava al canto delle orazioni:
«La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente;
ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza,
cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali
» (Lettera ai Colossesi 3,16-17) Si ritiene generalmente che nei primi decenni le riunioni di culto seguissero le forme della sinagoga, e questo, insieme al dato testuale, induce a ritenere che anche musicalmente liturgia ebraica e protocristiana fossero assai vicine. In particolare …Altro
alda luisa corsini condivide questo
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Marziale
"Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,
perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; "
Francesco I
Non dobbiamo dimenticare che sino al XI secolo dopo Cristo non vi era nessuna possibilità di "scrivere" la musica. Questa invenzione la dobbiamo a Guido d'Arezzo nato nel 990 e morto dopo il 1033. Egli insegnava i canti gregoriani ai monaci dell'abbazia di Pomposa e poi della cattedrale di Arezzo. È qui che ha modo di sperimentare il suo nuovo metodo di insegnamento e gettare le basi per la musica …Altro
Non dobbiamo dimenticare che sino al XI secolo dopo Cristo non vi era nessuna possibilità di "scrivere" la musica. Questa invenzione la dobbiamo a Guido d'Arezzo nato nel 990 e morto dopo il 1033. Egli insegnava i canti gregoriani ai monaci dell'abbazia di Pomposa e poi della cattedrale di Arezzo. È qui che ha modo di sperimentare il suo nuovo metodo di insegnamento e gettare le basi per la musica scritta che conosciamo oggi, a partire dai nomi delle note: per denotare i suoni, Guido usava le prime sillabe dei versi dell'inno a San Giovanni Battista di Paolo Diacono, e cioè “Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si” (L'Ut viene sostituito con il Do qualche secolo dopo da Giovanni Battista Doni). Oltre a questo, introduce l'uso del tetragramma, diretto precursore del nostro pentagramma, quattro linee per indicare l'altezza delle note a seconda del loro posizionamento, in modo, ovviamente, più preciso rispetto al rigo unico.

Dunque anche la modalità di scrivere la musica è una invenzione tipicamente italiana e cristiana.
Stat Crux
Senza contare (si può verificare facilmente mettendo a confronto le ballate popolari) lo slancio impressionante che ha avuto la musica quando, nel periodo barocco, soprattutto, si è messa a celebrare le glorie del Cielo (Bach, Vivaldi etc.)