@Marziale @Araba-Fenice Ritengo che lo scambio della pace abbia un giusto valore evangelico e liturgico, ma che tuttavia, nella liturgia romana, l’espressione “
scambiatevi un segno di pace” non interpreti per nulla il vero significato del gesto liturgico, diversamente da quanto avviene nella liturgia ambrosiana. Mi spiego. Nella liturgia ambrosiana, lo scambio della pace, collocato prima dell’offertorio, è l’invito del Celebrante alla
riconciliazione fraterna e pace tra i fedeli prima di presentare le offerte all’altare (vedi Matteo 5,23-24). Nella liturgia romana invece, lo stesso invito, collocato dopo le parole di Gesù “vi lascio la mia pace, vi do la mia pace” (vedi Gv 14,27; 20,19) e “la pace del Signore sia con voi” indica
il dono della Pace di Gesù che il Celebrante trasmette ai fedeli e l’invito a scambiarla vicendevolmente. L’espressione “scambiatevi un segno di pace” è quindi incomprensibile, anzi, assurda. Nella celebrazione con rito romano, il Celebrante dovrebbe invitare i fedeli dicendo “
Ricevete e scambiatevi la Sua Pace”. Prendano atto dunque i liturgisti della assurdità del testo attuale, e i sacerdoti facciano uso già ora di quello alternativo che è indicato. A mio avviso, trattandosi solo di una monizione (abitualmente ritenute adattabili) non dovrebbe essere necessario attendere la riforma dei testo stampato ma ne sia sufficiente l’evidenza, se vogliamo evitare che i fedeli compiano un gesto che non ha alcun senso o che viene banalizzato. Agli Uffici liturgici diocesani l’ardua sentenza! Quanto al Papa, essersi isolato proprio durante la celebrazione dell’Eucaristia…