Viganò: ermeneutica della continuità, un flop
Gli ermeneutici della continuità tra Vaticano II e il Magistero precedente, come affermata da Benedetto XVI (2005) sono, secondo l'arcivescovo Carlo Viganò, un costrutto meramente teoretico che non considera quanto succede da decenni (OnePeterFive.com, 21 settembre).
Viganò sottolinea che gli ermeneutici dovrebbero chiarire il significato di una frase, che è oscura, o in apparente contraddizione con la dottrina, e non correggere dichiarazioni sbagliate a posteriori.
Come esempio di una dichiarazione erronea, l'arcivescovo cita la Lumen Gentium 16 che afferma che la salvezza include "chi riconosce il Creatore" come i Musulmani, che insieme a noi "adorano l'unico Dio misericordioso.”
Viganò spiega che il Dio di Maometto non è uno e trino e che l'Islam condanna l'incarnazione di Cristo. Per questo, conclude che alcune dichiarazioni del Vaticano II sono eterodosse e non possono far parte del Magistero, che non può contenere errori.
#newsXatxmkudza
Viganò sottolinea che gli ermeneutici dovrebbero chiarire il significato di una frase, che è oscura, o in apparente contraddizione con la dottrina, e non correggere dichiarazioni sbagliate a posteriori.
Come esempio di una dichiarazione erronea, l'arcivescovo cita la Lumen Gentium 16 che afferma che la salvezza include "chi riconosce il Creatore" come i Musulmani, che insieme a noi "adorano l'unico Dio misericordioso.”
Viganò spiega che il Dio di Maometto non è uno e trino e che l'Islam condanna l'incarnazione di Cristo. Per questo, conclude che alcune dichiarazioni del Vaticano II sono eterodosse e non possono far parte del Magistero, che non può contenere errori.
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