21:08
Abramo
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Minaccia di scomunica: Don Minutella rompe il suo silenzio. Messaggio di Don Alessandro Maria Minutella trasmesso in diretta su Radio Domina Nostra.Altro
Minaccia di scomunica: Don Minutella rompe il suo silenzio.

Messaggio di Don Alessandro Maria Minutella trasmesso in diretta su Radio Domina Nostra.
Francesco I
Non c'è nulla da stupirsi: da quando Paolo VI ha istituito una "strana messa protestantizzata" si perseguitano i cattolici e si esaltano gli eretici.
Anna Katharina Emmerick: “Vidi anche il rapporto tra i due papi"
Quanto poi lo scomunicare don Minutella due volte fa il paio con l'ordinanza di Peppone:
"Non ci si può dimettere dal partito comunista ! Chi si dimette viene espulso !"
ma, d'altra …Altro
Non c'è nulla da stupirsi: da quando Paolo VI ha istituito una "strana messa protestantizzata" si perseguitano i cattolici e si esaltano gli eretici.
Anna Katharina Emmerick: “Vidi anche il rapporto tra i due papi"
Quanto poi lo scomunicare don Minutella due volte fa il paio con l'ordinanza di Peppone:
"Non ci si può dimettere dal partito comunista ! Chi si dimette viene espulso !"
ma, d'altra parte la testa del compagno don Bergoglio non è molto diversa da quella di Giuseppe Bottazzi !
Acchiappaladri
@alda luisa corsini @Abramo
Gli indizi che le cronache ci offrono sembrano purtroppo indicare quello.
Colgo l'occasione per pubblicamente condividere con gli amici una considerazione sulla "malafede" che vediamo in atti delle gerarchie come quelli divulgati ieri da don Minutella.
In quegli atti di governo di gerarchi della Chiesa può essere constatata "malafede" SOLAMENTE SE, come premessa, …Altro
@alda luisa corsini @Abramo
Gli indizi che le cronache ci offrono sembrano purtroppo indicare quello.

Colgo l'occasione per pubblicamente condividere con gli amici una considerazione sulla "malafede" che vediamo in atti delle gerarchie come quelli divulgati ieri da don Minutella.

In quegli atti di governo di gerarchi della Chiesa può essere constatata "malafede" SOLAMENTE SE, come premessa, ipotizziamo che quei gerarchi abbiano (ancora) la Fede nella Verità (sinonimo del Logos incarnato così come dichiarato dalle evangeliche Sue ipsissima verba) , Unica, Assoluta,eternamente Immutabile, così come via via esplicata nel corso dei secoli con l'aiuto dello Spirito Santo nella Dottrina Cattolica.

Se il gerarca NON ha (più) quella Fede, ma un'altra fede, magari variabile a piacere secondo le idee relativistiche dell'eresia Modernista, allora quel certo atto non è più fatto "in malafede":
il gerarca (che sia un altissimo dirigente centrale, o un proconsole diocesano o qualche funzionario di più basso rango) semplicemente compie (con maggiore o minore abilità e diligenza professionale) quanto contrattualmente è tenuto a fare nella organizzazione mondana a cui appartiene e che gli paga lo stipendio e gli ha delegato certi poteri gerarchici.
Valutando la situazione legalmente, un ordinario diocesano (un "proconsole", insomma il direttore generale di una filiale della organizzazione Chiesa Cattolica ;-) ) che voglia ben svolgere (bene dal punto di vista "aziendale", come in una qualunque istituzione mondana) il suo lavoro non può non fare quello che diligentemente l'arcivescovo Lorefice sta facendo: sanzionare disciplinarmente, in modo via via più severo, un suo dipendente impiegato, secondo le arbitrarie (ma formalmente legali) richieste del competente dirigente centrale, se quell'impiegato persiste nel criticare pubblicamente alcuni atti del CEO (il Capo Azienda, comunque lo si voglia chiamare, ad esempio "papa") e cocciutamente conferma che non seguirà nel suo lavoro alcuni aspetti della strategia aziendale (scelta avendone piena facoltà legale) del CEO.

Se invece il gerarca avesse ancora viva almeno una fiammella della Fede e si ponesse, in una prospettiva soprannaturale ricordandosi di essere un ministro di Gesù il Messia e un successore dei Suoi apostoli, il grave problema di coscienza di scegliere che cosa fare secondo i suoi doveri disciplinari nella organizzazione mondana, ma riconoscendo che il primo suo dovere è verso DIO, allora (per non essere in malafede) NON dovrebbe fare quello che ha fatto e sta facendo l'arcivescovo Lorefice.

Io non ho le conoscenze e le competenze per insegnare all'ordinario di Palermo che cosa dovrebbe esattamente fare nel caso don Minutella: mi sembrano evidenti i gravi problemi di coscienza che casi come questi pongono ad un ordinario che voglia operare rettamente come vescovo cattolico.
Mi viene in mente che ad esempio potrebbe, per motivi personali, dimettersi facendo meno clamore possibile e dedicarsi con minori vincoli gerarchici mondani al suo ministero sacerdotale.
Diodoro
Il telefono "rosso" del Vaticano ha composto il numero della Curia di Palermo: "Vescovo Lorefice, non hai capito che il Regime è passato alla Soluzione Finale, mandando la polizia italiana ad arrestare i Non-rivoluzionari? O imponi a quel noto non-rivoluzionario di fare mea culpa intellettuale ("ho fatto male a pensare: c'era già il Supremo che pensava per me"), o potrebbe succedere qualcosa a te"
alda luisa corsini
Vescovo Lorefice: si vergogni di tanta pretestuosità. Lei è veramente in malafede.