Francesco I
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Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam – Le cronache di Papa Francesco

“Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria”. Così vogliamo rispondere a questo “gemellaggio” con gli “Anonimi della Croce” di Fra Cristoforo che abbiamo pubblicato qui, attraverso il nostro “pignolo” ed amico Atanasio, Dottrina per la vera Fede, al quale lasciamo volentieri l’opportunità di dire la sua e condividerla con voi.
C’è un “Pietro falsopur rimanendo un “Pietro legittimo”? Sì, quando Pietro, subito dopo aver fatto la famosa professione di Fede – dettata dal Padre per averlo scelto – subito dopo rispondendo come opinionista sul da farsi alla profezia di Gesù sulla sua morte, egli viene da Gesù stesso apostrofato con una tremenda reprimenda: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»(Mt.8,33).
I punti focali sono tanti di più, troppi, e vanno tutti verso una direzione che è stata illustrata abbondantemente qui, “stanchi di udire la solita dottrina” (2Tim.4,1-5) non c’è più quell’ansia pastorale, evangelica, all’insegnamento della sana dottrina, ma si assiste ad una vera resa su più fronti atta, tuttavia, non più a destabilizzare la vera Chiesa “in buona fede“, ma oramai è chiaro che l’intenzione è quella di sostituirla.

Gli Amici “Anonimi della Croce” hanno ragione. Ritengo per altro, come è il caso di Don Alessandro Minutella, vedi qui, o il caso del “Pater Noster” trattato qui, o quando il Papa stesso per difendere la minoranza musulmana, ha affermato che “ognuno ha la sua risposta” neutralizzando di fatto il cuore del Credo cattolico, cliccate qui; o come quando ha affermato che lo spirito di Buddha (??) e lo spirito di san Francesco d’Assisi sono la stessa cosa, si veda qui, ritengo ovvio che è giunta propizia e necessaria una certa provocazione atta a scuotere le nostre coscienze, per aiutarci ad entrare all’interno di una battaglia che non combatte affatto il “male col male” (Is.5,20) quanto piuttosto “combatte il male col Bene”, a cominciare da mettere in gioco sé stessi, uscire allo scoperto, assumersi le proprie responsabilità, a costo della persecuzione “a causa sua” (Mt.5,11-12; e cap.10,18).

Una battaglia unanime che in tanti stiamo combattendo come gli Amici di “chiesaepostconcilio.blogspot.com“; Laici come quelli di “Romaradiolibera“; il Martirio bianco di Padre
Stefano Maria Manelli, con i Frati e le Suore dei Francescani dell'Immacolata; Laici giornalisti vaticanisti come Marco Tosatti o Aldo Maria Valli, e la Nuova Bussola Quotidiana, per non parlare di Sacerdoti, ce ne sono davvero tanti come mons. Antonio Livi, Padre querculanus.blogspot.com, scusate se non li nomino tutti. Tutti abbiamo dovuto subire attacchi di colleghi e “amici”, solo per aver detto la verità sui fatti. La lista è lunga, servirebbe davvero più una unità fraterna fra noi, dal momento che la battaglia è la medesima.
Insomma, non si può più ignorare che la tanto decantata “Riforma o controriforma“, per la quale gli stessi cardinali dissero di aver eletto Bergoglio, è diventata di fatto una più diabolica rivoluzione rahneriana attraverso la quale si sta imponendo a tutti i fedeli – non la Fede della Chiesa Cattolica – ma la nuova immagine di una chiesa accomodante, accattivante, che possa piacere al mondo, cliccate qui.
Per capire la deriva cattolica in atto, che non è più un semplice “pensare diversamente”, ma che ha come obiettivo il dare vita ad una nuova chiesa, leggete qui l’editoriale di Andrea Zambrano sul “business sant’Egidio” con la scusa dei poveri; o come quegli scandali (vere profanazioni e sacrilegi) che però non sembrano affatto scandalizzare più il Papa o i Vescovi, cliccare qui, o come anche quella “desacralizzazione dell’Eucaristia“, cliccare qui, della quale è importante, aggiungere alla “lista” di Fra Cristoforo, anche questa:

– Abolita la Messa pubblica del Pontefice, per la Solennità dell’Assunta al Cielo il 15 agosto;
– abolita l’Adorazione Eucaristica con il Pontefice durante le visite apostoliche o le GmG, negli incontri con i giovani;
– imposti alla Chiesa i Primi Vespri per il Creato del primo settembre, alla presenza del sommo Pontefice;
– aboliti i Primi Vespri di Avvento alla presenza del sommo Pontefice;
– abolito il saluto al Santissimo Sacramento da parte del sommo Pontefice, durante le visite alle Chiese;
– abolita l’Adorazione Eucaristica durante gli incontri religiosi in piazza San Pietro. Durante l’Anno del Giubileo della Misericordia non è stata fatta una sola adorazione al Santissimo, pubblicamente;
– abolita la presenza del sommo Pontefice all’unica Processione pubblica romana del Corpus Domini, quando i Papi in passato, prigionieri nella Città del Vaticano, si limitavano a farla nella Piazza, pur di non far mancare ai fedeli questa preziosa testimonianza: Pietro, umilmente in ginocchio, davanti al Re dei re.

Vi si aggiunga ora che dall’abolizione, AVENDO GENERATO UN VUOTO, si spinge al “nuovo” riempimento, il colmare questi “vuoti” con le mense e i dormitori per i poveri… Ora, perdonando come sempre la mia pignoleria concretizzata in questa lunga presentazione, necessaria per far comprendere il valore e l’importanza di questo “gemellaggio”, perché la vera battaglia non contro le persone, ma contro queste derive sacrileghe e profanatrici, è un atto di fede per tutti i Fedeli, riporto il cuore di una frase dal comunicato di Fra Cristoforo, che deve essere spiegata:
Poi, si risparirà nell’ombra. Per sempre. Ma solo dopo aver riconsegnato a Pietro (quello vero) il patrimonio della Fede Cattolica…“.
Inutile nascondere che si ritorna qui al dubbio sulla legittimità dell’attuale Pontefice Bergoglio o, se non altro, ne limita il pieno “regno”. Ma c’è del vero in questa espressione sibillina? E come comprenderla?
Si fa spesso, e con buona ragione, di associare la grave crisi che stiamo vivendo con quella più grande che investì la Chiesa nei primi secoli, l’eresia ariana, cliccare qui. Anche se la situazione fu completamente diversa, di simile c’è che i Papi coinvolti erano legittimamente eletti, tuttavia è una vera “trappola” e una spirale senza via di uscita soffermarsi, oggi, al concetto del “papa eretico” (quanto alla legittimità lasciamo perdere perché riguarda più il caso degli antipapi, e non è questo il caso). I casi riguardanti, per esempio, Papa Zeffirino, o di Papa Liberio, non intaccano la legittimità, ma il cedimento all’eresia e i grandi Padri quali il vescovo d’Alessandria, Atanasio – scomunicato tre volte dall’ala eretica della chiesa – e sant’Ilario di Poitiers, ci aiutano a comprendere come è necessario reagire e come reagire.
Sono certo che Fra Cristoforo intende spingerci proprio verso questo genere di Resistenza e di battaglia. Il grande Atanasio, mentre molti vescovi si lasciarono convincere da compromessi terminologici sulla dottrina ariana del Cristo, che era cedimento sulla Dottrina, teneva fermo ad ogni attacco, resistendo come un leone subendo l’esilio per almeno cinque volte, ma senza mai cedere, finendo per trovarsi completamente solo nella dura battaglia. Sant’Ilario infatti, venne dopo di lui e, proprio grazie alla resistenza di Atanasio, Ilario poté aggrapparsi a qualcosa di solido per continuare la giusta battaglia.
In tutta questa battaglia nessuno dei santi Padri ebbe mai modo di delegittimare un Pontefice, seppur coinvolto nell’eresia. E ad onor del vero occorre anche dire che spiazza e confonde quando, ai dubbi che ruotano attorno al pensiero di Bergoglio (che è difficile sapere e che nessuno conosce davvero) si affacciano le immagini inequivocabili di un Benedetto XVI magnanimo e paterno, atto ad abbracciare e baciare – quale riconoscimento ufficiale – il proprio successore.

Tuttavia non ha mancato in questi cinque anni, con altrettanta magnanimità il santo Padre Benedetto XVI, di redarguire quelle “vie storte” intraprese da questo Pontificato. Lo ha fatto in sordina, lo ha fatto velatamente, lo ha fatto con circospezione, ma lo ha fatto!

Il problema è che ora la “magnanimità” delicata e circoscritta non serve più. La diplomazia non serve più, servono davvero novelli Atanasio e novelli Ilario, servono novelle Caterina da Siena e Brigida di Svezia, servono novelli e veri vescovi come Francesco di Sales che di lotta al protestantesimo se ne intendeva, cliccare qui.

Che cosa significa, infatti, quel “riconsegnare a Pietro (quello vero) il patrimonio dottrinale della Chiesa Cattolica”, se non quell’agire di Atanasio, Ilario, Caterina e tanti altri santi i quali, pur mantenendo intatto il loro riconoscimento a Pietro, non disdegnarono quella correzione che pagarono con la propria vita?

C’è un “Pietro falsopur rimanendo un “Pietro legittimo”?

Sì, quando Pietro, subito dopo aver fatto la famosa professione di Fede – dettata dal Padre per averlo scelto – subito dopo rispondendo come opinionista sul da farsi alla profezia di Gesù sulla sua morte, egli viene da Gesù stesso apostrofato con una tremenda reprimenda: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mt.8,33).
In questa triste occasione, come nel momento del rinnegamento, Gesù non delegittima Pietro, ma lo denuncia nella propria “eresia-apostasia”. Anche Pietro può sbagliare quando, appunto: «… non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Lo stesso sant’Agostino, nella Lettera n.40 – leggiamola attentamente qui intera – mette in risalto il caso in cui Paolo “rimprovera” a Pietro l’errore di voler imporre, ai nuovi convertiti, usanze giudaiche che non avevano più alcun senso per la Dottrina della giovane chiesa. Bisognerebbe tornare ad approfondire il vero concetto e contesto della INFALLIBILITA’ papale che oggi, dai Modernisti e progressisti, viene usata come “super dogma” – come lo spirito del concilio – atto a proteggere il Pontefice più congeniale a loro, per difendere le loro eresie. La denuncia di Gesù e di san Paolo, servono invece per aiutare Pietro a correggersi e a ritornare nella sana dottrina.

Tutte le critiche o gli ammodernamenti, aggiornamenti non solo della Dottrina e del Catechismo, ma anche delle encicliche papali quale l’Humanae Vitae, la Familiaris consortio e la dimenticata Ecclesia de Eucharistia come la Sacramentum Caritatis…. stanno a dimostrare che tutti questi Papi “sono fallibili” – per loro – e che il loro magistero può essere cambiato, che non avrebbe un valore dottrinale decisivo mentre, di prove ce ne sono tante, è lo stesso Bergoglio a spingere tutte le innovazioni imponendo ed obbligando quale via tre suoi Documenti: l’Evangelii gaudium, la Laudato sì e l’Amoris laetitiae. In tal senso, Papa Francesco è l’unico pontefice infallibile degli ultimi cento anni e questi Testi sono la piattaforma della neo chiesa.
“Essendovi un pericolo prossimo per la fede – spiega san Tommaso d’Aquino – i prelati devono essere ripresi, perfino pubblicamente, da parte di quelli che sono loro soggetti. Così san Paolo, che era soggetto a san Pietro, lo riprese pubblicamente, in ragione di un pericolo imminente di scandalo in materia di fede. E, come dice il commento di sant’Agostino, «lo stesso san Pietro dette l’esempio a coloro che governano, affinché essi, allontanandosi qualche volta dalla buona strada, non rifiutino come indebita una correzione venuta anche dai loro soggetti» (ad Gal. 2,14).”
Sempre l’Aquinate, in un’altra opera, a proposito della critica pubblica di san Paolo a san Pietro, scrive: “La riprensione fu giusta e utile, e il suo motivo non fu di poco conto: si trattava di un pericolo per la preservazione della verità evangelica … Il modo della riprensione fu conveniente, perché fu pubblico e manifesto. Perciò san Paolo scrive: «Parlai a Cefa» cioè a Pietro «di fronte a tutti», perché la simulazione operata da san Pietro comportava un pericolo per tutti. In 1Tim.5,20 leggiamo: «Coloro che hanno peccato, riprendili di fronte a tutti». Questo si deve intendere dei peccatori manifesti, e non di quelli occulti, perché con questi ultimi si deve procedere secondo l’ordine proprio della correzione fraterna”.

Da sottolineare che quell’episodio è esemplare. Con esso la Sacra Scrittura – dice san Tommaso – fornisce il paradigma di comportamento sia per i pastori che per i semplici fedeli: “Ai prelati [fu dato esempio] di umiltà, perché non rifiutino di accettare richiami da parte dei loro inferiori e soggetti, e a coloro che erano soggetti [all’autorità][fu dato] esempio di zelo e libertà, perché non temano di correggere i loro prelati, soprattutto quando la colpa è stata pubblica ed è ridondata in pericolo per molti” (intervento del prof. de Mattei “Il Vicario di Cristo”).

Che Pietro “possa sbagliare” è un fatto oggettivo e lo troviamo nella Scrittura quando, appunto, Pietro si trova aragionare, pensare secondo gli uomini, e non secondo Dio“…. Quanto alla delegittimazione è ben altra cosa che non ritengo intendano sostenere gli “Amici della Croce“, almeno fino a quando la storia non si esprimerà ecclesialmente in modo diverso.
Questo in fondo significa “riconsegnare al vero Pietro” quel patrimonio della Fede comune “che il Padre Gli aveva consegnato” e che attualmente, il medesimo Pietro sfalsato dalle sue opinioni personali, sta defraudando ai danni della vera Chiesa di Cristo, la prima vera vittima di tutta questa incresciosa situazione. Qui si è parlato del peccato di ignavia, di questo saremo accusati da Cristo, nei confronti delle azioni fatte contro la Sua Sposa, se dovessimo rimanere ignavi spettatori.
Atanasio (Dottrina per la Vera Fede)

cronicasdepapafrancisco.com/…/non-nobis-domin…
Sam Gamgee
@Acchiappaladri : notizie su Gardone Riviera . Il forum quest'anno si svolgera' dal 2 al 13 luglio . Il titolo e' : ' The fittest and the weakest : the interwar era ,the foundations of late modernity ,and the resilience of catholic christianity '. Vi e' un sito dedicato : www.romanforum.org . L' organizzatore e' il Dr. John Rao insieme con il gruppo di The Remnant . Ha l'e.mail drjcrao@aol.com . …Altro
@Acchiappaladri : notizie su Gardone Riviera . Il forum quest'anno si svolgera' dal 2 al 13 luglio . Il titolo e' : ' The fittest and the weakest : the interwar era ,the foundations of late modernity ,and the resilience of catholic christianity '. Vi e' un sito dedicato : www.romanforum.org . L' organizzatore e' il Dr. John Rao insieme con il gruppo di The Remnant . Ha l'e.mail drjcrao@aol.com . Gli si puo' scrivere anche in italiano .
Acchiappaladri
Stiamo vivendo attraverso acque inesplorate, certamente in tempesta, ma una tempesta mai vissuta prima dalle generazioni che ci hanno preceduto nei venti secoli di cristianesimo.
Doveroso e utile studiare quello che ci è ancora disponibile (in una miracolosa abbondanza se consideriamo quanto piccola e di scarsi mezzi materiali fossero le antiche comunità cristiane, quanto limitati fossero i mezzi …Altro
Stiamo vivendo attraverso acque inesplorate, certamente in tempesta, ma una tempesta mai vissuta prima dalle generazioni che ci hanno preceduto nei venti secoli di cristianesimo.

Doveroso e utile studiare quello che ci è ancora disponibile (in una miracolosa abbondanza se consideriamo quanto piccola e di scarsi mezzi materiali fossero le antiche comunità cristiane, quanto limitati fossero i mezzi tecnici per tramandare ai secoli successivi le cronache e i pensieri degli uomini di allora, quando è andato in polvere e in fumo nei secoli per il naturale perdersi delle lingue, l'invecchiamento delle cose e le distruzioni intenzionali per ignoranza e/o malvagità) sulla storia ecclesiastica delle antiche crisi di fede ed errori politici di chi governava la Chiesa militante: ma nulla di quello che, studiando, possiamo sapere delle antiche crisi può essere "copiato pari pari" per ben operare secondo i desideri dell'Onnipotente nella crisi di oggi (che non è solamente la crisi del papato: il marcio evidentemente si era per alcune generazioni diffuso in tutto il corpo sottostante prima che il capo cominciasse ad esalare inequivocabili effluvi cattivi).

Quello che fecero i battezzati che passarono prima di noi attraverso altre tempeste deve essere per noi un monito, un'ispirazione (è un aiuto generoso della Provvidenza alle nostre coscienze, così come le tante profezie della Rivelazione pubblica e privata che possono essere lette anche riferite alla tempesta ora scatenata):
ma in definitiva anche oggi dobbiamo metterci del nostro personale impegno, razionale e spirituale, per scegliere come ben combattere quel piccolissimo episodio della Buona Battaglia che Dio ci ha fatto la grazia di riservare a ciascuno di noi servi inutili.

Non è facile prima ben capire e poi (ancora più difficile!) ben fare quanto a ciascuno di noi è richiesto fare in questa tempesta:
lo dimostrano fra l'altro la confusione, le divergenze che troppe volte diventano peccaminose guerre fratricide, che ancora esistono nel piccolo gregge di quelli che hanno avuto il privilegio di non essere accecati e che stanno cercando di fare qualcosa perché la loro stessa anima e la Barca di Pietro non affondino durante la tempesta.

Mi piace il pensiero che l'anonimo autore dell'articolo pubblica come contributo al chiarimento e a una sana cooperazione nella piccola comunità di uomini che già stanno cercando di non perdersi nella tempesta.