A parte che ne hanno parlato anche loro , ma Viganò ha fatto discendere da contesti politici, sanitari ecc. più o meno evidenti delle conclusioni canoniche prive di fondamento, giustificando spesso le seconde con le prime. Quando gli è stata richiesta la motivazione canonica ha parlato di un 'vizio di consenso' che invaliderebbe il governo di Francesco. In teoria avrebbe preso le distanze da rinuncia invalida e sedevacantismo, ma in pratica ora le sta avallando..

Moltissimi pensano che Bergoglio non sia un papa proprio per i contenuti che trasmette. Un altro conto è dichiararlo, cosa che nessuno, neppure Viganò mi sembra, può fare, essendo di pertinenza di un successore o del collegio cardinalizio nel suo insieme. Diciamo che da questo punto di vista Viganò ha dato voce al pensiero dei moltissimi a cui accenno ma non penso abbia fatto oltre, sapendolo bene pure lui che non ha altri poteri in merito. D'altronde se chiede a Bergoglio di "dimettersi" non dovrebbe del tutto escludere, penso, che abbia una valida carica. Per quanto riguarda l'influenza del deep State nella Chiesa, questo ha iniziato a verificarsi lentamente già con la morte di Pio XII. Non è un mistero: i grandi del mondo influenzano le scelte degli Stati loro sottomessi e delle istituzioni ecclesiastiche! E' sempre esistito e oggi molto più di ieri. Non si potrebbe spiegare diversamente la deriva suicida del Cattolicesimo! Lo stesso Pentagono ha un dipartimento che riguarda gli affari religiosi e i siti religiosi vengono monitorati dalle più alte istituzioni governative americane (ne ho avuto la prova diretta anni fa). Qui Viganò ha ragione al 1000 x 100!

«C'è però un punto che lo differenzia significativamente dal fondatore della Fraternità San Pio X: monsignor Viganò - affermano i “lefebvriani” in una nota - fa nel suo testo una chiara dichiarazione di sedevacantismo. In altre parole, secondo lui, papa Francesco non è papa. Come lo spiega? A causa di un “difetto di consenso” del cardinale Jorge Bergoglio, al momento dell'accesso al potere supremo: considerando il papato come qualcosa di diverso da ciò che realmente è, l'eletto del 2013 ha accettato l'incarico pontificale senza consentirvi a pieno, e da questo errore è derivata la nullità della sua accettazione. Il suo pontificato sarebbe quindi quello di un figurante». «Né Monsignor Lefebvre, né la Fraternità da lui fondata, - sottolinea la nota - hanno accettato di avventurarsi su questo terreno».

Non lo spiego, ne traggo delle conseguenze, però. Anch'io sono convintissimo che Bergoglio non sia un papa valido. Ne ha fatte talmente tante prima e durante il papato da assurgere come esempio ideale da additare quale papa decaduto o usurpatore del papato. In ciò c'è unità di pensiero tra me e Viganò. La differenza (se c'è ma qui ne dubito) è che io non considero la mia opinione una realtà di fatto fintanto che "chi di dovere" non la declami. Questo avverrà quando il Vaticano finirà di vivere la sua Cattività modernista, ossia quando centri di potere geopolitico la finiranno di intromettersi nel Cattolicesimo influenzandolo attraverso massonerie varie.

Non è l'unico, lo sono pure io. Il Pasqualino non sopporta le persone che portano argomenti solidi contro la sua fuffa ideologica. E' uno di quelli che dice: "Il prete sono io"; intendendo che chi ha autorità deve essere venerato e non contraddetto anche se dice castronerie megagalattiche. Non ha capito che il rispetto non è scontato: uno se lo deve guadagnare mostrando cuore puro e cervello non contaminato.