Senza conversione la “dittatura pandemica” non finirà (La Scure di Elia)
(...)
La saga della pandemia ha impresso una decisa accelerazione allo svelamento della loro vera identità: sotto le mentite spoglie di promotori dei “diritti”, sono agenti dell’oligarchia finanziaria incaricati di sottomettere il popolo alla tirannia globale.
Tutto ciò Dio lo ha disposto (servendosi dell’esercizio umano del libero arbitrio, pur lasciandolo intatto) come castigo per le nostre gravi e ripetute infedeltà. «Guardate dunque ciò che ha fatto con noi e rendetegli gloria con timore e tremore» (Tb 13, 7). Il vecchio Tobia si rivolge ai suoi connazionali deportati in Assiria esortandoli a riconoscere nella disfatta la mano della giustizia divina e, coerentemente, a convertirsi dalla loro condotta malvagia: il Signore «ha manifestato la sua maestà verso una nazione peccatrice; convertitevi perciò, peccatori, e praticate la giustizia al suo cospetto, credendo che userà con voi la sua misericordia» (Tb 13, 8-9). Se gli uomini Gli avessero sempre obbedito, non si troverebbero nella situazione attuale: Si populus meus audisset me, Israel si in viis meis ambulasset, pro nihilo forsitan inimicos eorum humiliassem, et super tribulantes eos misissem manum meam (Se il mio popolo mi avesse ascoltato, se Israele avesse camminato nelle mie vie, per un nulla avrei umiliato i suoi nemici e portato la mia mano sopra quanti li affliggono; Sal 80, 14-15). Per ottenere il soccorso del Cielo ed esser liberati dalla tirannia, dobbiamo dunque riaprire l’orecchio alla parola divina.
Non dimentichiamo che i castighi, quantunque ci appaiano severi, sono ben inferiori a quelli che meritiamo: Non secundum peccata nostra fecit nobis, neque secundum iniquitates nostras retribuit nobis (Non ci ha trattato secondo i nostri peccati, né ci ha retribuito nella misura delle nostre iniquità; Sal 102, 10). Se così avesse fatto, saremmo già da tempo morti e dannati all’Inferno, mentre la nostra Nazione sarebbe stata cancellata da guerre e cataclismi. Se allora si prospetta una sua decimazione causata dai cosiddetti vaccini, anche questa punizione è limitata ed è disposta da Dio in vista di un bene maggiore: in questo caso, la conversione mediante un sincero rinnegamento del peccato in ogni sua forma e un tempestivo ritorno alla vita di grazia che consenta di evitare l’eterna condanna, sciagura certamente non paragonabile neppure alla più terribile malattia. Un primo beneficio dell’odierna prova è che stanno ricominciando a pregare tante persone che non lo facevano più da decenni o non lo avevano mai fatto: Et clamaverunt ad Dominum cum tribularentur, et de necessitatibus eorum eripuit eos (Essendo tribolati gridarono al Signore ed egli li strappò alle loro angustie; Sal 106, 6).
È evidente che l’esaudimento ha una condizione ben precisa: che cambiamo radicalmente strada come individui e come società. Finché il nostro popolo rimarrà colpevolmente prigioniero del materialismo edonistico e illuso dai miraggi dell’anarchia pratica, senza ripudiare in modo completo e definitivo gli abomini con cui calpesta la dignità della vita, della famiglia e della sessualità, non potrà legittimamente sperare in un intervento dall’alto. Le proteste sono giustificate e doverose, ma non avranno successo se non quando si farà pubblicamente penitenza di tutte le forme di oltraggio al Creatore e alla persona umana, che è Sua immagine. Dobbiamo senz’altro rendere grazie per l’affossamento di una legge iniqua che mirava a legalizzare surrettiziamente la pedofilia, ma questo è solo il primo passo del cammino verso la restaurazione dell’ordine stabilito da Dio e della regalità di Gesù Cristo. Pur nella giusta esultanza per il successo ottenuto grazie a tante preghiere e digiuni, non dobbiamo abbassare la guardia, ma intensificare la lotta sia sul piano spirituale che su quello politico, senza lasciarci distrarre da falsi allarmi né irretire da promesse fallaci.
Gli oligarchi stanno già preparando una nuova emergenza artificiale, quella della febbre emorragica di Marburg, che servirà a coprire i devastanti effetti dei “vaccini” e fungerà al contempo da pretesto per imporne di nuovi (già pronti da tempo, come quelli contro il Covid), che conterranno – pare – un veleno letale, la ricina, una tossina naturale capace di provocare la morte in debolissima quantità, non rilevabile dall’autopsia e molto usata, per questo, dagli agenti segreti. C’è da sperare che la gente non abbocchi un’altra volta a una frode di proporzioni mondiali, svegliandosi dall’incantesimo dei pifferai del regime. A tal fine è indispensabile spengere il televisore e disdire l’abbonamento, visto il fiume di menzogne e immoralità che da lì si riversa nelle case e nelle menti. Grazie a Dio, oggi disponiamo di altre fonti di informazione, sebbene richiedano un attento discernimento. Come criterio generale, seppur non esaustivo, evitate chi non fa altro che accrescere l’inquietudine con un catastrofismo senza speranza, chi diffonde notizie poco credibili senza fornire alcuna pezza d’appoggio e chi recita la parte del contestatore inducendovi di fatto all’acquiescenza.
La priorità assoluta, in ogni caso, rimane la preghiera. «Non avrebbero avuto l’ardire di contrapporsi alle autorità di questo mondo, se l’energia dello Spirito Santo non li avesse fortificati» (san Gregorio Magno, Homiliae in Evangelia, 30, 7; PL 76, 1225): ciò che il grande Pontefice afferma degli Apostoli si applica perfettamente a quanti oggi, tra Pastori e fedeli, osano sfidare il potere iniquo che opprime l’umanità, purché abbiano una fede genuina e vi conformino la propria condotta. Troppi militanti, lasciandosi andare al turpiloquio, dimostrano di non avere un cuore puro e, di conseguenza, di non esser guidati dall’alto. Maledire i malvagi, poi, è lecito soltanto se non se ne desidera la rovina per se stessa, ma unicamente come mezzo per il conseguimento di un bene, come la loro correzione o la liberazione degli oppressi; altrimenti è peccato grave. Chi non prega bene e abbastanza è facilmente trascinato dal demonio su false strade e in comportamenti moralmente riprovevoli che costituiscono una sua ulteriore vittoria, anziché una sua sconfitta.
Vide si via iniquitatis in me est; et deduc me in via aeterna (Vedi se c’è in me un comportamento iniquo e guidami sulla via eterna; Sal 138, 24)
* * *
ARTICOLO INTEGRALE:
lascuredielia.blogspot.com/2021/10/apritelocchio-e-lorecchio-del-cuore.html
La saga della pandemia ha impresso una decisa accelerazione allo svelamento della loro vera identità: sotto le mentite spoglie di promotori dei “diritti”, sono agenti dell’oligarchia finanziaria incaricati di sottomettere il popolo alla tirannia globale.
Tutto ciò Dio lo ha disposto (servendosi dell’esercizio umano del libero arbitrio, pur lasciandolo intatto) come castigo per le nostre gravi e ripetute infedeltà. «Guardate dunque ciò che ha fatto con noi e rendetegli gloria con timore e tremore» (Tb 13, 7). Il vecchio Tobia si rivolge ai suoi connazionali deportati in Assiria esortandoli a riconoscere nella disfatta la mano della giustizia divina e, coerentemente, a convertirsi dalla loro condotta malvagia: il Signore «ha manifestato la sua maestà verso una nazione peccatrice; convertitevi perciò, peccatori, e praticate la giustizia al suo cospetto, credendo che userà con voi la sua misericordia» (Tb 13, 8-9). Se gli uomini Gli avessero sempre obbedito, non si troverebbero nella situazione attuale: Si populus meus audisset me, Israel si in viis meis ambulasset, pro nihilo forsitan inimicos eorum humiliassem, et super tribulantes eos misissem manum meam (Se il mio popolo mi avesse ascoltato, se Israele avesse camminato nelle mie vie, per un nulla avrei umiliato i suoi nemici e portato la mia mano sopra quanti li affliggono; Sal 80, 14-15). Per ottenere il soccorso del Cielo ed esser liberati dalla tirannia, dobbiamo dunque riaprire l’orecchio alla parola divina.
Non dimentichiamo che i castighi, quantunque ci appaiano severi, sono ben inferiori a quelli che meritiamo: Non secundum peccata nostra fecit nobis, neque secundum iniquitates nostras retribuit nobis (Non ci ha trattato secondo i nostri peccati, né ci ha retribuito nella misura delle nostre iniquità; Sal 102, 10). Se così avesse fatto, saremmo già da tempo morti e dannati all’Inferno, mentre la nostra Nazione sarebbe stata cancellata da guerre e cataclismi. Se allora si prospetta una sua decimazione causata dai cosiddetti vaccini, anche questa punizione è limitata ed è disposta da Dio in vista di un bene maggiore: in questo caso, la conversione mediante un sincero rinnegamento del peccato in ogni sua forma e un tempestivo ritorno alla vita di grazia che consenta di evitare l’eterna condanna, sciagura certamente non paragonabile neppure alla più terribile malattia. Un primo beneficio dell’odierna prova è che stanno ricominciando a pregare tante persone che non lo facevano più da decenni o non lo avevano mai fatto: Et clamaverunt ad Dominum cum tribularentur, et de necessitatibus eorum eripuit eos (Essendo tribolati gridarono al Signore ed egli li strappò alle loro angustie; Sal 106, 6).
È evidente che l’esaudimento ha una condizione ben precisa: che cambiamo radicalmente strada come individui e come società. Finché il nostro popolo rimarrà colpevolmente prigioniero del materialismo edonistico e illuso dai miraggi dell’anarchia pratica, senza ripudiare in modo completo e definitivo gli abomini con cui calpesta la dignità della vita, della famiglia e della sessualità, non potrà legittimamente sperare in un intervento dall’alto. Le proteste sono giustificate e doverose, ma non avranno successo se non quando si farà pubblicamente penitenza di tutte le forme di oltraggio al Creatore e alla persona umana, che è Sua immagine. Dobbiamo senz’altro rendere grazie per l’affossamento di una legge iniqua che mirava a legalizzare surrettiziamente la pedofilia, ma questo è solo il primo passo del cammino verso la restaurazione dell’ordine stabilito da Dio e della regalità di Gesù Cristo. Pur nella giusta esultanza per il successo ottenuto grazie a tante preghiere e digiuni, non dobbiamo abbassare la guardia, ma intensificare la lotta sia sul piano spirituale che su quello politico, senza lasciarci distrarre da falsi allarmi né irretire da promesse fallaci.
Gli oligarchi stanno già preparando una nuova emergenza artificiale, quella della febbre emorragica di Marburg, che servirà a coprire i devastanti effetti dei “vaccini” e fungerà al contempo da pretesto per imporne di nuovi (già pronti da tempo, come quelli contro il Covid), che conterranno – pare – un veleno letale, la ricina, una tossina naturale capace di provocare la morte in debolissima quantità, non rilevabile dall’autopsia e molto usata, per questo, dagli agenti segreti. C’è da sperare che la gente non abbocchi un’altra volta a una frode di proporzioni mondiali, svegliandosi dall’incantesimo dei pifferai del regime. A tal fine è indispensabile spengere il televisore e disdire l’abbonamento, visto il fiume di menzogne e immoralità che da lì si riversa nelle case e nelle menti. Grazie a Dio, oggi disponiamo di altre fonti di informazione, sebbene richiedano un attento discernimento. Come criterio generale, seppur non esaustivo, evitate chi non fa altro che accrescere l’inquietudine con un catastrofismo senza speranza, chi diffonde notizie poco credibili senza fornire alcuna pezza d’appoggio e chi recita la parte del contestatore inducendovi di fatto all’acquiescenza.
La priorità assoluta, in ogni caso, rimane la preghiera. «Non avrebbero avuto l’ardire di contrapporsi alle autorità di questo mondo, se l’energia dello Spirito Santo non li avesse fortificati» (san Gregorio Magno, Homiliae in Evangelia, 30, 7; PL 76, 1225): ciò che il grande Pontefice afferma degli Apostoli si applica perfettamente a quanti oggi, tra Pastori e fedeli, osano sfidare il potere iniquo che opprime l’umanità, purché abbiano una fede genuina e vi conformino la propria condotta. Troppi militanti, lasciandosi andare al turpiloquio, dimostrano di non avere un cuore puro e, di conseguenza, di non esser guidati dall’alto. Maledire i malvagi, poi, è lecito soltanto se non se ne desidera la rovina per se stessa, ma unicamente come mezzo per il conseguimento di un bene, come la loro correzione o la liberazione degli oppressi; altrimenti è peccato grave. Chi non prega bene e abbastanza è facilmente trascinato dal demonio su false strade e in comportamenti moralmente riprovevoli che costituiscono una sua ulteriore vittoria, anziché una sua sconfitta.
Vide si via iniquitatis in me est; et deduc me in via aeterna (Vedi se c’è in me un comportamento iniquo e guidami sulla via eterna; Sal 138, 24)
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