Tempi di Maria
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Due riflessioni di straordinaria attualità, di don Dolindo Ruotolo

Una sorella mi ha inviato questi due significativi brani di don Dolindo Ruotolo che, dopo la sua breve premessa, pubblico qui ad edificazione di tutti voi

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"Mi sembra quanto mai attuale questo scritto di don Dolindo, da tenere presente da adesso in avanti di fronte alle prove che verranno, anche se fa riferimento al periodo dopo la seconda guerra mondiale. Mi ha fatto molto pensare e desidero condividerlo".

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3 gennaio 1944 – Scritto di don Dolindo Ruotolo (dal libro "Amore Dolindo dolore" pag. 266)


Sento più che mai il bisogno di adorare Dio in profonda sottomissione, d’implorare misericordia per il popolo, di riparare le colpe mie e di tutti.

Sono assetato di anime che non si lamentino, ma che lodino Dio e si uniscano incondizionatamente alla sua volontà.

Non sento da ogni parte che una lamentela e una recriminazione continua, e ne ho l’anima straziata, perché questo accresce smisuratamente le sventure e le prove di questo momento.

Un poco di umile fiducia in Dio accomoderebbe tutto e dissiperebbe quello spirito diabolico di agitazione, di sfiducia e di confidenza nelle soluzioni umane della situazione, che in realtà la peggiorano.

Non riesco a farmi capire in questo assillante bisogno di lodare Dio incondizionatamente, di pregare e di riparare.

Le anime mi sembrano puledri sfrenati che corrono per l’acciottolato e vanno verso il burrone invece di salire verso la spianata feconda di pascoli. Mi sento solo solo; ma confido, confido in Dio e prego.

Il popolo è il grande abbandonato, e le anime sono disorientate proprio quando dovrebbero fare maggiormente ricorso a Dio. Non si capisce che il Signore sta facendo un grande lavoro di misericordia in questo succedersi di spaventi terribili.

La stessa carestia, la fame che ci tormenta deve maggiormente spingerci a confidare nella provvidenza di Dio, che può moltiplicare il cibo come moltiplica i pani nella deserta solitudine.

L’Onnipotente non ha cessato di essere Onnipotente, il Sapiente non ha cessato di essere Sapienza, l’Amore non ha cessato di essere Amore! Perché turbarsi e agitarsi se in mano a Dio stanno le nostre sorti?

O Signore, o Signore, sia benedetto il tuo nome in eterno, ora e sempre. Grande sei tu, nell’infinita tua potenza, ed io confido in te, sii benedetto.

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Significativo anche il seguente brano:

17 settembre 1966. Da una lettera di don Dolindo Ruotolo a una religiosa (Amore Dolindo dolore, pag. 290)

Le anime sono insensibili, i peccati aumentano, l’impurità dilaga, le apostasie di anime consacrate a Dio aumentano; le vocazioni sacerdotali e religiose diminuiscono: per riforme male interpretate è penetrato lo spirito del mondo in pieno.

Occorrono preghiere e immolazioni che non si fanno, dolorosamente. Ad uno ad uno crollano i puntelli che sostengono il mondo nella medesima Chiesa: la preghiera, la penitenza, la purezza, l’esorcismo contro satana che ormai appare trionfante, la diminuzione e in tanti casi l’insidia satanica contro la devozione a Maria Santissima.

Si stampano su riviste cattoliche e da sacerdoti, errori, veri errori contro la Madonna e le cose più sante della tradizione della Chiesa. Si parla di aggiornamento ai tempi, ma c’è in realtà un aggiornamento al mondo e allo spirito satanico.

Non cooperate alla demolizione di quello che fa del vostro Ordine uno dei più belli della Chiesa. Rimanete puntello della Chiesa in questi tempi così pericolosi. Occorrono le parole che disse Pio XII ai Gesuiti: “O rimanete quali siete, nello spirito del fondatore, o è meglio che non siate più”. Parole di grande attualità per tutti gli Ordini religiosi.

Io vivo in una desolazione che non so esprimervi, in un’agonia che mi fa piangere giorno e notte.


In un esorcismo che anni or sono feci per una ossessa, satana disse per bocca dell’ossessa: “Ho piantato nell’inferno un albero di male e di apostasia, i cui rami giungeranno fino all’Altare”. E vi sono giunti!

La vita soprannaturale è estinta, si vive e si parla naturalmente, seguendo la natura e non la grazia. Si vive del mondo e non di Dio, si ragiona con motivi naturali e non con quelli soprannaturali. Che pena. Bisognerebbe ricantare le lamentazioni di Geremia profeta.

Vivete di fede, vivete di santa umiltà, affinché Dio vi guardi, e ponete la vostra beatitudine nell’amare e servire Dio con la mente, col cuore, con le forze e con l’anima vostra.


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N.S.dellaGuardia
Il mistero per cui non vi sia un processo di canonizzazione per questo Santo Sacerdote è specchio dei tempi d'orrore in cui viviamo.