A Reggio Emilia per guardare in faccia la realtà! Di Piergiorgio Seveso

Questa rubrica che alterna considerazioni ecclesiali, politiche e sociali in questa puntata deve necessariamente occuparsi di un fatto che ci riguarda da vicino. Si terrà infatti il 25 aprile 2024, festa di san Marco, l’evento: “Cattolici romani 2024: stati generali. A che punto è la notte?”.

Il titolo già rende in maniera inequivocabile il nostro intendimento: anzitutto la fedeltà assoluta alla Cattedra di Pietro, unica fonte di Verità in questa terra devastata dai delitti degli uomini, delle ideologie perverse e omicide, dai deliramenti delle libertà, dall’equiparazione indifferentista dei culti.

Sulle nostre pagine l’ho ribadito più volte e giova ribadirlo anche ora. Mai come in questi anni è stato tangibile quanto sia stata attaccata, destrutturata e, se ciò fosse umanamente possibile, annichilita questa Cattedra.

La prima onta e la più sostanziale è quella venuta da coloro i quali si sono ritrovati seduti su quella Cattedra durante e dopo il “concilio vaticano secondo” con un “magistero”, miasmatico e modernistico coagulo di verità ed errore, di verità di Fede e di costrutti eterodossi, di “cattolicesimo aggiornato” e vanificata pietà.

La seconda onta (minore ma non per questo meno grave) viene oggi spesso dall’ignoranza dilettantesca, dall’insipienza pressapochista, dalla parresia dissennata di chi resiste MALE alla “rivoluzione conciliare”, dall’incontinenza verbale di chi esprime assertivi e irrevocabili giudizi in tempo reale su materie, persone, fatti mai nemmeno lambiti dall’approfondimento e dalla riflessione.

Proprio per evitare i gargarismi e l’espettorazioni da social network, abbiamo dato una forma più solenne di “Stati generali” che richiama anche nel nome l’ordinata società dell’Antico regime.

Ognuno presenterà responsabilmente il proprio contributo analitico sulla vastità e sull’intensità della Crisi che stiamo vivendo e se è certo che accenti e coloriture saranno diverse, comune sarà la nitida percezione della gravità dell’ora che stiamo vivendo, lontana però dalla disperazione autolesionistica di alcuni, dalla faciloneria restaurazionistica di altri, dall’ottimismo imbelle e inebetito di altri ancora.

Ben lungi dal dare il nostro contributo al chiacchiericcio democratico (di cui peraltro si festeggia civilmente la festa quel giorno) e al congressismo inconcludente, non vi saranno dichiarazioni comuni e nemmeno proclami caricaturali e squille “fedeli” di riscossa.

In tempi tanto grami, in mezzo alle paludi dell’opinionismo berciante da mercato rionale, guardare compostamente e fermamente in faccia la Realtà è già un atto di formidabile coraggio, un contributo qualificato alla vita cattolica di ognuno.

Proprio per evitare che alla Cattedra, si sostituiscano gli sgabelli di un “santonismo” di ritorno, le voci saranno molte e diverse e parleranno in tempi ordinatamente contingentati, evitando ai nostri relatori le pose, le verbosità compiaciute, le liturgie e la manfrine sonnolente di principati in disuso, tipiche di altri ambienti.

Per il resto si parlerà di una Notte che non è quella sognante di poeti e cantanti e nemmeno quella temibile dei romanzi gotici bensì quella gelida e metallica di un Sole eclissato in cui tutta la natura e l’umanità (compresa quella che non se ne avvede) geme interdetta per una condizione innaturale e depauperante.

Al di là dei tempi drammatici, proprio per non cedere a sconforti inutili e incapacitanti, sarà la consueta grande occasione per ritrovarsi, fratelli in armi della Chiesa militante, per darsi coraggio, per impegnarsi a resistere con lieto animo e fidente sprezzatura in Domino, alla Rivoluzione eversiva del neomodernismo imperante, alla Sovversione sociale, allo rovesciamento di cattedre e troni, trasformati in postazioni di tiro del Nemico.

Sarà anche una giornata in cui ricordare: l’evento verrà dedicato a tre persone che ci hanno lasciato, certamente diverse ma unite dall’ardore delle loro battaglie. Mons. Antônio de Castro Mayer, “scomunicato” dai neomodernisti e passato alla vita eterna proprio il 25 aprile (del 1991), don Andrea Mancinella, recentemente scomparso, autore delle nostre edizioni col dirompente e richiestissimo Golpe nella Chiesa, e il Prof. Mario Palmaro, paladino della sana bioetica di cui ricorreva il decennale della morte il 9 marzo scorso.

Per chiudere: Non abbiate paura, aprite, anzi spalancate le porte al Cattolicesimo romano, all’integrismo più intransigente.
A voi tutti, arrivederci a Reggio Emilia!
Mario Sedevacantista Colucci condivide questo
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N.S.dellaGuardia
Meglio:"Non abbiate paura, aprite, anzi spalancate le porte a CRISTO!..."
Laus Tibi Christe
Chi ha detto questa frase, ha spalancato le porte all'idolatria ... L'apostasia di Assisi'86: Buddha sull'altare
Radio Spada condivide questo
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Grazie!