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Cuore libero, cuore schiavo – Meditazione sul Sacro Cuore (Padre Manelli)

CUORE LIBERO

«L’uomo gode vera pace e vera libertà - diceva Leone Magno - quando la carne è sottomessa allo spirito, e lo spirito a Dio». La libertà è dominio delle cose. Chi è libero co-manda. Chi è schiavo obbedisce. Un fumatore, un dissoluto, un drogato, devono obbedire agli impulsi che li dominano.

Non sono più liberi, ma schiavi del ta-bacco, della carne e della droga. Dio è libertà. Non dipende da nessuno, non è condizionato da nulla, è al di sopra di tutto e di tutti, il bene infinito è il suo regno. Il Cuore di Gesù è il Cuore di Dio, libero e sovrano, domina ogni cosa e dona libertà a ogni creatura. «Dov’è lo Spirito del Signore - scrive san Paolo - ivi è libertà» (2 Cor 3,17). Il Cuore di Gesù è sorgente di amore, di umiltà, di purezza, di pazienza, di giustizia, di fortezza e di ogni altra virtù. Orbene, le virtù donano la vera libertà dalla tirannia dell’egoismo, dell’orgoglio, della lussuria, dell’ira, dell’ingiustizia, del rispetto umano, e di ogni altro vizio. Questa è la «gloriosa libertà dei figli di Dio» (Rm 8,21). La libertà del bene e della virtù, la libertà della verità e della carità. «La libertà vi farà liberi» (Gv 8,32), ha detto Gesù. Da che cosa? Dall’errore, dall’inganno, dall’illusione. Un cuore dominato dal vizio o dall’errore è un cuore imprigionato, è un cuore in stato di infarto, che non riesce più a pompare il sangue della vita e dell’amore. Il Cuore di Gesù vuole che noi abbiamo il cuore libero e sereno, generoso e gioioso nel bene e nella verità. Il cuore di san Francesco d’Assisi che canta con tutte le creature le glorie di Dio, è un
cuore libero e giocondo nell’amore umano e sovrumano.

Ogni creatura gli appartiene e con ogni creatura egli si innalza fino all’Altissimo Onnipotente buon Signore. Il Cuore di Gesù, libero nella verità e nella carità, si riflette nel cuore dei Santi, così liberi anch’essi di donarsi senza limiti e senza riserve, a tutto e a tutti. Quando Gesù ci dice che Egli dona liberamente la sua stessa vita per la nostra salvezza (Gv 10,17-18), ve-diamo questa stessa libera donazione della vita in san Massimiliano M. Kolbe che si offre ad andare a morire al posto di un papà di famiglia. Il Cuore di Gesù e il cuore dei Santi: quale scuola di libertà per i nostri poveri cuori così spesso tiranneggiati da vizi ed errori!

CUORE SCHIAVO

«Castigo il mio corpo e lo riduco in servitù» (1 Cor 9,27). San Paolo scriveva con fierezza cristiana queste parole. Egli amava fortemente la libertà e non l’avrebbe mai tenuta prigioniera dei sensi. Perciò nella lotta fra carne e spirito, fra sensi e ragione, fra istinti e grazia, egli è tutto dalla parte dello spirito, della ragione e della grazia, colpendo il suo corpo come un pugile in lotta contro il suo avversario da dominare (1 Cor 9,26). Al contrario, molti di noi, invece di castigare il cor-po per farlo servire allo spirito, accarezzano la propria carne, assecondando i sensi, coltivano gli istinti, a tutto danno dello spirito, a disonore della ragione, a discapito della grazia. Si vive a rovescio. Il cuore allora diventa lo schiavo sfruttato dalle passioni, dalle voglie, dai capricci della carne e delle creature, delle opinioni e delle mode di passaggio. Povero cuore, ridotto a un burattino agli ordini di tutti! «Chi commette il peccato è schiavo del peccato» (Gv 8,34). Sant’Agostino conosceva per esperienza questa verità e poté scrivere le mirabili pagine delle sue Confessioni per testimoniare come il cuore dell’uomo sia il campo di battaglia in cui si conquista o si perde la libertà e come sia dura la lotta per liberarsi dalla schiavitù delle passioni, specialmente della lussuria e della bestemmia.

E non è forse così? Chi può contare oggi i cuori ridotti a fogne della lussuria? Chi può contare oggi i cuori devastati dalla bestemmia? Perché tanti giovani e uomini non frequentano la Chiesa né i Sacramenti? Solo perché sono schiavi incatenati all’impurità e alla bestemmia. Questa è condizione reale di tanti cristiani. Inutile nascondersi la verità. «Tu credi che sarebbe cosa assai strana - scrive san Giovanni d’Avila - vedere una bestia menare l’uomo per la cavezza, e farlo andare dove le piace?.... Eppure di uomini che si lasciano tirare per la cavezza dalle loro brutali passioni ve ne sono moltissimi...».

Nella vita di Lutero leggiamo questo piccolo ma terribile episodio. Una sera d’estate, mentre Lutero era affacciato alla finestra con la sua donna, questa gli additò il firmamento stellato e gli disse: «Guarda come è bello!». «Sì - rispose cupamente Lutero - ma non è per noi!». «E se torniamo sulla retta via?», replicò la donna. «Ora è tardi; ormai il carro è troppo affondato nel fango!». Quale spaventosa condizione di schiavitù! Cuore di Gesù, donaci la libertà.

Rev. Padre Stefano Maria Manelli,
Fondatore dei Francescani dell'Immacolata


* * *

PER APPROFONDIRE:
I VERI MOTIVI DALLA NASCITA DELL'ERESIA LUTERANA

Perché nacque la Riforma Protestante?


Wittemberg, Erfurt - Con il termine “Riforma” s’intende quella importante rivolta religiosa che diede vita al Protestantesimo. Rivolta che ebbe origine con Martin Lutero (1483-1546), il quale, nella notte del 31 ottobre del 1517, espose al pubblico 95 tesi con cui si scagliò contro la Chiesa cattolica. Perché nacque la Riforma? Prima di tutto va negato ciò che solitamente si afferma e cioè che la Riforma sarebbe nata dalla cosiddetta “vendita delle indulgenze”. In quegli anni si costruiva la nuova Basilica di San Pietro e per finanziare i lavori si decise di raccogliere in tutta la cristianità offerte per lucrare indulgenze. In Germania l’operazione venne affidata ad un personaggio tutt’altro che edificante, Johan Tetzel. Ma attenzione: questo non fu il vero motivo della nascita della Riforma! Un altro mito da sfatare è quello secondo cui Lutero avrebbe voluto solo “riformare” la Chiesa. Faccio un esempio per farmi capire. Se prendo un vaso prezioso molto impolverato, un conto sarebbe se mi limitassi a spolverarlo, facendolo tornare alla lucentezza originaria, altro se lo scagliassi a terra facendolo in mille pezzi e poi pretendessi di ricostruirlo a mio piacimento. “Riformare” significa tornare alla forma originaria (ri-formare); ebbene, Lutero non riformò ma distrusse tutto. Un solo esempio: su sette sacramenti ne conservò solo due: il Battesimo e l’Eucaristia (ma sarebbe meglio dire uno e mezzo, poi vedremo perché).

Il faso mito della lotta alle indulgenze

Torniamo alle indulgenze. Che la Chiesa del tempo non navigasse in buone acque, è vero. Era quello un periodo assai triste e non era raro trovare cardinali e prelati che preferissero la lettura di Orazio e Seneca piuttosto che delle Scritture. Ma Lutero era fin troppo intelligente per non poter capire che la possibile non santità degli uomini di Chiesa non compromette la santità della Chiesa stessa. Lo aveva capito San Francesco, certamente più sapiente di Lutero ma indubbiamente meno colto, figuriamoci se non lo poteva capire lui, il monaco che tradurrà l’intera Bibbia in tedesco moderno. Tanto lo poteva capire che quando nel 1510 andò a Roma, da novizio, non si scandalizzò della corruzione nei sacri palazzi e concluse così come dovrebbe saper concludere ogni cristiano: un conto è la fallibilità degli uomini altro la santità della Chiesa. Ma poi, dopo l’affissione delle 95 tesi, iniziò ad affermare che il Vescovo di Roma (cioè il Papa) era un “anticristo”, e ciò indipendentemente dal comportamento, degno o indegno che fosse. Insomma, è Lutero stesso a dirlo: non faccio quello che faccio perché scandalizzato da monsignor Tizio o da monsignor Caio, ma perché la Chiesa così com’è non è la chiesa di Cristo. Scrisse a papa Leone X una lettera che accompagnava il suo trattato Sulla libertà religiosa:

«Mi sono scagliato contro le dottrine empie,

e ho severamente criticato i miei avversari,

non a causa dei loro cattivi costumi,

ma a causa della loro empietà».

Contro la Transustanziazione

Per quanto invece riguarda il secondo mito (cioè che Lutero avrebbe voluto solo riformare la Chiesa), basti vedere ciò che fece il monaco tedesco. Abolì: il sacerdozio ministeriale, il primato di Pietro, il potere temporale. Affermò la salvezza solo attraverso la Fede, una giustificazione non reale ma apparente (la Grazia non rende veramente giusti ma spinge Dio a considerare giusto l’uomo quando invece non lo è davvero), la libera interpretazione delle Scritture. Negò l’esistenza del Purgatorio. Ridusse i sacramenti da sette a due: Battesimo ed Eucaristia; ma, come ho detto prima, sarebbe meglio dire a uno e mezzo, perché dell’Eucaristia rifiutò il concetto di transustanziazione per accettare solo quello di consustanziazione. In parole più semplici: con l’Eucaristia, secondo Lutero, l’ostia non si trasformerebbe solo in Corpo di Gesù, ma, accanto alla sostanza dell’ostia ci sarebbe la sostanza del Corpo di Gesù. Ciò comportava l’impossibilità di adorare il Santissimo Sacramento perché l’adorazione sarebbe stata rivolta non solo al Corpo di Gesù ma anche all’ostia e ciò avrebbe comportato un atto d’idolatria. Si capisce bene come questa teoria luterana costituisca la possibilità per i suoi seguaci di arrivare a negare totalmente la presenza reale di Gesù nell’ostia consacrata.

I reali motivi della Riforma di Lutero

Infine Lutero apportò modifiche sostanziali alla cristologia. Dunque, Lutero non fu spinto da ciò che solitamente si dice: corruzione della Chiesa, “vendita delle indulgenze” e quant’altro. Ci fu dell’altro. Visto poi che è sapienza comune del cristiano il saper distinguere tra santità della Chiesa e peccabilità degli uomini di Chiesa, non ci si accorge che se si afferma che tutto ciò che Lutero fece, lo fece solo perché scandalizzato dalla corruzione della Chiesa del tempo (e molto spesso questo lo si dice per motivi ecumenici), a pagarne le conseguenze è la stessa memoria di Lutero. In tal caso, infatti, Lutero figurerebbe come un personaggio dall’intelligenza e dalla preparazione teologica tutt’altro che interessanti. Allora quali furono i veri motivi che spinsero Lutero? Mi sembra che si possano ridurre almeno a tre. Uno culturale, uno filosofico ed un altro psicologico.

Motivo Culturale (rifiuto dell'autorità)

Il motivo culturale ci fa capire che Lutero era figlio dei suoi tempi; tempi di successo dell’umanesimo e del filologismo come “segni” di un evidente antiautoritarismo. Per umanesimo s’intende un vasto movimento culturale e spirituale sorto nei primi decenni del 1400 in Italia, incentrato sullo studio e sulla valorizzazione dell’uomo. Per filologismo s’intende lo studio critico dei testi comprendente la ricerca delle fonti e la loro analisi. L’abolizione luterana del Primato di Pietro, del sacerdozio ministeriale e del Magistero sono segni chiari di questo rifiuto del concetto di autorità.

Motivo Filosofico (trionfo del nominalismo)

Passiamo al motivo filosofico. I tempi di Lutero segnavano il trionfo del cosiddetto nominalismo (negazione del valore degli universali) che fu un’estremizzazione della ragione per cui i fatti e le idee erano messi sullo stesso piano. Questo nominalismo avrebbe determinato nel protestantesimo tanto una causa scatenante quanto una causa reagente. Causa scatenante: il razionalismo che venne fuori dal nominalismo facilitò l’insorgere del soggettivismo (senza gli universali non è possibile la metafisica e, senza la metafisica, è possibile solo il soggettivismo). Causa reagente: la reazione allo scetticismo del razionalismo nominalistico condusse facilmente alla fiducia nella sola fede, cioè al fideismo; e infatti il Protestantesimo è convintamente fideista.

Motivo Psicologico (assenza di vocazione)

E infine il motivo psicologico. Lutero, in realtà, non aveva la vocazione né alla vita monastica né al sacerdozio; da qui la sua infelicità. Una tesi molto accreditata afferma che quando era all’Università di Erfurt, si batté a duello con un compagno, Gerome Bluntz, uccidendolo. Ed entrò nel monastero degli agostiniani solo per sfuggire alla giustizia. Lui stesso lo dice:

«Mi sono fatto monaco perché non mi potessero prendere.

Se non lo avessi fatto, sarei stato arrestato.

Ma così fu impossibile, visto che l’ordine agostiniano mi proteggeva».

Questa assenza di vocazione lo rese nevrotico e infelice. Si narra che durante la sua prima Messa, al momento dell’offertorio, stava per fuggire e fu trattenuto dal suo superiore. Potremmo chiederci: ma se eventualmente si sbaglia la vocazione, è possibile mai che il Signore non dia la grazia sufficiente per andare avanti? Certamente. Il problema di Lutero fu un altro e cioè che non volle rendersi docile alla Grazia. Quando si abbandona tutto e si tradisce la verità è sempre perché si è prima abbandonato la preghiera. Lutero stesso scrisse nel 1516, cioè prima della svolta della sua vita:

«Raramente ho il tempo di pregare il Breviario e di celebrare la Messa.

Sono troppo sollecitato dalle tentazioni della carne,

del mondo e del diavolo».

Fu così che credette di trovare la soluzione della sua infelicità nella Lettera ai Romani (1,17): «Il giusto vivrà per la sua fede». Per la salvezza non occorre nessun sforzo di volontà se non quello di abbandonarsi ciecamente alla fede nel Signore (fideismo).

Volontarismo e Fideismo in Lutero

In Lutero dunque si ritrova tanto il volontarismo quanto il fideismo. Il volontarismo: darsi una vocazione che non si ha; il fideismo: negare totalmente qualsiasi contributo della volontà. Due errori completamente diversi, ma, proprio perché errori, dalla origine comune. L’ipotesi di una successione diacronica di volontarismo e di fideismo in Lutero troverebbe conferma negli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, contemporaneo di Lutero, che impostò la spiritualità del suo Ordine (i Gesuiti) in chiara prospettiva antiluterana. Scrive Sant’Ignazio: «Ci sono tre tempi o circostanze per fare una buona e sana elezione. Il primo: è quando Dio nostro Signore muove e attrae tanto la volontà che, senza dubitare né poter dubitare, l’anima devota segue quello che le è mostrato, come fecero san Paolo e san Matteo nel seguire Cristo nostro Signore. Il secondo: quando si riceve molta chiarezza e conoscenza per mezzo di consolazioni e desolazioni, e per l’esistenza del discernimento degli spiriti. Il terzo: è il tempo di tranquillità. L’uomo, considerando prima perché è nato, e cioè per lodare Dio nostro Signore e salvare la sua anima, e desiderando questo, elegge come mezzo uno stato o un genere di vita nell’ambito della Chiesa, per essere aiutato nel servizio del suo Signore e nella salvezza della propria anima. È tempo di tranquillità quello in cui l’anima non è agitata da vari spiriti e usa delle sue potenze naturali liberamente e tranquillamente». Dunque, dice sant’Ignazio, è molto importante non sbagliare la propria vocazione avendo come unico scopo quello di rendere gloria a Dio. Che ci sia anche un’allusione all’esperienza di Martin Lutero?

Del prof. Corrado Gnerre
alda luisa corsini
@alda luisa corsini Grazie. Prego.
alda luisa corsini
@Acchiappaladri Forse la cosa non ha destato alcuna curiosità in Lei; a me ha fatto capire una cosa: le dicerie si inventano, si recuperano e si ripresentano successivamente come una fotocopia non tanto nel mondo della carta stampata quanto piuttosto in quello del web.
Altri 2 commenti da alda luisa corsini
alda luisa corsini
@Acchiappaladri Cito:" “Si racconta”, anche, che una volta Lutero parlando con sua madre, lei gli chiese se doveva cambiare religione. Lui le rispose: ”No, restate cattolica, perché io non voglio ne ingannare ne tradire mia madre”. Alcuni credono che non può averlo detto, però “si dice”, che questo documento, pare che si trovi nella biblioteca del Convento di Santa Maria della Minerva a Roma." …Altro
@Acchiappaladri Cito:" “Si racconta”, anche, che una volta Lutero parlando con sua madre, lei gli chiese se doveva cambiare religione. Lui le rispose: ”No, restate cattolica, perché io non voglio ne ingannare ne tradire mia madre”. Alcuni credono che non può averlo detto, però “si dice”, che questo documento, pare che si trovi nella biblioteca del Convento di Santa Maria della Minerva a Roma."
in www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp
Acchiappaladri
@fidelis eternis (e tutti gli altri amici lettori): se non lo avete ancora fatto guardate la video-stroncatura del card. Francesco Montenegro, misericordiosissimo bergogliano DOC, fatta magistralmente dal prof. Roberto de Mattei qui:
www.radioromalibera.org/…/i-migranti-il-c…
Un esempio di parlare schietto.
Aggiungo io NIENTE SOLDI NOSTRI (8 PER MILLE e ogni altra beneficenza a CEI, CARITAS ITALIANA …Altro
@fidelis eternis (e tutti gli altri amici lettori): se non lo avete ancora fatto guardate la video-stroncatura del card. Francesco Montenegro, misericordiosissimo bergogliano DOC, fatta magistralmente dal prof. Roberto de Mattei qui:
www.radioromalibera.org/…/i-migranti-il-c…
Un esempio di parlare schietto.

Aggiungo io NIENTE SOLDI NOSTRI (8 PER MILLE e ogni altra beneficenza a CEI, CARITAS ITALIANA, OBOLO DI SAN PIETRO, parrocchie bergoglionizzate, ecc.) a questi politici-in-veste-talare che nemmeno si presentano alle elezioni (dove prenderebbero percentuali da Bonino) e vogliono imporre alla maggioranza degli Italiani di continuare a favorire il business del commercio di carne umana e di islamizzazione dell'Italia.

Facciamo beneficenza piuttosto DIRETTAMENTE a preti e suore che continuano a testimoniare una fede cattolica in opere di carità materiale e SPIRITUALE senza agire come attivisti del PD o del Partito Radicale o altri partiti politici.
Acchiappaladri
@luca78 anch'io l'ho letto quel significativo episodio della madre. Se qui su GloriaTv ci fosse qualche studioso a livello accademico di Martin Lutero potrebbe per favore darci la fonte originale di quell'episodio della raccomandazione alla madre?
E' un argomento apologetico da "tenere nel taschino" pronto per l'uso: però deve avere un riferimento bibliografico primario per tacciare le accuse di …Altro
@luca78 anch'io l'ho letto quel significativo episodio della madre. Se qui su GloriaTv ci fosse qualche studioso a livello accademico di Martin Lutero potrebbe per favore darci la fonte originale di quell'episodio della raccomandazione alla madre?
E' un argomento apologetico da "tenere nel taschino" pronto per l'uso: però deve avere un riferimento bibliografico primario per tacciare le accuse di vile propaganda antiluterana.
Pietro da Cafarnao
@Tempi di Maria
Ha notato bene la cosa. No!, esiste Una sola Chiesa quella Cattolica fondata da Cristo. Ho scritto "vostri" perché forse ero ispirato per quanto ho scritto, e mi sentivo di scrivere in modo impersonale, ma anche per affermare che probabilmente tali capi religiosi quando si comportano così non ci appartengono. Si pongono fuori dalla Chiesa Una e Santa, quando propagano errori, …Altro
@Tempi di Maria
Ha notato bene la cosa. No!, esiste Una sola Chiesa quella Cattolica fondata da Cristo. Ho scritto "vostri" perché forse ero ispirato per quanto ho scritto, e mi sentivo di scrivere in modo impersonale, ma anche per affermare che probabilmente tali capi religiosi quando si comportano così non ci appartengono. Si pongono fuori dalla Chiesa Una e Santa, quando propagano errori, eresie. Per questo ho scritto vostri, anche perché vi sono coloro che tali errori ed eresie le accetta. Non faccio nomi, non spetta a me giudicare, ma sottolineare gli errori, i compromessi di chi dovrebbe essere servitore scrupoloso del compito che gli è stato assegnato all'interno della Chiesa.
Tempi di Maria
Non capisco perchè dice e ripete i "vostri capi", i "vostri cardinali"... Cosa vuole dire? Apparteniamo forse a due chiese diverse?
Pietro da Cafarnao
I vostri capi religiosi vorrebbero chiudere gli occhi su questa falsa religione diabolica-luterana e farvi abbracciare le loro eresie. Leggetevi gli ultimi documenti ecumenici del 1999 e del 2013 e mi crederete. È come se avessero sposato un'ideologia, tanto sono attratti e sedotti da tale perversione di principi e disvalori che tale setta diabolica promana e a seguire tutte quelle protestanti, ma …Altro
I vostri capi religiosi vorrebbero chiudere gli occhi su questa falsa religione diabolica-luterana e farvi abbracciare le loro eresie. Leggetevi gli ultimi documenti ecumenici del 1999 e del 2013 e mi crederete. È come se avessero sposato un'ideologia, tanto sono attratti e sedotti da tale perversione di principi e disvalori che tale setta diabolica promana e a seguire tutte quelle protestanti, ma la luterana è la peggiore nella demolizione della vera unica dottrina Cattolica da seguire. Hanno per caso lo stesso spirito di Giuda i vostri capi religiosi, visto che riabilitato pure lui, quando Gesù stesso ci avvertì sulla sua fine, ("sarebbe meglio per Lui che non fosse mai nato" testuale dal Vangelo)? Eppure i vostri capi religiosi si ribellano a quanto Gesù Cristo andò affermando, nonostante S.Veronica Giuliani sia stata trasportata all'interno dell'inferno e a seguire anche S.Teresa d'Avila, S.Giovanni Bosco altri. Ma i vostri baldi cardinali, con ragionamenti sottili e compiaciuti amano sposare altre dottrine, forse per soldi? Chi sono io per giudicare? Ma Gesù disse nel S. Vangelo: "dalle loro opere li riconoscerete"; e io aggiugo: la conoscenza del S.Vangelo e i Profeti dell'Antico Testamento svelerà il loro inganno, con l'aiuto della preghiera del S.Rosario nel quale Maria Ss.ma vi guiderà.
Pietro da Cafarnao
Volevo ben dire che questo illuminato articolo lo aveva composto un così grande e competente professore. Grazie! 😇
fidelis eternis
Oggi “Giornata mondiale del rifugiato” titolano a tutta pagina i giornali di regime (settimanali diocesani); ciò mi ha fatto venire in mente la canzone partigiana “Bella ciao”, là dove dice “una mattina /mi son svegliato/ e ho trovato l’invasor…”. Proprio così, mi son detto, li ho trovati, ed erano migliaia, centinaia di migliaia, tutti baldi giovanotti dalla pelle scura, ben pasciuti, con lo …Altro
Oggi “Giornata mondiale del rifugiato” titolano a tutta pagina i giornali di regime (settimanali diocesani); ciò mi ha fatto venire in mente la canzone partigiana “Bella ciao”, là dove dice “una mattina /mi son svegliato/ e ho trovato l’invasor…”. Proprio così, mi son detto, li ho trovati, ed erano migliaia, centinaia di migliaia, tutti baldi giovanotti dalla pelle scura, ben pasciuti, con lo smartphone ultimo modello (mentre io, pensionato, ho ancora il telefono “a manovella”), incavolati neri perché non gradivano tortellini e lasagne, che gettavano sdegnati per strada.
Poi c’era un uomo biancovestito, superbo ed altezzoso, che gridava “Vergogna! Vergogna”, rivolto al popolo italiano, colpevole, secondo lui, di opporsi all’invasine selvaggia, massiccia ed incontrollata di popoli afro-asiatici di diversa religione (islamica), cultura, lingua e civiltà, alla ricerca di un lavoro da noi inesistente perfino per i nostri giovani e padri di famiglia “esodati”, ragion per cui finivano per dedicarsi a furti, rapine, spaccio, stupri e violenze di ogni genere (specie verso i nostri anziani, le nostre donne, i più deboli e indifesi); ma guai a farlo notare, si rischia di passare per razzisti,a fascisti, nemici dei popoli sofferenti, divisivi e non inclusivi-
E c’era sempre quell’uomo biancovestito che gridava “ Accoglienza, accoglienza, senza se e senza ma, a tutti, perché tutti ne hanno diritto, come hanno diritto di diventare subito cittadini italiani, ed ottenere il diritto di voto”.
Dentro di me, speravo di essere in un incubo, dal quale poi mi sarei svegliato, trovando la mia solita, bella Italia, civile, pulita, sicura, solidale nel vero senso della parola (cioè per i pochi veri bisognosi, prevalentemente italiani); e invece no: mi sono dato un pizzicotto, ed ero ben sveglio! L’incubo lo stavo vivendo realmente, e sembrava essere senza via d’uscita.
Povera Italia, povera Chiesa Cattolica, poveri i nostri figli e nipoti, ho pensato, condannati al meticciato, a paghe da fame, all’emigrazione, oppure alle rivolte sociali (le famose ”banlieux dei nostri cugini d’oltralpe) e ad una guerra fratricida.
Mio dio, vieni a salvarci, Signore, vieni presto in nostro aiuto, invia Tua (e per grazia Tua anche nostra) Madre, Maria SS.ma, Regina delle Vittorie, assieme a San Michele Arcangelo ed alla milizia celeste, per sconfiggere le forze oscure e tenebrose che complottano per distruggere la civiltà cristiana, europea ed italiana, usando a tal fine il potere politico e religioso (un nuovo cesaropapismo, stavolta però di stampo diabolico).
Francesco Federico
Francesco I
Francesco I
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