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Travestite di Francesco: "Vai e continua a peccare"

Anche le prostitute travestite di Torvaianica, Roma, “sentono di essere la Chiesa,” scrive con gioia il portale di Francesco FaroDiRoma.it (21 agosto).

Sono soprattutto uomini sudamericani che il coronavirus ha lasciato "senza clienti e senza speranza", ma don Andrea Conocchia, 49, della parrocchia locale della Immacolata Vergine Maria, li aiuta, perché il coronavirus impedisce loro di "lavorare", spiega l'articolo.

Si definisce l'Immacolata Vergine "protettrice delle prostitute travestite". Per FaroDiRoma, le prostitute che "non sono mai in grado di" mettere piede in una chiesa, sono "stigmatizzate" dal sesto comandamento e da una tradizione di pregiudizi, desiderosi di riconoscimento fino alle lacrime.

L'elemosiniere di Francesco, il cardinale Krajewski, ha inviato loro del denaro, perché per il Vaticano promuovere la prostituzione è "carità".

“Ringrazio il Signore che ha mandato Papa Francesco a cambiare la Chiesa [non i peccatori]," scrive l'articolo, citando un travestito. Don Conocchia dice di lavorare "senza pregiudizio, men che meno giudicando". L'articolo commenta: "Sembra che il Papa stesso lo benedica."

Quando Cristo ha incontrato l'adultera, le ha detto: "Io non ti condanno. Vai per la tua strada, ma d'ora in poi smetti di peccare.”

#newsIoauyqljkv

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giandreoli
Leggo nel Vangelo di s. Giovanni che Gesù ha detto alla donna adultera: “Neppure io ti condanno. Va’ e non peccare più!”. (Gv 8,11). Leggo invece in un Documento dei Vescovi dell’Emilia Romagna (ma non di loro soli) che, pur suggerendo ai divorziati risposati o conviventi di astenersi dagli atti che chiamano impropriamente “coniugali” (chissà perché non li chiamano per quello che sono: adulterini …Altro
Leggo nel Vangelo di s. Giovanni che Gesù ha detto alla donna adultera: “Neppure io ti condanno. Va’ e non peccare più!”. (Gv 8,11). Leggo invece in un Documento dei Vescovi dell’Emilia Romagna (ma non di loro soli) che, pur suggerendo ai divorziati risposati o conviventi di astenersi dagli atti che chiamano impropriamente “coniugali” (chissà perché non li chiamano per quello che sono: adulterini), tuttavia, “questa scelta non è considerata l'unica possibile, in quanto la nuova unione e quindi anche il bene dei figli potrebbero essere messi a rischio in mancanza degli atti coniugali.” (31.01.2018 n. 9). Possono dunque continuare a convivere “more uxorio” e addirittura accostarsi ugualmente all’Eucaristia, sia “per la propria santificazione” (!) come “per assicurare l’educazione cristiana dei figli” (!). Sbalordito! Là dove Gesù raccomanda con chiarezza all’adultera: “non farlo più!”, i Vescovi lo contraddicono dicendo: “puoi farlo ancora!” A chi obbedire? Ciascuno ne tragga le conseguenze!!!
Francesco I
Il cardinale Tagle (papa prossimo venturo) certamente approverà: