La Madonna alle Tre Fontane contro il falso ecumenismo: "Entra nell'Ovile Santo, Corte celeste di Dio in terra"

Il messaggio delle Tre Fontane e soprattutto le successive rivelazioni ricevute dal veggente Cornacchiola nel corso degli anni hanno tanto da dirci anche sul futuro della Chiesa e del mondo. Ed hanno tanto da dirci anche sulla spinosa ma rilevante problematica dell'ecumenismo.

Potrebbe mai la Madre Celeste sottoscrivere l’ecumenismo postconciliare che è stato concepito e portato avanti nel senso di “rinunciare insieme alla verità” in vista di accordi puramente umani di compromesso in cui il problema della pertinenza (ciò che è vero in sè) passa in secondo piano rispetto a quello della convenienza (accordi di compromesso per non “pestarsi i piedi” reciprocamente…)? No di certo! E lo testimonia inequivocabilmente quanto da Lei detto e fatto alle Tre Fontane. Innanzitutto ha convertito un protestante e non si è messa di certo a dialogare con lui per vedere come ed in che modo si potesse trovare qualche punto di accordo rimanendo, “felici e contenti”, ciascuno al suo posto… E poi c’è il contenuto ed il tenore del suo messaggio a parlare chiaro a riguardo.

La Vergine della Rivelazione, in pratica, insegna in modo netto che non è possibile fare nessuno sconto alla Verità rivelata, di cui la Chiesa cattolica è fedele depositaria, in vista della falsa riappacificazione con il mondo protestante.
Papa Benedetto XVI fu, durante il suo pontificato, molto chiaro a riguardo. In una delle sue ultime omelie prima delle dimissioni, quella del 25 gennaio 2013, parlò in questo modo sul tema ecumenismo:

« Senza la fede - che è primariamente dono di Dio, ma anche risposta dell’uomo - tutto il movimento ecumenico si ridurrebbe ad una forma di “contratto” cui aderire per un interesse comune (…). Le questioni dottrinali che ancora ci dividono non devono essere trascurate o minimizzate. Esse vanno piuttosto affrontate con coraggio, in uno spirito di fraternità e di rispetto reciproco. Il dialogo, quando riflette la priorità della fede, permette di aprirsi all’azione di Dio con la ferma fiducia che da soli non possiamo costruire l’unità, ma è lo Spirito Santo che ci guida verso la piena comunione, e fa cogliere la ricchezza spirituale presente nelle diverse Chiese e Comunità ecclesiali. [...] »[1].

La Vergine della Rivelazione è dello stesso parere… In una importante visione mostrò a Cornacchiola tre verità basilari (i « tre punti bianchi »: l'Eucaristia, l’Immacolata e il Papa) in cui crede la Chiesa cattolica e alle quali Essa non può rinunciare nel dialogo ecumenico; non si possono mettere “tra parentesi” perché costituiscono la vita della Sposa di Cristo, la vita di ogni credente che si nutre dell’Eucarestia, Pane di vita perché vero Corpo, Sangue, Anima e Divinità del suo Signore e Salvatore; si stringe alla Vergine Immacolata, sua Madre nell’ordine soprannaturale, dalla cui mediazione spera ogni grazia e benedizione del Cielo; si appoggia sulla Roccia che Cristo ha stabilito perché contro la Sua Chiesa le porte degli Inferi non prevalgano: il Romano Pontefice[2]:

« Si tratta evidentemente di tre aspetti fondamentali e caratteristici della Chiesa cattolica, di tre pilastri che sono invece negati dal mondo protestante (…). La Vergine delle Tre Fontane è come se avesse in tal modo sottolineato che non si può fare l’unità con i protestanti togliendo al papa la funzione che Dio gli ha affidato, oscurando i dogmi mariani e soprattutto non mettendo nel giusto risalto la funzione centrale dell’Eucaristia »[3].

Rivolgendosi a Bruno, quel 12 aprile 1947, la Vergine della Rivelazione disse parole di estrema chiarezza: “I nove venerdì del Sacro Cuore di Gesù che tu facesti prima di entrare nella via dell’errore, ti hanno salvato”.

Si noti quell’inciso: “via dell’errore”, che risuona con un certo fastidio alle orecchie di tutti coloro che sono più o meno contagiati dalla mentalità relativista e nichilista del della modernità; eppure sono uscite esattamente così dalle labbra della Vergine della Rivelazione: « Ci sarebbe molto da dire della definizione della via dell’errore che sembra poco ecumenica, con l’invito ad entrare invece nell’ovile santo, corte celeste di Dio in terra (…). Le apparizioni bisogna però guardarle dal punto di vista di Dio, non dal nostro. Dunque per via dell’errore la Madonna intende il percorso che condusse Cornacchiola ad abbandonare la Chiesa cattolica in favore di una setta protestante »[4].

Per quanto riguarda l’espressione via dell’errore è da notare quella chiarezza e semplicità evangeliche che sono invece tanto lontane dal linguaggio ecclesiale corrente, dove a farla da padrone sono l’ambiguità e la confusione. La Vergine della Rivelazione, invece, ha amato chiamare le cose per nome, fedele all’indicazione del Divin Maestro: « Sia il vostro parlare si, si e no, no. Il di più viene dal maligno » (Mt 5, 37). Contro ogni malvagio relativismo che vorrebbe accogliere all’interno della categoria del vero anche il falso perché tutto sarebbe da valutare secondo categorie soggettiviste, la Vergine SS. parla di errore, di verità, di conversione, di peccato: tutte realtà scomode e “politicamente scorrette”, di cui un’ampia porzione della Chiesa secolarizzata e asservita al mondo non vuole sentire parlare.

Le parole, gesti, i segni della Vergine della Rivelazione sono una indicazione programmatica alla Chiesa perché non dimentichi la priorità della salvezza delle anime come legge fondamentale della sua attività che impone, nell’impegno ecumenico, di mettere le esigenze della verità al di sopra di tutte le altre cercando la conversione dei fratelli protestanti e il ritorno, in seno alla Chiesa cattolica, di tutti i “dissidenti”.

Note:
[1] Benedetto XVI, omelia, 25.1.2013: w2.vatican.va/…/hf_ben-xvi_hom_…
[2] La Chiesa di Cristo non può che essere Una, come insegna la devota fede e lì dove è la Chiesa del Salvatore lì è anche la verità integralmente custodita. Bruno, appartenente alla setta di una falsa chiesa, dopo la conversione dovette riconoscere tutto questo: «Ecco la vera Chiesa – ribadisce Bruno – “la Chiesa che vive di Gesù Eucaristia, che riconosce in Maria Immacolata la Madre amatissima, che obbedisce e difende la ‘Santità del Padre’”. Amiamo il papa”, conclude il veggente, «e viviamo questa celeste unità d'amore e di obbedienza con Pietro. Chi non vuole viverla si oppone alla volontà di Cristo, che vuole i suoi “una cosa sola, perfetti nell’unità” »: padre A. M. Tentori, La Bella Signora delle Tre Fontane, p. 145.
[3] Padre L. Fanzaga-S. Gaeta, La Firma di Maria, Sugarco, Milano 2007, p. 116.
[4] Padre A. M. Tentori, la Bella Signora delle Tre Fontane, San Paolo, Cinisello Balsamo 2000, p. 117.

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I problemi dell' Ecumenismo in ambito cattolico...

L’ecumenismo è un movimento nato in ambito protestante e poi recepito anche dalla Chiesa cattolica che ha come scopo essenziale quello di “favorire l’unità dei cristiani all’interno dell’Unica Chiesa di Cristo”. Ecco il fine. Ma è molto difficile, perché le comunità cristiane non cattoliche stanno soprattutto ad affermare la loro peculiarità e questo diventa un problema a livello di dialogo ecumenico.

L’origine del movimento va ricercata nella proposta di Charles Brent (vescovo protestante) che caldeggiò in una Conferenza ad Edimburgo il superamento delle differenze dottrinali allo scopo di evitare confusione soprattutto nell’ambito dell’attività missionaria. Da qui nacquero dei movimenti, uno dei quali esiste anche oggi (World Church’s CounselConsiglio Mondiale delle Chiese).

Nel 1960 con il Segretariato per la promozione dell’unità dei cristiani creato da Giovanni XXIII la Chiesa diradava l’atteggiamento di sospetto verso il WCC. Non ne prendeva parte ma lo cominciava a guardare con "occhio amico". Ne è appunto una chiarissima testimonianza la creazione di un apposito Segretariato in ambito cattolico per dare il proprio contributo all’Ecumenismo. Questo Segretariato, del resto, ebbe un ruolo molto importante al Concilio, soprattutto nella riformulazione dei primi Documenti elaborati dalla prima assise conciliare, che furono malauguratamente tutti bocciati.

Il Vaticano II, in Unitatis Redintegratio, riconosce un movimento dello Spirito Santo che muove verso il ristabilimento dell’unità. Il problema è capire come i Protestanti possano giungere all’unità partendo dalla fierezza della propria identità!

Il fine dell’Ecumenismo, va chiaramente ricordato ed affermato, sempre dovrà restare ciò che la Vergine fece con il protestante Cornacchiola: far entrare i non cattolici nella Chiesa cattolica, Corte celeste di Dio in terra!, e anche se si tratta di una finalità ardua non deve mai essere dimenticata ma sempre deve essere perseguita.

Nell'Enciclica Mortalium Animos (1928) il papa Pio XI affermava esplicitamete che coloro che sono fuori dalla Chiesa cattolica sono scismatici.

Con Unitatis Redintregatio (Vaticano II) vi è un certo cambiamento di prospettiva: il Documento afferma che "il desiderio di comunione nato in ambiente protestante viene dallo Spirito Santo".

Con il Vaticano II il concetto di ritorno dei dissdienti nella Chiesa Cattolica in auge fino al venerabile Pio XII sfuma, dal momento che si parla semplicemente di cammino verso la piena unità. Ma questa piena unità dove si realizza? Per qualcuno in Paradiso, per qualcun altro in un chiesa al di fuori della Chiesa Cattolica ma non più essenzialemente in Essa... Si sono fatte e si continuano a fare tante folli elucubrazioni...

Il Vaticano II ha preferito alla dizione ritorno quella di cammino verso l’unità dei cristiani. Ma è fondamentale determinare dove si realizza questa unità altrimenti, se il fine non è chiaro, come possono essere chiari i mezzi?...

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A queste mie povere riflessioni affianco quelle dell'esorcista padre Giacobbe Elia contenute in un suo ottimo volume sul Segreto di Fatima (Padre G. Elia, Il Segreto di Fatima. Salvati da una profezia, Sugarco, Milano 2011, pp. 233-235).

Fatima e l'Ecumenismo. La riduzione della teologia ad ideologia

I Pastori della Chiesa, non credendo più di essere proprio loro i largitori dei beni dell’unico Signore, hanno smesso di offrirli, convinti che la felicità della vita eterna attende tutti, senza alcun decisivo bisogno dei sacramenti della Chiesa. Insensibilmente si è consumata nel cuore di molti la riduzione della teologia a ideologia; ma l’ideologia per sua natura è intollerante e produce i totalitarismi, che non ammettono opinione diversa da quella omologata dal sistema. È avvenuto così il trionfo del secolarismo, che si risolve nel conformismo più grigio (...).

Ridimensionata, se non eliminata, la necessità della vita sacramentale (1), ha preso sempre più forma un modello di ecumenismo onnicomprensivo, che non tollera nessuna identità confessionale. I contenuti e le espressioni della nostra fede devono essere sacrificati a una nuova Chiesa capace di comporre le differenze in una superiore unità, secondo il modello suggerito dal Consiglio ecumenico delle Chiese, nato ad Amsterdam nel 1948. Un tale ecumenismo pneumatico, spirituale, non riconosce la Catholica come la Chiesa visibile di Cristo, ma ritiene che solo l’unione delle diverse e separate Chiese visibili realizzerà un giorno una nuova e più perfetta Chiesa visibile.

Queste affermazioni più che frivole sono blasfeme: se Cristo non è stato fino ad oggi in grado di mantenere la sua promessa solenne di fondare visibilmente la sua Chiesa su Pietro, perché dovremmo sperare che potrà riuscirci domani? E che razza di Dio è mai quello che incede incerto nella storia degli uomini? Com’è possibile affidare la nostra vita ad un dio così miserabile? Che rapporto può mai avere un tale simulacro con la gloria del Risorto, di fronte al quale ogni ginocchio si piega in cielo, in terra e sottoterra?

Pio XII nel 1943, intuendo dalle avvisaglie gli sviluppi di questo pensiero, ammonì severamente i fedeli: « Si allontanano dalla verità divina coloro che immaginano la Chiesa come se non potesse raggiungersi né vedersi, quasi fosse una cosa “pneumatica” come dicono, per la quale molte comunità di cristiani, sebbene vicendevolmente separate per fede, tuttavia sarebbero congiunte tra loro da un vincolo invisibile » (Mistici Corporis). Prima di lui, Leone XIII aveva energicamente riaffermato la secolare dottrina per cui « il cristianesimo si attua e si immedesima nella Chiesa cattolica » (Annum ingresssi sumus).

Colui, infatti, che ordina di gridare la verità da sopra i tetti ha stabilito per sempre e visibilmente la sua Chiesa su Pietro, garantendo che mai l’inferno prevarrà contro di essa. A Napoleone che affermava arrogante e sicuro: « Io distruggerò la vostra Chiesa », rispondeva sornione e pungente il cardinale Consalvi, segretario di Stato di Pio VII: « Maestà, sono venti secoli che noi stessi cerchiamo di farlo e non ci siamo riusciti ».

Cristo non solo non ha permesso che sotto le persecuzioni più cruente la sua Sposa perdesse il dono visibile della successione apostolica (2) (dall’apostolo Pietro a Papa Benedetto XVI mai interrotta!), ma si è anche degnato lungo i secoli di fregiarla con l’ornamento dei miracoli (3), da lui operati « fuori dell’ordine di tutta la natura creata » (e riconosciuti tali dalle laicissime commissioni mediche, prima ancora che da quelle dei teologi), e delle apparizioni (4), che continuamente segnano e illuminano la storia degli uomini, cosicché non sarebbe credibile un cammino ecumenico che non ne tenesse debito conto.

Sono state le altre Chiese e confessioni a staccarsi dalla Catholica, nata dal costato di Cristo, e non questa da loro: la Chiesa ortodossa dopo mille anni, nel 1054; le varie e frantumate confessioni protestanti dal 1517 e la Chiesa anglicana nel 1534. Ma le colpe degli uomini di Chiesa non giustificano il rinnegamento della Chiesa. Anzi, quest’ultimo peccato più di ogni altro offende Gesù Cristo, il nostro Salvatore, che ha versato il suo sangue perché noi fossimo una cosa sola: « Padre, non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano aneli ’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me » (Gv 17, 20-23).

Note:

(1) « I teologi che si credono moderni - notava con amara ironia Chesterton - spesso non osano nemmeno accennare al peccato originale, considerandolo qualcosa di ormai improponibile. Naturalmente, come succede loro spesso, non hanno ben capito: è l’andamento stesso della storia - quella dell’umanità e quella di ciascun uomo - che mi fa pensare che il peccato originale non esiga neppure la fede per essere creduto, ma possa essere dimostrato oggettivamente».
(2) « Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Gesù disse loro: “Venite a mangiare”. E nessuno dei discepoli osava domandargli: “Chi sei?”, poiché sapevano bene che era il Signore. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti. Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”. Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle”» (Gv 21, Mt 9,12.14-17. Cfr. anche Gianpaolo Barra, Il Primato di Pietro nella storia della Chiesa, Mimep-Docete, Pessano - MI - 1995).
(3) San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I, 110, 4.
(4) Basta ricordarne solo alcune che hanno acceso l’interesse della Chiesa e del mondo: Paray-le-Monial a santa Margherita Maria Alacoque (1673-1675); Parigi Rue du Bac a santa Caterina Laburé (1830); Roma (1842) all’ebreo Alphonse Ra- tisbonne, divenuto poi fervoroso sacerdote di Cristo; La Salette (1846) a Massimi- no e Melania; Lourdes (1858) diciotto apparizioni a Bernadette Soubirous; Pont- main (1871) a Eugène Barbette e altri sette fanciulli; Fatima (1917), Beauraing (1932), Banneaux (1933), Siracusa 1953; Kibeho, Ruanda (1981-1989), dove la Madonna appare a cinque studentesse e a una suora prima della crudele e sanguinosa guerra tra Tutsi e Utu. Cfr. Vittorio Messori, Ipotesi su Maria. Fatti, Indizi, Enigmi, Ares, Milano 2005.
Nicolaos
ma ora anche la Madonna si è aggiornata.....
Sancte Joseph
Grazie amici!
Francesco Federico
@Sancte Joseph
Cara amica, l'ecumenismo è sempre stato condannato da Santa Romana Chiesa. Ho integrato l'articolo che segue con i testi originali delle encicliche dei Papi :
CONDANNE DELLA CHIESA ALL'ECUMENISMO
D'altra parte la migliore dimostrazione che l'ecumenismo sia un'eresia l'ha data (senza volerlo) proprio il compagno don Bergoglio quando ha affermato che:"Il proselitismo è il veleno contro …Altro
@Sancte Joseph
Cara amica, l'ecumenismo è sempre stato condannato da Santa Romana Chiesa. Ho integrato l'articolo che segue con i testi originali delle encicliche dei Papi :
CONDANNE DELLA CHIESA ALL'ECUMENISMO
D'altra parte la migliore dimostrazione che l'ecumenismo sia un'eresia l'ha data (senza volerlo) proprio il compagno don Bergoglio quando ha affermato che:"Il proselitismo è il veleno contro l'ecumenismo" . Proposizione in netto contrasto con quanto affermato nel Vangelo di San Matteo 28,19 : "Euntes ergo docete omnes gentes, baptizantes eos in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti"
Sancte Joseph
Dove si possono trovare i documenti sull'ecumenismo del concilio vaticano II?
Sempliciotto
L'ecumenismo è un percorso che deve necessariamente portare Ortodossi e Protestanti (soprattutto) all'Unica Fede,
la Fede Cattolica Apostolica Romana, e nell'Unica Chiesa fondata da Cristo,
la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica!
E non portare i Cattolici ad essere Protestanti, chiaro J.M.Bergoglio?
Istruzione Cattolica
L’ecumenismo “postconciliare” non sarebbe stato possibile attuarlo senza i documenti sull’ecumenismo del Vaticano II.