…SU MALINCONIA…TRISTEZZA…COMPUNIZIONE…

LE DUE RADICI DELLA MALINCONIA SECONDO R. GUARDINI

…L’errore della malinconia è rapportarsi assolutamente alla realtà e quello, opposto e speculare, di rapportarsi assolutamente con Dio rinunciando al limite;a ciò che fa l’essenza dell’uomo. A non essere mondo, ma più del mondo…

…La volontà, lo abbiamo detto più volte, cerca il bene: non è colpa sua se l’intelletto le indica un falso bene, che ella si sforza comunque di raggiungere e che, non riuscendoci, si contenta di coltivare da lontano, per così dire platonicamente. C’è una strana, sottile, pericolosa voluttà nella malinconia, che può surrogare uno stato di piacere: è qui la sua perfida attrattiva.

In che cosa consiste l’errore filosofico che dà origine allo stato di malinconia? L’errore, in realtà, è duplice, e lo metteva bene a fuoco Romano Guardini: quello di rapportarsi assolutamente alla realtà e quello, opposto e speculare, di rapportarsi assolutamente con Dio. L’uomo, in quanto creatura, non possiede gli strumenti, né la struttura psichica e metafisica per relazionarsi in maniera diretta né con il relativo, né con l’assoluto…

…Particolarmente in due punti risulta chiaro l’errore del apporto della malinconia con la realtà: nella duplice tentazione, la quale suole impadronirsi dell’uomo in genere, e in particolare dell’uomo malinconico: la tentazione di naufragare nella immediatezza della natura e dei sensi, e la tentazione di dissolversi nella immediatezza dell’esperienza religiosa…


In entrambi i casi si rinunzia alla cosa decisiva: al limite; a ciò che fa l’essenza dell’uomo. A non essere mondo, ma più del mondo. Non un pezzo della natura; bensì, in unione con la vera realtà, diversi dalla natura. Non un’onda nel fiume, un atomo nel turbine, un organo nel grande tutto, bensì spirito; persona; e persona padrona, responsabile di sé; immagine di Dio; sottoposti al Suo appello, e tuttavia da Lui lasciati liberi in questo mondo…

…malinconia è nostalgia delle altezze, distanza tra il mondo come è e come vorremmo che fosse e fra un dio che vorremmo conoscere, capire, sentire nostro, e il dio misterioso che si sottrae ai nostri sguardi…

…La malinconia, in definitiva, è la struggente nostalgia delle altezze; è il senso doloroso della distanza che corre fra il mondo com’è e come dovrebbe essere, o come vorremmo che fosse; e fra il dio che vorremmo conoscere, capire, e sentire nostro, e il dio misterioso che si sottrarre ai nostri sguardi, nonostante egli abbia mandato fra noi il Suo Figlio Unigenito, e che pure ha detto: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14.9)...

…la malinconia dell’uomo moderno “anche il cristiano è un cristiano a mezzo servizio” è dovuta all’ impazienza , al voler vedere il tutto e subito il frutto delle proprie azioni per godere di esse ora e non per generazioni future… alla distanza tra l’io cosciente e l’oggetto desiderato, allo scorrere temporale che invecchia e fa sparire le cose belle, al non realizzarsi secondo i suoi piani ciò che vuole… mentre nei secoli della civiltà cristiana l’uomo aspirava alla vera sapienza, non era impaziente ma accettava i tempi stabiliti dalla provvidenza…

…Il malinconico non è solo impaziente ma anche presuntuoso perché non riesce a capire che ogni cosa, dalla più piccola alla più grande è un dono di dio…


…Ma perché la malinconia, a un certo punto, è entrata a far parte del paesaggio spirituale dell’uomo moderno? Crediamo che la spiegazione sia questa: nei secoli della civiltà cristiana l’uomo aspirava ardentemente alla vera sapienza, fine ultimo della sua natura…però non era impaziente: accettava i tempi e i modi stabiliti dalla divina Provvidenza. Egli, infatti, era persuaso che tutto è Provvidenza, cioè, in altre parole, che tutto è Grazia: avanzare o rallentare, attendere o procedere, sostare o affrettarsi: da buon operaio, faceva la sua parte senza impazienza e senza recriminare, pago di rendersi utile, qualunque essa fosse: non pretendeva di discutere il come e il perché. Ma con la modernità, una nuova smania è entrata nella sua vita: quella del tutto e subito.

L’uomo, anche il cristiano (perché il cristiano moderno non è che un cristiano a mezzo servizio) è divenuto irrequieto, impaziente, quasi frenetico; vuol vedere subito il frutto del suo agire Non gli è sufficiente piantare i semi nella terra: Agricola serit arbores, dice Cicerone, qui alteri saeculo prosint: l’agricoltore pianta gli alberi che daranno frutti per un’altra generazione. Egli invece vorrebbe veder crescere le piante e godere l’ombra delle loro chiome, altrimenti non ha fiducia nel proprio lavoro.È, propriamente parlando, una perdita di fede: Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! (cfr. Gv 20, 29).La malinconia sorge quando la distanza fra la coscienza dell’io e l’oggetto desiderato si allarga a dismisura e finisce per apparire incommensurabile, infinita.Si vorrebbe che tutte le cose belle e buone durassero per sempre; e invece ciascuna di esse invecchia e ci lascia, un poco alla volta: e quel che resta non sono le cose, ma la dolcezza del ricordi. Allo spirito malinconico ciò non basta; egli si sente tradito, ingannato, defraudato dalla vita; sospira e si aggira inquieto, portando ovunque il proprio malessere e la propria tristezza: che non è tristezza di cose non realizzate, ma di cose non realizzate quando e come avrebbe desiderato lui… (estratti da Le due radici della malinconia secondo R. Guardini di Francesco Lamendola)

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LA COMPUNIZIONE: IL DOLORE CHE AVVICINA A DIO

…come c’è una cattiva tristezza, la malinconia…c’è anche una buona tristezza, la compunizione…
…Nel nostro sforzo di comprendere cosa sia la compunzione, potremmo semplicemente sostituire la parola “zelo” con “tristezza”: proprio come c’è una cattiva tristezza, piena d’amarezza, che separa da Dio e conduce all’inferno – e la chiamiamo malinconia -, così c’è una buona tristezza che separa dai vizi e conduce a Dio e alla vita eterna: la compunzione. Parlando di questi due tipi di tristezza, San Paolo dice che «la tristezza secondo Dio produce un ravvedimento che porta alla salvezza, del quale non c’è mai da pentirsi; ma la tristezza del mondo produce la morte» (2 Cor 7,10)…

…la tristezza deriva da una perdita reale o percepita…, tocca a noi guidarla verso la compunzione o la malinconia…

Come si fa a capire la differenza tra le due? Per cominciare, dovremmo riconoscere che tutta la tristezza deriva da una perdita, reale o percepita: di qualche oggetto importante, di un lavoro, di una casa o di un’auto, di un animale domestico, dell’affetto e del rispetto degli altri, di una relazione importante, dell’amore, di una persona cara. Nelle sue fasi iniziali, tutta la tristezza è moralmente neutra, ma siamo noi a guidarla verso la compunzione o la malinconia…Inoltre, lasceremo che Dio stesso si sostituisca a ciò che era perduto, così che si realizzino in noi le parole della Madonna: «ha ricolmato di beni gli affamati» (Lc 1,53).

…lacrime buone e lacrime cattive…

«Vanno bene le lacrime, dice Sant’Ambrogio, se tu riconosci Cristo» (Esposizione del Vangelo secondo Luca, X, 161)…Se, invece, non si piange nella fede…ne deriva la confusione mentale...

…la malinconia rifiuta la realtà …può derivare dall’ orgoglio mediante odio verso se stessi…

…Al posto della rassegnazione alla volontà di Dio che dona pace,c’è una rabbia costante che rifiuta di accettare qualsiasi perdita…Tale dolore è purtroppo diventato malinconia.La malinconia di questo tipo rifiuta di accettare la realtà…nasce dall’orgoglio…incolpa gli altri per le perdite subite…La malinconia può derivare dall’orgoglio anche sotto forma di odio verso se stessi.In questo stato vediamo noi stessi come un fallimento secondo gli standard del mondo (non di Dio) e di conseguenza ci disprezziamo…

…malinconia come falsa umiltàla genuina umiltà è sottomettersi alla volontà di Dio…

…Questa malinconia frutto dell’odio di sé può apparire una forma di umiltà…ma quanto sia lontano dall’umiltà è dimostrato dalla freddezza, anzi, dal disprezzo, che questa persona prova per Dio. La genuina umiltà, al contrario, è sempre legata a un profondo amore per Dio e alla sottomissione alla sua volontà: «Ci sono alcuni che piangono, ma non sono umili; piangono perché sono afflitti, tuttavia pur fra le lacrime si levano contro il prossimo e contestano le disposizioni del Creatore» (Gregorio Magno, Moralia, IX, 56).

…la malinconia che desidera i beni terreni mediante mediante sottomissione ai gioghi più duri della schiavitù per ottenerli ma che produce ancor più infelicità per la paura di perderli…

…C’è un altro tipo di malinconia, quella che desidera i beni terreni…
Le persone afflitte da questa malinconia si sottomettono devotamente ai gioghi più duri della schiavitù per ottenere queste cose e, quando riescono nel loro scopo, sono ancora più infelici,poiché ogni bene mondano deve essere affannosamente protetto dalla perdita…


…La compunizione invece è la tristezza per la perdita di dio…

…Il dolore della compunzione, tuttavia, è lontano dalla malinconia come l’Oriente lo è dall’Occidente. Chi è pervaso da compunzione non è rattristato dalla perdita delle cose temporali, ma dalla perdita di Dio…

…i due tipi di compunzione per San Gregorio Magno, una di paura e una di amore…

…San Gregorio distingue due tipi fondamentali di compunzione: una di paura e una di amore. La prima è una purificazione dal peccato e una protezione contro di esso; l’altra è una forza del desiderio spirituale che ci trascina verso il Cielo… ( estratti da un articolo di un monaco del monastero di San Benedetto in Monte a Norcia “blog San Michele Arcangelo”)