Il Cardinale Parolin relativizza il genocidio dei cristiani in Nigeria
La violenza in Nigeria "non è un conflitto religioso, ma piuttosto sociale - per esempio, le dispute tra pastori e agricoltori". Questa dichiarazione è stata rilasciata dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, durante un evento organizzato da Aiuto alla Chiesa che Soffre, secondo quanto riportato da VaticanNews.va (21 ottobre).
Parolin ha aggiunto: "Dobbiamo anche riconoscere che molti musulmani in Nigeria sono essi stessi vittime di questa stessa intolleranza".
Ha proseguito: "Si tratta di gruppi estremisti che non fanno distinzioni nel perseguire i loro obiettivi. Usano la violenza contro chiunque considerino un avversario".
Vescovo Anagbe: "Quello che sta accadendo è un genocidio ".
Al contrario, il Vescovo Wilfred Anagbe, 60 anni, di Makurdi, ha dichiarato a settembre che "ciò che sta accadendo ai cristiani in Nigeria è un genocidio e una guerra religiosa".
L'ha descritto come un "piano di conquista per eliminare la popolazione cristiana".
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Parolin dovrebbe essere licenziato e inviato in Nigeria come nunzio apostolico del Vaticano per imparare la realtà.
Non la imparerebbe, Reverendo Monsignore.
Una volta che una persona, consacrata o non consacrata, dice che "l'Islam è una religione-di-pace", tutto è finito. Anzitutto la pietà, il dolore, il Rendimento di Grazie, l'azione per i Martiri
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Così come relativizza il martirio dei cattolici cinesi...
Sarebbe tosto l'ora che la Segreteria di stato tornasse ad essere cattolica, e costui venisse spedito altrove a meditare sulla sue miserie.
E invece...
Far parlare chi è complice in questo genocidio significa permettergli di crearsi un alibi. Sono talmente presi dal sincretismo religioso da non accorgersi che eliminando i cristiani il sincretismo è aria fritta. Fanno i buonisti pensando di salvarsi, ma cadranno anche loro. Invece di dare milioni a chi ci fa invadere con traffico di esseri umani musulmani, dessero risorse ai cristiani per difendersi.
Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.