Mons. Schneider esclude le soluzioni di Mons. Vigano riguardanti l'invalidità del conclave del 2013
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10 Febbraio 2024 Pubblicato da Marco Tosatti 14 Commenti
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, torniamo a parlare del libro di O’Reilly, di cui abbiamo pubblicato qualche estratto qualche giorno fa, per offrire alla vostra attenzione, nella nostra traduzione, la prefazione all’opera scritta da mons. Athanasius Schneider, che non può certamente essere considerato un vescovo fan di Jorge Mario Bergoglio. Come d’altronde, chi scrive, che ha ben volentieri pagato di persona la sua opposizione alla persona, agli atti, e alla filosofia che li ispira. Buona lettura, e meditazione su quanto scrive mons. Schneider.
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Il principio guida più sicuro nella questione cruciale per la vita della Chiesa sulla validità del pontificato di Papa Francesco dovrebbe essere la prassi prevalente nella storia della Chiesa, che include casi risolti di rinunce o elezioni papali presumibilmente non valide. In questa prassi prevalente è stato mostrato il sensus perennis ecclesiae (il senso perenne della Chiesa).
Il principio di legalità applicato ad litteram (alla lettera) o quello del positivismo giuridico non era considerato nella grande prassi della Chiesa un principio assoluto, poiché la legislazione dell’elezione papale è solo una legge umana (positiva), e non una legge divina (rivelata).
La legge umana che regola l’assunzione dell’ufficio papale o la destituzione dall’ufficio papale deve essere subordinata al bene superiore di tutta la Chiesa, che in questo caso è l’esistenza reale del capo visibile della Chiesa e la certezza di questa esistenza per tutto il corpo della Chiesa, clero e fedeli.
L’esistenza visibile del capo e la certezza su di esso sono richieste dalla natura stessa della Chiesa. La Chiesa universale non può esistere per un tempo considerevole senza un Sommo Pastore visibile, senza il successore di Pietro, poiché dal suo capo visibile dipende l’attività vitale della Chiesa universale, come ad esempio la nomina dei vescovi diocesani e dei cardinali, nomine che richiedono l’esistenza di un Papa valido.
A sua volta, il bene spirituale dei fedeli dipende da una nomina valida di un vescovo, poiché nel caso di una nomina episcopale invalida (dovuta a un papa presumibilmente invalido), i sacerdoti sarebbero privi di giurisdizione pastorale (confessione, matrimonio).
Da questo dipendono anche le dispense che solo il Romano Pontefice può concedere, e anche le indulgenze, tutto questo per il bene spirituale e la salvezza eterna delle anime.
Guidato da questo principio veramente pastorale, l’istinto della Chiesa ha applicato la supplet ecclesia o la sanatio in radice anche nel caso di dubbi su una rinuncia o un’elezione pontificia.
Concretamente, la sanatio in radice di un’elezione pontificia invalida si è espressa nell’accettazione pacifica e moralmente universale del nuovo Pontefice da parte dell’episcopato e del popolo cattolico, per il fatto stesso che questo Pontefice eletto (presumibilmente invalido) è stato nominato nel Canone della Messa praticamente da tutto il clero cattolico.
L’ipotesi della rinuncia invalida di Benedetto XVI, e quindi dell’invalidità del papato di Francesco, si presenta propriamente come un vicolo cieco, un cul-de-sac.
quindi dell’invalidità del papato di Francesco, si presenta propriamente come un vicolo cieco, un cul-de-sac. Per nove anni la Sede Apostolica sarebbe stata di fatto vacante, poiché Benedetto XVI non ha compiuto alcun atto di governo, nessuna nomina episcopale o cardinalizia, nessun atto di dispensa, di indulgenze, ecc. Per questo
per questo motivo, la Chiesa universale sarebbe paralizzata nel suo aspetto visibile. Tale ipotesi equivarrebbe in pratica a un atteggiamento di sedevacantismo. Negli ultimi nove anni tutte le nomine di nunzi apostolici, vescovi diocesani e cardinali, tutte le dispense pontificie, le indulgenze concesse e utilizzate dai fedeli sarebbero nulle, con tutte le conseguenze nefaste per il bene spirituale delle anime (vescovi illegittimi, giurisdizioni episcopali invalide, ecc.). Tutti i cardinali nominati da Papa Francesco sarebbero invalidi, cioè non cardinali, e questo varrebbe per la stragrande maggioranza dei cardinali attuali.
L’ipotesi che Benedetto XVI sia ancora l’unico Papa valido, e che quindi Papa Francesco sia un Papa non valido, contraddice non solo la prassi provata e ragionevole della grande tradizione della Chiesa, ma anche semplicemente il buon senso. Inoltre, in questo caso si assolutizza l’aspetto della legalità, cioè nel nostro caso delle norme umane della rinuncia e dell’elezione pontificia, a scapito del bene delle anime, poiché si crea l’incertezza della validità di un’elezione pontificia.
incertezza della validità degli atti di governo della Chiesa e questo mina la natura visibile della Chiesa, e così ci si avvicina alla mentalità del sedevacantismo. La via più sicura (via tutior) e l’esempio della pratica costante della grande tradizione della Chiesa devono essere seguiti anche nel nostro caso.
Il timone della barca della Chiesa tiene in mano Nostro Signore Gesù Cristo anche nelle situazioni di maggiore tempesta, come quella che si verifica nel periodo di un Papa dottrinalmente ambiguo.
Queste tempeste sono relativamente brevi se paragonate ad altre grandi crisi durante i duemila anni di esistenza della Chiesa militante. Il caso estremamente raro di un papa eretico, o semi-eretico, deve essere sopportato e sofferto alla luce della fede nel carattere divino e nell’indistruttibilità della Chiesa e dell’ufficio petrino.
Papa San Leone Magno ha formulato questa verità, dicendo che la dignità di San Pietro non viene meno nei suoi successori, per quanto indegni essi siano: “Cuius dignitas etiam in indigno haerede non deficit” (Serm. 3, 4). Bisogna accogliere con favore l’iniziativa di Steven O’Reilly con la sua convincente analisi della questione della validità del papato di Papa Francesco nel presente libro.
Possa questo libro portare chiarezza in mezzo alla confusione tra i cattolici e convincerli ad assumere una visione più soprannaturale dell’attuale crisi del papato, credendo fermamente che anche ai nostri giorni la Chiesa è nelle mani onnipotenti di Dio.
Benedetto XVI. Rinuncia Invalida? Un Cul de Sac. Supplet Ecclesia. Mons. Schneider.