…SU VERITA’…FEDE e RAGIONE…RELATIVISMO…

…c’è un prima e un dopo Kant nella filosofia soprattutto per quanto riguarda la metafisica…con Kant viene eliminato quel terzo incomodo che è Dio e i termini della relazione dialettica si limitano all’ uomo e al mondo…nel materialismo è il mondo che assorbe l’uomo , nell’ idealismo è l’uomo che assorbe il mondo “il mondo diventa il mondo per me, il mondo per il soggetto che lo contempla”…il mondo esiste nella misura in cui viene pensato, la caratteristica dell’ idealismo è quello di mettere il pensiero all’origine di tutto, quindi anche all’ origine dell’ essere…l’idealismo è subdolo e pericoloso perché dà l’impressione di una certa spiritualità perché riconosce di porre il reale sotto il segno dello spirito “Hegel parla e straparla dello spirito assoluto” , ma questo spirito anche se lo chiamano assoluto è qualcosa di immanente, quindi si tratta di un falso spiritualismo perché nella prospettiva cristiana lo spiritualismo è sempre sotto il segno della trascendenza perché è uno strumento conoscitivo che permette di individuare e illuminare il rapporto gerarchico ma soprattutto finalistico tra creature e creatore << “Ciò vale per gli stessi filosofi o i moralisti soggettivisti e idealisti almeno nella vita pratica. Essi in teoria propugnano l’idealismo o il soggettivismo della conoscenza e dell’etica, ma in pratica agiscono, e quindi pensano, da realisti. Conoscere significa apprendere qualcosa come un oggetto il quale sta davanti a me indipendentemente dal mio pensiero (ob-jacet). Non sono io che produco col mio pensiero questo oggetto che giace (jacet) davanti (ob) a me. Ora “l’azione segue l’essere e il modo di agire segue il modo d’essere”. Quindi conosco e agisco in base ad una realtà e leggi oggettive.Ogni uomo normale si rende conto che non è il suo pensiero a produrre la realtà e la morale, ma si tratta di una realtà e di una regola morale già costituita in se stessa prima che egli la conosca…(Da VITALITA’ E ATTUALITA’ DELLA SCOLASTICA di Don Curzio Nitoglia) ”

l’idealismo è una delle tante maschere della gnosi << “
La gnosi è camaleontica e si presenta in modo ambiguo e addirittura contraddittorio, come nel caso della visione della materia, ora considerata come male e ora come una dimensione da cui trovare conferma della giustificazione di Dio, come capita nel calvinismo…(prefazione di Stefano Fontana al nuovo libro di Roberto Marchesini “Il trionfo della gnosi. Una lettura della modernità”, Postfazione di Guido Vignelli… )

molti intellettuali del mondo cattolico hanno la tendenza ad appiattire spesso ma non sempre la gnosi del mondo moderno sullo gnosticismo cristiano dei primi secoli “che della gnosi è solo una corrente”…ma il gnosticismo dei primi secoli demonizzava la materia mentre il mondo moderno la esalta…si esagera nel definire tutto gnostico e si sbaglia nell’interpretare la gnosi in modo superficiale con il rischio di spiegare tutto con la gnosi per poi finire con il spiegare un bel niente “se tutto è gnosi nulla è veramente gnosi, la gnosi non è una notte in cui tutte le vacche sono nere… (Gnosi, religione e Cristianesimo - Apologetica - Martino Mora estratto video dal canale “Cronache di Cielo e Terra…SULLA LEGGE o DIRITTO NATURALE (fede e ragione)… >>


…eliminando Dio come soggetto trascendente creatore e garante dell’esistenza del fine di ogni cosa noi rimaniamo a tu per tu con il mondo delle nostre impressioni e sensazioni e ci incamminiamo sulla strada di un relativismo che sfocia nel soggettivismo e quindi nel nichilismo perché è evidente che le mie impressioni non sono le tue non sono le sue e quindi non c’è un criterio tra il mondo che percepisce un pazzo ed uno che percepisce Aristotele si arriva a dire che tutti hanno diritto di cittadinanza, non si può stabilire una gerarchia perché non esiste un oggettività e ciò è avviarsi verso il nichilismo assoluto << “Padre Gabriele Roschini scrive: «l’età moderna, iniziatasi con l’umanesimo, è una marcia verso la conquista dell’io, che il Medio Evo aveva mortificato in omaggio a Dio. Per riconquistare quest’io, mortificato da Dio, l’uomo si mise a percorrere freneticamente le vie dell’emancipazione. Venne Lutero col Protestantesimo, e si ebbe l’emancipazione dell’io dall’autorità religiosa. Venne Cartesio e col suo famoso metodo filosofico segnò l’emancipazione dell’io dalla filosofia tradizionale, ossia dalla filosofia perenne che è l’unica vera; emancipazione filosofica poi agli ultimi termini da Kant, da Hegel, ecc… . Venne Rousseau e con i suoi princìpi sociali rivoluzionari segnò l’emancipazione dell’io dall’autorità civile. Questa continua, progressiva emancipazione dell’io è poi culminata nella divinizzazione dell'io medesimo e nella conseguente umanizzazione, o meglio, distruzione di Dio. Si è avuta così l’uccisione nicciana di Dio in omaggio all’io…(Da VITALITA’ E ATTUALITA’ DELLA SCOLASTICA di Don Curzio Nitoglia)”>>


la VERITA’ non ammette dialoghi…non ammette relativismo…non è superficiale…non è buonista, non ammette sentimentalismo, emotivismo…non va d’accordo con il mantra/ritornello del mondo “devi vivere qui ed ora…Hic et nunc…<< “…NON PUO’ ESISTERE UN AMORE SENZA VERITA’…un amore che non fosse giudicato dalla verità diventerebbe il contrario di se stesso…il pensiero moderno cerca di posporre la VERITA’… da qui gli altri errori, lo storicismo (la storia che costruisce la verità), il materialismo (la materia è la verità), l’economicismo e via dicendo…nel romanticismo l’AZIONE che fa il VERO e non l’AZIONE che deve essere giudicata dalla VERITA’…Perché il prologo di san Giovanni dice: in principio era il verbo?…nell’ambito della santissima trinità c’è una successione logica e non cronologica:PADRE, FIGLIO e SPIRITO SANTO…perché dal padre procede il figlio, e dal padre e dal figlio procede lo spirito santo…un amore che prescinda dalla verità può diventare tutto il suo contrario……tanti criminali della storia hanno fatto cose CATTIVE per AMORE della propria IDEOLOGIA…quindi l’AMORE SGANCIATO DALLA VERITA’ può diventare qualcosa di PERICOLOSO…questa è L’APOSTASIA MODERNA e CONTEMPORANEA…(…stralci di video/articoli tratti dal blog “Il Cammino dei Tre Sentieri”)”

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Se si rifiuta la scolastica si nega anche la morale naturale perché la morale indipendente dalla metafisica scolastica è molto simile alla morale atea…Abbandonare la metafisica scolastica per paura di costruire sulla sabbia equivale a voler costruire sulle nuvole o peggio ancora sul nulla, ma appoggiandosi sul nulla e sulle nuvole tutto crolla e affonda. Se si studiano i surrogati della metafisica su cui si vorrebbe costruire la morale: la sociologia, la psicologia, la fisiologia, il benessere, la ricchezza, il piacere, l’onor del mondo, la solidarietà, il sentimentalismo, l’estetica, si vede quanto siano deboli e inconsistenti rispetto alla filosofia perenne dell’essere, che risponde e risolve i grandi interrogativi che l’uomo si pone: chi sono? donde vengo? per quale scopo? Perché c’è il male?…Infatti l’uomo normale sa che le cose reali esistono fuori del suo pensiero e indipendentemente da esso e che le conosce come sono in se stesse e non applicando loro una propria forma soggettiva (come vorrebbe Kant)… (Da VITALITA’ E ATTUALITA’ DELLA SCOLASTICA di Don Curzio Nitoglia)”

“…San Tommaso d’Aquino distingueva due classi di verità riguardanti la conoscenza di Dio: quelle cui si può giungere percorrendo la strada della ragione naturale e quelle che eccedono la ragione naturale, e si rivelano mediante un intervento soprannaturale, ovvero la grazia!.Dio, la Verità suprema e il Bene sommo, è conoscibile per analogia. La Sua natura si può cogliere per mezzo dei concetti analogici offerti dalla natura: perché la natura, creata da Dio, reca in se stessa una qualche immagine, per quanto sbiadita e imperfetta, del suo ineffabile Autore. La natura è a suo modo perfetta, di una perfezione relativa, che si coglie nelle meravigliose simmetrie di un fiocco di neve o nella prodigiosa rapidità e precisione con la quale un ragno tesse la sua tela, o un uccello migratore trova infallibilmente l’isola su cui nidificare, dopo aver attraversato i mari e gli oceani del mondo intero. Per analogia, noi possiamo dedurre la perfezione assoluta del Creatore di tutte queste cose belle, tanto più grande di quella che si riscontra in esse, quanto maggiore è la purezza di un volto rispetto alla sua immagine riflessa nell’acqua. Di analogia in analogia, partendo dalle cose più umili e risalendo la scala degli enti, fino alle stelle, alle nebulose, alle galassie, si giunge a immaginare la perfezione assoluta di Dio, il creatore sapiente e amorevole di tutte le cose…L’uomo cerca la verità come cerca la felicità, nella verità trova l’appagamento delle sue più profonde aspirazioni perché senza di essa anche le gioie hanno un sapore amaro!Ciò non significa che Dio sia comprensibile: è conoscibile, ma incomprensibile. Non è un gioco di parole. Alla certezza dell’esistenza di Dio e dell’eccellenza della sua natura si può giungere sia con l’uso della retta ragione naturale, sia con la Rivelazione, che trova la strada della fede mediante la grazia. San Tommaso d’Aquino distingueva due classi di verità riguardanti la conoscenza di Dio: quelle cui si può giungere percorrendo la strada della ragione naturale e quelle che eccedono la ragione naturale, e si rivelano mediante un intervento soprannaturale, la grazia appunto. Che Dio esiste; che Egli è somma Bontà, somma Sapienza e somma Giustizia; che l’anima umana è immortale e che è stata creata in vista del giudizio che deciderà il suo destino eterno, queste sono Verità raggiungibili dalla sola ragione naturale, e infatti già molti filosofi pagani ci erano arrivati. Che Dio sia Uno e Trino, o che il Verbo si sia Incarnato per amore degli uomini, queste sono verità cui la ragione deve arrendersi, e che deve accettare per fede: senza però che in esse vi sia alcunché che offenda la ragione naturale. Infatti, come dice ancora San Tommaso d’Aquino, la grazia non abolisce la natura, e quindi non abolisce neanche la ragione naturale, bensì la perfeziona: cioè l’aiuta a portarsi su un di piano più elevato di conoscenza. L’aiuta a conoscere quel che da sola non riuscirebbe a conoscere. A conoscere, ripetiamo, non a comprendere: comprendere significa capire le cause, ma ciò è impossibile alla mente umana, la quale, essendo finita, non potrà mai comprendere ciò che è infinito.A questo proposito osserviamo che esiste un grosso malinteso nella cultura contemporanea, secondo il quale conoscere l’infinito equivale a comprenderlo. Questa falsa opinione è nata da un uso approssimativo del linguaggio e da una estensione arbitraria dei concetti in uso nella ricerca fisica e cosmologica a quelli in uso nell’ambito vero e proprio della filosofia, che è la scienza dell’essere…Alla radice di questa posizione c’è una questione di orgoglio e di rifiuto della trascendenza. La cultura moderna nasce così: dal rifiuto della trascendenza e quindi dalla pretesa di dare una spiegazione materialistica a tutte le domande dell’uomo. È come se gli esponenti della cultura moderna si sentissero personalmente oltraggiati e sminuiti qualora dovessero riconoscere l’esistenza di Dio e il debito che hanno le creature nei confronti del loro Creatore, e volessero fare in modo che tale idea venga sradicata dalla coscienza degli uomini, anche se questo è impossibile, perché l’anima umana è ontologicamente strutturata in modo da sentirsi legata a Dio che l’ha creata, e al quale aspira a ritornare come alla meta cui da sempre è destinata…Concludendo: l’uomo cerca la verità come cerca la felicità; nella verità trova l’appagamento delle sue più profonde aspirazioni, perché senza di essa anche le gioie hanno un sapore amaro. Ma la verità è Dio. Come dice Gesù a Pilato (Gv 18,37): Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce. (Da CONOSCENZA DELLE CAUSE ULTIME di Francesco Lamendola) ” >>

…Si pensa di consolarsi con il mantra/ritornello dell’ “Hic et nunc…”se noi togliamo l’orizzonte esistenziale dalla condizione umana è come se togliessimo l’ossigeno dalla stanza in cui ci troviamo “moriremmo soffocati”…non si può immaginare la nostra condizione esistenziale staccata, separata, rescissa dall’ assoluto…senza un FINE << “…Senza un FINE non c’è MORALE…SOCIETA’ APERTA vuole l’eliminazione del FINE per elimare la MORALE…il PARADOSSO della TOLLERANZA di POPPER… nella società tollerante ci sarà spazio per tutte le opinioni meno per quelli che ritengono che ci sia un GIUSTO e uno SBAGLIATO…quindi i CATTOLICI NO…La nevrosi considerata come il male di vivere nasce con la modernità…nella storia dell’umanità precedente, nell’antichità non c’era nessun riferimento alla nevrosi perché tutto aveva un senso, un ordine, un FINE…anche se dicono che non c’è un FINE l’uomo dentro sé stesso lo ricerca andando magari nel posto sbagliato…l’ansia è ansia di qualcosa…la mia vera IDENTITA’ non è quello che sono io adesso ma è quello che dovrei essere, “quello che potrei essere ma ancora non sono”…(…stralci di video tratti dal canale “Liberi in Veritate”)”>>

…occorre tornare a trovare quell’equilibrio tra fede e ragione…Fides et Ratio…<< “… Il fine naturale dell’uomo è ciò che soddisfa pienamente il suo desiderio di conoscere, dunque la sua ragione, la facoltà più alta della sua natura e quella che lo caratterizza. Nulla dunque può soddisfare pienamente la ragione se non la contemplazione dell’assoluto. Qualsiasi traguardo che sia inferiore è al di sotto delle sue legittime ambizioni, del moto naturale del suo essere.
La ragione non ci è data per tenerla al caldo, sotto le coperte, perché non si buschi un raffreddore; no: ci è stata data per essere usata, e per essere usata al meglio, vale a dire al massimo delle sue possibilità.
Ma con la sola ragione si può arrivare fino alle ragioni ultime delle cose, fino alla loro causa prima? Rispondiamo: se non proprio fino ad esse, certo molto vicino ad esse; fino alle soglie del traguardo.
Poi c’è il mistero, ma un mistero che sovrasta la ragione, non qualcosa che sta al di sotto di essa; e inoltre
un mistero che completa la ragione e non la contraddice, ma al contrario, la conferma in tutto ciò che essa ha rettamente cercato e riconosciuto. In altri termini, non c’è alcun conflitto, alcun serio contrasto fra la ragione naturale e la fede che viene dalla Rivelazione: la seconda accompagna la prima e la conduce per mano nell’ultimo tratto di strada, il più arduo e solitario…(Da CONOSCENZA DELLE CAUSE ULTIME di Francesco Lamendola)
…La scolastica accoglie e sublima tutte le branche dello scibile umano coltivate dall’antichità classica greco/romana e le orienta verso la concezione trascendente della verità. Quindi essa ha preparato una sempre maggiore penetrazione della verità teologica grazie all’armonia tra fede e ragione, natura e grazia…Il rapporto tra ragione e fede, per la scolastica, è positivo. Infatti da una parte la ragione porta alle soglie della fede, ossia dimostra che credere non è contraddittorio né contro la sana ragione, ma è oltre la ragione; dall’altra parte la fede aiuta la ragione a non cadere in errore come un paracarro aiuta un’autovettura a non uscire fuori strada. Questa reciprocità positiva tra ragione e fede è stata realizzata pienamente dalla scolastica, mentre la patristica l’aveva solo iniziata. Particolarmente la scolastica tomistica ha difeso la consistenza ontologica e metafisica dell’ente finito, dell’intelligenza e della libertà umana pur essendo consapevole dei loro limiti creaturali…L’armonia tra natura/grazia, ragione/fede trovata e portata a perfezione dalla scolastica viene incrinata e rotta con il nominalismo, l’umanesimo, il rinascimento, poi viene contrastata e osteggiata dalla modernità idealista e infine “distrutta” dalla post-modernità nichilista.( Da VITALITA’ E ATTUALITA’ DELLA SCOLASTICA di Don Curzio Nitoglia)”