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Le Edizioni Dehoniane chiudono

Le Edizioni dehoniane Bologna (EDB) hanno chiesto il fallimento. L’atto formale di portare i registri contabili in tribunale è stato compiuto venerdì 8 ottobre. Si chiude una grande stagione e un prezioso servizio alla Chiesa, non solo italiana. La proprietà, la Provincia italiana settentrionale dei Sacerdoti del Sacro Cuore (dehoniani), lo ha fatto con dispiacere, ma con la consapevolezza di non essere più in grado di sostenere finanziariamente l’impresa.

Nell’immediato la decisione colpisce i nostri 25 dipendenti e le loro famiglie a cui non abbiamo potuto venire incontro come speravamo, anche per alcune rigidità riscontrate. Interessa alcune migliaia di autori, di cui non riusciremo più a pubblicare il frutto della loro fatica e del loro ingegno. Ferisce i numerosi abbonati alle nostre riviste, la loro fedeltà e il loro diritto di essere informati e formati.

Ci è costato molto

È una conclusione dolorosa per noi religiosi. Il sostegno costante e gli investimenti fatti non hanno impedito una conclusione che avremmo desiderato essere diversa. Senza cancellare gli errori compiuti, abbiamo cercato di ovviare alla crisi del 2011-2016 con alcune decisioni severe: controllo dei costi, chiusura di alcune riviste, riduzione del personale (pensionamenti, prepensionamenti, dislocazioni diverse), passando da una sessantina di dipendenti al numero attuale. Abbiamo ceduto e liquidato alcune aziende collaterali (Data Service Center che offriva i servizi informativi, Dehoniana libri incaricata della promozione e della distribuzione).

Abbiamo anche cercato un rilancio. Con l’avvio di nuove collane e la ricerca di nuovi autori; con il lancio nel 2016 del sito Settimananews.it e l’acquisizione nel 2017 dello storico marchio Marietti 1820; con l’investimento sul mercato digitale, sulla comunicazione, sui nuovi media. Ma negli ultimi anni il mercato librario, in particolare quello religioso, ha conosciuto perdite sempre più significative. Sono scomparse il 40% delle librerie cattoliche e la pandemia del Covid-19 con tutte le sue conseguenze ha fatto il resto.

La ricerca di un partner per ridare fiato all’azienda, l’ipotesi di accorpamenti con altri protagonisti del libro religioso e, infine, la disponibilità alla vendita in più direzioni non hanno portato ai risultati sperati. Dopo un paio d’anni è così maturata la decisione di chiudere. Sappiamo che essa intacca l’immagine e il servizio della nostra provincia religiosa, rappresenta una perdita nella teologia e nella pastorale della nostra Chiesa italiana e costituisce un vulnus nella cultura del nostro paese. Ma non abbiamo trovato altra soluzione.

Ottomila titoli

L’editrice ha pubblicato i primi volumi nel 1962. Nell’arco di questi sessant’anni ha messo a disposizione dei lettori 8.400 titoli, con alcuni milioni di libri venduti, coltivando i settori della Bibbia, teologia, catechesi, pastorale, spiritualità, scolastico e una ventina di riviste. 55 le collane (EDB e Marietti 1820).

La prima stagione, quella delle origini, ha fatto fruttificare grandi intuizioni, come la Bibbia di Gerusalemme, gli Enchiridion Vaticanum, i manuali di teologia. Nella seconda sono cresciuti gli apporti dei biblisti (come Ravasi, Gargano, Barbaglio, Fausti, Grilli) e dei teologi italiani. Praticamente tutte le generazioni dei teologi del post-concilio hanno pubblicato anche con il nostro marchio. Si è allargata l’offerta degli Enchiridion (CEI, Oecumenicum, encicliche ecc.) e si è intensificata la pubblicazione di grandi opere, come il Denzinger, il Commento al Codice di diritto canonico, il Conciliorum Oecumenicorum Decreta, il Dizionario dei concetti biblici del NT, la Concordanza pastorale della Bibbia.

Negli ultimi lustri si sono aperte nuove collane e ricercati nuovi filoni tematici, aprendosi alla cultura laica e alle figure che sostengono l’immaginario dell’Occidente moderno. Sono stati fidelizzati autori di riferimento a livello teologico (Christoph Theobald), biblico (Daniel Marguerat, Benoit Standaert, André Wénin) e divulgativo. Si è ripensata la manualistica per gli ISSR; è stato aperto e rafforzato il settore dell’editoria elettronica (con oltre 800 e-book pubblicati in pochi anni). Sono stati alimentati la comunicazione e il marketing digitale.

Il Concilio, grazia e faro

Nulla sarebbe stato possibile senza la grazia del Vaticano II e il suo ritorno alla Scrittura e alle fonti. Il nuovo sguardo sulla celebrazione liturgica, sulla storia di tutti, sull’esercizio della libertà, sulla centralità della coscienza credente, sull’apertura ecumenica e sulla riscoperta delle radici ebraiche hanno guidato il nostro lavoro e quello dei nostri collaboratori.

Se la teologia è la Chiesa che pensa, anche la strumentazione pastorale non è solo sminuzzamento e divulgazione, né puro adeguamento, ma luogo sorgivo di domande e suggestioni da parte del popolo santo di Dio. Allo stesso modo, il contributo informativo delle riviste è stato ispirato all’attenzione al formarsi della tradizione secondo l’impulso del carisma dehoniano.

Continueremo a servire l’opinione pubblica ecclesiale con Settimananews e iniziative similari, eventualmente collocando elementi del nostro patrimonio, là dove possa rifiorire. L’amore per il libro e la lettura «è proprio di colui che se ne sta seduto alla sera nella sua stanza, mentre intorno è silenzio… ed ecco che, improvvisamente, i libri presenti nella stanza diventano per lui come esseri viventi. Singolarmente viventi. Oggetti piccoli, eppure pieni di mondo. Che stanno lì senza muoversi e senza far rumore, e tuttavia pronti in ogni momento ad aprire le proprie pagine e a cominciare un dialogo che racconta il passato, che rimanda al futuro o che invoca l’eternità, e tanto più inesauribile quanto più ne sa attingere colui che ad essi si avvicina» (Romano Guardini. Elogio del libro).

«Nel suo profondo vidi che s’interna
Legato con amore in un volume,
ciò che per l’universo si quaderna;
sustanze e accidenti e lor costume,
quasi conflati insieme, per tal modo
che ciò ch’i’ dico è un semplice lume» (Dante Alighieri, Paradiso 33, 85-90).

Fonte
Francesco I
Francesco Federico
L'articolista dichiara: "Nulla sarebbe stato possibile senza la grazia del Vaticano II e il suo ritorno alla Scrittura e alle fonti. Il nuovo sguardo sulla celebrazione liturgica, sulla storia di tutti, sull’esercizio della libertà, sulla centralità della coscienza credente, sull’apertura ecumenica e sulla riscoperta delle radici ebraiche hanno guidato il nostro lavoro e quello dei nostri …Altro
L'articolista dichiara: "Nulla sarebbe stato possibile senza la grazia del Vaticano II e il suo ritorno alla Scrittura e alle fonti. Il nuovo sguardo sulla celebrazione liturgica, sulla storia di tutti, sull’esercizio della libertà, sulla centralità della coscienza credente, sull’apertura ecumenica e sulla riscoperta delle radici ebraiche hanno guidato il nostro lavoro e quello dei nostri collaboratori."

Ma possibile che non si renda conto che proprio a causa del "Concilio" e delle sue nefaste riforme tra cui la "messa protestantizzata" la Chiesa si trova in questa situazione?

Da quando "san" Montini distrusse la Santa Messa Cattolica la maledizione si è abbattuta su quella che fu la Santa Romana Chiesa. È un bollettino di guerra davvero impressionante:
Il calo dei membri degli Istituti maschili dal 1965 al 2015 è pari al 39,58 per cento (-130.545). Per le donne, invece, la diminuzione è analoga quanto a incidenza (44,61 per cento) ma dolorosamente più consistente come numero complessivo, lambendo il mezzo milione di persone (-428.828)

Che la vita religiosa attraversasse un periodo di difficoltà era cosa nota. Ma leggere le cifre che raccontano gli ultimi cinquant’anni di Chiesa professa, pone seri interrogativi sulla tenuta di un progetto di vita consacrata nel terzo millennio. Quando Paolo VI chiuse il Concilio Vaticano II nel 1965, i religiosi erano al massimo del fulgore. I membri degli Istituti maschili erano a quota 329.799, le donne sfioravano il milione (961.264). Sono gli anni in cui i religiosi davano esempio dell’universalità della Chiesa, erano presenti nei luoghi di missione sparsi per il mondo, non temevano di confrontarsi con le ostilità degli Stati laici e incarnano l’impulso alla missione e all’incontro dei popoli. L’Europa aveva già perso l’esclusiva della vita consacrata mentre le Americhe, in particolare gli Stati Uniti, si popolano di tonache e veli. Il tempo della prosperità, però, è agli sgoccioli. Appena un decennio dopo, i religiosi erano già scesi del 18,51 per cento (-61.053) e le religiose del 9,72 per cento (-93.491). Da allora ad oggi, la tendenza non si è ancora invertita.

La recezione del Concilio e l’inizio del crollo. A fornire una spiegazione del calo drammatico che si è avviato a partire del 1965 è il claretiano Angel Pardilla, che nel volume “La realtà della vita religiosa” (Lev) traccia un bilancio fondato sui numeri da lui raccolti in anni di lavoro e offre spunti di riflessione. P. Pardilla imputa alla cattiva recezione del Vaticano II il motivo principale di allontanamento, perché la “mancanza di una chiara identità positiva” ha di fatto posto la consacrazione a livello pari (o inferiore) di qualsiasi altra scelta di vita. In questo senso, aggiunge, la rilettura del Concilio è decisiva per una “migliore pastorale vocazionale e una più efficace medicina preventiva contro gli abbandoni”. Considerando le Congregazioni già esistenti e quelle sorte in seguito,
il calo dei membri degli Istituti maschili dal 1965 al 2015 è pari al 39,58 per cento (199.254, -130.545). Per le donne, invece, la diminuzione è analoga quanto a incidenza (532.436, -44,61 per cento) ma dolorosamente più consistente come numero complessivo, lambendo il mezzo milione di persone (-428.828).
Il trend, inoltre, non è perfettamente sovrapponibile per le due categorie.

La situazione delle Congregazioni maschili. L’impatto destabilizzante del primo decennio si è andato lentamente stabilizzando per gli Istituti maschili (214). Dal 1975 al 1985 si è registrato un decremento del 7,77 per cento (-25.637), dal 1985 al 1995 del 4,58 per cento (-15.129), dal 1995 al 2005 del 3,96 per cento (-13.077), per poi tornare a salire dal 2005 al 2015 del 4,74 per cento (-15.649). A subire il danno maggiore è stato il gruppo delle Congregazioni laicali, sceso in cinquant’anni da 49.002 membri – al terzo posto dopo le Congregazioni clericali e i mendicanti – a 16.378 (-66,63 per cento). Per comprendere il contesto, basti pensare che durante il primo quarantennio post-conciliare le Congregazioni clericali o sacerdotali si sono contratte mediamente del 24,58 per cento.
Tra gli Istituti che guidano la classifica di membri al 2015, i gesuiti si posizionano al primo posto (16.740) nonostante le loro fila si siano più che dimezzate dal 1965 (-53,54 per cento). A seguire: salesiani (15.270, -30,72 per cento), frati minori (13.632, -49,52 per cento), frati cappuccini (10.598, -33,08 per cento) e benedettini confederati (6.970, -42,25 per cento).
Tra i pochi ad essere cresciuti nei primi venti, risultano i verbiti (6.032, +4,48 per cento) e i carmelitani della Beata Vergine Maria Immacolata (2.544, +147,47 per cento).

Le donne e la recrudescenza della crisi. Il totale degli Istituti religiosi e delle Società di vita apostolica femminili (1.402) è quasi il settuplo di quelli maschili. Tastarne il polso, dunque, è compito difficile per quantità e varietà. Il calo nel corso del primi tre decenni è andato affievolendosi e ha toccato i minimi nel 1995 (-6,77 per cento). L’emorragia, però, è ripresa a partire dal 2005 (-8,25 per cento) e ha toccato il picco storico nel 2015 (-10,53 per cento).
È significativo notare che gli Istituti con più di mille religiose erano 240 alla chiusura del Concilio, mentre oggi si sono ridotti a 98. Rispetto al computo complessivo, sono 1.132 le Congregazioni con meno di 500 membri (80 per cento) e 418 con meno di cento membri (30 per cento).
Alle prime cinque posizioni degli Istituti più numerosi: Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli (16.179, -64,08 per cento), Figlie di Maria Ausiliatrice (13.057, -30,42 per cento), carmelitane scalze (10.504, -5,15 per cento), clarisse francescane (7.168, +105,09 per cento), clarisse (6.686, -33,27 per cento). Il gruppo che è cresciuto maggiormente, anche in ragione della recente-Suore di Madre Teresa. Ma il crollo più spaventoso avvenne nel Canada francofono, un tempo fiore all'occhiello della cristianità per le vocazioni femminili, ove tra il 1961 e il 1981, per uscite, morti, arresto del reclutamento, le religiose si sono ridotte da 43.933 a 26.294. Una caduta, dunque, del 44 per cento e che sembra inarrestabile. Le nuove vocazioni, infatti, si sono ridotte nello stesso periodo di ben il 98,5 per cento

La vera conclusione è del tutto opposta rispetto a quanto detto nell'articolo.
SOLO TORNANDO ALLA TRADIZIONE ED ALLA SANTA MESSA DI SEMPRE SI POTRÀ INVERTIRE L'INEVITABILE DECLINO DI QUELLA CHE FU LA SANTA ROMANA CHIESA

e BERGOGLIO INVECE DI PIANGERE LE SUE INUTILI Lacrime di coccodrillo dovrebbe rivedere completamente le sue posizioni: pentirsi di tutte le stoltezze da lui commesse e tornare alla SANTA TRADIZIONE!

Nelle foto sottostanti:
1) Montini che attizza il Il fumo di Satana nella casa del Signore.

2-3) La rivoluzione vestimentaria (oltre che su tanti altri aspetti della vita religiosa) che ha contagiato molte congregazioni di suore dagli Anni Sessanta in poi
N.S.dellaGuardia
Chi semina vento raccoglie tempesta.
Chi dall'inverno aspetta il sole si prenderà la glaciazione.
Chi respira fumo di satana pensando che sia aria di montagna finisce soffocato.