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Santa CHIARA d'Assisi, una vita ammirabile!

(I) PROFILO BIOGRAFICO DI SANTA CHIARA

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(II) DUE PREZIOSI EPISODI DELLA VITA DI SANTA CHIARA

(a) Quando santa Chiara arrestò i saraceni ad Assisi


Chiara (1193/1194-1253), figlia del conte Favarone di Offreduccio degli Scifi e di Ortolana, catturata dalla predicazione di san Francesco d’Assisi, nella notte della domenica delle Palme, quando aveva circa 18 anni, fuggì da una porta secondaria della casa paterna, situata nei pressi della cattedrale di Assisi, al fine di raggiungere Francesco e i suoi frati minori nella chiesetta di Santa Maria degli Angeli, già allora denominata Porziuncola.

Francesco la condusse al monastero benedettino di San Paolo delle Badesse presso Bastia Umbra, per poi trovarle ricovero nel monastero di Sant’Angelo di Panzo, alle pendici del Subasio, dove poco dopo fu raggiunta dalla sorella Agnese. Infine prese dimora nel piccolo fabbricato annesso alla chiesa di San Damiano, restaurata da san Francesco sotto il permesso del Vescovo Guido. Qui Chiara venne raggiunta da un’altra sorella, Beatrice, e da sua madre, oltre che da molte altre donne: dapprima vennero chiamate popolarmente Damianite, mentre Francesco usava il titolo di Povere Dame, per prendere poi il nome di Clarisse.

Aveva circa 47 anni quando i saraceni insidiarono Assisi e il suo monastero. Non surrogato femminista, come molte suore odierne, Madre Chiara si pose a difesa con Cristo della sua amata città, sprovvista di valide difese. Federico II, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia, aveva mosso guerra contro la Chiesa, spingendo le sue soldataglie all’invasione delle terre pontificie, chiedendo ausilio ai più fieri nemici della cristianità, i saraceni appunto. Ne assoldò circa 20 mila, donando loro la città di Lucera, nel regno di Napoli e da quella base partirono per continue scorrerie, saccheggiando, distruggendo, incendiando città e castelli, compiendo sacrilegi e profanazioni nelle chiese e nei monasteri, uccidendo e facendo prigionieri. Un venerdì del settembre 1240 scalarono le mura del monastero di Santa Chiara e le suore, lascia scritto Tommaso da Celano:


«Corsero a santa Chiara che era gravemente inferma e, con molte lacrime, le dissero come quella gente pessima avevano rotte le porte del monastero. Ed essa le confortava che non temessero […] ma armate di fede ricorressero a Gesù Cristo. E giacendo santa Chiara sulla paglia, inferma, si fece portare una cassettina d’avorio dove era il Santo Corpo di Cristo consacrato e si fece portare incontro a quella mala gente. E orando devotamente […] “Pregoti, Signor mio, che ti piaccia che queste tue poverelle serve, le quali tu, Signore, hai nutricate sotto la mia cura, che non mi siano tolte né tratte di mano, acciò che non vengano nelle mani e alla crudeltà di questi infedeli e pagani; onde pregoti, Signor mio, che tu le guardi, che io senza di te guardarle non posso e massimamente ora in questo amaro punto”. A questo priego, dalla cassettina che aveva dinnanzi reverentemente, si uscì una voce, come di fanciullo e, udendola tutte le suore, disse: “Io per tuo amore guarderò te e loro sempre” […]» (Vita di santa Chiara vergine, in Fonti Francescane 3201).

I mercenari islamici fuggirono precipitosamente dal monastero, respinti dalla potenza di una forza invisibile. E di lì a poco lasciarono Assisi. Tuttavia, nel 1241 l’Imperatore, scomunicato da Gregorio IX, non tollerando la sottomissione di Assisi al romano Pontefice, organizzò una nuova spedizione. Quando il pericolo fu imminente santa Chiara chiamò le consorelle: ordinò un giorno di digiuno, dopo il quale le invitò a cospargersi il capo di cenere e a prostrarsi con lei davanti al tabernacolo. La mattina del 22 giugno un forte temporale portò lo scompiglio nell’accampamento degli assedianti, costringendoli ad una nuova fuga. Santa Chiara difese Cristo, il monastero, la sua città con l’arma della Fede e con il Corpo di Nostro Signore. Catturata a Cristo grazie a san Francesco, abbandonò tutte le offerte terrene per vivere con sorella Povertà e unirsi al Crocifisso per guadagnare la salvezza di molti. Votata unicamente a Dio, si lasciò guidare da un’unica ricchezza, la Trinità, e non ebbe stima per nessun’altra religione che non fosse quella cattolica.

(b) Santa Chiara d'Assisi ebbe un'estasi della durata di tre giorni consecutivi

La Passione del Signore era la meditazione continua di santa Chiara d’Assisi. I misteri della Croce formavano la sua delizia e il suo tormento, la sua esultanza e la sua umiliazione, il suo vivere e il suo languire. Lamentava le pene del suo Sposo, l’ingratitudine degli uomini verso di Lui; e le sorelle la sorprendevano sempre immersa in un dirottissimo pianto. Parlava spesso a loro e specialmente alle novizie dei dolori del Crocifisso, ma le sue parole venivano soffocate da gemiti e sospiri e arrestate dalle lacrime. Il pensiero dei patimenti del Salvatore non la rendeva mai sazia dal macerare il suo verginale corpo, anzi dall’ora sesta all’ora nona in cui il Signore spirò, si flagellava con estremo rigore. Ebbe un culto particolare per le Cinque Piaghe di Gesù Crocifisso, in onore delle quali scrisse alcune preghiere che recitava ogni dì, insieme all’Ufficio della Passione del Signore composto dal Padre san Francesco.

In un Giovedì Santo si sentì più del solito trasportata a meditare i misteri che la Chiesa ricorda e celebra in quel giorno. Verso sera avvicinandosi l’ora delle Agonie nel Getsemani, Chiara tutta contristata e mesta, si raccolse nella solitudine della cella, ove unitasi al suo appassionato Signore, sentendosi venir meno al pensiero dei patimenti da Lui sofferti, fu costretta a gettarsi sul suo povero giaciglio. Passò la notte, passò il giorno seguente senza mai farsi vedere. Una sua discepola più intima che aveva l’ordine di chiamarla ogni qualvolta non l’avesse vista uscire di cella, era andata da lei la sera del Giovedì Santo, era tornata la mattina e la sera del Venerdì, e trovatala fuori dei sensi, non aveva osato turbarla, tanto più che uno splendore misterioso traluceva dal suo volto. Spuntò e volse a sera anche il Sabato Santo, e Chiara perseverava sempre immobile cogli occhi fissi verso un lato della cella, estatica e insensibile. La pietosa discepola allora le si avvicinò con un lume osservandola attentamente per assicurarsi che era viva, quindi le sussurrò all’orecchio: Madre, ricordatevi che il nostro Padre Francesco vi ha ordinato in virtù di santa obbedienza che ogni giorno dobbiate gustar cibo. La parola obbedienza richiamò subito ai sensi Chiara, la quale, come se si destasse da un profondissimo sonno, disse: «E perché, o sorella mia, portate il lume? Non è ancora giorno?».

Da quello che rispose la figlia, la santa Madre comprese che quella era la terza sera da che era uscita dai sensi. Nella sua umiltà volle attribuire la lunga estasi a un sonno di cui aveva gran bisogno, e che Dio le aveva concesso per ristorarsi. Proibì tuttavia alla suora di farne parola, ma le monache tutte avevano già compreso di quale natura fosse stato quel sonno.


(III) ALCUNE FRASI DI SANTA CHIARA

Se guardi Dio, ciò che ti preoccupa tanto ti sembrerà insignificante.

Non è possibile essere gloriosi nel mondo e là [in cielo] regnare con Cristo.

Che il Signore sia sempre con voi e che voi siate sempre con lui.

Facciamo attenzione a che, se entriamo nella via del Signore, non ce ne allontaniamo in nessun momento per colpa nostra o per ignoranza.

Per amore di Cristo non c’è dolore che mi faccia soffrire.

Quale scambio più grande e più lodevole: lasciare le cose temporali per quelle eterne, meritare i beni celesti invece di quelli terreni e possedere una vita felice per sempre!

PREFERISCO MORIRE MILLE VOLTE PIUTTOSTO CHE OFFENDERE DIO VOLONTARIAMENTE.

Colui che soffre con pazienza, soffre meno.


Non abbiate timore, tutto passerà e sarà bene.

NON SAPPIAMO COSA CI ATTENDE MA SAPPIAMO CHI CI ATTENDE.

La via di Dio richiede pazienza e perseveranza.

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IMPORTANTE PER LA PROPRIA FORMAZIONE CRISTIANA

(1) FORMAZIONE COMPLETA DI SANA DOTTRINA CATTOLICA: CREDO, 10 COMANDAMENTI, SACRAMENTI, PREGHIERA, VIZI E VIRTÙ

Catechesi per gli adulti


p. s. Garantisco la rettitudine dell'insegnamento dottrinale offerto nelle catechesi dei padri impegnati in queste esposizioni. Le catechesi di Padre Donato (il sacerdote che cura il Credo, i 10 Comandamenti, i Sacramenti e i Precetti della Chiesa) sono vivamente consigliate

(2) FRASARIO IN SEI PARTI (CON CENTINAIA DI AFORISMI)

Florilegio – aforismi vari, una raccolta per resistere nella fede


Raccolta di perle di sapienza e ricca soprattutto di aforismi tratti dagli insegnamenti immortali dei Santi. Questa raccolta risponde allo scopo di offrire un "vademecum di vera razionalità e spiritualità", fatto di schegge di luce che toccano un po' tutti i temi più importanti.

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