Augustodunum e il drappo funebre con fili d’oro del IV sec. d.C

Augustodunum e il drappo funebre con fili d’oro del IV sec. d.C. - MediterraneoAntico Le indagini archeologiche in corso nella città romana di Augustodunum (attuale Autun, Saône-et-Loire) e nella sua …Altro
Augustodunum e il drappo funebre con fili d’oro del IV sec. d.C. - MediterraneoAntico
Le indagini archeologiche in corso nella città romana di Augustodunum (attuale Autun, Saône-et-Loire) e nella sua necropoli tardoantica, situata nei pressi della chiesa paleocristiana di Saint-Pierre-l’Estrier, da parte dell’INRAP (Istituto Nazionale francese di Ricerca Archeologica Preventiva) in collaborazione con il Servizio Archeologico della città di Autun, iniziati nel 2020, hanno portato alla luce più di 230 sepolture, databili tra il III e il V sec. d.C. Allo stato attuale delle ricerche, quelle di IV sec. d.C. sono in quantità maggiore. Tra queste, in una bara di piombo, è stato rinvenuto un drappo funebre color porpora, ricamato con fili d’oro.
Frammenti del tessuto rinvenuto. Crediti: Fabienne Médard / Anatex
Nel corso del tempo, la bara si è riempita di terra e il drappo, che doveva coprire il corpo del defunto fino al collo, si è amalgamato con essa. Gli archeologi, per recuperare le …Altro
Francesco I
Cfr.
La Tomba di San Pietro
Una straordinaria vicenda
Autore/i: Guarducci Margherita
Editore: Rusconi
premessa dell’autrice.
pp. 176, XXII tavv. f.t., Milano
Pietro, il pescatore di Galilea, predicò a Roma la parola di Cristo. Venne crocifisso nel Circo di Nerone, in Vaticano, e sepolto a breve distanza dal luogo del martirio. Sul posto, divenuto oggetto di venerazione, venne poi edificata la …Altro
Cfr.

La Tomba di San Pietro

Una straordinaria vicenda
Autore/i: Guarducci Margherita
Editore: Rusconi
premessa dell’autrice.
pp. 176, XXII tavv. f.t., Milano

Pietro, il pescatore di Galilea, predicò a Roma la parola di Cristo. Venne crocifisso nel Circo di Nerone, in Vaticano, e sepolto a breve distanza dal luogo del martirio. Sul posto, divenuto oggetto di venerazione, venne poi edificata la prima Basilica Vaticana.
Questa è la tradizione accettata dai fedeli di tutto il mondo. Tuttavia, come testimonia Margherita Guarducci con La tomba di san Pietro, gli avversari della Chiesa cattolica negarono l’esistenza del tumulo, sostenendo perfino che Pietro non era mai giunto a Roma. Ristabilire la verità storica è dunque un’ operazione di estrema importanza sia dal punto di vista archeologico sia da quello religioso.

Margherita Guarducci
Antichista italiana (Firenze 1902 - Roma 1999), figlia di Federico; professore di epigrafia greca a Roma (1942-73), autrice di un diffuso trattato di Epigrafia greca (4 voll., 1967-78) e della raccolta delle Inscriptiones Creticae (4 voll., 1935-50); socio nazionale dei Lincei (1969). Si occupò anche degli scavi sotto la basilica di S. Pietro (I graffiti sotto la Confessione di S. Pietro, 1959; La tomba di Pietro, 1959; Le reliquie di Pietro, 1965; Pietro in Vaticano, 1983; La tomba di S. Pietro. Una straordinaria vicenda, 1989) e di altri argomenti di archeologia cristiana e tardo-antica.
È nota anche per aver negato (1980) l'autenticità della fibula prenestina.
(La fibula prenestina è una spilla in oro della metà del VII secolo a.C., ritrovata a Palestrina (l'antica Praeneste, Preneste), che reca un'iscrizione in latino arcaico considerata il più antico documento scritto in lingua latina. L'autenticità dell'iscrizione è stata a lungo oggetto di dibattito - in particolare, a partire dalla seconda metà del XX secolo – fino al 2011, quando è stata accertata – tramite analisi con microscopio elettronico a scansione e microsonda elettronica – la corrispondenza delle tecniche di fabbricazione del monile con quelle di realizzazione della scritta e con l'età ipotizzata dagli archeologi.

La fibula è esposta al Museo nazionale preistorico etnografico Luigi Pigorini a Roma. Una sua riproduzione moderna è esposta nella collezione epigrafica del Museo nazionale romano delle Terme di Diocleziano.)
alda luisa corsini
Le manca di leggere l' articolo di Monsignor Ferrua da me citato in basso. È ormai acclarato che la Guarducci forzo' gli eventi dopo che trovò questa cassetta nello scaffale del deposito archeologico, all'interno della quale c' era un resto di stoffa purpureo avvolgente delle ossa. Tutto questo venne fuori anni dopo la sua morte quando non poteva esercitare più il suo potete coercitivo nella cultura …Altro
Le manca di leggere l' articolo di Monsignor Ferrua da me citato in basso. È ormai acclarato che la Guarducci forzo' gli eventi dopo che trovò questa cassetta nello scaffale del deposito archeologico, all'interno della quale c' era un resto di stoffa purpureo avvolgente delle ossa. Tutto questo venne fuori anni dopo la sua morte quando non poteva esercitare più il suo potete coercitivo nella cultura archeologica del tempo. Era una donna potente che incuteva soggezione. All'università ricordo che osava dire in sede di esami che il mestiere dell' archeologo non si sposava con la famiglia, a coloro che indossavano la fede al dito. È più credibile la Valtorta nella sua infinita umiltà che questa donna ambiziosa, desiderosa di legare a tutti i costi il suo nome ad una attribuzione così importante. Pietro è deceduto nel circo di Nerone poco distante ed è stato sepolto una prima volta nei pressi ma poi la salma fu trasferita altrove per sicurezza.
Doranna Valcovich
Meraviglia
alda luisa corsini
Il drappo trova un confronto con quello trovato in un magazzino del Vaticano dalla prof. Guarducci in una scatola assieme a delle ossa, che la studiosa attribuì arbitrariamente a San Pietro. Si rimanda al testo di Maria Valtorta e ai commenti in Maria Valtorta. La vera tomba di San Pietro 7 (Fine).