Francesco prepara il prossimo falso santo: un vescovo anticattolico
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Cristina Siccardi ha chiamato Bello su CorrispondenzaRomana.it (1° dicembre) un "prete della strada, ma non delle chiese" che predicava una "religione diversa da quella Cattolica".
Nel 1985, Bello ha affermato a Loreto che "la Chiesa del futuro dev'essere debole, deve condividere il travaglio della perplessità, dev'essere compagna del mondo, deve servire il mondo senza pretendere che il mondo creda in Dio o che vada a Messa la domenica, o che viva maggiormente in linea col Vangelo."
Vent'anni troppo tardi, Bello era un accanito predicatore dell'ideologia del 1968. Sul fallimento del Vaticano II, Bello ha detto: "sono stati gli anni in cui, ad uno ad uno, abbiamo appreso a demolire certi idoli che già il Concilio ci aveva fortemente invitati ad abbattere: la fierezza della carne e del sangue, il prestigio delle apparenze, la sicurezza del linguaggio, il fascino rassicurante del passato, l'estraneità alle tribolazioni della ricerca umana…"
Secondo Bello, Il missionario "è chiamato ad adattare il proprio linguaggio catechetico 'al vocabolario del mondo' per attuare la 'fedeltà all'uomo'."
Bello credeva che "Dio è dappertutto: è nei luoghi sacri e positivi (santuari, monasteri, Caritas…) ma è anche nei luoghi dove si praticano 'le orge della dissolutezza', i loschi affari finanziari, gli spettacoli osceni, la 'stregoneria', le 'bestemmie', la violenza."
Lui era per la "santità laica", "urbana", "democratizzata". Distruggendo la cultura Cattolica, riteneva la Chiesa "responsabile delle 'ecatombe delle culture', violentando le grandi tradizioni religiose degli Inca, degli Aztechi o dei Maya."
La Madonna, secondo lui, era una "donna feriale". Lui la invocava così: "Aiutaci perché in quegli attimi veloci di innamoramento con l'universo possiamo intuire che le salmodie delle claustrali e i balletti delle danzatrici del Bolscioi hanno la medesima sorgente di carità. E che la fonte ispiratrice della melodia che al mattino risuona in una cattedrale è la stessa che si sente giungere la sera… da una rotonda sul mare: 'Parlami d'amore, Mariù'."
È sottinteso che NON esiste devozione popolare per Bello, che sarebbe un requisito essenziale per la canonizzazione.
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