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La lettera “Beatus Andreas” di papa Benedetto XIV.

Offriamo ai Lettori la traduzione italiana di un testo fondamentale nello studio di quel tema delicatissimo che è l’omicidio rituale ebraico: la Beatus Andreas di Benedetto XIV. La lettera fu scritta dal dottissimo Papa Lambertini a monsignor Benedetto Veterani avvocato concistoriale e promotore della fede in merito alla occorrenza di canonizzare i bambini uccisi in odio alla fede prima dell’uso di ragione. Il testo è una riflessione del Pontefice sul martiri di questi fanciulli e sul culto a loro offerto. Fra i casi presi in esame sono quello di Simone di Trento, di Andrea di Rinn (la cui causa ha dato origine alla presente lettera) e altri episodi di infanti uccisi da Ebrei. Stabilendo una serrata analisi teologica sul martirio dei fanciulli e sulle regole dei processi di canonizzazione a loro riguardo, Il Pontefice ammette la realtà del loro omicidio perpetrato da Giudei in odio a Gesù Cristo.

PAPA BENEDETTO XIV
al suo diletto figlio Benedetto Veterani, Avvocato della Sacra Aula Concistoriale e Promotore della Fede

Il Beato Andrea del pago, o villaggio, di Rinn, Diocesi di Bressanone, che non aveva per anche compito il terzo anno della sua età fu nel 1462 barbaramente trucidato dagli Ebrei in odio della Fede di Cristo. Poco dopo il martirio incominciò il culto pubblico, essendo state nell’anno 1475 poste le di lui ossa sopra terra nel muro del la chiesa del detto luogo dedicata a Dio in onore S. Andrea Apostolo ed essendo, unitamente colla fama dei miracoli, sempre più cresciuta la divozione del popolo ed inoltre essendosi mai sempre continuati verso le di lui Reliquie gli atti non interrotti di pubblico culto, colla scienza, ed approvati degli Ordinari.

Tutto ciò diede negli anni impulso al Venerabile Fratello, il Vescovo di Bressanone, ed al Diletto Figlio il Padre Abbate del Monastero Viltinense dell’Ordine Premonstratense, e ad altri degni Ecclesiastici di supplicare la Santa Sede per la concessione della Messa propria e dell’Officio colle Lezioni proprie da recitarsi in di lui onore nel giorno 12 di Luglio, giorno della morte, dal Clero Secolare e Regolare dell’uno e l’altro sesso della Città e Diocesi di Bressanone; ed a questo istanza fu da Noi risposto il giorno 27 di Settembre 1751 che prima d’ogni altra cosa li facesse dall’Ordinario il Processo sopra la fama del martirio e dei miracoli e sopra il culto immemorabile, dovendo questo essere il preliminare alla concessione dell’Officio e della Mella propria.

2. Non piacque questa risposta ed essendoci stato rappresentato che per eseguire quanto in essa veniva prescritto sarebbe stato d uopo impiegarvi molto tempo, gran fatica e spesa, dovendosi fare in Bressanone due Processi coll’autorità Ordinaria; che da Noi stessi nella nostra Opera de Canonizatione Sanctorum al lib. 4, part. 2, cap. 5 venivano riferiti vari esempi di concessioni d’Offici e Messe proprie in onore di qualche Beato, in sequela di quanto d’esso avevano scritto Autori gravi, in sequela del notorio pubblico culto senza che sia preceduto verun processo fatto dall’Ordinario sopra la fama delle virtù o del martirio o dei miracoli o del culto antico ed immemorabile; richiedendosi questo Processo quando oltre la concessione dell’Officio e della Messa si pensa di proseguire la Causa e portarla alla formale Canonizzazione, ma quando ottenuto l’Officio e la Messa non pensavasi a formale Canonizzazione, ma l’intenzione era di contentarsi dell’ottenuto; ci disponemmo a lasciare la strada da Noi prescritta ed a battere la nuova che Noi stessi avevamo aperta e corroborata con molti e molti esempi nell’allegato cap. 5.

3. Non ci era ignoto il nome di questo Beato Andrea né ci era ignoto il di lui martirio, avendo letto quanto ne scrivono i celebri Bollandisti nel tom. 3 del mese di Luglio al giorno 12, ed avendone ancor Noi fatta menzione nella citata nostra Opera de Canonizatione Sanctorum al lib. 3, cap. 15, n. 6.

Ma prima d’aderire all’istanza propostaci, ci convenne il vedere la Storia manoscritta di questo Martire composta da Ippolito Guarinonio in lingua Tedesca e tradotta in lingua Latina dal Padre Norberto Abbate Viltinense; il vedere gli Atti del Martirio e del culo pubblico con molta fatica ed erudizione radunati e dati alle stampe l’anno 1745 dal Padre Adriano Kembrer; la Dissertazione Apologetica sopra il martirio del Beato Simone da Trento stampata in Trento l’anno 1747 ove al cap. 5 si discorre a lungo del martirio e del culto del Beato Andrea, Dissertazione che benché stampata senza nome per umiltà dell’erudito Autore, si sa però esser Opera del Padre Benedetto da Cavalesio come attesta il celebre Flaminio Cornaro Senator Veneto nella sua bell’Opera de Cultu S. Simonis Pueri Tridentini Martyris alla pag. 4, ove non lascia di dare le dovute lodi al sopraddetto degno Religioso.

4. Di più essendosi avuta notizia che v’era un antico Processo fatto coll’autorità Ordinaria sopra il culto di questo Beato Andrea, ne facemmo venire la copia autentica; e per avere le prove almeno estragiudiziale della continuazione del predetto pubblico culto, ce ne furono trasmesse attestazioni. E dopo aver tutto maturamente considerato pel canale della Congregazione dei Riti, ad istanza del Venerabile Fratello, il Vescovo di Bressanone, dei Diletti Figli il Procuratore Generale dell’Ordine Premonstratense e l’Abbate del Monantero Viltinense, facemmo il giorno 15 di Dicembre 1753 la concessione della Messa propria e dell’Officio colle Lezioni proprie, da recitarsi dal Clero Secolare e Regolare dell’uno e l’altro sesso della Città e Diocesi di Bressanone sotto rito doppio; non avendo mancato di far prima esaminare la Messa propria e le Lezioni proprie e di conferir tutto col Diletto Figlio Lodovico Valenti allora Promotore della Fede ed oggi Assessore del S. Officio. E da istanza pure del sopradetto Vescovo di Bressanone e degli altri sopradetti nel giorno 14 di Gennajo 1754 concedemmo l’Indulgenza plenaria a chi confessato e comunicato avesse divotamente nel giorno 12 di Luglio di ciaschedun anno visitata la Chiesa Rinnense in cui sono le Reliquie del Beato Andrea.

5. Tutto ciò facemmo, avendo avuto avanti gli occhi l’esempio del nostro Predecessore Sisto V. Fu nell’anno 1475 barbaramente trucidato dagli Ebrei in odio della Fede di Cristo il Beato Simone fanciullo di Trento, che non avea compito il terzo anno della sua età. Da quel barbaro fatto derivarono tanti e così gravi disordini e furono tali e tanti gli artificj usati dagli Ebrei per sottrarsi alle dovute pene e liberarsi dal giusto odio concepito contra di loro dai Cristiani, che il Pontefice Sisto IV non poté esentarsi dal mettervi le mani proibendo il culto pubblico che esibivasi al Beato Simone, fintantoché si fosse posto in chiaro ch’esso era stato trucidato dagli Ebrei per odio della Fede di Cristo. Il Breve di Sisto IV è da Noi riferito nella nostra Opera de Canonizatione Sanctorum al lib. 1, c. 14, n. 4.

Ed essendosi dipoi posto il tutto in chiaro, ed essendosi colle prove alla mano fatta vedere unitamente colla morte la causa della morte, e che gli uccisori erano stati gli Ebrei, come risulta dal Processo che ancor oggi si conserva nell’Archivio Segreto di Caltel S. Angelo, come abbiamo accennato nella nostra Opera de Canonizatione al lib 3 cap 15 num 6, fu dal Pontefice Sisto V l’anno 1588 spedito un Breve di concessione dell’Officio e Messa propria da potersi recitare e celebrare nella Città e Diocesi di Trento nel tal giorno determinato in onore del Beato Simone coll’aggiunta dell’Indulgenza plenaria a quelli che confessati e comunicati avessero nel giorno della di lui Festa visitata la Chiesa in cui si ritrovano le sue Reliquie. Il Breve del Pontefice Sisto V è stampato nella Dissertazione Apologetica sopra il martirio del Beato Simone, della stampa di Trento del 1747 pag. 207. ove non lascia l’erudito Autore di refutare le obbiezioni fatte dal Wagenfeilio e dal Basnagio contro il martirio dell’innocente Fanciullo; il che con uguale energia ed erudizione si adempie da Cornaro Veneto Senatore nella sua Opera de cultu S. Simonis Pueri Tridentini ristampata in Venezia l’anno 1743.

E fra le concessioni da Noi fatte pel culto del B. Andrea e le concessioni fatte dai nostri Predecessori pel culto del B. Simone non v’è altra differenza se non che per ordine del Pontefice Gregorio XIII fu posto il nome del Beato Simone nel Martirologio Romano come da Noi è stato anche riferito nel nostro lib. 1 de Canonizatione cap. 14, num. 4, ma ciò da Noi non è staro fatto in ordine al Beato Andrea per mantenere i decreti di non inserire nel Martirologio che i nomi dei Canonizzati, escludendo i Beatificati o con Beatificazione formale o con Beatificazione equipollente, come può vedersi nel nostro lib. 4 de Canonizatione part. 2, cap. 18, nu. 6.

6. Se i divoti si fossero contentati, come avevano detto della concessione dell’Officio e della Messa propria e non si fossero dipoi avanzati a passi ulteriori e a incamminare la Causa alla formale Canonizzazione, avressimo risparmiata a Noi la fatica di dettar questa Lettera ed a Lei il tedio di leggerla e di considerarla; ma avendo indirizzati i nuovi pensieri alla formale Canonizzazione ed avendo impetrate dai maggiori Principi del Cristianesimo premurose istanze pel loro intento, ci siamo ritrovati nella necessità, acciò il tutto vada a dovere, d’esprimere in questa Lettera i nostri sentimenti sopra la nuova istanza.

7. Noi non facciamo veruna querela che dopo aver ottenuto da Noi nella maniera di sopra riferita la concessione dell’Officio e della Messa, coll’aver espressa la loro idea di non passare più oltre, si siano poi mutati d’opinione, riferendo Noi ben volentieri questo passo a nuovo impulso di divozione.
[…]

8. Ciò a Noi reca sollecitudine è che la causa del Beato Andrea, fanciullo ucciso dagli Ebrei per odio della Fede, è la prima che dopo la riserva delle cause di Canonizzazione alla Santa Sede, si pretende d’introdurre non già per ottenere la permissione del pubblico Culto ristretto ad una Diocesi, o la Beatificazione formale o equipollente, ma per ottenere un pubblico culto precettato ed esteso alla Chiesa universale mediante un espressa formale Canonizzazione. Noi di ciò abbiamo trattato nel nostro lib. 1, cap. 14, numer. 5 e nel lib. 3, cap. 15, num. 6, ed abbiamo avvertito che succedendo il caso era necessario aprire gli occhi, trattandosi di cosa nuova né mai praticata dalla Santa Sede dopo la riserva ad essa fatta delle cause di Canonizzazione, come di sopra si è detto.

E quello per appunto è quello che ci ha mosso a scrivere a lei la presente Lettera, sembrandoci conveniente che prima di ogni altra cosa si tratti nella Congregazione de Riti il punto se debba darsi corso alla causa del Beato Andrea, che Postulatori pretendono di portare alla formale Canonizzazione, non essendo del dovere che si lasci introdurre la causa, si lascino formare i Processi sopra i segni e miracoli e forse anche si approvi tutto, ed in ultimo si risponda non esser luogo alla formale Canonizzazione, non essendovi esempio di simile Canonizzazione, cioè Canonizzazione d’un Fanciullo ucciso per odio della Fede. Ed inteso il parere della Congregazione, non lasceremo di raccomandarci a Dio per essere illuminati prima di fare il Decreto sopra il quesito.

9. Ed io tanto per rendere più agevole l’esame crediamo opportuno il riassumere brevemente in questa Lettera quanto insegnano i Teologi in ordine Fanciulli, ai quali in odio di Cristo è levata la vita, e raccorre dai sacri monumenti della Chiesa le memorie che riguardano i predetti Fanciulli ed il culto concesso ad essi parendoci che tutto ciò possa influire per un adeguata risoluzione sopra la proposta dei Postulatori del Beato Fanciullo Andrea Rinnense che dal culto dell’Officio e Messa, accordato come si è veduto per un luogo determinato, e che non è che una equipollente Beatificazione, vorrebbero passare più avanti ed impetrare una formale Canonizzazione.

10. Camminando con questo metodo diremo che venerando la Chiesa come martiri gl’Infanti di Betlemme ciò ha dato un giusto fondamento ai Teologi di sostenere che Martiri sono ancora certi quegli altri Fanciulli ai quali è data la morte in odio della Fede di Cristo.
[…]
12. Ai Fanciulli, i nomi de quali fono descritti come abbiamo veduto nel Martirologio Romano e che Sono posti nel numero dei Martiri, succedono gli altri le Reliquie dei quali, colle divise del Martirio, che è lo stesso che dire col vaso di sangue si sono ritrovate nei Cimiterj de nostri antichi Cristiani col nome proprio e colla notizia degli anni nei quali i Santi Fanciulli furono uccisi per Cristo […]

13. Concordano gli Annali della Chiesa ed altri monumenti Ecclesiastici […] Nei Bollandisti al giorno 24 di Marzo, oltre il Beato Simone fanciullo di Trento, di cui di sopra si è parlato, si racconta che nella Diocesi di Colonia si presta culto ad un certo Joannetto, fanciullo ucciso dagli Ebrei in odio della Fede. Il Baillet, allo stesso giorno 24 di Marzo, dice che in Parigi un certo Riccardo fanciullo è venerato per Martire e che un certo Guglielmo, parimente fanciullo che fu ucciso dagli Ebrei in odio della Fede, ha avuto culto nell’Inghilterra. E nel tom. 18 delle Opere del Padre Teofilo Raynaudo, e individualmente in quella intitolata de Martyrio per pestem part. 2, c. 2, num. 7, si legge che nel tempo del Re Ferdinando fu ucciso dagli Ebrei in odio di Cristo un certo Fanciullo di tre anni in un Castello vicino a Toledo chiamato Guardia, che esso ha culto e che è chiamato per antonomasia Innocens a Guardia […] E nella citata Dissertazione Apologetica sopra il martirio del Beato Simone da Trento alla pag. 242 si fa menzione di una certa Bambina chiamata Orsola d’anni tre che, circa l’anno 1442, in Lienz, piccola ma antica Città posta sui confini del Tirolo verso la Carinzia nella val di Pusteria, fu barbaramente uccisa dagli Ebrei in odio di Cristo […] Lorenzino che in età d’anni cinque l’anno 1485 fu svenato dagli Ebrei in odio pure della Fede di Cristo e dal giorno del suo martirio fino al presente in Marostica, nel territorio Vicentino e ne luoghi vicini, è riconosciuto e venerato come Martire.
[…]

15. San Bernardo nel Sermone degl’Innocenti dice che alcuni sono Martiri voluntate et opere, come fu Santo Stefano […] altri sono Martiri di sola volontà, come fu s. Giovanni Evangelista, che morì in pace essendo sopravvissuto al martirio dell’olio bollente […] altri sono Martiri per l’opera, cioè per aver perduta la vita per la Fede Cristo: Solum in beatis Innocentibus opus
[…]

29. Quanto fin ora abbiamo esposto può anche vedersi nel nostro lib. 1 de Canonizatione al cap. 14 e nel lib. 3, cap. 15, n, 2 e seg. Resta ora che il tutto si esamini e si veda se è conveniente che si dia corso alla Causa dal Beato Andrea o se è meglio che si fermi nello stato in cui è, che è per l’appunto quello stesso in cui si ritrova l’altra del Beato Simone [lo stato della beatificazione, ndr]. E perché non è impossibile che si risveglino altre simili istanze sarà proprio della di lei diligenza e del prudente consiglio degli altri, che da Noi saranno eletti, il suggerire il partito che dovrà prendersi quando succeda il caso che per lo più suol essere di qualche fanciullo ammazzato dagli Ebrei nella Settimana Santa ad onta di Cristo, tali essendo gl’Infanticidi dei Beati Simone ed Andrea, e d’una gran parte degli altri commemorati dagli Autori, potendo sembrare a taluni che quando si volesse lasciar aperta la strada alle cause di questi Infanticidi dovrebbero questi essere clamorosi, noti al popolo, maledetti da tutti, vendicati dai magistrati e che anche fosse bene, giacché di tratta di Martiri non voluntate et opere, ma solo opere, l’accrescere il numero dei segni e de oltre il solito per ottenere la formale Canonizzazione. Terminiamo col darle l’Apostolica Benedizione.

Dato a Roma, presso Santa Maria Maggiore, il 22 febbraio 1755, anno decimo del Nostro Pontificato.

Il testo integrale latino (come italiano) della lettera si trova facilmente nel Sanctissimi Domini Nostri Benedicti Papae XIV Bullarium.

Immagine: Pierre Subleyras, Ritratto di Benedetto XIV, 1746, Metropolitan Museum of Art, New York (da wikimedia.org)
Diodoro
Alla fine, il tema è: "L'odio a Cristo, e perciò l'odio della Fede, che unisce a Cristo, è realmente presente tra gli Ebrei anche secoli e secoli dopo il Venerdì del Golgota?"