Vescovo di Pistoia intima a don Biancalani di sgomberare i clandestini che ospita nella parrocchia di Vicofaro
Una situazione che don Biancalani aveva illustrato personamente a Francesco in una lettera consegnata da lui stesso a Francesco nell’ottobre 2018.
Quando era ministro dell’Interno, Matteo Salvini, con un post su Facebook ha spiegato la situazione da Don Biancalani così: “Nella chiesa del parroco anti-leghista dentro i ‘profughi’ e fuori i fedeli. Roba da matti”.
Il recente decreto “Io resto a casa” ha reso inadmissible la vita negli ambienti parrocchiali, dove i clandestini debbono ora permanere tutto il giorno.
“La situazione – ammette il parroco di Vicofaro – si sta facendo giorno dopo giorno sempre più pesante.”
“Causa coronavirus i ragazzi che ospito, non possono più spostarsi neppure per andare a fare quei lavoretti che gli permettevano un piccolo reddito. Questa impossibilità a muoversi incrementa in modo sensibilissimo l’affollamento dei locali, non essendoci più la rotazione delle presenze.
Inoltre è di fatto bloccato l’arrivo di viveri dalle organizzazioni di volontariato e si fa più impellente il fabbisogno di cibo che deve essere reperito in loco a prezzi di mercato”.
Adesso, il vescovo di Pistoia, Monsignore Fausto Tardelli ha dovuto reagire. Ecco ciò che ha scritto:
“Con le nuove disposizioni governative, a seguito della drammatica emergenza sanitaria causata dalla diffusione del coronavirus, particolarmente aggressiva nel nostro paese, la Chiesa italiana ha ritenuto doveroso fare tutto quanto le è possibile per non mettere a rischio la salute delle persone.
Quanto detto include ovviamente anche l’esperienza di accoglienza che viene portata avanti nella parrocchia di Vicofaro. Al momento si sta operando affinché quanto prima tutto sia regolare e al riparo di qualsiasi rischio, sia per la popolazione residente nel quartiere di Vicofaro, sia per le stesse persone ospitate.
Per questo motivo, a brevissimo, è prevista la drastica e immediata riduzione del numero dei presenti a Vicofaro e la loro collocazione in ambienti idonei e tutelati, dove siano rispettate in tutto le norme igienico sanitarie, di prevenzione e di movimento varate dal governo per far fronte alla grave minaccia rappresentata dall’epidemia.
L’intento, altresì, è inoltre quello di predisporre una stretta sorveglianza anche all’interno della struttura di Vicofaro, perché ci si attenga a quanto oggi richiesto a tutti per il bene comune e prima di tutto degli stessi fratelli immigrati.
Il lavoro della diocesi e delle altre istituzioni e realtà coinvolte, negli ultimi mesi, è sempre andato in questa direzione, ed oggi, l’obiettivo non è più procrastinabile. Pertanto, risulta evidente che non sarà possibile prendere in considerazione obiezioni di alcun genere rispetto a questo preciso orientamento.
Faccio altresì rilevare che, seppure l’osservanza delle leggi sull’ordine pubblico e delle norme igienico – sanitarie recentemente emanate sia responsabilità personale di ogni cittadino, solo le autorità pubbliche preposte hanno gli strumenti idonei per farle rispettare. Da questo punto di vista, se opportunamente e preventivamente avvisato, non troveranno certamente in me alcun ostacolo alla loro azione e intervento, neppure all’interno delle stesse strutture”.