La Dottrina della fede stronca i libri di Maria Valtorta
Di
Pier Giuseppe Accornero
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9 Marzo 2025
«I libri di Maria Valtorta non sono di origine soprannaturale». Il dicastero per la Dottrina della fede blocca i libri della sedicente veggente, la casertana Maria Valtorta vissuta a Viareggio, le cui vicende e pseudo-rivelazioni hanno riempito per decenni i rotocalchi popolari giocando sulla buona fede dei semplici.
«Spesso pervengono alla Santa Sede, da parte di ecclesiastici e di laici – informa un comunicato vaticano del 22 febbraio 2025 – richieste di chiarimento sulla posizione della Chiesa riguardo agli scritti di Maria Valtorta, quali l’opera “Il poema dell’Uomo-Dio”, conosciuto come “L’Evangelo come mi è stato rivelato”, e altre pubblicazioni. Si ribadisce che presunte “visioni”, “rivelazioni” e “comunicazioni” contenute in questi scritti non possono essere ritenute di origine soprannaturale, ma devono essere considerate semplicemente forme letterarie di cui si è servita l’autrice per narrare, a modo suo, la vita di Gesù Cristo». Conclude: «Nella sua lunga tradizione, la Chiesa non accetta come normativi i Vangeli apocrifi e altri testi simili, in quanto non ne riconosce l’ispirazione divina, rinviando alla lettura sicura dei Vangeli ispirati».
Impossibilitata a muoversi e bloccata a letto, Maria Valtorta avrebbe visto tutto il Vangelo – dalla nascita di Maria, giorno per giorno – svolgersi davanti ai suoi occhi e riempie 1.122 quaderni con una scrittura fitta e senza correzioni per un totale di 13.193 pagine. Descrive 700 personaggi, 500 luoghi e le usanze, l’abbigliamento, le gerarchie, il clima, la flora, perfino le costellazioni nel cielo palestinese di duemila anni fa. Scrive addirittura che i santi innocenti, uccisi per ordine del crudele re Erode, furono 188 a Betlemme e 132 nelle campagne circostanti, e tra loro 64 bambine.
Il libro ha uno straordinario successo e avrebbe avuto – ma non è vero – il tacito consenso di Pio XII, forse perché il gesuita padre Virginio Rotondi, «il microfono di Dio» e inventore del «Mondo migliore» – che girava per l’Italia negli anni Cinquanta – dedicò ben cinque puntate della sua trasmissione Rai «Ascolta si fa sera» a quella che tutti chiamavano «santona» Valtorta.
Nata a Caserta, Valtorta vive gran parte della vita a Viareggio, costretta a letto a causa di una grave malattia. In questo periodo, tra il 1943 e il 1947, scrive – dice lei – «sotto la dettatura divina» migliaia di pagine sulla vita di Gesù. I dieci volumi del «Poema dell’Uomo-Dio» sono pubblicati per la prima volta nel 1960. Ma Il 16 dicembre 1959 il Sant’Uffizio colloca l’opera nell’Indice dei libri proibiti. Lo comunica «L’Osservatore Romano» del 6 gennaio 1960 e sulla prima pagina compare un articolo anonimo dal titolo «Una vita di Gesù malamente romanzata» che smonta totalmente l’opera. Tra l’altro, finisce all’Indice anche perché viola il canone 1385 del Codice di Diritto Canonico che richiedeva l’«imprimatur» prima della pubblicazione. I dieci volumi narrano in dettaglio la vita di Gesù, le sue predicazioni, i miracoli e gli insegnamenti, secondo quanto lei afferma di aver ricevuto attraverso «visioni e locuzioni interiori».
Il 15 giugno 1966 la congregazione per la Dottrina della fede nel dopo- Concilio subentra al Sant’Uffizio. Sotto Giovanni Paolo II nel 1985 il cardinale prefetto della congregazione per la Dottrina della fede Joseph Ratzinger– che diventerà Papa Benedetto XVI – cita il decreto del Sant’Uffizio del 1959 e l’articolo del giornale vaticano per ribadire la condanna del «Poema dell’Uomo-Dio». Il prefetto rispondeva a una lettera che il cardinale arcivescovo di Genova Giuseppe Siri aveva inviato a nome di un sacerdote della sua diocesi che chiedeva lumi. Ratzinger aggiunse che la condanna «non fu presa alla leggera» poiché il testo «è una vita di Gesù malamente romanzata, sconsigliata al fine di evitare i danni che tale pubblicazione avrebbe potuto arrecare ai fedeli più sprovveduti».
Il dibattito sulla figura e l’opera di Valtorta è sempre stato molto vivace: da una parte chi la considera una mistica autentica veramente ispirata; dall’altra chi la vede come una scrittrice visionaria priva di ogni fondamento teologico. Ed è quanto afferma il dicastero per la Dottrina della fede asserendo che la Chiesa «non accetta i Vangeli apocrifi e altri testi simili, in quanto non ne riconosce l’ispirazione divina».
Pier Giuseppe Accornero