Simona Serafini su Maria Valtorta

Avevo messo questo commento nel post di Simona Serafini su Maria Valtorta di un ora fa, la quale me lo ha subito cancellato ed ha reso impossibile la possibilità di commentare. Ma insomma... ---Io, …Altro
Avevo messo questo commento nel post di Simona Serafini su Maria Valtorta di un ora fa, la quale me lo ha subito cancellato ed ha reso impossibile la possibilità di commentare. Ma insomma...
---Io, dietro consiglio di un prete, lessi, nel 1980-82, 7 dei 10 volumi del Poema dell'Uomo-Dio. Leggendo, mi ponevo sempre di più delle domande, avevo molte perplessità, dubbi su quello che leggevo ma mi dicevo ; sono io che non capisco, sono orgoglioso, chi sono io per criticare e cose simili ; alla fine non ne potevo più, e smisi al settimo volume. Lessi poi la condanna all'Indice e quel che diceva l'Osservatore Romano nel 1959 e mi trovai d'accordo e mi dissi che avevano fatto bene a metterlo all'Indice.
In ogni caso, Indice o non Indice, se si legge l'opera, come ho fatto io subito dopo la mia conversione, ci si deve rendere conto, almeno in modo confuso, che c'è qualcosa che non va, e se uno non se ne rende conto vuol dire che in lui-lei c'è qualcosa non va.
P.E. C.
@Diodoro @martina18 @Franco Toscano @Simona Serafini Sul Poema dell’uomo-Dio/Il Vangelo come mi è stato rivelato è legittimo avere opinioni differenti. Certo però che non ci sono motivi oggettivi né per ritenerne la lettura essenziale per la vita cristiana né per metterne in guardia i fedeli. Va preso per quello che è, poi ognuno valuta anche in base alla propria sensibilità. Qui un approfondimento: …Altro
@Diodoro @martina18 @Franco Toscano @Simona Serafini Sul Poema dell’uomo-Dio/Il Vangelo come mi è stato rivelato è legittimo avere opinioni differenti. Certo però che non ci sono motivi oggettivi né per ritenerne la lettura essenziale per la vita cristiana né per metterne in guardia i fedeli. Va preso per quello che è, poi ognuno valuta anche in base alla propria sensibilità. Qui un approfondimento: padreelmocorazza.blogspot.com/2022/10/maria-valtorta-1897-1961.html
Franco Toscano
Mah, la messa all'Indice e l'articolo sull'Osservatore Romano mi sembrano una messa in guardia.
P.E. C.
Vanno entrambi contestualizzati. Il problema era soprattutto la presunta disobbedienza, cosa che lascia chiaramente intendere anche il finale dell’anonimo articolista dell’Osservatore Romano. A proposito di quest’ultimo, per il resto si tratta chiaramente solo di una opinione. Le sue osservazioni in parte sono vere, altre del tutto soggettive. Certamente, però, le obiezioni dottrinali trovate in …Altro
Vanno entrambi contestualizzati. Il problema era soprattutto la presunta disobbedienza, cosa che lascia chiaramente intendere anche il finale dell’anonimo articolista dell’Osservatore Romano. A proposito di quest’ultimo, per il resto si tratta chiaramente solo di una opinione. Le sue osservazioni in parte sono vere, altre del tutto soggettive. Certamente, però, le obiezioni dottrinali trovate in 4000 pagine sono molto deboli, per non dire nulle.
Franco Toscano
Già son sufficienti, e comunque non sono i problemi dottrinali soprattutto a renderla dannosa ma il tono generale. Se si legge pure quel che dice il card. Ratzinger, che per altre cose non è affidabile, al card. Giuseppe Siri. "...un’Opera la cui condanna non fu presa alla leggera ma dopo ponderate motivazioni al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli più …Altro
Già son sufficienti, e comunque non sono i problemi dottrinali soprattutto a renderla dannosa ma il tono generale. Se si legge pure quel che dice il card. Ratzinger, che per altre cose non è affidabile, al card. Giuseppe Siri. "...un’Opera la cui condanna non fu presa alla leggera ma dopo ponderate motivazioni al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli più sprovveduti..." Testo completo

"Eminenza reverendissima, con lettera del 18 maggio pp, il Reverendo…chiedeva a questa Sacra Congregazione, una chiarificazione circa gli scritti di Maria Valtorta, raccolti sotto il titolo: “Il Poema dell’Uomo Dio“, e se esisteva una valutazione del Magistero della Chiesa sulla pubblicazione in questione con il corrispettivo riferimento bibliografico. In merito mi pregio significare all’Eminenza Vostra – la quale valuterà l’opportunità di informare il reverendo … – che effettivamente l’opera in parola fu posta all’Indice il 16 dicembre 1959 e definita da L’Osservatore Romano del 6 gennaio 1960, “Vita di Gesù malamente romanzata”. Le disposizioni del decreto vennero ripubblicate con nota esplicativa ancora su l’osservatore Romano del 1º dicembre 1961, come rilevabile dalla documentazione qui allegata. Avendo poi alcuni ritenuta lecita la stampa e la diffusione dell’Opera in oggetto, dopo l’avvenuta abrogazione dell’Indice, sempre su l’Osservatore Romano (15 giugno 1966) si fece presente quanto pubblicato su A.A.S. (1966) che, benché abolito, l’Index conservava tutto il suo valore morale, per cui non si ritiene opportuna la diffusione e raccomandazione di un’Opera la cui condanna non fu presa alla leggera ma dopo ponderate motivazioni al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli più sprovveduti. Grato di ogni sua cortese disposizione in proposito, profitto dell’occasione per confermarmi con sensi di profonda stima dell’Eminenza vostra reverendissima.
Dev.mo Joseph Cardinale Ratzinger
P.E. C.
Cosa vuol dire per il tono generale? Il tono è quello tipico di quel genere di rivelazioni. Per aiutare i fedeli più sprovveduti che quando leggono “Gesù dice” lo prendono alla lettera, li si deve “provvedere”. Diverso è invece il caso in cui ci fossero gravi errori dottrinali e/o la pretesa di paragonarsi alla Rivelazione o di migliorarla, completarla, sostituirla.
Franco Toscano
Senti, io ne ho letti 7 volumi su 10 e, il tono, la maniera di raccontare, l'insieme insomma, mi fanno dar ragione al card. Ratzinger con cui molto spesso non son d'accordo; "...un’Opera la cui condanna non fu presa alla leggera ma dopo ponderate motivazioni al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli più sprovveduti...", all'inizio ero sprovveduto ma non alla …Altro
Senti, io ne ho letti 7 volumi su 10 e, il tono, la maniera di raccontare, l'insieme insomma, mi fanno dar ragione al card. Ratzinger con cui molto spesso non son d'accordo; "...un’Opera la cui condanna non fu presa alla leggera ma dopo ponderate motivazioni al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli più sprovveduti...", all'inizio ero sprovveduto ma non alla fine. Poi quello che dici: "Per aiutare i fedeli più sprovveduti che quando leggono “Gesù dice” lo prendono alla lettera, li si deve “provvedere”", mi fa capire che tipo tu sia. Fai comprendere Ratzinger al contrario di quel che vuol dire; sei un SOFISTA in piena regola.
P.E. C.
Calma, non cade il mondo se la si pensa diversamente. Tanto più su questioni così secondarie e opinabili. Per quanto riguarda Ratzinger, alla pubblicazione del terzo segreto di Fatima (rivelazione privata anch’essa), egli ha “provveduto” inserendo un buona introduzione. Cf. Sintesi commento teologico sulle rivelazioni private (Joseph Card. Ratzinger)
Ha fatto, cioè, proprio quello che ho suggerito …Altro
Calma, non cade il mondo se la si pensa diversamente. Tanto più su questioni così secondarie e opinabili. Per quanto riguarda Ratzinger, alla pubblicazione del terzo segreto di Fatima (rivelazione privata anch’essa), egli ha “provveduto” inserendo un buona introduzione. Cf. Sintesi commento teologico sulle rivelazioni private (Joseph Card. Ratzinger)
Ha fatto, cioè, proprio quello che ho suggerito di fare anche per la Valtorta. Ma capisco che erano altri tempi, era un altro Ratzinger, ecc.
Se lei non ha letto gli ultimi volumi si è perso la passione. Mi permetto di consigliarle di approfittarne ora che inizia la quaresima come aiuto per la meditazione. A me, che pure di teologia e spiritualità cattolica non sono digiuno, quando li lessi mi aiutarono. 🙏😇
Franco Toscano
Se c'è una cosa che non farò è leggere la Valtorta.
Diodoro
In me c'è qualcosa che non va
Franco Toscano
Se non ti accorgi, almeno in maniera confusa, che in Maria Valtorta c'è qualcosa che non va, si. Leggi quel che dice l'Osservatore Romano del 6 gennaio, 1960. " In altra parte del nostro Giornale è riportato il Decreto del S. Offizio con cui viene messa all’Indice un’Opera in quattro volumi, di autore anonimo (almeno in questa stampa) edita all’Isola del Liri. Pur trattando esclusivamente di …Altro
Se non ti accorgi, almeno in maniera confusa, che in Maria Valtorta c'è qualcosa che non va, si. Leggi quel che dice l'Osservatore Romano del 6 gennaio, 1960. " In altra parte del nostro Giornale è riportato il Decreto del S. Offizio con cui viene messa all’Indice un’Opera in quattro volumi, di autore anonimo (almeno in questa stampa) edita all’Isola del Liri. Pur trattando esclusivamente di argomenti religiosi, detti volumi non hanno alcun “imprimatur”, come richiede il Can. 1385, 1 n.2 C.I.C. L’Editore, in cui una breve prefazione, scrive che l’Autore, “a somiglianza di Dante ci ha dato un’opera in cui, incorniciati da splendide descrizioni di tempi e di luoghi, si presentano innumerevoli personaggi i quali si rivolgono e ci rivolgono la loro dolce, o forte, o ammonitrice parola. Ne è risultata un’Opera umile ed imponente: l’omaggio letterario di un dolorante infermo al Grande Consolatore Gesù”. Invece, ad un attento lettore questi volumi appaiono nient’altro che una lunga prolissa vita romanzata di Gesù. A parte la vanità dell’accostamento a Dante e nonostante che illustri personalità (la cui indubbia buona fede è stata sorpresa) abbiano dato il loro appoggio alla pubblicazione, il S. Offizio ha creduto necessario metterla nell’Indice dei Libri proibiti. I motivi sono facilmente individuabili da chi abbia la certosina pazienza di leggere le quasi quattromila pagine di fitta stampa. Anzitutto il lettore viene colpito dalla lunghezza dei discorsi attribuiti a Gesù e alla Vergine SS.ma; dagli interminabili dialoghi tra i molteplici personaggi che popolano quelle pagine. I quattro Vangeli ci presentano Gesù umile, riservato; i suoi discorsi sono scarni, incisivi, ma della massima efficacia. Invece in questa specie di storia romanzata, Gesù è loquace al massimo, quasi reclamistico, sempre pronto a proclamarsi Messia e Figlio di Dio e ad impartire lezioni di teologia con gli stessi termini che userebbe un professore dei nostri giorni. Nel racconto dei Vangeli noi ammiriamo l’umiltà ed il silenzio della Madre di Gesù; invece per l’autore (o l’autrice) di quest’opera la Vergine SS.ma ha la facondia di una moderna propagandista, è sempre presente dappertutto, è sempre pronta ad impartire lezioni di teologia mariana, aggiornatissima fino agli ultimissimi studi degli attuali specialisti in materia. Il racconto si svolge lento, quasi pettegolo; vi troviamo nuovi fatti, nuove parabole, nuovi personaggi e tante, tante, donne al seguito di Gesù. Alcune pagine, poi, sono piuttosto scabrose e ricordano certe descrizioni e certe scene di romanzi moderni, come, per portare solo qualche esempio, la confessione fatta a Maria da una certa Aglae, donna di cattivi costumi (vol. I, p. 790 ss.), il racconto poco edificante a p. 887 ss. del I vol., un balletto eseguito, non certo pudicamente, davanti a Pilato, nel Pretorio (vol. IV, p. 75), etc. A questo punto viene, spontanea una particolare riflessione: l’Opera per la sua natura e in conformità con le intenzioni dell’autore e dell’Editore, potrebbe facilmente pervenire nelle mani delle religiose e delle alunne dei loro collegi. In questo caso, la lettura di brani del genere, come quelli citati, difficilmente potrebbe essere compiuta senza pericolo o danno spirituale. Gli specialisti di studi biblici vi troveranno certamente molti svarioni storici, geografici e simili. Ma trattandosi di un… romanzo, queste invenzioni evidentemente aumentano il pittoresco e il fantastico del libro. Ma, in mezzo a tanta ostentata cultura teologica, si possono prendere alcune… perle che non brillano certo per l’ortodossia cattolica. Qua e là si esprime, circa il peccato di Adamo ed Eva, un’opinione piuttosto peregrina ed inesatta. Nel vol. I a pag. 63 si legge questo titolo: “Maria può essere chiamata la secondogenita del Padre”: affermazione ripetuta nel testo alla pagina seguente. La spiegazione ne limita il significato, evitando un’autentica eresia; ma non toglie la fondata impressione che si voglia costruire una nuova mariologia, che passa facilmente i limiti della convenienza. Nel II vol. a pag. 772 si legge: “Il Paradiso è Luce, profumo e armonia. Ma se in esso non si beasse il Padre, nel contemplare la Tutta Bella che fa della Terra un paradiso, ma se il Paradiso dovesse in futuro non avere il Giglio vivo nel cui seno sono i Tre pistilli di fuoco della divina Trinità, luce, profumo, armonia, letizia del Paradiso sarebbero menomati della metà”. Qui si esprime un concetto ermetico e quanto mai confuso, per fortuna; perché se si dovesse prendere alla lettera, non si salverebbe da severa censura. Per finire, accenno ad un’altra affermazione strana ed imprecisa, in cui si dice della Madonna: “Tu, nel tempo che resterai sulla Terra, seconda a Pietro ”come gerarchia ecclesiastica..”. L’Opera, dunque, avrebbe meritato una condanna anche se si fosse trattato soltanto di un romanzo, se non altro per motivi di irriverenza. Ma in realtà l’intenzione dell’autore pretende di più. Scorrendo i volumi, qua e là si leggono le parole “Gesù dice…”, “Maria dice…”; oppure: “Io vedo…” e simili. Anzi, verso la fine del IV volume (pag. 839) l’autore si rivela … un’autrice e scrive di essere testimone di tutto il tempo messianico e di chiamarsi Maria. Queste parole fanno ricordare che, circa dieci anni fa, giravano alcuni voluminosi dattiloscritti, che contenevano pretese visioni e rivelazioni. Consta che allora la competente Autorità Ecclesiastica aveva proibito la stampa di questi dattiloscritti ed aveva ordinato che fossero ritirati dalla circolazione. Ora li vediamo riprodotti quasi del tutto nella presente Opera. Perciò questa pubblica condanna della Suprema S. Congregazione è tanto più opportuna, a motivo della grave disobbedienza."
martina18
Potrebbe spiegarci meglio le sue perplessità in merito a ciò che ha letto? Grazie 😇
Franco Toscano
Sono, più o meno, le stesse, che dice l'Osservatore Romano del 6 gennaio 1960. " In altra parte del nostro Giornale è riportato il Decreto del S. Offizio con cui viene messa all’Indice un’Opera in quattro volumi, di autore anonimo (almeno in questa stampa) edita all’Isola del Liri. Pur trattando esclusivamente di argomenti religiosi, detti volumi non hanno alcun “imprimatur”, come richiede il …Altro
Sono, più o meno, le stesse, che dice l'Osservatore Romano del 6 gennaio 1960. " In altra parte del nostro Giornale è riportato il Decreto del S. Offizio con cui viene messa all’Indice un’Opera in quattro volumi, di autore anonimo (almeno in questa stampa) edita all’Isola del Liri. Pur trattando esclusivamente di argomenti religiosi, detti volumi non hanno alcun “imprimatur”, come richiede il Can. 1385, 1 n.2 C.I.C. L’Editore, in cui una breve prefazione, scrive che l’Autore, “a somiglianza di Dante ci ha dato un’opera in cui, incorniciati da splendide descrizioni di tempi e di luoghi, si presentano innumerevoli personaggi i quali si rivolgono e ci rivolgono la loro dolce, o forte, o ammonitrice parola. Ne è risultata un’Opera umile ed imponente: l’omaggio letterario di un dolorante infermo al Grande Consolatore Gesù”. Invece, ad un attento lettore questi volumi appaiono nient’altro che una lunga prolissa vita romanzata di Gesù. A parte la vanità dell’accostamento a Dante e nonostante che illustri personalità (la cui indubbia buona fede è stata sorpresa) abbiano dato il loro appoggio alla pubblicazione, il S. Offizio ha creduto necessario metterla nell’Indice dei Libri proibiti. I motivi sono facilmente individuabili da chi abbia la certosina pazienza di leggere le quasi quattromila pagine di fitta stampa. Anzitutto il lettore viene colpito dalla lunghezza dei discorsi attribuiti a Gesù e alla Vergine SS.ma; dagli interminabili dialoghi tra i molteplici personaggi che popolano quelle pagine. I quattro Vangeli ci presentano Gesù umile, riservato; i suoi discorsi sono scarni, incisivi, ma della massima efficacia. Invece in questa specie di storia romanzata, Gesù è loquace al massimo, quasi reclamistico, sempre pronto a proclamarsi Messia e Figlio di Dio e ad impartire lezioni di teologia con gli stessi termini che userebbe un professore dei nostri giorni. Nel racconto dei Vangeli noi ammiriamo l’umiltà ed il silenzio della Madre di Gesù; invece per l’autore (o l’autrice) di quest’opera la Vergine SS.ma ha la facondia di una moderna propagandista, è sempre presente dappertutto, è sempre pronta ad impartire lezioni di teologia mariana, aggiornatissima fino agli ultimissimi studi degli attuali specialisti in materia. Il racconto si svolge lento, quasi pettegolo; vi troviamo nuovi fatti, nuove parabole, nuovi personaggi e tante, tante, donne al seguito di Gesù. Alcune pagine, poi, sono piuttosto scabrose e ricordano certe descrizioni e certe scene di romanzi moderni, come, per portare solo qualche esempio, la confessione fatta a Maria da una certa Aglae, donna di cattivi costumi (vol. I, p. 790 ss.), il racconto poco edificante a p. 887 ss. del I vol., un balletto eseguito, non certo pudicamente, davanti a Pilato, nel Pretorio (vol. IV, p. 75), etc. A questo punto viene, spontanea una particolare riflessione: l’Opera per la sua natura e in conformità con le intenzioni dell’autore e dell’Editore, potrebbe facilmente pervenire nelle mani delle religiose e delle alunne dei loro collegi. In questo caso, la lettura di brani del genere, come quelli citati, difficilmente potrebbe essere compiuta senza pericolo o danno spirituale. Gli specialisti di studi biblici vi troveranno certamente molti svarioni storici, geografici e simili. Ma trattandosi di un… romanzo, queste invenzioni evidentemente aumentano il pittoresco e il fantastico del libro. Ma, in mezzo a tanta ostentata cultura teologica, si possono prendere alcune… perle che non brillano certo per l’ortodossia cattolica. Qua e là si esprime, circa il peccato di Adamo ed Eva, un’opinione piuttosto peregrina ed inesatta. Nel vol. I a pag. 63 si legge questo titolo: “Maria può essere chiamata la secondogenita del Padre”: affermazione ripetuta nel testo alla pagina seguente. La spiegazione ne limita il significato, evitando un’autentica eresia; ma non toglie la fondata impressione che si voglia costruire una nuova mariologia, che passa facilmente i limiti della convenienza. Nel II vol. a pag. 772 si legge: “Il Paradiso è Luce, profumo e armonia. Ma se in esso non si beasse il Padre, nel contemplare la Tutta Bella che fa della Terra un paradiso, ma se il Paradiso dovesse in futuro non avere il Giglio vivo nel cui seno sono i Tre pistilli di fuoco della divina Trinità, luce, profumo, armonia, letizia del Paradiso sarebbero menomati della metà”. Qui si esprime un concetto ermetico e quanto mai confuso, per fortuna; perché se si dovesse prendere alla lettera, non si salverebbe da severa censura. Per finire, accenno ad un’altra affermazione strana ed imprecisa, in cui si dice della Madonna: “Tu, nel tempo che resterai sulla Terra, seconda a Pietro ”come gerarchia ecclesiastica..”. L’Opera, dunque, avrebbe meritato una condanna anche se si fosse trattato soltanto di un romanzo, se non altro per motivi di irriverenza. Ma in realtà l’intenzione dell’autore pretende di più. Scorrendo i volumi, qua e là si leggono le parole “Gesù dice…”, “Maria dice…”; oppure: “Io vedo…” e simili. Anzi, verso la fine del IV volume (pag. 839) l’autore si rivela … un’autrice e scrive di essere testimone di tutto il tempo messianico e di chiamarsi Maria. Queste parole fanno ricordare che, circa dieci anni fa, giravano alcuni voluminosi dattiloscritti, che contenevano pretese visioni e rivelazioni. Consta che allora la competente Autorità Ecclesiastica aveva proibito la stampa di questi dattiloscritti ed aveva ordinato che fossero ritirati dalla circolazione. Ora li vediamo riprodotti quasi del tutto nella presente Opera. Perciò questa pubblica condanna della Suprema S. Congregazione è tanto più opportuna, a motivo della grave disobbedienza."
martina18
Grazie. Leggevo invece la recensione positiva di mons. Allegra e sono alquanto confusa.
Franco Toscano
Anch'io sono stupito dal numero di preti, io, personalmente, ne conosco due e un vescono, e di cattolici, favorevoli all'opera della Valtorta, eppure, quello che dice L'Osservatore Romano del 1960 mi sembra inoppugnabile.