Erudito della liturgia: cuore di Francesco radicalmente corrotto
Don John Hunwicke, liturgista converttito dall'Anglicanesimo, traccia i riti di Roma, Antiochia e Alessandria fino agli Apostoli.
Fa riferimento a S. Ireneo di Lione (+202), uno dei primi Padri della Chiesa. Quei riti erano stati "consegnati agli Apostoli e trapassati nelle chiese da loro fondate", secondo quando ha detto Hunwicke a Gloria.tv (video sotto) al Forum Romano, un incontro di Cattolici a Gardone (Brescia). Il cardinale Ratzinger ha insistito molto sull'autenticità apostolica dei primi riti.
Hunwicke nota che il Canone della Messa è "più antico di quanto molti credano". Studi liturgici mostrano che il culto dei primi Cristiani non era una mera attività di condivisione, ma possedeva una "complessità rituale". Fa riferimento a Ratzinger e al Catechismo, quando entrambi affermano "francamente e brutalmente" che "il papa non può cambiare la liturgia" a seconda delle proprie preferenze private.
Il fatto che Francesco metta in atto il «Traditionis custodes» il mattino dopo la pubblicazione è, secondo Hunwicke, "una indicazione notevole della completa mancanza di fiducia nei fratelli vescovi" e un "segno di corruzione radicale nel cuore, che gli fa perdere la fiducia nei compagni vescovi".
Quindi Francesco è costretto a dire: "Tutte queste mie piccole, triviali istruzioni anti tradizionali entrano in effetto alle 4:30 di notte di domani, quando «L'Osservatore Romano» viene stampato". Hunwicke definisce l'azione di Francesco "totalmente disgraziata".
Sottolinea che la versione inglese del TC richiede ai vescovi di "consultare" la Santa Sede sui preti appena ordinati che vogliono celebrare la Messa Romana. Sei mesi dopo, però, il neo cardinale Arthur Roche, a capo della «Congregazione per la liturgia», ha tirato fuori la versione in latino, che ordina ai vescovi di richiedere l'accordo della Santa Sede.
Secondo Hunwicke, ciò dimostra che Roche fa dei giochetti, perché lui "e i suoi compari" hanno usato la versione in latino del TC per ottenere ordini ancor più rigidi.
#newsRtafqewyer
Fa riferimento a S. Ireneo di Lione (+202), uno dei primi Padri della Chiesa. Quei riti erano stati "consegnati agli Apostoli e trapassati nelle chiese da loro fondate", secondo quando ha detto Hunwicke a Gloria.tv (video sotto) al Forum Romano, un incontro di Cattolici a Gardone (Brescia). Il cardinale Ratzinger ha insistito molto sull'autenticità apostolica dei primi riti.
Hunwicke nota che il Canone della Messa è "più antico di quanto molti credano". Studi liturgici mostrano che il culto dei primi Cristiani non era una mera attività di condivisione, ma possedeva una "complessità rituale". Fa riferimento a Ratzinger e al Catechismo, quando entrambi affermano "francamente e brutalmente" che "il papa non può cambiare la liturgia" a seconda delle proprie preferenze private.
Il fatto che Francesco metta in atto il «Traditionis custodes» il mattino dopo la pubblicazione è, secondo Hunwicke, "una indicazione notevole della completa mancanza di fiducia nei fratelli vescovi" e un "segno di corruzione radicale nel cuore, che gli fa perdere la fiducia nei compagni vescovi".
Quindi Francesco è costretto a dire: "Tutte queste mie piccole, triviali istruzioni anti tradizionali entrano in effetto alle 4:30 di notte di domani, quando «L'Osservatore Romano» viene stampato". Hunwicke definisce l'azione di Francesco "totalmente disgraziata".
Sottolinea che la versione inglese del TC richiede ai vescovi di "consultare" la Santa Sede sui preti appena ordinati che vogliono celebrare la Messa Romana. Sei mesi dopo, però, il neo cardinale Arthur Roche, a capo della «Congregazione per la liturgia», ha tirato fuori la versione in latino, che ordina ai vescovi di richiedere l'accordo della Santa Sede.
Secondo Hunwicke, ciò dimostra che Roche fa dei giochetti, perché lui "e i suoi compari" hanno usato la versione in latino del TC per ottenere ordini ancor più rigidi.
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