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Papa Francesco: siamo tenuti all'obbedienza?

I cattolici sono chiamati all’obbedienza al Papa quando egli annuncia ex cathedra verità di fede e di morale. In questi campi infatti ricorrono ci troviamo di fronte a magistero ordinario autentico, e questo magistero viene espresso nei seguenti modi in ordine decrescente:
le encicliche,
le Costituzioni apostoliche,
le esortazioni apostoliche,
le lettere apostoliche,
i “motu proprio”,
i documenti delle congregazioni romane...
Dobbiamo inoltre ricorrere ad un’altra lista, per quanto riguarda i pronunciamenti magisteriali:
Dogma di fede
Di fede definita
Di fede cattolica
Di fede divina e cattolica
Dottrina (giudizio) rivelata, per rivelazione pubblica (S. Scrittura o Tradizione) di fede e morale, proposta dalla Chiesa come rivelata.
Di fede semplicemente cattolica
Di fede divina
Materia rivelata ma non proposta con atto speciale dalla Chiesa
Prossima alla fede
Teologicamente certa
Dalla negazione di questa sentenza segue la negazione di qualche dogma o di qualche verità di fede divina
Dottrina cattolica
Certa
Comune e certa
Moralmente certa
Sicura
Più comune
Comunissima
Più probabile
Probabile
Sono però presenti molti cattolici che, restii nel considerare il valore della successione petrina come tale, contestano alcune azioni del Papa, poiché devierebbero l’intera Tradizione. In aggiunta, tra questi, c’è chi dice che Papa Francesco sia addirittura un antipapa e che, dunque, non possederebbe in sé la grazia particolare che gode il Vicario di Cristo durante il suo pontificato. Vediamo allora queste motivazioni.
Papa Francesco è antipapa? Papa Francesco è illegittimo?
La risposta è ovviamente no. Infatti Dio è giusto non soltanto nel perdono e nella penitenza, ma anche nel dare una possibilità ai suoi figli di conoscere la Verità e operare in funzione di Essa. Lo sappiamo infatti dalla Rivelazione di S. Giovanni, in cui si dice che i santi vengono messi alla prova fino allo strenuo, ma Dio accorcia i loro giorni affinché non vengano meno alla fede pure gli eletti. Allo stesso modo la presenza di un antipapa o di un Papa illegittimo è, nell’ordine del governo della Chiesa, un evento straordinario. Come tale, poiché Dio è giusto, così come è successo anche nei secoli passati, ad un evento maligno straordinario si dovrebbe verificare un evento benevolo altrettanto straordinario, che compari i due fatti almeno nell’ordine dell’estensione. Sinceramente dire che l’illegittimità del Papa come evento straordinario possa essere equilibrata da un libro di Socci nel quale, con molte inesattezze peraltro, dice che durante l’elezione sono avvenuti imbrogli, è, non se ne voglia nessuno, molta poca cosa. Così vale per il resto delle opinioni. Lo possiamo dire per valore affettivo, ovvero per ciò che si è detto, e per valore effettivo; infatti così si ridurrebbe il Cristianesimo non ad un incontro con Dio, come tanto desiderava S. Giovanni Paolo II, ma a qualcosa che si è allontanato persino dalla “filosofia del buon vivere”, ed è diventato quasi un passatempo giornalistico, un qualcosa più vicino alla politica che alla religione. In poche parole, come diceva Gesù, “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Non è errato sicuramente inserire la verità di fede nelle opere politiche, ma fare della stessa religione una politica è restringere il Cristianesimo nel campo della filosofia. Invece, non è raro vedere che spesso si nominano questioni religiose sulla stessa riga di quelle politiche e che molti disprezzino il Vicario di Cristo per dare retta invece ai Cesare Augusto e ai Ponzio Pilato di turno o, per fare nomi attuali, ai Trump e ai Putin.
Parliamo allora non di Papa e antipapa, bensì di Papa emerito e successore. Cosa dice infatti Ratzinger?
Nel suo ultimo libro ha detto di trovarsi “in accordo con questa linea” (di Francesco, ndr), secondo la quale “gli uomini d’oggi sanno di aver bisogno della misericordia di Dio e della sua delicatezza. Nella durezza del mondo tecnicizzato nel quale i sentimenti non contano più niente, aumenta l’attesa di un amore salvifico che venga donato gratuitamente. Mi pare che nel tema della misericordia divina si esprima in un modo nuovo quello che significa la giustificazione per fede”.
Papa Francesco annuncia un Vangelo diverso da quello di Cristo?
Veniamo adesso alla questione più centrale del problema. Infatti molti cattolici dicono che il Papa dilati fin troppo la sua misericordia, presentando una forma di misericordia che, essendo eccessiva, annulli quasi se stessa, poiché eviterebbe di parlare anche dell’altra faccia di Dio, quello della penitenza. In realtà però le cose non stanno effettivamente così. Dio infatti non è diviso in se stesso, come afferma lo stesso Vangelo ricordando le parole di Gesù: “Se un regno è diviso in se stesso, quanto potrà restare in piedi”? Allo stesso modo la misericordia in Dio è un effetto della sua giustizia e la giustizia fonte della sua misericordia. Questa differenza tra giustizia e misericordia in Dio non è tanto netta così come possa sembrare (e ciò renderebbe Dio diviso e dunque, come affermava Giordano Bruno, non libero), ma muta gradualmente, proprio perché in realtà giustizia e misericordia sono sinonimi. Quest’ultima è giusta quando non ne approfitta per cancellare la giustizia e la giustizia stessa è misericordiosa quando si tratta, per i valori alti del perdono, di far morire il peccato per mezzo di una carità anche a volte necessariamente violenta. “Il regno di Dio” infatti “è oggetto di violenza e i forti se ne impadroniscono”. E chi sono dunque questi forti? Non secondo un linguaggio umano, ma secondo uno spirituale, ce lo dicono le parole di S. Paolo: “Quando sono debole, è allora che sono forte”. Non è un caso infatti che questa visione sbagliata di Dio, come se Egli fosse diviso nettamente da queste sue componenti, si sia fatta largo anche nella Chiesa cattolica, spaccandola proprio secondo ciò che noi stessi pensiamo di Dio. Papa Francesco, se si è attenti al suo modo di operare, non bada tanto alla predica come i suoi due ultimi predecessori filosofi e teologi, bensì è più pratico. Visto che il mondo oggi, in questo periodo di relativismo, sta subendo un battesimo simbolico da un antiGiovanni Battista, che è proprio il relativismo, attende il suo Messia, il suo liberatore, ovvero un Cristo tutto umano. Non possiamo far altro che indicare come successore di questo battesimo materialista il marxismo, essendo quest’ultimo una dottrina di salvezza materiale, ugualmente opposta alla dottrina di salvezza spirituale del Cristianesimo. Lo spirito pratico allora del marxismo non si combatte con un cattolicesimo esclusivamente contemplativo, ma serve per l’appunto un altrettanto spirito pratico che è ben visibile in Papa Francesco, il quale presenta molto questo carisma. Adesso si dice che il papa annuncia un altro Vangelo e, per questo, anathema sit. Ciò non è possibile né secondo la Tradizione e il Magistero, perché: il Concilio Vaticano II dice in proposito: “Di questa infallibilità il romano Pontefice, capo del collegio dei vescovi, fruisce in virtù del suo ufficio, quando, quale supremo pastore e dottore di tutti i fedeli che conferma nella fede i suoi fratelli (cfr. Lc 22,32), sancisce con atto definitivo una dottrina riguardante la fede e la morale. Perciò le sue definizioni giustamente sono dette irreformabili per se stesse e non in virtù del consenso della Chiesa, essendo esse pronunziate con l'assistenza dello Spirito Santo a lui promessa nella persona di san Pietro, per cui non hanno bisogno di una approvazione di altri, né ammettono appello alcuno ad altro giudizio” (Lumen gentium 25).
E dice anche: “Questo assenso religioso della volontà e della intelligenza lo si deve in modo particolare prestare al magistero autentico del romano Pontefice, anche quando non parla «ex cathedra». Ciò implica che il suo supremo magistero sia accettato con riverenza, e che con sincerità si aderisca alle sue affermazioni in conformità al pensiero e in conformità alla volontà di lui manifestatasi che si possono dedurre in particolare dal carattere dei documenti, o dall'insistenza nel proporre una certa dottrina, o dalla maniera di esprimersi” (Lumen gentium 25). Può invece peccare il pontefice non quando parla da Francesco I, bensì da Jorge Mario Bergoglio perché, se commette un peccato di pensiero o di omissione nella sua intimità privata, la fede dei cristiani non viene minimamente toccata. Per questo l’esistenza di un Papa eretico può anche manifestarsi, ma non lascia alcun dubbio il fatto che l’eresia non riguardi il suo governo, ma la sua vita interiore privata, del quale lui e lui solo risponderà nel giudizio particolare. Quando Ratzinger però ha abbandonato il trono pontificio, la grazia di stato del pontefice è passata a Francesco, e su eventuali questioni che sorgerebbero tra loro, siamo tenuti tutti noi cattolici a obbedire a papa Francesco e non più a Ratzinger. Infatti, a dirla con S. Paolo, né Bergoglio né tantomeno Ratzinger sono stati crocifissi per i nostri peccati, ma Cristo che, mediante la redenzione, ha permesso al santo spirito di venire sulla terra ad operare la santificazione. Poiché il compito del cristiano è santificarsi, non guardiamo il personaggio storico, ma i nostri occhi siano solo diretti allo Spirito Santificatore.
Inoltre non è affatto vero che ci siano tutte questi pronunciamenti temerari da parte del papa, come se stia veramente annunciando un Vangelo diverso. Infatti anche il Nuovo Testamento, se letto e studiato ad litteram, presenta in sé diverse contraddizioni. Vediamo l’esempio di S. Giovanni che riceve il rimprovero di Gesù quando si augura che un fuoco scenda e bruci gli uomini, ma lo stesso Cristo desidera ardentemente: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso”. La spiegazione di questo, presente anche nel passaggio sostanziale della Chiesa dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, è stata denominata da Ratzinger come “ermeneutica della continuità”. Nel discorso alla Curia romana del 2005, egli afferma: “Perché la recezione del Concilio, in grandi parti della Chiesa, finora si è svolta in modo così difficile? Ebbene, tutto dipende dalla giusta interpretazione del Concilio o – come diremmo oggi – dalla sua giusta ermeneutica, dalla giusta chiave di lettura e di applicazione. I problemi della recezione sono nati dal fatto che due ermeneutiche contrarie si sono trovate a confronto e hanno litigato tra loro. L'una ha causato confusione, l'altra, silenziosamente ma sempre più visibilmente, ha portato frutti. Da una parte esiste un'interpretazione che vorrei chiamare "ermeneutica della discontinuità e della rottura"; essa non di rado si è potuta avvalere della simpatia dei mass-media, e anche di una parte della teologia moderna. Dall'altra parte c'è l'"ermeneutica della riforma", del rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato; è un soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo però sempre lo stesso, unico soggetto del Popolo di Dio in cammino”. Esempio di cosa intenda Ratzinger con l’ermeneutica della continuità: nel secolo XIX il Magistero condannava la libertà dalla verità, perché non esiste libertà dalla verità. Nel dopo guerra (ma anche prima) il magistero rivendica il diritto alla libertà dall’oppressione dello stato totalitario. Tra queste libertà il magistero della Chiesa rivendica il diritto alla libertà religiosa. Qualcuno allora potrebbe pensare ad una netta rottura tra il prima e il dopo, ma il guaio è solo letterario, ovvero è privo di una contestualizzazione in colui che contesta il presunto cambio di magistero.
E dice anche: “L'ermeneutica della discontinuità rischia di finire in una rottura tra Chiesa preconciliare e Chiesa postconciliare. Essa asserisce che i testi del Concilio come tali non sarebbero ancora la vera espressione dello spirito del Concilio. Sarebbero il risultato di compromessi nei quali, per raggiungere l'unanimità, si è dovuto ancora trascinarsi dietro e riconfermare molte cose vecchie ormai inutili. Non in questi compromessi, però, si rivelerebbe il vero spirito del Concilio, ma invece negli slanci verso il nuovo che sono sottesi ai testi: solo essi rappresenterebbero il vero spirito del Concilio, e partendo da essi e in conformità con essi bisognerebbe andare avanti. Proprio perché i testi rispecchierebbero solo in modo imperfetto il vero spirito del Concilio e la sua novità, sarebbe necessario andare coraggiosamente al di là dei testi, facendo spazio alla novità nella quale si esprimerebbe l'intenzione più profonda, sebbene ancora indistinta, del Concilio. In una parola: occorrerebbe seguire non i testi del Concilio, ma il suo spirito”.
Al contempo è utile dare la stessa esortazione a coloro che non credono molto all’operato del Papa, perché Francesco più di tutti forse sta incarnando il Vaticano II: “Non seguite le parole, ma il suo spirito”. Non si tratta infatti di leggere la cosa, bensì di leggere dentro la cosa. L’operato del Papa attuale credo che si possa esprimere meglio con le parole di S. Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi, capitolo 9:
“Non è infatti per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il vangelo! 17 Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. 18 Quale è dunque la mia ricompensa? Quella di predicare gratuitamente il vangelo senza usare del diritto conferitomi dal vangelo. 19 Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: 20 mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che sono sotto la legge sono diventato come uno che è sotto la legge, pur non essendo sotto la legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la legge. 21 Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge. 22 Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. 23 Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro”.
Da notare che S. Paolo afferma quasi di essersi “scambiato” per qualcuno, ma non è un rinnegamento e nemmeno una finta ed ipocrita opera teatrale, ma, lo si può vedere dal testo, è presente questo schema: “io che sono giusto mi sono “fatto ingiusto” per […]. S. Paolo dice di essersi fatto giudeo con i giudei e dice di loro nella Lettera ai Romani:
“Sei dunque inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi; perché mentre giudichi gli altri, condanni te stesso; infatti, tu che giudichi, fai le medesime cose. 2 Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità contro quelli che commettono tali cose. 3 Pensi forse, o uomo che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio? 4 O ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e della sua pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione? 5 Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, 6 il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere: 7 la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e incorruttibilità; 8 sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla verità e obbediscono all'ingiustizia. 9 Tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo prima e poi per il Greco; 10 gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo prima e poi per il Greco, 11 perché presso Dio non c'è parzialità.
12 Tutti quelli che hanno peccato senza la legge, periranno anche senza la legge; quanti invece hanno peccato sotto la legge, saranno giudicati con la legge. 13 Perché non coloro che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la legge saranno giustificati. 14 Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; 15 essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono. 16 Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.
17 Ora, se tu ti vanti di portare il nome di Giudeo e ti riposi sicuro sulla legge, e ti glori di Dio, 18 del quale conosci la volontà e, istruito come sei dalla legge, sai discernere ciò che è meglio, 19 e sei convinto di esser guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle tenebre, 20 educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché possiedi nella legge l'espressione della sapienza e della verità... 21 ebbene, come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi di non rubare, rubi? 22 Tu che proibisci l'adulterio, sei adùltero? Tu che detesti gli idoli, ne derubi i templi? 23 Tu che ti glori della legge, offendi Dio trasgredendo la legge? 24 Infatti il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra i pagani, come sta scritto.
25 La circoncisione è utile, sì, se osservi la legge; ma se trasgredisci la legge, con la tua circoncisione sei come uno non circonciso. 26 Se dunque chi non è circonciso osserva le prescrizioni della legge, la sua non circoncisione non gli verrà forse contata come circoncisione? 27 E così, chi non è circonciso fisicamente, ma osserva la legge, giudicherà te che, nonostante la lettera della legge e la circoncisione, sei un trasgressore della legge. 28 Infatti, Giudeo non è chi appare tale all'esterno, e la circoncisione non è quella visibile nella carne; 29 ma Giudeo è colui che lo è interiormente e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito e non nella lettera; la sua gloria non viene dagli uomini ma da Dio”.
Ha forse commesso peccato?
Dice anche di essersi fatto senza legge e, di coloro che sono senza legge dice:
“Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; 21 essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. 22 Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti 23 e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
24 Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, 25 poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
26 Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. 27 Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. 28 E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, 29 colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, 30 maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, 31 insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. 32 E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa”.
Ha commesso nuovamente peccato S. Paolo? É eretico pure lui?

Chi allora dovrebbe giudicare?
Con tutto il rispetto, né il sottoscritto o un altro comune e sconosciuto fedele, così come nemmeno Socci o l’arcivescovo Lefebvre o ancora Blondet e amici possono pretendere di porsi sopra il Magistero per dire cos’è vero e falso. Infatti la Chiesa cattolica ha in sé il Magistero per evitare i soggettivismi; ma se ognuno di noi lo esclude per affermare ciò che crede sia vero, che bisogno c’è allora di un apparato oggettivo se tutti noi, proprio come i relativisti, partecipiamo all’anti-battesimo materialista ponendo il nostro arbitrio al di sopra della Verità? Che bisogno c’è allora di stare nella Chiesa cattolica se, essendo noi superiori al Magistero, operiamo come protestanti? Ricordando ciò che si è detto del Magistero e della sua sola apparente rottura con il rispettivo precedente, oltre che, come si è detto con l’ermeneutica della continuità, c’è in realtà solo una mal comprensione. Infatti, se andiamo a spulciare la Tradizione, si legge invece nei testi del Concilio Vaticano I:
“I padri del concilio Costantinopolitano IV, seguendo le orme dei predecessori, emisero questa solenne professione: “Prima condizione per la salvezza è quella di custodire la norma della retta Fede. E poiché non si può trascurare la espressione del Signore Nostro Gesù Cristo, che dice: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, questa affermazione si verifica nei fatti, perché nella Sede Apostolica la Religione Cattolica è stata sempre conservata pura e la dottrina santa tenuta in onore. Non volendo separarci affatto, perciò, da questa Fede e dottrina, speriamo di essere nell’unica comunione che la Sede Apostolica predica, nella quale è la intera e vera solidità della Religione cristiana.
[…] aderendo fedelmente ad una tradizione accolta fin dall’inizio della Fede cristiana, a gloria di Dio, nostro salvatore, per l’esaltazione della religione cattolica e la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del Santo Concilio, insegniamo e definiamo essere dogma divinamente rivelato che il Romano pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando, adempiendo il suo ufficio di pastore e maestro di tutti i cristiani, in virtú della sua suprema autorità apostolica definisce che una dottrina riguardante la Fede o i costumi dev’essere ritenuta da tutta la Chiesa, per quell’assistenza divina che gli è stata promessa nel beato Pietro, gode di quella infallibilità, di cui il divino Redentore ha voluto dotata la sua Chiesa, allorché definisce la dottrina riguardante la Fede o i costumi. Quindi queste definizioni sono irreformabili per virtú propria, e non per il consenso della Chiesa.
Se poi qualcuno —Dio non voglia!— osasse contraddire questa nostra definizione: sia anatema”.
Consideriamo allora con più prudenza e mitezza l’operato del papa perché in ogni critica e dissenso verso la carità del pontefice c’è un pezzo di vita eterna che gradualmente può allontanarsi.
Francesco I
@lacroce
Ammesso e non concesso che Bergoglio sia un papa regolarmente eletto , va comunque detto che il cristiano è tenuto ad obbedire esclusivamente al magistero straordinario del Sommo Pontefice quando questi si esprime "ex Cathedra attraverso la proclamazione dei dogmi. L'ultima definizione ex Cathedra fu fatta da Sua Santità Pio XII :
Proclamazione del dogma dell'Assunzione 1 Novembre 1950 …Altro
@lacroce

Ammesso e non concesso che Bergoglio sia un papa regolarmente eletto , va comunque detto che il cristiano è tenuto ad obbedire esclusivamente al magistero straordinario del Sommo Pontefice quando questi si esprime "ex Cathedra attraverso la proclamazione dei dogmi. L'ultima definizione ex Cathedra fu fatta da Sua Santità Pio XII :
Proclamazione del dogma dell'Assunzione 1 Novembre 1950 Papa Pio XII

Circa, poi la legittimità della elezione di Bergoglio la invito, gentilmente a leggere i seguenti articoli:

Ratzinger non poté “né vendere né comprare” Di Maurizio Blondet -------
Il ricatto di Obama

oltre al libro "Non è Francesco" di Antonio Socci.

In ogni caso Sua Santità Benedetto XVI non ha rinunciato a ministero Petrino ed è Lui l'unico vero Papa a cui dobbiamo rispetto.
Basta confrontare le idiozie che dice Bergoglio
Bestemmie di Bergoglio! .........Domine, miserere nobis !

con il corretto Magistero di Sua Santità Benedetto XVI:

Il Papa parla di Giuda, del suo suicidio e del diverso comportamento di Pietro

Bastano queste due prese di posizioni completamente opposte per capire chi sia veramente Bergoglio!

Per tacere poi delle incomprensibili prese di posizione di Bergoglio a favore dei pederasti, delle lesbiche e contro il matrimonio cristiano:
Ecco la lettera di risposta di Bergoglio alle lesbiche autrici del malefico libello :
"SUA SANTITÀ È GRATO PER IL DELICATO GESTO E PER I SENTIMENTI CHE LO HANNO SUGGERITO E AUSPICA UNA SEMPRE PIU' PROFICUA ATTIVITÀ AL SERVIZIO DELLE GIOVANI GENERAZIONI E DELLA DIFFUSIONE DEGLI AUTENTICI VALORI UMANI E CRISTIANI."

Libri gender a Venezia: il Pontefice benedice le due editrici lesbiche

Sancte Pie V et Sancte Pie X, orate pro nobis et pro conversione "papae" Francisci
lacroce
@Francesco I, non si ottiene la vita eterna perché si conosce (male) il diritto canonico o alta teologia. E nemmeno il cattolicesimo è una cronaca giornalistica. Quella sua è un'opinione di tipo giornalistico che non ha nulla a che fare con il Magistero e la Tradizione. Adesso, se l'opinione si eleva sul Magistero, dimmi tu quale differenza c'è tra il tuo dire e quello di Lutero, e quale differenza …Altro
@Francesco I, non si ottiene la vita eterna perché si conosce (male) il diritto canonico o alta teologia. E nemmeno il cattolicesimo è una cronaca giornalistica. Quella sua è un'opinione di tipo giornalistico che non ha nulla a che fare con il Magistero e la Tradizione. Adesso, se l'opinione si eleva sul Magistero, dimmi tu quale differenza c'è tra il tuo dire e quello di Lutero, e quale differenza c'è tra la vostra idea di Chiesa cattolica e quella protestante.
Qualora del Papa non piacesse un suo comportamento, un suo discorso, un suo modo di agire si può essere in disaccordo?
Se ci possa essere un Papa eretico e, nel caso, a chi competerebbe emettere il giudizio
Comunicazione ufficiale Pedro Regis, veggente di Anguera, del 26 novembre 2016
Francesco I
Distinguo: il Papa è Sua Santità Benedetto XVI cui dobbiamo rispetto ed obbedienza.
Giorgio Bergoglio non è che il sovrano assoluto della Città del Vaticano, che noi, cittadini italiani dobbiamo trattare con benevola diffidenza.
fr. Mimmo condivide questo
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La crisi della chiesa alla luce del segreto di fatima.
Dr. Ugo DollingenAltro
La crisi della chiesa alla luce del segreto di fatima.

Dr. Ugo Dollingen
alda luisa corsini
Prudenza comunque, discernimento sempre.
lacroce
È vero, però bisogna vedere che cosa si intende per Devozione, che non diminuisce a causa della persona che compie uno scandalo vero e presunto, bensì per una scelta di colui che viene meno nella fede. Per quanto riguarda il falso papà invece, si devono verificare le due facce del maligno: prima l'aggressore e poi il seduttore. Dunque il papa falso si siede sul trono petrino grazie alla violenza …Altro
È vero, però bisogna vedere che cosa si intende per Devozione, che non diminuisce a causa della persona che compie uno scandalo vero e presunto, bensì per una scelta di colui che viene meno nella fede. Per quanto riguarda il falso papà invece, si devono verificare le due facce del maligno: prima l'aggressore e poi il seduttore. Dunque il papa falso si siede sul trono petrino grazie alla violenza di una parte che lui biasima e poi attua la seduzione di colui che dice il falso come il vero. Questo secondo un concetto universale; nel particolare ci sono i messaggi di Anguera. Fatto sta che la conoscenza del futuro è l'ultima nell'ordine della salvezza, perché prima viene la nostra anima,per la quale salvezza basta la Rivelazione essenziale della Sacra Scrittura. Per questo dico prudenza nel criticare il papa.
alda luisa corsini
Mi perdoni, mi pronuncio con rispetto: Lei non ha proprio il polso dello sconcerto che P.F. ha recato anche tra i più devoti e allineati. Questo non succedeva all'epoca dei due Papi precedenti: eppure i media erano gli stessi, la tecnologia della comunicazione identica. Frequenti i confessionali di Roma, per esempio, ne sentirà di tutti i colori. Io lo testimonio, i sacerdoti argentini sono i più …Altro
Mi perdoni, mi pronuncio con rispetto: Lei non ha proprio il polso dello sconcerto che P.F. ha recato anche tra i più devoti e allineati. Questo non succedeva all'epoca dei due Papi precedenti: eppure i media erano gli stessi, la tecnologia della comunicazione identica. Frequenti i confessionali di Roma, per esempio, ne sentirà di tutti i colori. Io lo testimonio, i sacerdoti argentini sono i più sviati, si cita come ipse dixit anche Lutero. Non dico altro, alzerei una bagarre che non desidero, però Le ripeto, c'è una confusione incredibile, il messaggio di P.F. è pieno di superfetazioni personali e la gente interpreta tale confusione a suo vantaggio, quando è in cattiva fede. Cordiali saluti. A.L.C.
Massimo M.I.
Estratto dalla preghiera a San Michele compilata da Papà Leone XIII: Questi sì astuti nemici hanno riempito ed inebriato con impudenza ed amarezza la Chiesa, la Sposa dell'immacolato Agnello, ed hanno posto empie mani sui suoi più sacri possedimenti. Nel luogo santo medesimo, nel quale è stata stabilita la Sede del beatissimo Pietro e la sedia della Verità per la luce del mondo, essi hanno …Altro
Estratto dalla preghiera a San Michele compilata da Papà Leone XIII: Questi sì astuti nemici hanno riempito ed inebriato con impudenza ed amarezza la Chiesa, la Sposa dell'immacolato Agnello, ed hanno posto empie mani sui suoi più sacri possedimenti. Nel luogo santo medesimo, nel quale è stata stabilita la Sede del beatissimo Pietro e la sedia della Verità per la luce del mondo, essi hanno innalzato il trono della loro abominevole empietà, con l'iniquo piano per il quale allorché il Pastore viene colpito le pecore siano disperse.
Massimo M.I.
E dove si collocherebero il falso agnello? Dove siederebbe alla stazione termini?