Francesco "amareggiato" sui convertiti - Ma un sacerdote ha la soluzione
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Cosa pensare di un papa che prova “amarezza” perché gli vengono presentati due giovani convertiti dall’eresia e dalla idolatria?
Il buon Pastore del Vangelo fa festa quando trova la pecorella smarrita e come si può, da discepoli del buon Pastore (e più ancora da Suo Vicario) e da zelatori della salvezza delle anime, rimanere amareggiati e giudicare aspramente la gioia di chi è riuscito a portare alla Chiesa due pecorelle smarrite?
È tremendo, ma si può!
Si può nel contesto del dogma dell’irrevocabile ecumenismo e del imprescindibile dialogo interreligioso del Vaticano II, di Paolo VI, di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e in ultimo dell’infelicemente regnante Francesco.
Al massimo è accettabile che uno si converta come i fondatori di Taizé Max Thurian (tra i creatori del Novus Ordo Missae, “prete” “cattolico” nel 1987) e Roger Schutz, ossia aderendo al “cattolicesimo” senza rinnegare, anzi rivendicando di non rinnegare, il calvinismo di provenienza. Del resto in un ottica modernista, non ha senso né l’una né l’altra religione, né nessuna religione.
Tutte alla fin fine si equivalgono e come diceva Madre Teresa di Calcutta: “Ti aiuto a convertirti e ad essere un migliore indù, un migliore musulmano o un migliore protestante. Una volta che trovi Dio, sei libero di decidere come adorarlo”.
Per questo, l'inglese don Evans Julce ha chiesto su Twitter cos'avrebbe dovuto dire la donna a Francesco. Lui propone: "Santità, purtroppo questi due sono diventati Cattolici" Ho detto loro che era una stupidata, ma ecco! Ragazzini...si sa!"
Foto: © Mazur, CC BY-NC-SA, #newsTcjjkpxjtk
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